Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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Fondamenti della meccanica atomica

435794
Enrico Persico 4 occorrenze
  • 1936
  • Nicola Zanichelli editore
  • Bologna
  • fisica
  • UNIPIEMONTE
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Queste denominazioni non devono far pensare che l'ipotesi si riferisca soltanto alla luce propriamente detta: essa abbraccia ogni tipo di radiazione elettromagnetica.

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Se infatti si pensa che l'energia di una radiazione monocromatica non sia uniformemente distribuita su tutto il fronte d'onda, ma viaggi localizzata in granuli (detti da Einstein quanti di luce, ed oggi chiamati anche fotoni Queste denominazioni non devono far pensare che l'ipotesi si riferisca soltanto alla luce propriamente detta: essa abbraccia ogni tipo di radiazione elettromagnetica. ) ognuno dei quali ne contiene una quantità hv, e viaggia con la velocità della luce, le difficoltà del fenomeno fotoelettrico scompaiono e si arriva immediatamente alla formula (3). Infatti il paradosso relativo all'emissione fotoelettrica con luce debole si spiega immediatamente pensando che, se la luce è debole, i quanti di luce saranno pochi, ma ognuno conterrà sempre l'energia hv: quindi saranno pochi gli atomi che ricevono un quanto, ma ognuno di quei pochi riceverà sempre l'energia hv indipendentemente dall'intensità della luce. La formula (3) poi si giustifica immediatamente se si interpreta come l'energia che l'elettrone deve spendere per strapparsi dal metallo: infatti l'elettrone, che ha ricevuto dal quanto di luce l'energia hv, e ne spende wo per uscire dal metallo, uscirà con una energia residua hv - w o sotto forma di energia cinetica. E se l'energia del quanto di luce è inferiore a (ossia se ) l'elettrone non potrà uscire, come si constata effettivamente.

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Non si confonda questa espressione con quella oggidì assai generica di «Teoria dei quanti», che abbraccia tutte le teorie nelle quali ha una parte essenziale la costante h di Planck: nella Teoria dei quanti perciò rientrano sia la teoria di Bohr e Sommerfeld (chiamata oggi talvolta «teoria dei quanti classica») sia la «meccanica quantistica» nelle sue diverse forme («meccanica ondulatoria» ,metodo delle matrici», «metodo degli operatori.»)

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Il nuovo indirizzo che, in conseguenza di queste nuove idee, venne ad assumere la fisica teorica dopo il 1925 si designa abitualmente col nome di meccanica quantistica Non si confonda questa espressione con quella oggidì assai generica di «Teoria dei quanti», che abbraccia tutte le teorie nelle quali ha una parte essenziale la costante h di Planck: nella Teoria dei quanti perciò rientrano sia la teoria di Bohr e Sommerfeld (chiamata oggi talvolta «teoria dei quanti classica») sia la «meccanica quantistica» nelle sue diverse forme («meccanica ondulatoria» ,metodo delle matrici», «metodo degli operatori.») (quantenmechanik): esso si sviluppò in diverse forme, delle quali nel capitolo seguente si darà un cenno puramente storico ed informativo, riservando alle altre parti del volume l'esposizione sistematica delle loro linee essenziali.

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