Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abborre

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L'angelo in famiglia

182620
Albini Crosta Maddalena 1 occorrenze
  • 1883
  • P. Clerc, Librajo Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Quella che più abborre l'egoismo si compiace di veder figurare le altre e di sacrificarsi per esse, contenta sempre della veste meno bella, del posto più trascurato, e di starsene a lavorare quando le altre oziano, o si divertono, o brillano in società. Insomma, essa è il vero capro espiatorio che si carica delle colpe, delle negligenze altrui; sopporta in pace di vedersi tenuta in poco conto, ed ha ogni sua speranza nel Redentore che prende ad imitare e forma la sua consolazione. Ed infatti chi più del Nazareno ha praticato la vera annegazione in modo perfetto e costante? Egli tutto ha fatto pel bene degli altri, ed ha posposto il proprio e fino anche quello dei suoi e del suo paese, quando un bene maggiore lo richiedeva. Tutti, uno ad uno i misteri dell'infinita sua carità, dalla sua nascita alla sua crocifissione; anzi non basta, dalla sua crocifissione alle diverse apparizioni e fino all'ascensione in Cielo, tutti ci dicono che Egli non curava sacrificj nè disagi, purchè avesse potuto giovare alle anime non solo, ma anche ai corpi dell'innumerabile numero d'infermi che da Lui riebbero la salute. Un fatto poi costantemente provato, si è che quelle fanciulle le quali devote della bella virtù di cui oggi ragioniamo, si sforzano di togliersi all'ammirazione altrui, aspirando a nasconderla con sè stesse, sono bensì molte volte sconosciute e maltrattate da coloro perfino che più ne dovrebbero apprezzare l'inestimabile valore; ma tosto o tardi 20 una circostanza qualunque, una combinazione, mette in pubblico il merito che si voleva con tanto studio tenere celato, e ne risulta che l'estimazione generale è stata è vero ritardata, ma solamente per diventare più completa, e sul capo di quelle elette creature si concentrano le migliori benedizioni. Ma tu, figlia mia, avresti torto se ti proponessi la pratica dell'annegazione cristiana per riceverne poi sulla terra la ricompensa; poichè non saresti più animata dallo spirito che quella virtù deve avere essenzialmente, e ne perderesti ogni merito; anzi molto probabilmente andresti delusa nell'aspettativa, poichè se quasi sempre essa viene coronata anche dalla felicità terrena, Iddio alcune volte permette che questa le venga negata, per riserbarle più piena quella del Paradiso. Amica mia, tu devi avere in tutte le tue operazioni, per unico movente la gloria di Dio, il servigio delle anime altrui e il perfezionamento della tua; tutti i riguardi terreni e i terreni interessi ti devi sforzare di calpestarli; poichè tu, dotata come sei di uno spirito immortale, sei di quelli infinitamente superiore, e correresti rischio di perdere il cielo per la terra. Perdere un cielo eterno dove il sorriso è perenne, non mescolato da nube alcuna di dolore, per una terra che presto finisce per ricadere nel caos primitivo, e perderlo per una terra dove il sorriso è piuttosto una chimera che una realtà, ed il pianto l'acqua colla quale siamo forzati di bagnare ogni dì il nostro pane?... Vedi, giovinetta, vedi, io ti ho promesso di farti tranquilla, contenta, perchè ho fatto assegnamento non sulle gioje ingannevoli e fugaci che come ombre circondano e investono questa misera esistenza; ma ti ho promesso di render serena la tua fronte, sorridente il tuo labbro, perchè ho fatto a fidanza con quelle gioje placide e sicure colle quall il buon Dio inonda il cuore di chi lo serve fedelmente e costantemente. Provati, figliuola, provati, e se già la tua vita è colorita dal vero dévouement, e la tua delizia consiste in sacrificarti per gli altri, troverai veridico il mio dire. Centuplichi e benedica il buon Dio gli sforzi tuoi, e scendano le sue benedizioni elette e più copiose sopra di te e sopra tutti coloro che ti stanno a cuore! Se invece sull'anima tua, come sul corpo del lebbroso, tentano comparire quelle macchie che sono i fatali precursori della lebbra dell'egoismo, deh! per pietà, per pietà, anima sorella, buttati nelle acque salutari del Giordano, in quelle acque che Dio ha santificate col suo tocco, abbandonati alla divina misericordia, supplica, prega; e pei meriti di Colui che vero capro espiatorio dell'umanità ha dato la vita per essa, sarai liberata dal terribile male che ti minaccia. Io non voglio conturbare il tuo sguardo col quadro desolante dell'egoista, di quell' egoista che, sia pur fortunato quanto può e vuole nella società, e sia poggiato su uno dei suoi gradini più elevati, è sempre un mostro che disonora non solo il proprio grado ed il proprio ingegno; ma perfino il suo medesimo essere di creatura ragionevole. L'egoista è sempre e veramente un miserabile! Preghiamo per lui. Rincrudisce la stagione e, come nell'inverno trascorso, languono i poverelli senza risorse e senza lavoro? L'egoista si gode solo il suo bene che gli viene unicamente da Dio, o tutt'al più si contenta di divertirsi allo scopo di beneficenza, e pagando il suo biglietto sotto questo pretesto, s'illude di aver giovato al fratello. Come? ei pretende giovare al fratello che langue perchè gli manca il bisognevole, che muore di fame?... Ed allora perchè gavazza, e ride, ed aumenta nei vortici della danza quell'ebbrezza che lo invade?... Oh! l'egoista non vuol abbandonare il suo danaro all'indigente, senza averne la sua parte nel godimento o di una veglia sfrenata, o di una fiera annunciata colle testuali parole:Baldoria e carità, come io con quest'occhi miei ho letto negli affissi a lettere cubitali; o senza per lo meno ottenere il plauso e l'encomio della moltitudine ammirata, nel dare il proprio obolo, col proprio nome, in una lista destinata a fare nel mondo il giro più lungo che sarà possibile. L'angelo dell'annegazione invece non contento di risparmiare sul superfluo, risparmia fino sul suo necessario, per recarsi nel segreto di un'oscura soffitta a portare un po' di sollievo non al corpo soltanto; ma all'anima ancora di coloro che sotto il peso delle maggiori sofferenze, covano un fondo di sdegno contro l'umanità che si figurano gaudente e... Vivi sicura, dove penetra l'angelo dell'annegazione, si smorzano gli strali del comunismo e degli odj inveterati; il pugnale affilato si spezza, e la parola della maledizione si muta in preghiera! Siamo nella seconda metà del secolo XVI. Agli anni d'abbondanza è successa la carestia, alla carestia la peste. L'egoista si nasconde, fugge, e porta via con sè tutto quanto possiede, geloso che una sola sua moneta gli sfugga di mano o gli venga carpita. La città è pressochè unico asilo d'infermi e d'indigenti; la peste aumenta ogni dì il suo dominio, perchè sua maggiore sorella è la fame. Ma Iddio ha suscitato l'angelo dell' annegazione e di un'annegazione eroica; questi non si contenta di dare il superfluo, dà lo stesso bisognevole: vende le suppellettili preziose, i giojelli, perfino i sacri arredi, ed ancora non basta. Gli resta un principato, vende quello ancora, ne distribuisce il prezzo ai poveri, ai quali non il solo suo denaro, ma dona tutto sè stesso. Ecco Carlo Borromeo, e con esso la numerosa schiera di quelli che il mondo dice egoisti, e che sono i ministri di Dio; eccoli dentro gli spedali, al letto degli ammalati, vivere con essi, perchè con essi sono pronti a morire!... Mia dolce amica, è tardi, t'ho già soverchiamente intrattenuta; ma dimmi, dimmi, se la storia ha registrato i fatti di coloro che ci hanno preceduti, quali essa ha scritto con colori più brillanti ed incancellabili, i nomi degli eroi della carne od i nomi degli eroi dello spirito? Quale più t'intenerisce e più ti trae ad imitarlo, il nome del primo Napoleone o del Borromeo? Pensa e decidi, e vivo sicura che dovunque toccherà il tuo piede sarà bandito l'egoismo, ed avrà vita quell'eroismo piccolo, minuto, nullo, se vuoi, agli occhi degli uomini; ma preziosissimo agli occhi di Dio, poichè quell'eroismo non è altro se non quella morte continua della nostra volontà che ci viene insegnata dall'Apostolo.

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