Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

173767
Brelich dall'Asta, Mario 1 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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E' risaputo come un buon bicchiere di Chianti o di Lambrusco renda abbordabili ed accondiscendenti gli uomini d'affari più schivi. Non c'è spesso miglior mezzo per guadagnarsi il loro favore. Gli affari certo non sono adatti alle gentili signore, piene di fantasie, ed hanno, per questi, sempre un interesse relativo. Chi non sa uscire un poco dai soggetti comuni, noiosi, grigi della vita quotidiana, sarà perduto di fronte alla donna. Politica e religione sono argomenti pericolosi, come tutti gli altri temi che sono adatti ad accalorare i temperamenti, e formano eventualmente dei diversi partiti nella società. Talvolta succedono addirittura delle piccole guerre, perciò è meglio evitare tale argomento o affrontarlo con molta delicatezza. Quando s'intavolano discussioni senza competenza il brio della conversazione è finito. Ognuno crede di essere obbligato di dichiarare la sua opinione! Possibilmente si evitano certe compagnie, ma, se vi si è capitati disgraziatamente in mezzo, - in base al proverbio: « insieme preso, insieme condannato » si cerca di non dire scipitaggini. Dipende dalle circostanze: o nascondiamo il nostro pensiero, o facciamo delle osservazioni sensate e garbate. Non è mai bello volere stramazzare l'avversario e cantar vittoria a gran voce. Nei così detti « discorsi d'arte » bisogna andare cauti per non rendersi noiosi. Ci vogliamo dedicare a questo argomento un po' particolarmente, e citiamo le magnifiche parole dello scrittore Lodovico Fulda: « Discorsi d'arte! Sotto questo nome generico non intendiamo, naturalmente, lo scambio valoroso delle idee di due artisti, ma la discussione vivificante di due conoscitori d'arte, sui problemi della loro vita spirituale, nè il caldo interessamento del profano entusiasta per le bellezze dell'arte, nè lo scambio di due dilettanti sulle impressioni che riempiono il loro cuore e la loro anima; ma una conversazione senza basi, senza convinzione e senza competenza, conversazioni cioè in cui si parla per parlare.... » « Il più frequente discorso d'arte è quello sul teatro... Perchè da quando esiste un palcoscenico ci si lagna del suo peggioramento. Naturalmente, ciò non corrisponde sempre alla verità: ma essere malcontenti è sempre più spiritoso che essere contenti d'una produzione artistica. Essere malcontenti di tutto, lascia indovinare un gusto più sviluppato ed una esperienza più grande! Allora si sorride e si dice: « Lei forse non conosce la parte di Otello fatta da... » e si nomina il nome di un celeberrimo attore. Non è assolutamente necessario che si sia visto il « tal di tale» nè che mai si sia stati a Parigi per poter dire con una spallucciata fredda: « Recitare, sanno soltanto a Parigi ». E così si dica di Berlino o Milano. « Una conversazione « letteraria » è forse ancora più fertile, ma già un poco più difficile. Soltanto persone molto giovani arrossiscono sentendo nominare un libro che non hanno letto, e sono addirittura ingenui quelli che confessano di non averlo mai sentito nominare. Il compagno ideale, come deve esserlo, ha sempre letto tutto, conosce ogni libro uscito, e con la sveltezza con cui si incolla un'etichetta su una bottiglia di vino, dichiara e bolla la sua opinione, il suo giudizio su tutto... » « Il più elegante e nobile, tra i discorsi d'arte, è quello delle belle arti. Perchè per essere almeno un poco esperti in esso, si deve aver studiato pure qualche cosina... A simile gente non viene nemmeno in mente che l'oggetto artistico è una cosa da godere, lo considerano unicamente per un oggetto della loro « critica » Esprimono una frase « criticante » poi basta! Si può venir considerati subito per profondi in materia se si grida, innanzi ad un quadro: Ma questo è di nuovo e precisamente il « tal di tale! ». Colui, che trova nel prodotto singolo tutto l'autore, che razza di acuta perspicacia artistica dovrà mai avere! » « No! tali discorsi d'arte non possono giovare niente all'arte e non hanno niente in comune con essa!... Se il sentimento di solidarietà, e l'entusiasmo non sono ancor periti per sempre, noi artisti dobbiamo sostenere una campagna, senza quartiere, contro quella specie di discorsi d'arte! ».. L'argomento che generalmente interessa di più è il dir bene o, più spesso, male del prossimo. Sarebbe da farisei giudicare le opinioni dei nostri prossimi, in blocco, per sciocchezze o inezie. Corrisponde alla nostra natura e deriva dalla legge della vita comune, che meditiamo sulle azioni ed opinioni dei nostri prossimi, e che comunichiamo le nostre osservazioni a terze persone. Scambiamo le nostre idee e tentiamo di completarle. Ad ogni modo, sotto il titolo di tale osservazione psicologica e filosofica, accadono molto sgarbatezze. Si tratta appunto dal modo col quale ci occupiamo dei nostri cari vicini e si sente chiaramente dove termina l'interessamento psicologico e dove comincia il pettegolezzo maligno, affamato di sensazioni straordinarie. Questi pettegolezzi sono in ogni caso, le cose più spiacevoli della vita sociale. Il pettegolezzo e in « floribus » dappertutto: in ambo i sessi, in ogni grado d'età, da donne e da uomini, si fanno pettegolezzi, non è raro il caso che lo scienziato di fama mondiale faccia i suoi piccoli e grandi pettegolezzi con la stessa passione delle tanto calunniate vecchie zitelle. Quanto più colta è una persona, tanto più pesante e spiacevole dovrebbe esserle la disposizione al pettegolezzo e poi una critica maligna d'un personaggio importante può nuocere molto più gravemente che i pettegolezzi di individui insignificanti. Ci sono sempre uomini che sanno dire sempre qualcosa di buono e di bello dei loro prossimi; piuttosto tacciano, per non dire cattiverie. Se anche questo modo di agire non è sempre il più giusto nei rapporti sociali, ciò, dà prova, in ogni caso, di molta discrezione. Aneddoti, barzellette, storielle ben scelte sono, molte volte, gli unici mezzi per rianimare una conversazione stagnante. Però non si può sorpassare i limiti concessi dalla buona educazione: e sarà bene tacere barzellette troppo forti per le orecchie delle signore. Una mala abitudine dei signori è di fare il così detto « angolo dei signori » e di raccontarsi storielle salate, ridendo e sussurrando, mentre le signore sono lasciate in disparte. Gli scherzi non debbono essere sul conto di una persona presente. Non è cosa virile farsi deridere; un freddurista fa sempre una brutta figura quando non sappia smettere a tempo. L'uomo veramente erudito avrà sempre qualche novità interessante, qualche questione importante da mettere sul tappeto. Naturalmente, qui non possiamo estenderci sulle particolarità: però ci sono cose, che non tutti sanno e sono pure interessanti. Senza voler eventualmente sedurre i cortesi lettori ad uno studio a memoria o a una caccia esagerata al successo in società, diamo una piccola raccolta di risposte su « Questione di tutti i rami di scienza ai quali non tutti possono rispondere ». La loro coscienza non è indispensabile per una persona che vuole essere solo un compagno gradevole, però talvolta certe nozioni sono indispensabili (naturalmente guardiamoci dall'esagerazione!), con piccole sentenze pronunciate al momento giusto possiamo anche rendere più viva e colorata la conversazione.

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