Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondanza

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Come devo comportarmi. Le buone usanze

185174
Lydia (Diana di Santafiora) 7 occorrenze
  • 1923
  • Tip. Adriano Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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L'eccessiva timidezza è senza dubbio intempestiva; e nulla vieta, specialmente alle persone giovani e di buon appetito, di servirsi al buffet con una certa abbondanza e senza timidezza; ma ogni troppo stroppia, e il buffet non è una trattoria. È oggi molto in uso, alla fine del ballo o quando piaccia, eclissarsi all'inglese, cioè senza salutare i padroni di casa. Nei balli di gran parata, dove gl'invitati sono numerosi, un tale uso non è da disapprovare, perchè sottrae chi ha dato il ballo a una fatica non indifferente e dà agl'invitati una maggior libertà; ma nei balli più intimi, e specialmente quando intercedono legami d'amicizia, andarsene senza salutare può essere, e non senza ragione, interpretato come un atto di scortesia. Si compia dunque quest'atto di deferenza, secondo il buon uso antico. Chi è intervenuto a un ballo deve una visita di convenienza, dentro gli otto giorni.

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Ci sia dunque una certa abbondanza di cibi e di bevande. In generale i cibi principali sono il pollo in galantina, gli sformati, il prosciutto, i crostini assortiti, le paste dolci, le arance, i mandarini e altre frutta; per le bevande, oltre lo spumante, che è di rito, i vini bianchi e in special modo le bibite ghiacciate, come aranciate e limonate, delle quali si fa durante la notte gran consumo. Quando cominciano ad arrivare gl'invitati, il padrone e la padrona di casa debbono interamente dedicarsi al loro ricevimento, non omettendo mai di presentarli gli uni agli altri, quando non si conoscano. È questa la regola più antica e più comoda; oggi, specialmente quando si tratti di balli con gran numero d'invitati, si omette spesso questo cerimoniale; in tal caso, gl'invitati si presentano fra loro al momento opportuno. Durante il ballo, i padroni di casa e le altre persone di famiglia, se ce ne sono, devono occuparsi soprattutto delle persone che non ballano. Sono queste, in generale, le mamma e i babbi, e quelle povere signorine che la natura matrigna, privandole delle doti di grazia e di bellezza, destina a far da tappezzeria. Il padrone di casa farà dunque l'opera buona d'invitarle ogni tanto, e per turno, a fare un giro con lui, e pregherà garbatamente i suoi amici più intimi a far lo stesso. Intanto la signora terrà circolo con le mamme, cercherà di affiatarle fra loro, intavolerà la conversazione; e quando vedrà che tutto procede bene, potrà anche alzarsi per occuparsi d'altro. Di tanto in tanto, farà anch'essa il suo giro di ballo, accettando qualche invito; ma non ballerà tutta la notte, lasciando la sorveglianza generale della festa. Per dei padroni di casa che desiderano che tutto proceda regolarmente, una festa da ballo esige una gran fatica e molto spirito di sacrifizio. L'unica preoccupazione di chi la dà dev'essere di far divertire gli altri senza pensare a sè; l'unica soddisfazione, quella di veder godere gli altri. Abbiamo parlato altrove degli abiti da ballo. Qui diremo soltanto che il padrone a la padrona di casa devono per i primi strettamente uniformarsi alle regole che hanno stabilite. Se si è imposto l'abito nero, sarebbe una sconvenienza presentarsi in giacchetta, col pretesto che si è in casa propria; se non si è imposto, sarebbe un esporre gl'invitati a far cattiva figura, indossando il frac. Quanto ai figliuoli, se sono molto piccoli, non conviene che prendano parte al ballo: essi sono quasi sempre d'impiccio, e la loro salute non gode a perdere per una notte intera il riposo e il sonno; se sono grandicelli, potranno assistere alla prima parte del trattenimento più come spettatori che come attori; quasi sempre, i bambini che ballano intralciano le danze dei grandi. Queste regole non valgono naturalmente per i balli dei bambini, che si danno nelle ore del giorno. In essi, soltanto i bambini devono ballare, e i grandi, anche se molto giovani, devono far la parte di spettatori. Per quel che riguarda il vestito, una madre saprà vestire il proprio piccino con eleganza, senza arrivare all'esagerazione. Purtroppo si vedono talvolta girare per le sale dei bimbi abbigliati come tante bambole, pieni di fronzoli e di nastri; e la madre che è responsabile di una tale caricatura vien subito tacciata di cattivo gusto. Si può, anzi si deve, unire l'eleganza, alla semplicità, perchè ciò che veramente è elegante non può non essere anche semplice. Tornando all'argomento, la festa ha termine di solito la mattina, fra le quattro e le sei; ma gl'invitati possono lasciarla anche prima, quando lo credano conveniente; nè i padroni di casa hanno diritto di aversene per male. Nelle feste di gran parata e molto numerose, si può filare all'inglese, cioè senza salutare gli ospiti; ma nei balli di famiglia, e quando si abbiano relazioni d'amicizia con chi dà la festa, l'accomiatarsi con parole gentili è d'obbligo. Ed è pure d'obbligo una visita di ringraziamento dentro gli otto giorni.

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Se la famiglia della sposa assume sopra di sè la spesa della biancheria da letto e da tavola, allora sì che sarà il caso di far le cose con abbondanza! Oh, i bei cassoni delle nostre nonne, pieni zeppi di lenzuoli, di federe, d'asciugamani, di tovaglie, di tovagliuoli, disposti in bell'ordine fra mazzi di spigo e mele cotogne! Le buone vecchine andavano fiere dei loro tesori di lino e di canapa, più che dei loro gioielli d'oro massiccio e pesante; e quando, toltosi dalla cintura il mazzo di chiavi, si dirigevano alla cassa o all'armadio, parevano accingersi a compiere un rito solenne e misterioso. La più parte delle famiglie moderne ha dimenticato ormai queste belle e buone abitudini. Generalmente, la futura sposa pensa più alle proprie camicie e sottane, che alle tovaglie e ai lenzuoli, contentandosi di acquistare di quest'ultimi solo quel tanto che è strettamente necessario. Ma una madre pratica e intelligente, che sa per esperienza quanto sia utile in una famiglia l'abbondanza dei lini e della canapa, saprà consigliare la fanciulla ancora inesperta e, se i mezzi lo permettono, la provvederà ad usura anche di questa parte di corredo. Raccomandiamo invece l'economia in fatto di vestiti. Molti capi di vestiario finiscono col diventare inutili; e più d'una giovane sposa, poco dopo il matrimonio, si trova costretta a rimettere in mano della sarta, dopo averlo indossato una volta o due, un vestito che s'era fatta fare con tanto amore qualche mese prima: scherzi di quella tiranna della moda. Fra i vestiti, occupa il posto d'onore l'abito da sposa. Sarà l'abito bianco tradizionale, col velo e i fiori d'arancio? Sarà un abito da mattina, chiaro e senza pretese? Questione grave, che talvolta lascia in dubbio per mesi e mesi la sposa, lo sposo e le loro famiglie. Quanto a noi, non sapremmo dare davvero un parere definitivo. Tutto dipende dalle abitudini della famiglia, dal suo grado sociale, dai mezzi disponibili, dall'età della sposa, dal desiderio dello sposo, e da tante altre cose. Come si vede, gli elementi da considerare sono molti, e ciascuno ha il proprio peso. Tuttavia, se un parere dobbiamo dare, diremo che, quando nulla di grave si opponga, l'abito bianco tradizionale è preferibile a tutti: esso ricorda un uso antichissimo, pieno di gentilezza e di grazia, e dà alla sposa, nel giorno solenne, quella vaporosa eleganza che tanto si confà al suo viso dolcemente pensoso. Quando si sappia fare le cose con economia, la spesa non è grave, e nemmeno inutile; un giorno la bianca stoffa di lana o di seta e il lungo velo serviranno a preparare l'abito per la Prima Comunione delle proprie bambine. Se la sposa sceglie l'abito bianco, lo sposo adotta generalmente il frac; ma può anche, senza urtare le convenienze, limitarsi al soprabito o allo smoking. I testimoni fanno generalmente quel che fa lo sposo: gli altri invitati, anche se lo sposo è in frac, possono essere in soprabito. Tutto questo, s'intende, vale per le cerimonie di carattere normale, quali si usano nelle famiglie borghesi; nei matrimoni di gran lusso, lo sposo e tutti gli uomini sono in frac, le signore adottano generalmente fresche toilettes da mattina, in colori chiari.

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Chi vive specialmente nelle grandi città non ha bisogno di empirsi la casa di roba, che può sempre guastarsi con inutile sciupio di denaro; e d'altra parte la troppa abbondanza di certi generi, anche se comprati a buon prezzo, non è fonte di risparmio: quel che si ha sotto mano, si consuma più facilmente. La padrona di casa che abbia al suo servizio persone di cui non sia per lunga prova sicura, non si abbandonerà ad una fiducia cieca e irragionevole; terrà d'occhio le provviste, avrà cura di non lasciare armadi e cassettoni aperti; ma tutto ciò saprà farlo senz'ostentazione e con prudenza, per non offendere chi ha diritto, su questo punto delicato, a ogni riguardo. Nei rapporti con la servitù sarà affabile e gentile, ma esigerà rispetto e obbedienza; non farà rimproveri fuor di luogo, nè mai con ira o con disprezzo, ma non permetterà risposte brusche o scortesi. Generalmente, i rapporti con le persone di servizio sono, per una padrona di casa ancora novizia, tutt'altro che facili. Alcune sposine di mia conoscenza le trattano in modo tale, che ogni mese vengon piantate in asso; altre sono le schiave di coloro che dovrebbero dominare, e non osano fare la più piccola osservazione. Energia e cortesia, ecco le due qualità necessarie; e in questo, come in tante altre cose, la sposa novella potrà prendere utili consigli e ammaestramenti dalla propria madre, dalla suocera, e ricorrere, quando sia necessario, all'autorità del marito.

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Il bambino, che si sente rinascere, non vuol più stare a letto, rifiuta il brodo, il latte, le minestrine; ha una fame che lo divora, vuole la carne, il pane, e tutto in grande abbondanza. La mamma, poverina, felice di vedere il suo caro pieno di vita, così allegro, così rumoroso, si prova da principio a far la severa, a dir di no; ma poi si lascia commuovere e finisce col cedere. Il bambino fa a modo suo, e il giorno dopo.... daccapo la febbre, daccapo preoccupazioni e pensieri. E il medico, che non doveva più venire, è richiamato in fretta. Mammine indulgenti, non vi lasciate convincere; siate inesorabili e sorde a ogni preghiera. Avete sofferto troppo, nei giorni d'incertezza e di paura, per rischiare, con un'imprudenza, di tornar da capo. La salute, e soprattutto quella riacquistata dopo tante trepidazioni, è un dono così prezioso, che non val la pena di arrischiarla di nuovo per soddisfare un capriccio. Fra qualche giorno il vostro bambino sarà completamente ristabilito, sarà alzato, uscirà fuori, si sederà a tavola con gli altri, e il vostro cuore esulterà. Volete ritardare l'arrivo di quel bel giorno?

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Rassegnamoci dunque ad avere, in un angolo della nostra camera, un piccolo lavabo di marmo o un semplice lavamano di ferro, purchè provvisto d'acqua in abbondanza, nel quale si possano fare con comodo le nostre abluzioni giornaliere. Tutti quegli oggetti, così cari alle signore, come spazzole, spazzolini, pettini, lime, ecc., dovranno esser disposti in buon ordine sulla vera e propria toelette, davanti allo specchio mobile. Un armadio a specchio, un cassettone, una poltrona, qualche seggiola, completeranno l'arredamento della camera, la quale dovrà esser semplice nella sua eleganza, senza fronzoli, senza mobili inutili.

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