Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondare

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Signorilità

198435
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 3 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
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Gli armadi a muro dovrebbero abbondare; uno dovrebbe essere in cucina, uno in camera da bagno, uno in camera dei domestici, uno o più nei corridoi; se lo spessore dei muri non lo permette, si dovrebbero adottare per le stanze non di rappresentanze, gli armadioni tipo svizzero, cioè parte incastrati nel muro e parte sporgenti dal muro.

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Mentre, riguardo alla biancheria personale, è cosa prudente non fare troppa roba, nei riguardi della biancheria da casa si può abbondare senza timore di errare. Anzi un bell'armadio provvisto di qualche rotolo di tela o di tela mista, un bell'armadio bene ordinato, è una vera e sana ricchezza, una vera e sacra gioia per una padrona di casa. Ecco una provvista sufficiente e ragionevole, il cui costo si aggira sulle lire 8000, calcolando materiale di prima qualità. Per letto matrimoniale: 5 lenzuola di lino di m. 3 X m. 3 con orlo a giorno, con qualche piccolo motivo di ricamo e con 10 federe analoghe; 1 lenzuolo più ricco cori due federe analoghe; 6 lenzuola di lino con solo orlo a giorno e 12 federe analoghe; 1 lenzuola di m. 3 X 3,30 in tela più grossa, o in tela mista, da mettere sotto; 3 pieghe da lenzuola ricamate. Per letto comune: 2 lenzuola in lino in misura di m. 1,50 x 3 con guarnizione eguale a quella delle cinque lenzuola da letto matrimoniale; 4 idem con solo orlo a giorno; Per poter adoperare le 24 federe di lino tanto per letto matrimoniale, quanto per letto piccolo, bisogna avere le lenzuola grandi e le piccole con eguale cifra e con eguale ricamo. Cifra e ricamo che non va fatto nel centro delle federe, bensì ai lati o in angolo, e che va, invece, fatto nel centro del lenzuolo; 6 lenzuola di tela mista da sotto; 3 pieghe da lenzuola ricamate; 12 asciugamani di lino, o di Fiandra, 12 di crespo in lino, di cui sei particolarmente belli e ricchi; 12 idem a spugna; 12 in lino più semplici e modesti; 2 accappatoi a spugna da uomo e 2 da donna, 2 lenzuola di spugna da bagno; 6 manopole a spugna per lavarsi il viso; 12 lenzuola di cotone e 12 federe per i domestici; 12 asciugamani misti di filo e cotone idem. Nei paesi freddi, sono usate lenzuola di tessuto Panama; in quelli dove abbonda la canapa, si adoperano lenzuola di canapa, grossi per servitù, di media grossezza per mettere sotto, e finissimi e resistentissimi per mettere sopra. Ma dappertutto si adopra la tela di lino. La tela va scelta con molta ponderatezza e con molta attenzione, dato che spesso il lino è misto al cotone, in modo da non accorgersene a prima vista. Non bisogna spaventarsi davanti ad un colore leggermento scuro, bensì ricercarlo. Esso significa che un candeggio a base di cloro non ha rovinato le fibre del tessuto, ed esso scomparirà dopo due o tre onesti bucati. Si sono sempre ricamati, e si ricamano ancora delle meravigliose lenzuola a sfilato siciliano, a punto Richelieu, a punto Venezia e passato, con applicazioni ecc. cose, però, che costano 1000, 2000, 3000 lire l'uno; all'ultima esposizione di Torino, uno valeva 30 mila lire!... Però un lenzuolo di bella tela, con degli «à jour» bene eseguiti e con una bella cifra ricamata alla perfezione, può essere degno del letto di una regina. Le pieghe da lenzuola, cioè un telo di tela lungo un metro e della stessa larghezza del lenzuolo, ricamato e cifrato, se sono antipaticissime quando sono poste a nascondere un lenzuolo ordinario o poco pulito, sono, invece, di grande utilità e necessarie e raccomandabili in un corredo, in previsioni di inevitabili malattie. Tutti noi sappiamo come sia facile compromettere il candore della biancheria con una macchia di brodo, di zabaglione o di decotto, e come siano difficili, nelle città grandi e nei piccoli appartamenti, dei bucati razionali di lenzuola larghe tre metri... Quindi è pratica e buona cosa avere il modo di tenerlo fresco e pulito, senza mutarlo varie volte al giorno. In quanto alle cifre, in tre diverse grandezze, (da lenzuolo o da tovaglia da 18 e 12 persone, da asciugamani e tovaglie da 8, da federe e da tovaglioli), debbono essere dello stesso disegno: disegno che, se è bello e artistico, può trasmettersi per secoli nella stessa famiglia. La biancheria della servitù abbia una piccola cifra ricamata in cotone rosso, e tutte indistintamente: lenzuola, teli da lenzuola, federe, asciugamani, abbiano un piccolo numero progressivo, ricamato in bianco e non in vista. E ciò per l'organizzazione dell'armadio della biancheria, di cui parleremo a pag. 476. Per completare il fabbisogno di una casa, dovremo unire due coperte bianche da letto matrimoniale e due da letto piccolo, su cui poi si poserà il copriletto (vedi pag. 187) e anche alcune copricoperte. Queste sono dei rettangoli di tela grossa, di étamine, oppure d'étamine con tramezzi di merletto e qualche punto di ricamo, leggere, che servono a preservare le coperte da eventuali macchie, che sono preziose e eleganti, in caso di malattie e di convalescenze, utilissime e eleganti sempre.

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., di abbondare nella dose del risotto, per metterne da parte tanto da fare poi le crocchette per la sera; di friggere, pel pranzo, le patate nello stesso condimento in cui ha fritto le costolette a colazione ecc. Mettere in guardaroba o in cucina bene in vista la lista del lavoro che deve essere fatto dalla cameriera nel pomeriggio, ciò che le impedirà di trascinare, sbadigliando, un ricamuccio. Per es.: Lunedì: lavare vetri e specchi, accomodare calze. Martedì: lucidare gli ottoni, i bronzi e le maniglie delle porte. Mercoledì: lucidare i pavimenti delle camere da letto (quelli delle stanze così dette di «rappresentanza» vanno lucidati al mattino). Giovedì: lucidare a turno l'argenteria. Venerdì: accomodare il bucato. Sabato: stirare il bucato. Migliore cosa è quando il bucato ha luogo ogni quindici giorni. Allora bisogna fare un'altra lista, dando alla cameriera due giorni di tempo per accomodarlo e due per stirarlo in una settimana, e dando, nell'altra, vari giorni alla manutenzione della biancheria di casa, alla personale, al fare qualche vestitino o lavoro. Avendo poi una cameriera anche sarta, bisogna accordarsi, con la donna che fa la cucina, perchè la pulitura dei vetri, ottoni, argenteria ecc. tocchi a lei. Dovendo rimproverare la propria servitù, farlo in forma serena e non avvilire la propria dignità (come fanno troppe padrone... e non soltanto della piccola borghesia), con epiteti volgari o ingiuriosi, anzi cercare di persuadere le domestiche del perchè hanno fatto male o agito male, comportandosi in quel dato modo; facendo vedere il nostro dispiacere nel dovere rimproverarle. In speciali circostanze di feste (Natale, Pasqua, matrimoni ecc.), non bisogna sopraccaricare di lavoro i domestici senza compensarli, non pretendere da essi la rinuncia alle ore di libertà loro spettanti e con loro pattuite; dire loro una parola affettuosa di circostanza, specie se sono soli al mondo e lontani dalle loro famiglie. Pagare con assoluta puntualità il salario pattuito, e, se lo meritano, essere larghi di qualche dono in vestiario e in mancie all'epoca stabilita. Interessarsi dei loro cari, dei loro affari, con semplicità cristiana. Dar loro una camera sana e igienica e il modo d'essere molto puliti, mediante frequenti lavacri. Avendo domestiche e domestici, ricordare il preciso dovere di vegliare sulla loro moralità, di non usare, per esempio, il sistema francese, per cui tutta la servitù maschile e femminile della casa dorme nelle soffitte. E sempre ricordare che si ha da fare con uomini e non con santi; compatire certe debolezze umane, pensare che, se la cuoca si attarda cinque minuti in portineria, noi signore usciamo tutti i giorni per visite o riceviamo le amiche, e che la «guardiola» di Madame Pipelet è, per le nostre domestiche, quello che è un ricco salotto per noi. E, sopratutto, quando si ha una ragazza che viene in casa nostra per primo servizio, ricordiamo che da esso, e dal modo con cui noi la trattiamo, dipenderà, nella maggior parte dei casi, la sua più o meno buona riuscita. Saper comandare in poche parole serene, ma che non ammettono replica, con precisione, con chiarezza non è cosa facile, e deve essere nostro studio continuo... Non è una brava padrona di casa quella che tace sempre e che si fa sopraffare dalle domestiche, nè quella che è sempre con gli occhi loro addosso, senza lasciar loro la minima iniziativa, nè quella che preferisce fare lei, anzichè insegnare. No; è qui, nel saper avere e conservare buone domestiche, che «si parrà la nobilitade», l'intelligenza pratica, il cuore di una signora... Licenziando dei domestici, bisogna farlo con dignità, accordando loro i giorni prescritti dall'uso locale per trovare altro servizio.

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