Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbracciarlo

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

La sorte

247993
Federico De Roberto 1 occorrenze
  • 1887
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Salvatore avrebbe voluto abbracciarlo. - La principessa mi onora ogni volta che mi comanda. E ci sarete anche voi? - Mi tocca questa seccatura. Per lui fu una festa. Il suo mandolino non aveva mai cantato così dolce. Glie lo dissero, perchè egli non se n'era accorto; non s'era accorto di nulla, tranne di Fanny che andava e veniva dall'appartamento al giardino, come voleva il capriccio della principessina. Se non era il rispetto, egli avrebbe mangiata a baci la bambina quando aveva voluto pizzicare il suo strumento. - Abbia pazienza! Bisogna contentarla in tutto; altrimenti pover'a noi! Salvatore non sapeva che rispondere, tutto sconvolto. - Ma che, per carità... E abbandonava il suo strumento in mano di quel diavolino che se lo trascinava dietro come un giocattolo. - Ora gli sciupa ogni cosa! - esclamò la Fanny raggiungendo la bambina. - Ma la lasci stare!.. non importa!.. - insisteva Salvatore, avvicinandosi, sfiorando le mani di lei nella breve contesa. La principessina, sdraiata sopra un sedile di ferro, col mandolino quasi più grande di lei fra le gambe, strappava le corde una dopo l'altra, come se volesse spezzarle. - Mio Dio, che stridori! - diceva la Fanny, portando le mani alle tempie e raggiustando lievemente con le dita le bande dei suoi capelli d'oro. - Che differenza con poco fa! - aggiungeva, rivolgendosi a Salvatore. Egli tentava scusarsi: - Bontà sua!.. io non merito... - No, no; le assicuro che lei suona divinamente. Così potessi avere ancora questa consolazione! - Conosce la musica? - Ora? Più nulla! A casa mia, strimpellavo bene o male sul pianoforte. Ma cosa vuole - aggiungeva, sospirando - quando non s'è più padroni!.. Salvatore non si stancava di contemplarla, pieno di commiserazione. - E si trova da molto tempo con la principessa? - Da quasi due anni, dopo che è morto il babbo! - Il suo paese, se è lecito? - Sono veneziana. Mio padre era capitano nell'armata... La principessina chiamava da lontano: - Fanny!.. - Sul punto di morte mi raccomandò a una famiglia di signori suoi conoscenti, che per tutta protezione mi proposero di prendermi come governante... - Fanny! Fanny! - strillava la bambina. - Dica lei cosa potevo fare, senza un aiuto, sola? Rassegnarmi! - Fanny! - urlava la bambina, disperatamente. Dal salotto la principessa chiamava anche lei, con voce breve: - Fanny! - Ecco quello che mi tocca! - mormorò lei. - Mi permetta, signore... Salvatore restava ancora lì, senza saper dove fosse, con una grande confusione nella testa. Era proprio lei, la Fanny, che gli aveva fatte quelle confidenze? Ed erano dirette. proprio a lui, Salvatore? Tutto questo non era un romanzo?.. Si guardava attorno: il giardino era oramai deserto e silenzioso. I lampioncini rossi pendenti dagli alberi, come tanti poponi, si andavano spegnendo. La rotonda era vuota; dietro le finestre del salone, vivamente illuminate, si vedevano passare delle ombre, al suono affievolito del pianoforte. - Un romanzo! un vero romanzo! - pensava egli continuamente. A un tratto si sentì chiamare. - Salvatore, ohè? - Era il cocchiere - Volete restare all'aria aperta fino a domani? - Vengo subito - rispose, cercando il suo strumento, da un sedile all'altro. - Che avete fatto di bello? - Nulla; si è chiacchierato con la governante della principessa. - La governante? Quale governante? - Ma... la Fanny... la figlia del capitano... Il cocchiere si mise a ridere. - Ci siete cascato anche voi? Che capitano e che governante! La cameriera, volete dire. - Ecco com'erano! - pensava Salvatore - Ecco in mezzo a quale gente era costretta a vivere quella povera creatura! Che sorte le toccava! Egli si sentiva intenerire profondamente, ogni volta che ripensava a tutto quello che aveva dovuto soffrire, lei così buona, lei così degna di miglior sorte. - Ah, se!... Ma poi, rivedendosi nella sua botteguccia, disperava all'idea della distanza che lo separava da lei. - Che!.. Che!.. - Cos'ha mai Salvatore? - si chiedevano Santoro, Lisani e gli altri amici, nel vederlo sempre rabbuiato. - Guai grossi ci sono, dunque? - domandavano ad Agostino, che passava per il suo confidente. - Infine - gli disse questi, dopo che i suoi discorsi avevano avuto tempo di fare effetto - perchè sospirate tutt'il giorno come un mantice? Pensate sempre a Fanny?.. E spiegatevi chiaro, in nome di Dio! Perchè dunque non la sposate? - E lei mi vorrà? Agostino partì a ridere, vedendo la faccia lunga dell'amico. - Dovete sapere che Pulcinella, quand'era innamorato di qualcuna, diceva che mezzo matrimonio era fatto! - E dunque? - Dunque, all'altro mezzo penserò io. Così egli fece portare l'ambasciata, da sua sorella, che era amica di Fanny, e un bel giorno tornò con la risposta. - Insegnatemi il mandolino - cominciò a dire, con una serietà studiata. - Che vi salta in testa, adesso? - Insegnatemi il mandolino, v'ho detto! - Va bene, ve l'insegnerò; ma almeno spiegatemi... - Vi spiego che le avete fatto girar la testa, col vostro pizzicato. - E che ha detto? - Dice di sì, birbante!

Pagina 138

Cerca

Modifica ricerca

Categorie