Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbracciarla

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L'angelo in famiglia

182201
Albini Crosta Maddalena 1 occorrenze
  • 1883
  • P. Clerc, Librajo Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Come il bacio che tu dai alla mamma, benchè sia una bella cosa, non è sempre opportuno, e tu mancheresti allorchè essa avendo bisogno del tuo ajuto o di un servigio, te ne stessi lì oziosa ad abbracciarla; così la vera cristiana sa e deve alle volte lasciare Dio per Iddio; rinunciare alla propria volontà; anticipare l'ora del levarsi e rinunziare fors'anche non solo ai divertimenti ed ai passeggi, ma ancora a qualche pratica non obbligatoria di religione, quando la necessità e la carità la chiamano al letto di un infermo, o in soccorso di un tribolato. Per oggi lasciamo lì a mezzo questo discorso, che avremo occasione di ritornarci, poichè è molto, ma molto importante. Tu continui ad esclamare:Povera me, che faccio? ed io continuo a dirti:leva in alto il tuo cuore, non ti abbandonare allo scoramento, poichè dopo il peccato io non conosco male peggiore di quello. Lo scoraggiamento è appunto cattivissimo per mille ragioni; credo 3 però lo sia primieramente perchè esso si presenta sotto forma d'umiltà; mentre il maligno è invece figlio e figlio non degenere della superbia. Noi temiamo di non tenerci all'altezza dei tempi o della società, e ci scoraggiamo: vedi, gli è proprio perchè temiamo di non ottenere un certo primato che, come suol dirsi, ci buttiamo a terra. Lo scoraggiamento, figlio della superbia, è fratello dell'accidia, e ci suona all'orecchio che tanto tanto per noi possiamo giacercene inerti, poichè non facciamo ugualmente nulla di bene. Lo scoraggiamento, figlio e fratello della superbia e dell'accidia, diventa padre a sua volta, e, per carità, non mi domandare di quali e quanti brutti figli sia fecondo! Io credo che la maggior parte dei malfattori e dei cattivi soggetti che contaminano la società, abbiano incominciato dallo scoraggiarsi; hanno detto a sè stessi: io per me non riesco certo a bene, e si sono dati al male, passo passo, od a salti, o slanciandosi una volta per sempre... ma poco su poco giù è questa la storia di tutti i tristi. Dunque tu, figliuola amatissima, ravviva la tua fisionomia rattristata, ritorna il sorriso sulle tue labbra e la giocondità nel tuo cuore. Ti sta tanto bene su quel giovane viso l'allegria che, malinconica, ti si riconosce appena, non sei più quella. Oh! sorridi; tutto quanto ti fa dire con un sospirone povera me! non è forse altro se non un'immaginazione della tua vivace fantasia, un'esagerazione che fai a te stessa di quei vincoli, di quei pericoli che tu puoi scongiurare se il vuoi. Oh! tu la conosci la ricetta, tu la conosci; pure io te la voglio ricordare perchè ti voglio bene, perchè ti voglio sana; ma sana non di corpo soltanto, ma altresì di anima. La ricetta è sempre, sempre il buon Gesù e la sua legge d'amore. Ma questo Gesù in forma umana è vissuto una sol volta sulla terra; noi non abbiamo il benefizio di sentire la sua parola viva, di ascoltare i suoi dolci ammaestramenti; ma non è con noi nel Sacramento? Non ci resta il Vangelo? Oh! il Vangelo è l'acqua che lava ogni lordura; è il balsamo che sana ogni piaga; è l'alito che vivifica, che ricrea, che rinnova. Il buon Dio mi ha chiamata all'alto ministero di spiegarti la sua parola di amore, d'insegnarti come devi diportarti nella famiglia e nella società; ed io nella confusione che Iddio abbia voluto scegliere un mezzo cotanto basso per un fine sì alto, mi piego all'ubbidienza, lascio libero sfogo alla sollecitudine grandissima che mi desta nel cuore l'età delle speranze, che è appunto la tua, e ti parlo. Nei tuoi sfoghi tu hai detto lagnandoti quasi,che faccio? Io te lo dirò, mia cara, o piuttosto non io te lo dirò, ma tel dirà al cuore col mio mezzo la cara Mamma nostra Maria, quella Vergine benedetta che ci ama tanto e che io prego m'inspiri tutto quanto può e deve riuscire utile alle anime delle care giovinette. Sì, in voi è la speranza della famiglia, della società, della patria, in voi, fanciulle, che avete lunghi anni a voi davanti, e dovete e potete recare al mondo l'esempio, il conforto, l'appoggio che solo può dare la vera virtù. Che faccio? Domani, mia cara, ti risponderò: oggi rialza l'animo tuo abbattuto, rianima il tuo cuore; abbandonati nelle braccia della Provvidenza, di quella Provvidenza che ci è madre amorosa, e vivi sicura: tu sarai piùforte che oste schierata in campo contro i nemici della tua salute.

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