Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbordi

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Sull'Oceano

171242
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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Il comandante, con la bocca piena di pane, rispose che si contavano cinquanta e più maniere di naufragio: scoppi di caldaia, incendi, vie d'acqua, uragani, cicloni, tifoni, rocce, banchi di fondo, abbordi e via dicendo. Metà dei naufragi, peraltro, si poteva affermare che derivassero da ignoranza professionale, da imprevidenza, da trascuratezza, da difetti di costruzione dei legni; insomma da cause evitabili. Un anno sull'altro, seguivano da sei mila naufragi, tra bastimenti e barche; e, sciànotte, non comprendendo nella statistica la China, il Giappone e la Malesia. L'avvocato, fin dalle prime parole, s'era rannuvolato, e faceva mostra di non ascoltare; ma si vedeva che una curiosità malata lo costringeva a prestar orecchio. E fu peggio quando Ia signora, con uno di quei salti che fan le donne nella conversazione, uscì a domandare al comandante che cosa credeva che si provasse, che si vedesse, quando s'andava giù, sotto l'acqua. - Cose se prêûva, - rispose il Comandante, - no savieivo. Cosa si vede.... Ecco. Per un certo tratto Si vede ancora la luce, una luce velata, livida; poi... si è come in un chiarore crepuscolare, dicono, di un color rosso.... sinistro; e poi.... buona notte: un'oscurità completa, una grande diminuzione di temperatura, fino a zero gradi. Si gela. Però - soggiunse, rivolgendosi all'avvocato, come se dicesse per consolarlo, - può anch'essere che non ci sia oscurità assoluta, si possono dare degli accidenti di fosforescenza... poco allegri, in ogni caso. L'avvocato cominciava a dar dei segni d'impazienza, brontolando - Discorsi da farsi a bordo... vo' via da tavola, io... educazione di villan cornuti.... Allora il vecchio chileno, il genovese monocolo e il comandante cominciarono a citare e a descrivere naufragi celebri, l'uno più orrendo dell'altro; con quell'indifferenza per la morte che suole scender nell'anima per il canale cibario, quando si siede a una buona tavola; e vennero su su dalla zattera famosa della Medusa fino all'Atlas, sparito tra Marsiglia ed Algeri senza che se ne sia mai saputo notizia. Il comandante ricordò i piroscafi inglesi Nautilus, Newton-Colville e un altro, partiti da Danzica per l'Inghilterra nel dicembre del 1866, e svaniti come tre ombre, senza che si sia mai saputo nè dove, nè quando, nè come. L'avvocato smise di mangiare. Ma il comandante continuò. Con l'eloquenza che spiegan tutti parlando d'un fatto in cui rischiaron la vita, si mise a descrivere una tempesta spaventevole che aveva colto sulle coste d'Inghilterra, quando comandava ancora un bastimento a vela, e arrivato al momento supremo, imitò con una nota di testa, ma con grande verosimiglianza, il grido lungo e disperato che aveva messo il timoniere: - Andemmo a fooooooondo! A quelle parole l'avvocato s'alzò, e sbattuto il tovagliolo sulla tavola, se n'andò a passi concitati, masticando degli accidenti, che guai se n'arrivava uno al suo indirizzo. Ma siccome gli seguiva spesso d'alzarsi prima degli altri, il comandante non ci badò, per fortuna. Povero avvocato! Non era ancora uscito che si cambiò discorso ex abrupto, come se fino allora non si fosse parlato che per far dispetto a lui. Prese la parola il comandante, e cominciò a dare alla conversazione quel colorito vario e stranissimo e quell'andamento matto, che le può dare solamente il comandante d'uno di quei piroscafi transatlantici, per il quale i luoghi lontanissimi che egli tocca, e in cui vive tutta la sua vita, sono come uniti e confusi in un solo, sempre e tutto presente al suo pensiero. Dall'ultima rappresentazione del Fra Diavolo al Paganini di Genova saltò a una quistione che aveva avuto il mese avanti a San Vincenzo del Capo Verde con la negra dalle mammelle caprine, che fabbricava fiori di penne d'uccello; attaccò non so che avventura domestica del provveditore di carbone di Gibilterra con un pettegolezzo del porto di Rio Janeiro; e da una colazione a cui era stato invitato a Las Palmas, nelle isole Canarie, cascò addosso a un impiegato imbroglione della dogana di Montevideo. A me pareva di sentir parlare un uomo miracolose che vivesse ad un punto in tre continenti, e per cui lo spazio ed il tempo non esistessero. E notai che le persone con le quali aveva che fare nei porti dei suoi tre mondi, erano le sole che rimanessero fisse e distinte nel suo pensiero; e che quell'altre innumerevoli che egli imbarcava e sbarcava di continuo, passavan per la sua mente come per il suo piroscafo, senza lasciarvi altra traccia che una reminiscenza sbiadita. E poi, una conoscenza sui generis dei vari paesi, come si può acquistare a guardarli di sull'uscio: aveva sulla punta delle dita, per esempio, i prezzi del mercato dei legumi, e quasi nessuna idea della storia e della forma di governo. E così delle varie lingue, non possedeva che i sostantivi e i verbi d'una certa categoria, le monete di rame, per dir così, della conversazione, e una grammatica sola per tutte. E nel giudicare le cose del mondo, una certa ingenuità di collegiale adulto, che va in società una volta al mese; cognizioni e opinioni fuor dell'uso, poste a una gran distanza le une dalle altre, e d'una faccia sola, appunto come le città a cui egli approdava, di cui, non vedeva che il panorama marino. L'ultimo suo aneddoto fu una lite attaccata nel 1868 con un sensale di grano di Odessa, e risolta, secondo il solito, con una generosa elargizione di briscole, - delle sue. - E ghe n ho dæte! - E glie n'ho date! disse. Poi finì; parlando soltanto ai suoi vicini, con un elogio serio e ragionato di sua moglie, una donna economica, casalinga, piena di buon senso; che egli avrebbe voluto aver incontrata e sposata dieci anni prima. Alzatosi da tavola, si fermò all'uscita del salone, come soleva fare quand'era contento di sè, per veder sfilare i passeggieri, a cui faceva un leggiero cenno di saluto, con un aspetto di gravità benigna. Stando vicino a lui, colsi a volo uno sguardo severo che lanciò alla signora bionda, il cui contegno pareva che cominciasse a urtare i suoi principii rigorosi di moralità marittima, e forse più in quel momento, ch'era ancora caldo dell'apologia di sua moglie. Ma la signora passò ridendo, senz'avvedersene. Quasi nello stesso tempo rimasi stupito vedergli alzare il berretto e fare un mezzo inchino, in aria di grande rispetto, alla signorina di Mestre, che passava a braccetto con la zia. Quando fu passata, egli si voltò a' vicini, e disse gravemente - Quella figgia lì.... a l'è un angeo.

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