Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbracciava

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Mitchell, Margaret

221918
Via col vento 3 occorrenze
  • 1939
  • A. Mondadori
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Pagina 1024

Il primo giorno del suo arrivo, mentre rideva e abbracciava Rossella e zia Pitty, disse che era rimasta tanto tempo lontana da quelli che amava che le sembrava di non potere mai essere abbastanza vicina a loro con la nuova abitazione. In origine la casa era a due piani; ma quello superiore era stato distrutto dalle cannonate; e il proprietario, al suo ritorno, non aveva avuto i mezzi per ricostruirlo. Si era contentato di rimettere un tetto al piano superstite; ciò che dava alla costruzione l'aria piatta e sproporzionata di un giocattolo. Sollevata dal suolo e costruita su alti scantinati, la casa aveva una grande scalinata di accesso che la faceva apparire un po' buffa. Ma l'aspetto tozzo e schiacciato dell'insieme era in parte modificato dalle due belle querce che l'ombreggiavano, e da una magnifica magnolia carica di candidi fiori che era proprio dinanzi alla scalinata. Il prato che si stendeva davanti alla casa era folto di verde trifoglio ed era limitato da una siepe di ligustri e di caprifoglio. Qua e là qualche vecchio arbusto di rosa metteva nuove gemme e il mirtillo bianco fioriva intrepido, come se non vi fosse stata la guerra e i cavalli yankee non avessero mangiato i suoi germogli. Rossella pensò che era la casa piú brutta che si potesse trovare, ma a Melania neanche le Dodici Querce, in tutta la loro grandezza, erano mai apparse piú belle. Era casa sua, e finalmente si sentiva sotto un tetto proprio con Ashley e Beau. Lydia Wilkes venne da Macon, dove abitava con sua sorella dal 1864, e si stabilí con suo fratello, rendendo cosí piú angusta la piccola casa. Ma Melania e Ashley l'accolsero volentieri. I tempi erano cambiati, il denaro era scarso, ma nulla aveva alterato la regola delle famiglie meridionali che avevano sempre spazio sufficiente per ospitare le parenti povere o zitelle. Gioia si era sposata e, secondo Lydia, aveva fatto un matrimonio al disotto della sua condizione, con un tale proveniente dal Mississippi: un uomo col viso rosso, che parlava a voce alta ed era sempre di umore chiassoso e giocondo. Lydia non aveva approvato quel matrimonio, perciò non abitava volentieri in casa di suo cognato; ed era stata ben lieta nell'apprendere che suo fratello aveva una casa sua, di guisa che ella poteva lasciare un ambiente che non le piaceva e non vedere piú sua sorella scandalosamente felice con un uomo indegno di lei. Il resto della famiglia pensò, invece, che la stupida Gioia non avrebbe potuto far niente di meglio; e si meravigliarono che fosse riuscita a trovare un marito. Questo era un gentiluomo e non era sprovvisto di mezzi; ma per Lydia, nata in Georgia ed educata in Virginia, chiunque non provenisse dalla costa non poteva essere che un villano e un barbaro. Probabilmente il marito di Gioia fu tanto lieto di esser liberato dalla sua compagnia quanto Lydia fu felice di andarsene. Oramai era una vera e propria zitellona. Aveva venticinque anni e li dimostrava tutti; non vi era quindi piú per lei alcun bisogno di tentare di essere attraente. I suoi occhi chiari e senza ciglia guardavano il mondo con indifferenza e le sue labbra sottili avevano sempre un atteggiamento altero e poco simpatico. Vi era però in lei una dignità e una fierezza che le si addicevano meglio della dolcezza giovanile che aveva quando stava alle Dodici Querce. La sua posizione era quasi quella di una vedova. Tutti sapevano che Stuart Tarleton l'avrebbe sposata se non fosse stato ucciso a Gettysburg; quindi si aveva per lei il rispetto che si ha per una donna che è stata desiderata, se pure non è giunta al matrimonio. Le sei camere della piccola casa furono modestamente arredate coi mobili piú economici - di pino e di quercia - che si trovarono nel negozio di Franco, perché Ashley era costretto a comprare a credito e, non volendo caricarsi di troppi debiti, acquistava soltanto il puro necessario. Questo mise in imbarazzo Franco, che voleva bene ad Ashley, e desolò Rossella. Entrambi avrebbero dato volentieri, senza aumento di prezzo, i piú begli arredi di mogano e di legno di rosa; ma i Wilkes rifiutarono ostinatamente. La loro casa era veramente brutta e disadorna; e per Rossella era una pena vedere Ashley abitare in quelle stanze prive di tappeti e di tende. Ma egli aveva l'aria di non accorgersi della povertà dell'ambiente; e quanto a Melania, era cosí felice di avere una casa propria per la prima volta da quando si era sposata, che era addirittura orgogliosa della sua abitazione. Rossella avrebbe sofferto atroci umiliazioni se avesse dovuto ricevere le visite degli amici senza tappeti né cuscini e senza abbastanza sedie, tazze e cucchiaini. Ma Melania faceva gli onori di casa come se si trovasse fra tende di velluto e cuscini di broccato. Malgrado la sua felicità, Melania non stava bene. La nascita di Beau le aveva rovinato la salute e il duro lavoro di Tara le aveva tolto ogni forza. Era cosí magra che le ossa sembravano uscirle dalla pelle sottile. Vista a distanza, quando giocava col piccino nel cortile, sembrava una bambina, priva com'era di seno e con le anche piallate come quelle di un giovinetto; e poiché non aveva il buon senso - pensava Rossella - di mettere dei volantini nell'interno del corpetto e in fondo al busto, la sua magrezza eccessiva era visibilissima. Come il suo corpo, anche il volto era affilato e pallido e le sue ciglia di seta, delicate come antenne di farfalla, spiccavano troppo nere sulla pelle priva di colore. Gli occhi apparivano eccessivamente grandi, cerchiati da occhiaie profonde, ma la loro espressione era rimasta immutata dai giorni della spensierata adolescenza. La guerra, le pene, le fatiche non avevano avuto alcun potere sulla loro dolce serenità: erano gli occhi di una donna felice, una donna attorno alla quale tutte le tempeste potevano agitarsi senza scomporla menomamente. «Come fa a conservare quello sguardo?» si domandava Rossella guardandola con invidia. Sapeva che i suoi occhi a volte sembravano quelli di un gatto affamato. Che cosa aveva detto una volta Rhett degli occhi di Melania? Ah sí, che avevano la luce tranquilla di due candele... Candele riparate dal vento, luci soavi che brillavano di felicità, ora che erano in una casa loro, fra persone amiche. L'alloggio modesto era continuamente pieno di gente. Melania era sempre stata molto amata, quindi tutti si affrettavano a festeggiare il suo ritorno e ognuno le portava un regalino per la casa: ninnoli, quadretti, uno o due cucchiai d'argento, tovaglie, tappeti; oggetti che erano stati salvati dal saccheggio di Sherman e conservati con cura, ma che tutti oggi giuravano essere assolutamente inutili per loro. Vecchi compagni d'armi di suo padre venivano a trovarla conducendole altri commilitoni per far loro conoscere «la cara figliuola del vecchio colonnello Hamilton». Le vecchie amiche di sua madre la circondavano volentieri, perché Melania aveva per le persone anziane una deferenza che la gioventú dei nuovi tempi sembrava aver dimenticata. Le sue coetanee, spose, madri e vedove, le volevano bene perché essa aveva sofferto come loro, ma il dolore non l'aveva inasprita e quindi era sempre disposta a prestare un orecchio simpatico ai loro sfoghi. E la gioventú andava da lei perché sapeva di incontrarvi altra gioventú e perché in quella casa si passava il tempo piacevolmente. Attorno a Melania si compose quindi rapidamente un gruppo formato da ciò che era rimasto di meglio della società ante-guerra di Atlanta; tutti poveri quanto a denaro, ma pieni di fierezza e di orgoglio. Melania aveva in sé tutte le qualità che quei nobili decaduti apprezzavano: l'orgoglio della povertà, il coraggio che non si lamenta, la gaiezza, l'ospitalità e soprattutto, la fedeltà alle vecchie tradizioni. Melania rifiutava perfino di ammettere che vi fosse un motivo di cambiare in quel mondo cosí mutevole. Sotto il suo tetto sembrava che tornassero gli antichi giorni, e i suoi amici riprendevano cuore e provavano perfino minor disprezzo per la vita dei nuovi ricchi e dei repubblicani. Guardando quel volto giovine che esprimeva una fedeltà inflessibile alle antiche idee, essi dimenticavano per un attimo i fedifraghi della loro casta, verso i quali provavano collera e timore. E ve n'erano molti. Uomini di buona famiglia che la povertà aveva trascinato alla disperazione, e che erano andati verso il nemico, accettando una posizione dai conquistatori perché la loro famiglia non morisse di fame. Vi erano giovani ex-combattenti cui mancava il coraggio di affrontare i lunghi anni occorrenti per costruire una fortuna. Questi giovani, seguendo la guida di Rhett Butler, marciavano di pari passo coi «Carpetbbaggers» nel trovare maniere poco pulite per guadagnar denaro. Alcune figlie delle famiglie piú in vista di Atlanta venivano considerate come le peggiori traditrici. Queste fanciulle erano ancora bambine durante la guerra e quindi mancava loro il rancore che animava i loro genitori. Non avevano perduto né mariti né fidanzati. Avevano scarsi ricordi di un passato di ricchezza e di splendore; e gli ufficiali yankee erano bei giovani, ben vestiti e spensierati. E davano dei magnifici balli, avevano splendidi cavalli e adoravano le ragazze dei paesi del Sud! Le trattavano come principesse; cercavano di non offendere le loro suscettibilità... Perché non fare amicizia con loro? Erano certamente piú piacevoli dei giovinotti della città che erano malvestiti, troppo seri e che lavoravano continuamente, sicché non rimaneva loro piú tempo per divertirsi. Vi erano quindi state parecchie fughe in compagnia di ufficiali yankee; e molte famiglie erano rimaste profondamente ferite. Vi erano fratelli che incontravano per istrada le sorelle e non le salutavano; madri e padri che non pronunciavano piú il nome delle figliuole. Tristezze che la dolcezza di Melania dissipava. Le signore anziane dicevano che ella era un ottimo esempio per le fanciulle della città; e queste non la prendevano in uggia perché ella non faceva sfoggio delle proprie virtú. Melania non si accorgeva che stava diventando il centro di una nuova società. Trovava che le altre persone erano molto gentili nel venire a farle visita e nel desiderare di averla nei loro piccoli circoli di lavoro e nei loro gruppi musicali. Atlanta aveva sempre amato la buona musica, ed ora vi era una rinascita di interesse per le arti che andava aumentando a misura che la vita diventava piú aspra e difficile. Ascoltando una bella musica era piú facile dimenticare le impudenti facce nere e le uniformi azzurre che affollavano le strade. Melania fu abbastanza perplessa quando si trovò, senza averlo voluto, a capo del Circolo Musicale del Sabato, nuovamente formato. Le sembrava impossibile l'essere stata elevata a quella posizione semplicemente perché era in grado di accompagnare al pianoforte chiunque, perfino le signorine McLure che erano stonate ma insistevano nel cantare dei duetti. La verità era questa: Melania aveva diplomaticamente fatto in modo da amalgamare le Dame Arpiste, il Circolo della Gaiezza e l'Associazione Signorine Mandoliniste e Chitarriste col Circolo Musicale del Sabato; sicché adesso ad Atlanta si poteva eseguire della musica che meritava di essere ascoltata. Infatti, si diceva che l'esecuzione della «Fanciulla di Boemia» fosse superiore a quella data a Nuova York e a Nuova Orléans da orchestre di professionisti. Fu dopo la fusione delle Dame Arpiste col nuovo circolo che la signora Merriwether disse alle signore Meade e Whiting che Melania doveva essere presidente del circolo, dichiarando che se era riuscita a venire a capo delle Dame Arpiste, sarebbe riuscita in ogni altra cosa. Melania fu anche eletta segretaria dell'Associazione per l'Abbellimento delle Tombe dei Gloriosi Caduti e del Circolo di Lavoro per le Vedove e le Orfane dei Confederati. Questo nuovo onore le fu conferito dopo una seduta burrascosa che minacciò di terminare con la rottura di molte amicizie che datavano da anni. La disputa era sorta sulla questione se bisognava o no strappare le erbacce dalle tombe dei soldati dell'Unione che erano accanto a quelle dei Confederati. Quelle tombe maltenute rendevano inutili gli sforzi delle signore per abbellire quelle dei loro caduti. Il Circolo di Lavoro era favorevole; l'Associazione era contraria. I due campi si infiammarono; le signore parlavano tutte insieme sicché era impossibile intendersi. La riunione aveva luogo nel salotto della signora Merriwether; e il nonno Merriwether che era stato relegato in cucina, raccontò in seguito che lo strepito gli ricordava le fucilate che avevano iniziato la battaglia di Franklin. E aggiunse che certamente si sarebbe sentito piú sicuro alla battaglia di Franklin che a un'adunata di signore. Non si sa come, Melania riuscí a spingersi nel centro della folla eccitata; e non si sa come riuscí a far udire la sua voce dolce al disopra del tumulto. Aveva il cuore in gola e la voce tremante nell'osare rivolgersi a quel gruppo indignato; ma continuò a gridare: - Vi prego, signore! - finché ottenne un po' di calma. - Volevo dire... è un pezzo che ci penso... che non solo dovremmo strappare le erbacce, ma anche piantare dei fiori su... Io... non so quello che penserete; ma ogni volta che vado a portare dei fiori alla tomba del mio diletto Carlo, ne metto qualcuno sulla tomba di uno yankee sconosciuto che è accanto alla sua. Ha l'aria cosí abbandonata! Fu un nuovo clamore di voci eccitate; questa volta le due organizzazioni si trovarono d'accordo. - Sulla tomba di uno yankee! - Piuttosto dissotterrarlo e gettare al vento i suoi resti! - Oh, Melly, come hai potuto...! - Hanno ucciso tuo fratello! - C'è mancato poco che non ti ammazzassero! - E il tuo bambino! - Hanno cercato di incendiare Tara! Melania si appoggiò alla spalliera della sedia per sorreggersi dinanzi a quell'ondata di biasimo. - Lasciatemi finire, signore! - gridò supplichevole. - So che non ho il diritto di parlare in questa faccenda perché nessuno dei miei è stato ucciso, eccetto Carlo; e grazie a Dio so dov'è sepolto! Ma vi sono tante fra noi che non sanno dove sono sepolti i loro mariti, figli e fratelli, e... Si sentí soffocare; nella stanza fu un silenzio di tomba. Gli occhi fiammeggianti della signora Meade si incupirono. Ella aveva fatto un viaggio lungo e penoso fino a Gettysburg, dopo la battaglia, per riportare a casa la salma di Darcy; ma nessuno le aveva saputo dire ove fosse stato sepolto. In qualche fossa scavata frettolosamente in terra nemica. E la bocca della signora Allan tremò: suo marito e suo fratello si erano trovati a Ohio durante l'incursione di Morgan e l'ultima cosa che aveva saputo sul loro conto era che erano caduti sulle rive del fiume quando la cavalleria yankee aveva fatto irruzione. Non sapeva dov'erano stati sepolti. Il figlio della signora Allison era morto in un campo di prigionieri nel Nord; e lei, piú povera di tutte, non aveva avuto i mezzi per riportarne la salma a casa. Altre avevano letto sulle liste: «Disperso - probabilmente morto» e non avevano mai piú saputo altro degli uomini che avevano visto partire. La voce di Melania si levò nuovamente nel silenzio. - Le loro tombe sono in qualche luogo, in paese yankee, come le tombe dei loro soldati sono qui... e sarebbe tremendo pensare che qualche donna yankee propone (come ho udito dire da qualcuna) di dissotterrarli per gettare al vento i loro resti... Si udí nella sala un singhiozzo represso. - Ma com'è tranquillizzante il pensare che qualche buona donna yankee... (deve esservene qualcuna, checché si dica!) strappa le erbacce dalle tombe dei nostri caduti e porta loro un fiore! Se Carlo fosse morto nel Nord, sarebbe un conforto per me il pensiero che qualcuno... E non m'importa di quello che voi, signore pensate di me.... - la sua voce si spezzò... - ma darò le dimissioni da tutti e due i Circoli e... estirperò le erbacce da tutte le tombe yankee che troverò e vi pianterò dei fiori... Voglio vedere chi oserà impedirmelo! Con questa sfida finale, Melania scoppiò in lagrime e cercò di avviarsi vacillando verso la porta. Il nonno Merriwether raccontò che dopo questo discorso tutte le signore piangevano abbracciando Melania; la riunione finí con un accordo generale e Melania fu eletta segretaria di tutt'e due le associazioni. - E tutte quante hanno promesso di adoperarsi per le tombe yankee. Il male è che mia nuora voleva che andassi anch'io ad aiutare, visto che non ho nulla da fare. Io ritengo che miss Melly abbia avuto ragione e che le altre avessero torto; ma andare ad estirpare le erbacce alla mia età e con la mia lombaggine! Melania faceva parte del Comitato femminile dell'Orfanotrofio e aiutava a scegliere i libri per l'Associazione Libraria Maschile di recente formazione. Perfino i Tespiani che una volta al mese recitavano una commedia, reclamarono il suo aiuto. Melania era troppo timida per apparire alla ribalta; ma le toccò occuparsi dei costumi, fatti, si capisce, in grandissima economia. Fu lei che diede il voto decisivo nel Circolo di Lettura Shakespeariano perché le opere del poeta fossero alternate con quelle di Dickens e di Bulwer-Lytton piuttosto che coi poemi di Byron com'era stato suggerito da un giovine membro del Circolo che Melania, nel suo intimo, temeva fosse un tipo impertinente e sfacciato. Nelle sere della tarda estate la sua piccola casa debolmente illuminata era sempre piena di ospiti. Non vi erano mai sedie sufficienti e spesso le signore sedevano sui gradini del porticato anteriore, con gli uomini appoggiati alla balaustra o seduti sul prato. A volte Rossella, vedendo gli ospiti che sedevano sull'erba sorseggiando il tè - l'unico rinfresco che i Wilkes potevano permettersi di offrire - si chiedeva come mai Melania potesse esporre la sua povertà cosí, senza vergogna. Ella si guarderebbe bene dal ricevere - specialmente persone di riguardo come quelle che andavano da Melania - finché non potesse arredare nuovamente la casa di zia Pitty com'era prima della guerra e non potesse offrire agli invitati vini scelti e sciroppi, prosciutto e pasticci di cacciagione. Il generale John Gordon, l'eroe della Georgia, si recava spesso in casa Wilkes con la sua famiglia. Padre Ryan, il prete-poeta della Confederazione, non mancava mai di andare a salutare Melania quando si trovava di passaggio per Atlanta e in quelle serate deliziava gli altri invitati recitando loro qualcuno dei suoi poemi. Alew Stephens, l'ex-vice-presidente, era egli pure fra gli assidui; e quando si sapeva della sua presenza preso i Wilkes, la casa si riempiva di gente che rimaneva per ore ed ore sotto l'incanto della voce squillante di quel debole invalido. Di solito vi erano dozzine di bambini col capo ciondoloni per il sonno fra le braccia dei genitori; non vi era famiglia che non desiderasse che i suoi figliuoli potessero piú tardi raccontare di essere stati baciati dall'uomo che aveva tenuto le redini della Grande Causa. E tutti i personaggi eminenti che per una ragione o per l'altra giungevano in città, non mancavano di andare in casa Wilkes dove spesso passavano la notte. In queste occasioni Lydia era costretta a dormire su un materasso nella stanzetta di Beau e Dilcey correva da zia Pitty a farsi prestare le uova per la colazione della mattina seguente; ma Melania intratteneva gli ospiti graziosamente come se fosse stata la dama di un castello. No, Melania non si accorgeva che la gente si riuniva attorno a lei come attorno a una logora e amata bandiera. Quindi fu stupita e imbarazzata una sera quando il dottor Meade, dopo aver passato in casa sua una piacevole serata durante la quale aveva letto il «Macbeth» con delizia dell'uditorio, le aveva baciato la mano dicendole con la stessa voce usata in altri tempi nei discorsi in pro della Causa Gloriosa: - Cara miss Melly, è sempre un privilegio e un piacere venire in casa vostra, perché voi - e le donne come voi - siete il cuore di noi tutti; siete tutto ciò che ci è rimasto. Ci è stato tolto il fiore della nostra gioventú e il riso delle nostre donne. Ci hanno rovinato la salute, hanno distrutto le nostre abitudini, annichilito la nostra prosperità, ci hanno ricacciato indietro di cinquant'anni e hanno collocato un fardello troppo pesante sulle spalle dei nostri ragazzi che dovrebbero andare a scuola e dei nostri vecchi che dovrebbero godere il sole. Ma potremo ricostruire, perché abbiamo dei cuori come il vostro su cui posare le fondamenta. E fintanto che abbiamo questa ricchezza, si prendano pure tutto il resto, gli yankees!

Pagina 724

Ma scoppiò in lagrime pensando agli occhi di Melania nel momento in cui Lydia le direbbe che aveva sorpreso Ashley che abbracciava Rossella. E che farebbe Melania? Lascerebbe Ashley? Che altro potrebbe fare, per salvare la propria dignità? E che farebbero allora Ashley e lei? Le lagrime le inondavano il volto mentre questi pensieri si agitavano freneticamente nel suo cervello. «Ashley morrà di vergogna e mi odierà perché l'ho trascinato in questo impiccio.» A un tratto le sue lagrime cessarono perché un terrore mortale le aveva invaso il cuore al ricordo di Rhett. Che farebbe suo marito? Forse non saprebbe nulla. Com'era quel vecchio cinico proverbio? «Il marito è sempre l'ultimo a sapere.» Forse nessuno andrebbe a dirglielo. Bisognava avere un bel coraggio per andare a narrare una cosa simile a Rhett, dato che Rhett aveva la reputazione di ammazzare prima, e poi interrogare. Dio, Dio, fate che nessuno abbia il coraggio di dirglielo! Ma rivide il volto di Baldo sulla soglia dell'ufficio; il suo occhio freddo, chiaro, senza rimorso, pieno di odio per lei e per tutte le altre donne. Baldo non temeva né Dio né gli uomini e detestava le donne abbiette. Le aveva odiate tanto da ucciderne una. E certo parlerebbe con Rhett, malgrado tutto ciò che potrebbe fare Ashley per dissuaderlo. A meno che Ashley non lo uccidesse, Baldo parlerebbe con Rhett, ritenendo che questo fosse il suo dovere di cristiano. Si spogliò e si gettò sul letto; nel suo cervello era un turbine che mulinava vorticosamente. Se almeno potesse chiudersi a chiave e rimanere per sempre in quella stanza tranquilla senza vedere mai piú nessuno, forse Rhett non verrebbe a saper nulla stasera. Lei direbbe di avere mal di capo e di non potere perciò andare al ricevimento. E l'indomani mattina avrebbe certamente trovato il modo di difendersi. - Non voglio pensarci adesso - disse disperatamente nascondendosi il volto fra i guanciali. - Ci penserò piú tardi, quando potrò sopportare quest'idea. Udí rientrare la servitú al cader della notte e le sembrò che i preparativi della cena fossero molto silenziosi. O forse era la sua coscienza colpevole? Mammy venne a bussare all'uscio, ma Rossella la mandò via dicendole che non voleva cenare. Passò ancora del tempo e finalmente udí Rhett che saliva le scale. Lo udí passare dinanzi alla sua stanza senza fermarsi. Emise un profondo respiro. Evidentemente non sapeva nulla e, grazie a Dio, continuava a rispettare la sua gelida preghiera di non mettere piede nella sua camera; altrimenti, se egli l'avesse veduta in questo momento, avrebbe letto nel suo volto che qualche cosa di grave era accaduto. Bisognava soltanto che ella raccogliesse le sue forze per potergli dire che si sentiva troppo male per andare al ricevimento. Ma vi era tempo per calmarsi. Da quel terribile momento le era sembrato che il tempo non esistesse piú. Udí Rhett che si muoveva nella sua camera e rivolgeva ogni tanto la parola a Pork. Non ebbe il coraggio di chiamare. Rimase sul letto, tremante nell'oscurità. Dopo parecchio tempo egli bussò alla porta. - Avanti - disse Rossella cercando di dominare il tremito della sua voce. - Sono invitato ad entrare nel santuario? - chiese Rhett aprendo l'uscio. Entrò e richiuse. - Sei pronta? - Era buio e non lo vedeva; la voce le sembrò incolore. - Mi dispiace, ma ho l'emicrania. - Strano che la sua voce fosse cosí naturale! - Credo che non potrò venire. Vai tu, Rhett, e scusami con Melania. Vi fu una lunga pausa; quindi egli parlò con voce mordente. - Sei una piccola strega, vigliacca e pusillanime. Egli dunque sapeva! Rossella riprese a tremare, incapace di aprir bocca. Lo udí frugare nel buio, accendere un fiammifero, e la camera fu illuminata. Egli si avvicinò al letto e la guardò. Era in abito da sera. - Alzati. - La sua voce era sempre senza colore. - Andiamo al ricevimento. Sbrígati. - Non posso, Rhett. Devi capire... - Capisco. Alzati. - Rhett! Baldo ha osato...? - Baldo ha osato. È un uomo coraggioso, Baldo. - Avresti dovuto ucciderlo, perché ha mentito. - Non uccido le persone che dicono la verità. Ora non c'è tempo di discutere. Alzati. Ella si sollevò a sedere, stringendosi attorno le coperte, scrutandolo in viso. Era cupo e impassibile. - Non voglio venire, Rhett. Non posso finché... non si chiarisca questo malinteso. - Se non ti fai veder stasera, non potrai piú mostrarti in giro in questa città finché vivi. E se io posso sopportare di avere per moglie una sgualdrina, non sopporto di avere una codarda. Verrai stasera, anche se tutti da Alex Stephen in giú, ti negheranno il saluto, e la signora Wilkes ti metterà alla porta. - Rhett, lascia che ti spieghi. - Non ti voglio ascoltare. Non c'è tempo. Vèstiti. - È un malinteso... Lydia, Baldo e la signora Elsing. Mi odiano. Lydia mi odia talmente, che è capace anche di dir male di suo fratello pur di farmi apparire in cattiva luce. Se mi lasci spiegare... («Madre di Dio» pensò angosciata. «Se egli mi dice: "Spiègati!" che posso dirgli? Come spiegare...?») - Avranno raccontato le loro invenzioni a tutti quanti. Non posso venire. - Verrai; dovessi trascinarti per il collo e spingerti a calci per tutta la strada. Vi era una luce fredda nei suoi occhi, quando egli l'afferrò costringendola ad alzarsi. Raccolse il busto e glie lo gettò. - Mettilo. Te lo allaccerò io. Sono praticissimo. No, non chiamerò Mammy ad aiutarti; saresti capace di richiudere la porta, rintanandoti qui dentro da quella vigliacca che sei. - Non sono vile! - esclamò Rossella, punta sul vivo. - Io... - Oh, risparmiami la solita fiaba sull'uccisione del soldato yankee e sull'arrivo dell'esercito di Sherman. Oltre a tutto, sei anche vile. Se non per te, devi venire stasera per amore di Diletta. Vuoi rendere la sua posizione anche peggiore? Svelta, méttiti il busto. Ella si tolse in fretta lo scialle e rimase rigida dinanzi a lui. Forse, se egli la guardasse e la vedesse cosí bella, quell'espressione spaventosa scomparirebbe dal suo volto. Era tanto tempo che non la vedeva in camicia! Ma non la guardò. Era dinanzi all'armadio, esaminando rapidamente le vesti. Ne trasse fuori una nuova, di seta verde giada. Era molto scollata davanti e la gonna era drappeggiata dietro su un enorme sellino; su questo posava un gran ciuffo di vivide rose di velluto. - Metti questo - disse gettando l'abito sul letto e avvicinandosi a lei. - Stasera niente colori smorti: grigio tortora o viola pallido. La tua bandiera deve sventolare all'albero maestro. E metti molto belletto. Sono sicuro che la moglie del fariseo accusata di adulterio non era cosí pallida. Vòltati. Afferrò le stringhe del busto e le tirò talmente da strapparle un gemito. Era spaventata, umiliata e confusa. - Ti fa male, eh? Rise brevemente ed ella non lo vide in volto. - Peccato che questo cordone non sia attorno al tuo collo. La casa di Melania brillava di luce in tutte le stanze; ed essi udirono la musica fin dalla strada. Man mano che si avvicinavano all'ingresso, giungeva il suono eccitante e piacevole delle voci degli invitati. La casa rigurgitava. Gli ospiti sciamavano sulla veranda e molti erano seduti sui banchi alla luce fioca delle lampade sospese agli alberi dello spiazzo. «Non posso entrare, non posso» pensò Rossella seduta in carrozza, stringendo convulsamente il fazzoletto appallottolato. «Non posso. Non voglio. Salterò a terra e fuggirò, ritornerò a Tara. Perché Rhett mi ha costretta a venir qui? Che farà la gente? Che farà Melania? Non posso apparire dinanzi a lei. Voglio fuggire!» Come se le avesse letto nel pensiero, Rhett le strinse il braccio come in una morsa. - Non ho mai saputo che un'irlandese fosse vile. Dov'è il tuo coraggio tanto vantato? - Ti prego, Rhett, torniamo a casa e ti spiegherò. - Hai un'eternità per spiegarti e soltanto una sera per mostrarti come una martire nell'anfiteatro. Scendi, cara, e fammi vedere come i leoni ti divoreranno. Scendi. Percorse il viale d'accesso: il braccio a cui si appoggiava, rigido come il granito, le comunicava un certo coraggio. Sí, perdio, li affronterebbe. Che cos'erano se non un'orda di gatti malvagi urlanti e striscianti, gelosi di lei? Glie la farebbe vedere. Non le importava ciò che pensavano. Solo Melania... solo di Melania le importava. Erano giunti sotto al porticato e Rhett si inchinava a destra e a sinistra col cappello in mano. La sua voce era fredda e gentile. La musica s'interruppe quando essi entrarono. Le sembrò che dalla moltitudine sorgesse un rumore come il muggito del mare che andò diminuendo fino a spegnersi completamente. Qualcuno eviterebbe di salutarla? Ebbene, per la camicia di Giove, facessero pure! Alzò il mento e sorrise. Prima che si fosse voltata a parlare con coloro che erano piú vicini, qualcuno si fece largo fra gli invitati. Uno strano mormorio fece arrestare i battiti del suo cuore. Quindi ella vide che era Melania la quale accorreva frettolosamente per andarle incontro e salutarla prima di tutti. Le sue piccole spalle erano spinte indietro; a fronte alta ella si avvicinò a Rossella, come se questa fosse stata l'invitata piú importante, e le passò un braccio attorno alla vita dicendole con la sua voce chiara: - Che bel vestito, tesoro! Vuoi farmi un favore? Lydia non è potuta venire stasera ad aiutarmi. Vuoi avere la bontà di ricevere gli invitati insieme con me?

Pagina 926

Cerca

Modifica ricerca