Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbracciarsi

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

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Le buone usanze

195810
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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L'uso di abbracciarsi in istrada è molto sconveniente; le espansioni di affetto debbono essere riserbate nell'intimità; ma qui piuttosto che di educazione è questione di carattere, sicchè non saprei condannare due amici, due amiche, che rivedendosi dopo vario tempo si gettano affettuosamente le braccia al collo dovunque si trovino. Gli uomini non hanno gran che questa abitudine; le donne fanno bone a non manifestarla troppo. Accade purtroppo, non di rado e per ragioni varie, di essere costretti a troncare le nostre relazioni con amici e parenti; ciò si faccia senza strepiti, senza scandali; è sconveniente di parlare a terze persone dell'accaduto, dicendo male di quelli che abbiamo dovuto eliminare dal circolo delle nostre relazioni. Incontrando questi individui in società, in visita, si fa un lieve cenno di saluto, tanto da non mettere nell'imbarazzo i presenti. Incontrando per via le stesse persone è scortese di volgere la faccia o mostrare un'espressione di noia. Le rotture tra uomini sono sempre più gravi, e finiscono talora col codice cavalleresco. Perciò è meglio essere molto cauti prima di stringere amicizia; è questa la parola più sfruttata di tutto il vocabolario, ma sono così rari i veri amici! Coi vicini di casa, in città e in campagna, bisogna usare i massimi riguardi; non disturbarli con rumori di nessun genere, non usurparne i diritti, non annoiarli. I regolamenti di tutti i Municipi stabiliscono le ore in cui è lecito battere i tappeti; è dunque un dovere farlo a tempo debito. Chi suona uno strumento, qualunque esso sia, abbia pietà delle orecchie dei vicini, e non faccia i suoi esercizii in ore troppo mattutine, o troppo tardi la sera. Non si ha affatto l'obbligo di far relazioni cogli inquilini della stessa casa, ma, fatta che si abbia, non li si annoino con visite troppo frequenti, con continue richieste d'imprestiti, lavori od altro. Ognuno ama la propria libertà e vi sono ore e giorni in cui è possibile che anche la migliore amica ci riesca importuna. Se un inquilino muore, si manda l'annunzio a tutti gli abitanti della stessa casa, i quali sono obbligati ad intervenire al funerale, ed a mandare il proprio biglietto di condoglianza, anche se non v'è relazione tra le famiglie. Se si dà un ballo o, per una ragione qualunque, si fa chiasso la notte, si chiede scusa ai vicini del disturbo arrecato. Oramai fumano tutti; e se l'abitudine è in sè poco elegante, si può aggraziarla con un poco di educazione. Bisogna badare, fumando, di non gettare il fumo in faccia ai vicini. Un uomo non fuma se non è autorizzato dalla signora che è presente; non si getta la cenere in terra col rischio di bruciare tappeti o strascichi di vestito. Se la sigaretta ed il sigaro sono già poco eleganti, la pipa è insopportabile, e un uomo che ha il difetto di servirsene, lo fa solo nella propria camera e mai in pubblico, a meno che ne sia autorizzato. Non si saluta una signora, un superiore, nè si parla loro, col sigaro in bocca; entrando in un luogo pubblico, o in una casa privata, si getta il sigaro, anche se appena incominciato: non è pulito, nè elegante metterlo in tasca spento o lasciarlo in anticamera. L'uso delle sigarette per le signore è una delle questioni più discusse oggi: è un male che le signore fumino? Io non credo: se hanno un marito, un padre cui non piace tale abitudine, se ne astengano per compiacenza; ma in caso diverso non parmi esse vengano meno all'educazione nè commettano cosa che debba celarsi come una colpa. Non dovranno però mai fumare in un caffè, o nella via; nè eccedere nel darsi a questo capriccio: e sempre apportarvi la grazia eletta che è la caratteristica della donna.

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