Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbraccia

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Astronomia

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J. Norman Lockyer 9 occorrenze

Chiunque salga in cima a un campanile domina collo sguardo tutto il circuito della borgata circostante o della città ; se la cima è molto elevata, come avviene per il campanile di Giotto a Firenze e per la guglia del Duomo Milano, l'occhio si spinge molto al di là del circuito abitato ed abbraccia tutto all'ingiro una grande estensione di campagne. Se lettore ha qualche volta raggiunta la vetta di un monte altissimo, avrà spinto lo sguardo ben più lungi che dalla cima di un edifizio, e, spaziando con esso sopra intere provincie, avrà notato come, veduti da quell'altezza, i monti più bassi e le ineguaglianze del terreno sembrino svanire e come l'orizzonte di là rassomigli a quello del mare. Avverrebbe questo, se anche la superficie della terra ferma non avesse la medesima forma di quella del mare, e se non fosse essa pure lievemente convessa?

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Il grosso punto che in questa fig. 27 segna il centro di tutti i circoli rappresenta il Sole; il più piccolo dei circoli rappresenta l’orbita del pianeta più vicino al Sole, pianeta che si chiama Mercurio; il secondo circolo, che è concentrico al primo ed inoltre lo abbraccia, è quello descritto dal pianeta Venere.

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La Terra ha dunque press'a poco la forma di una immensa palla il cui giro abbraccia non meno di 40000 chilometri: per farvi una idea di questa lunghezza vi basti riflettere che a percorrerla a

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È tale questa distanza, che per essa un angolo avente il suo vertice sulla Terra ed avente un'ampiezza uguale ad un minuto secondo d'arco abbraccia co' suoi lati sul Sole una lunghezza di 724,8 chilometri, mentre un secondo d'arco segna qualche cosa di affatto invisibile all’occhio nudo, ed è l’angolo sotto cui si vedrebbe un millimetro portato alla distanza di 206 metri dall'occhio, un decimo di millimetro alla distanza di metri 20,6.

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La seconda classe di variabili, la più numerosa, abbraccia le stelle che passano da uno splendore massimo ad uno minimo in un periodo oscillante fra sei mesi e due anni; presentano differenze di splendore grandi, non tutti i massimi e i minimi luce per i quali passano sono uguali fra loro; non sempre la durata del loro periodo è costante.

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quale sembra appoggiarsi sul contorno di esso orizzonte, il firmamento ripeto ci abbraccia lunghesso tutto l'orizzonte stesso, ci copre, ci avvolge da ogni parte, sicchè quella che con linguaggio famigliare chiamiamo la vòlta del cielo assomiglia ad una grande cupola, ad una porzione di una superficie sferica immensa, ad una immensa callotta sferica.

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E poichè la rotazione apparente del cielo è determinata dalla rotazione reale della Terra, l'asse della rotazione apparente celeste deve essere determinato da quello della rotazione reale terrestre; e poichè il cielo abbraccia e chiude da ogni parte la Terra, l’asse celeste non può essere altro che l’asse terrestre prolungato, e dove quest'asse idealmente prolungato tocca la vòlta apparente del cielo debbono esservi i poli celesti

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Alla distanza di cui trattasi, un angolo ampio un minuto secondo d'arco abbraccia coi suoi lati, sottende, 1863 metri. Un secondo d'arco d'altra parte equivale a 1: 1865 del diametro apparente lunare ed è all'occhio nudo assolutamente invisibile; 1863 metri rappresentano quindi una dimensione lineare che è molto ma molto al disotto di ciò che il nostro occhio nudo può ancora distinguere sulla Luna.

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Son queste macchie quelle che fan, di Caino favoleggiare altrui, e che già negli antichi tempi suggerirono l’idea di rappresentare la Luna con una faccia umana Giova soffermarsi un momento sulla distanza che separa la Terra dalla Luna, perchè da essa può trarsi un concetto concreto e praticamente utilissimo delle dimensioni degli oggetti più piccoli che ancora si possono distinguere sulla Luna.Alla distanza di cui trattasi, un angolo ampio un minuto secondo d'arco abbraccia coi suoi lati, sottende, 1863 metri. Un secondo d'arco d'altra parte equivale a 1: 1865 del diametro apparente lunare ed è all'occhio nudo assolutamente invisibile; 1863 metri rappresentano quindi una dimensione lineare che è molto ma molto al disotto di ciò che il nostro occhio nudo può ancora distinguere sulla Luna.È vero che noi abbiamo i cannocchiali, i quali aumentano d'assai la potenza dell'occhio, ma, non l'aumentano oltre un certo limite. Col più potente dei cannocchiali d'oggi giorno si distingue un oggetto sulla Luna solo se esso abbia in ogni direzione dimensioni di almeno 320 metri, se ne riconosce la forma solo nel caso che esso in ogni direzione misuri 641 metri almeno. Sono questi i numeri che oggi segnano l’ultimo limite dell'ancora visibile e discernibile sulla superficie lunare, ed in massima si può ritenere che quanto sulla Luna appare con forma distinta misura in ogni direzione circa un chilometro.È già molto, ma siamo ben lontani dalle dimensioni degli ultimi dettagli che sulla Terra misuriamo ancora direttamente. Quante e importanti cose della Terra ci sfuggirebbero se dalla Luna avessimo a guardarle sia pure col più potente dei nostri cannocchiali!.

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

476017
Angelo Secchi 1 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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Questa classe è numerosissima e abbraccia più della metà delle stelle visibili. Per fissare lo stato loro presente e così assicurarci sei mai col tempo avvenissero cambiamenti di grande entità, ne diamo qui sotto una lista. Questa è certamente incompleta, ma tuttavia è sufficiente a fissare per l’epoca nostra il loro stato.

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Osservazioni astronomiche e fisiche sulla grande cometa del 1862 con alcune riflessioni sulle forze che determinano la figura delle comete in generale

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Schiaparelli, Giovanni Virginio 1 occorrenze
  • 1873
  • Ulrico Hoepli
  • Milano-Napoli
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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Lo sviluppo della coda abbraccia in questo intervallo tre periodi diversi. Nel primo periodo (Tav. I) che comprende i giorni 17-22 agosto, la coda non oltrepassa la lunghezza di 10° a 12°; ma si mostra ramificata, ed offre nell’apparire e scomparire dei varj suoi rami curiose vicende. Così il ramo curvato I, che appare solo ed isolato il 17 e il 18 agosto, è scomparso il 19 per dar luogo ad un secondo ramo diritto II; riappare il 20 insieme a quest’altro, ambidue esistono anco il 21 accompagnati da un terzo ramo o piuttosto breve barba, III. Ma i rami II e III sono invisibili il giorno 22, e la coda qui ancora consta semplicemente del ramo I curvato innanzi come il 17 e il 18. Il 23 il ramo I del 22 non esiste più e domina solo il ramo diritto II apparso il giorno 19, accompagnato alla radice da una breve barba III, che rammenta quella del giorno 21.

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