Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbraccia

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La giovinetta educata alla morale ed istruita nei lavori femminili, nella economia domestica e nelle cose più convenienti al suo stato

192768
Tonar, Gozzi, Taterna, Carrer, Lambruschini, ecc. ecc. 4 occorrenze
  • 1888
  • Libreria G. B. Petrini
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Pagina 213

Quello sterminato adunamento di acque che cinge di ogni intorno ed abbraccia tutta quant'è vasta la terra, come ti fu insegnato, o fanciulla, chiamasi mare. Nè per istringersi od allargare, rispianarsi placido e cheto o ribollire in ischiume e cavalloni, cessa dal serbarsi uno ed intero; e i nomi diversi onde si chiama non gli furono imposti che dalla diversità delle spiaggie a cui si frange. Tu ammirarne, o cara la vastità immensurata che, come canta un gentil poeta:

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L'uomo, e questo nome abbraccia indistintamente anche la donna, fu posto da Dio a signoreggiare i volanti dell'aria, i pesci del mare, quanti animanti ha la terra. Ed eletto da lui a re del creato, è l'opera più bella delle sue mani. Ti studia, o giovinetta, sin d'ora a conoscere meglio che puòi la nobiltà e l'eccellenza dell'umana natura, imparerai a rispettare te stessa. Vero é , che, disceso per propria colpa dall'altezza sublime in cui fu locato dapprima l'uomo, ahi quanto ora appare diverso? Angelo decaduto, s'eclissò l'aureola che sfavillavagli in fronte , però nell'anima sua, fatta a divina imagine e somiglianza, tuttavia vive e si mostra alcun raggio dell'antica luce. Ond'è che colla potenza dell'intelletto conosca, intenda, confronti fra loro le cose e ne giudichi. E, scorto e sorretto dallo studio, proceda innanzi : lungo e disagiato cammino, ma che poi riesce alle scoperte mirabili della scienza. E la memoria si fa conservatrice di quanto, o fanciulla, apprendesti ; giacché l'avere inteso a che gioverebbe, ove non ritenessi le cognizioni che ti procacciasti con tanta fatica ? Né basta ancora. Dotata di volontà, puoi con essa sollevarti alla contemplazione dell'Essere perfettissimo e primo, e per qualche modo accostarti a Lui nelle opere della virtù, a fornire la quale ti soccorrono cento mezzi ed aiuti. Se non che tu sei libera, e come tale puoi determinarti anche al male; ma te ne dilunga e sconsiglia, oltre il biasimo degli uomini, la segreta voce che internamente ti avverte e ti mette in guardia; e se non l'odi, ti punge e trafigge collo stimolo del rimorso. - Inesorabile tribunale quello della coscienza! Né solo di questi che sono singolarissimi privilegi arricchì il Signore l'anima tua, ma di altri ancora. La potenza degli affetti gentili Egli l'impartiva a voi, donne, segnatamente. Ma perché a questa potenza obbediscano pronti cuore e fantasia, avverti bene, o fanciulla, che dall'uso o dall'abuso di entrambi possono derivarti gioie e dolori, contentezza ed infelicità, vita e morte. Tempera i bollori dell'uno, reggi i voli dell'altra, ed oh, te beata! E i reconditi pensieri della mente, i sentimenti che chiudi in petto, di che guisa potresti manifestarli ? Come sopperire a tanti tuoi morali e materiali bisogni, se uno stromento arrendevole ad ogni tua voglia, vivo, efficace, non ti suffragasse? E questo stromento é la favella. Dono stupendo che partecipa, a qualche modo, della doppia sostanza onde consta l'umano composto. Tiene esso dell'anima in quanto rivela ciò che passa dentro di noi; e dal corpo riceve forma, mediante i suoni che escono dalle labbra articolati e distinti. Oh ! che sarebbe il mondo, che il civile consorzio, sprovveduti di questo validissimo mezzo che agevola il commercio delle idee, il ricambio dei sentimenti? Vi pensasti mai, o giovinetta? E di questo che, dopo la ragione, è il maggiore de' benefizi che ti concedesse Iddio, ti giovi a danno o a tuo bene? Nè meno proficuo è l'aiuto che ti deriva dai sensi, principalmente dalla vista, mercè cui gli oggetti esteriori, dipingendosi sulla retina dell'occhio, tramandano al cervello le forme, i colori, le proprietà dei corpi, onde si elaborano le idee, che sono, a così dire, la materia, o meglio, il pascolo dell'intelletto. E coll'orecchio percepisci la dolcezza dell' eloquio umano e soccorri le proprie od altrui necessità e delizi nelle armonie della musica; gusti col palato i sapori e le diverse qualità degli alimenti ; coll'olfato discerni gli odori, e col tatto, che si diffonde in tutta quanta la tua persona , e nelle mani ha principalissima sede , t'aiuti, ti difendi, ti procacci ogni guisa cli vantaggi e ricreamenti. Organi tutti nella meccanica loro struttura maravigliosi, nell'uso ed al fine a che servono di suprema importanza. E delle proporzioni, delle rispondenze, delle acconcezze onde vanno armonizzate le parti tanto esteriori quanto interne del corpo umano, non a torto chiamato piccolo mondo, non è qui luogo da ragionarvi, o giovinette, pensate ch'esso é il capolavoro della creazione. Ed a rammentarvi la naturale vostra destinazione, volle Iddio che non camminaste curve verso la terra, come i bruti, ma sì ritte e collo sguardo rivolto al cielo. Là v'invita e v'aspetta il più munifico fra tutti i re, il più tenero fra tutti i padri. E dl'un'altra cosa dovete essergli riconoscenti. La ragione, la scienza, la religione apertamente vi insegnano che quante furono e sono le generazioni sparse sulla superficie del globo uscirono tute da unico ceppo, ebbero, cioè, una comune origine e provenienza. Ma diversità notabili, sebbene nelle sole sembianze, sussistono fra gli abitanti di questa plaga e di quella: onde i naturalisti spartirono in tre schiatte o razze principali la grande umana famiglia. Tu appartieni, o fanciulla, a quella che si chiama bianca o caucasea, perchè non guari forse discosto dalle regioni del Caucaso formò Iddio la coppia dei nostri progenitori; ed essa, la schiatta caucasea, primeggia sulle altre per la regolarità e leggiadria dell'aspetto : faccia ovale, capelli morbidi e lunghi, candida pelle. Ma il trasferimento in istrani climi, l'azione della luce e dell'aria, i cibi, le abitudini, le malattie, la vita più o meno selvatica, ed altre cause ezianclio, resero dalla nostra difformi le altre due schiatte: l'una delle quali tinge in giallognolo il color delle membra, ha quadrangolare la testa, gli occhi obliqui, corta la chioma, larga la faccia : e s'appella gialla o mongolica. - Ma bruttezza maggiore ravvisi nell'altra , che dicesi nera ovvero etiopica , perchè nere ha ile carni, lanoso il crine, tumide le labbra, la fronte convessa. É barbaro in entrambe o incivile il costume, falsa la fede, men vivo il lume dell'intelletto. Hai tu, o figliuola, merito alcuno d'aver sortita la culla nel paese, cui l'invidia stessa saluta col nome di giardino della terra? D'esser nata in un secolo che più giustamente lodasi per tante belle e nobili cose? Oh! se ti batte in seno un cuore riconoscente, piega la fronte, medita, adora!

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V'accarezza ed abbraccia, le divenite amiche in un attimo. Non vi curate di contentarla ? Ed ella prenderà il vostro silenzio in mala parte, vi guarderà con occhio bieco. Per istrada, alle visite, sino in chiesa, allunga il collo, sbarra gli occhi, si divincola della persona, volgendosi come banderuola v'ha chi regga a dialogare con lei? Impossibile! interroga, risponde, racconta tutto in un fiato. In iscuola non la si conosce oggi con altro nome che di ciarliera. Muterà vezzo? sarà chaimata diversamente in famiglia ? Ne temo.

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