Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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Nuovo galateo

190373
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Voi vi scoprite la testa per salutare, dicono costoro agli Europei; voi convenite dunque che la pulitezza o il rispetto esige che qualche parte del corpo sia nuda, mentre abbordate qualcuno; e noi crediamo di doverci spogliare interamente presentandoci ai nostri principi, per dimostrar loro il nostro rispetto in tutta la sua estensione. Forse la vera ragione di quest'uso si é il timore che il potente nasconda sotto la veste qualche arma o supposto malefizio. A Mozambico, isola lontana mezza lega dalla costa d'Africa, le prove di rispetto al capitano generale sono le seguenti: Non si può passare sotto le sue finestre senza levarsi il cappello. Quando egli esce dal suo palazzo suonano le campane di tutte le chiese; i particolari che lo incontrano, oltre di porsi in atto di venerazione, non si muovono finché non é passato il suo seguito. Furono inalzati altari ad Augusto mentre viveva, ed in cascuna famiglia ragguardevole qualche sacerdote offriva incensi alla di lui statua o immagine. Gli abitanti di Cizico vennero accusati d'indifferenza per questo nuovo Dio coniato a Roma, e fu loro tolta quella libertà che, cacciando dal loro paese Mitridate nemico de Romani, avevano ottenuta. Da Augusto in poi tutti gli imperatori ottennero l'apoteosi dopo morte, o sia furono ascritti fra le divinità. Noi ci contentiamo d'ardonare le nostre stanze colle immagini de' sovrani benefici o saggi: i soldati romani portavano sovente l'immagine dell'imperatore impressa sulla carne con ferro caldo, * ossia si bollavano per venerazione come noi bolliamo i malfattori per castigo. * I titoli vani e fastosi, le pretensioni d'onnipotenza e adorazione non tanto all'orgoglio dei re debbonsi attribuire, quanto all'interesse od ambizione de'cortigiani: costoro hanno sempre delle buone ragioni per ingannare anche i principi più virtuosi e più avveduti. Uno di essi, parlando un giorno a Canuto re di Danimarca, Norvegia e Inghilterra nell'XI secolo, lo accertò che nulla era impossibile al re, e che gli stessi elementi dovevano cedere al suo potere. Gli storici dicono che il re, fingendo di prestargli fede, si fece trasportare sulla sponda del mare; e nell'istante del riflusso, allorché le acque salivano, egli ordinò loro di ritirarsi e d'obbedire alla voce del padrone dell'Oceano. Egli aspettò quindi alcun poco questo segno della loro sommissione; ma le onde continuando ad avanzarsi verso di lui, e cominciando a bagnarlo, egli si rivolse ai cortigiani, e fece loro osservare che tutte le creature dell' universo erano deboli e dipendenti, che il potere supremo risedeva nel solo Ente supremo che stringe nelle sue mani tutti gli elementi, che può dire all'Oceano: Va fin là e non più lungi, e che con un semplice girar di ciglio rovescia nella polve i più fastosi monumenti dell'orgoglio e dell'ambizione degli uomini. Congratulazione. Alle Canarie, almeno per l'addietro, allorché un nuovo principe saliva sul trono, molti. Guanches dimandavano d'essere sacrificati in suo onore. Il re dava una festa; quindi si conducevano questi pazzi sulla sommità di una montagna, e tra le punte delle interposte balze venivano precipitati in profondo vallone. Il quale sacrificio equivaleva a dire: Il nostro principe si compiace delle nostre sventure. Anche i romani, quando veniva eletto un nuovo imperatore, sacrificavano molti schiavi, e provavano la loro congratulazione coll'altrui sangue. Condoglienza. Sulle sponde del Hallabar i negri immolano molti piccoli fanciulli per ottenere il ristabilimento della salute del re. Alla morte di Attila gli Unni si tagliarono la metà de' loro capelli e si trassero sangue dal volto, onde onorare la memoria d'un guerriero si famoso. Alla morte d' un re Soita si portava il suo cadavere in ciascuna provincia, e gli abitanti si tagliavano una parte dell'orecchio, si ferivano alla fronte, al naso, al braccio, e si traforavano la sinistra con una freccia. Alla morte d'un re d'Egitto rimanevano interrotti tutti i lavori per più di due mesi; due o trecento persone, la testa coperta di fango, andavano due volte al giorno a piangere sulla pubblica piazza; non si poteva in questo intervallo mangiar carne né pane di frumento, né bere vino, né bagnarsi, né profumarsi: l'uso stesso del matrimonio era interdetto. Coi quali e simili usi i popoli dicevano: Distruggiamo le nostre forze, perché é morto chi cercò di conservarle! Priviamoci di piaceri, per onorare chi desiderava ardentemente di promoverli!

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