Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondanza

Numero di risultati: 10 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

205567
Garelli, Felice 3 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Sulle colline apriche e soleggiate vedi la vite, e gli alberi da frutta, che vogliono abbondanza di calore, e di luce. Sui fianchi e sulle vette dei monti trovi quercie, faggi, pini, larici, betulle; piante di tempra robusta che sfidano i rigori delle stagioni. Da ciò comprendi che ogni pianta ha un clima suo proprio, nel quale essa dà i migliori prodotti: e che parimenti ogni clima ha le piante sue proprie. 3. Se tu volessi adattare qualunque pianta a qualsivoglia clima, o coltivare una pianta in un clima contrario ai suoi bisogni, saresti matto, come colui che volesse comandare al sole e alle stagioni. Dunque per conoscere quali piante ti possano dare un prodotto più utile, devi prima studiare il clima del luogo, ossia far attenzione al calore, alle pioggie, alle nevi, alle rugiade, alle brine, alle nebbie, ai venti, alla grandine. DOMANDE: 1. Se cambi paese trovi ancora le stesse colture? 2. Ogni pianta vien bene da per tutto? - Quali piante trovi in riva al mare? - Nelle pianure? - Nelle colline? - Sui monti? - Perchè questa distinzione di luogo nelle piante? 3. Faresti bene a coltivare una pianta in clima non conveniente ad essa? - Quale studio devi prima fare per conoscere quali piante ti convenga coltivare?

Pagina 25

- Perchè l'acqua si trova in abbondanza da per tutto?

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Il fianco che guarda al mezzodì, perchè riceve abbondanza di luce, e di calore, è sano, caldo, asciutto; e tu vedi prosperarvi la vite, e gli alberi a frutto. Il fianco opposto, che guarda alla mezzanotte, più freddo, e meno asciutto, in luogo di vigneti, presenta pascoli, e boschi. 5. Esamina ora il sottosuolo, ossia il fondo che serve come di letto allo strato arativo, in cui si spandono le radici delle piante. Il sottosuolo è argilloso, compatto, umidiccio? Giova alle terre sabbiose, perchè le conserva un po' fresche; fa danno alle terre forti, perchè le rende ancora più umide, e fredde. Torna qui acconcio il proverbio: «Duro con duro non fa buon muro». Il sottosuolo è sabbioso, ciottoloso? migliora le terre forti, perchè facilita la filtrazione dell'acqua; peggiora le terre sabbiose, o calcari, accrescendone l'aridità, e la secchezza. Da questi esempi tu vedi come la giacitura del terreno, e il sottosuolo possono guastare una terra, per se stessa buona, o migliorarne una cattiva. DOMANDE: 1. Per giudicare della bontà di un terreno, basta esaminarlo alla superficie? 2. Come lo spessore di un terreno influisce sulla vegetazione delle piante? 3. A quali terre giova, e a quali fa danno la giacitura in piano? - In pendìo? 4. L'esposizione del terreno influisce sulla coltivazione di esso? 5. Quali terre migliora, e quali peggiora un sottosuolo compatto? - Un sottosuolo ciottoloso?

Pagina 53

Angiola Maria

207101
Carcano, Giulio 1 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Se non fosse stato il buon galantuomo a rispondere, come pochi pur troppo rispondono in questi casì - Ma, io non ho che questa tosa, e ch'ella se lo trovi il marito, e sia contenta: sono un povero diavolo, è vero; ma è meglio pochi stracci e cuor contento, che non abbondanza di fuori , e cuor voto di dentro.... Non è così? » « Pigliatelo, vi dico, il dottore, tenetelo saldo, ch'è matto, matto da legare! » « E che mal ci sarebbe se la fosse come dice lui? » soggiunse il deputato. « Ma sì, che mal ci sarebbe? » ripetè il signor Gaspero. « Bene, dico io.... Ma sapete » conchiudeva il curato,

Pagina 117

La giovinetta campagnuola

207637
Garelli, Felice 3 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Pagina 104

Pagina 32

La sua casetta guarda al bel mezzodì; da varie finestre riceve abbondanza di luce; ha dinanzi l'aia col pozzo; l'orto di fianco, e il letamaio di dietro, a mezzanotte. La stalla è a vôlta; alta, ampia, in modo che le bestie vi stanno comode; i muri intonacati, e imbiancati; le finestre munite di imposte e invetriate. Negli angoli della vôlta vi sono sfiatatoi che, nell'inverno, si aprono per rinnovare l'aria, senza dover aprire porte, o finestre. Il pavimento è fatto con mattoni di costa, e un po' inclinato, per dare scolo alle urine, le quali, raccolte da un canaletto, inclinato anch'esso, vanno a versarsi in un pozzetto, fuori della stalla. Uguali attenzioni usò Carlambrogio perchè il porcile, e l'ovile fossero sani, ariosi, e bene esposti. Queste spese gli tornarono a benefizio grandissimo. Tutta la famiglia di Carlambrogio ha fior di salute, e gli animali, che dalla sua stalla si presentano al mercato, vi fanno la prima figura, e ne ottengono i prezzi più alti.

Pagina 50

L'uccellino azzurro

213407
Maeterlink, Maurice 2 occorrenze
  • 1926
  • Felice Le Monnier, Editore
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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I miei amici di Villa Castelli

214507
Ciarlantini, Franco 1 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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E quel «però» che i fanciulletti aggiungono vuoi dire tante cose: la speranza di mangiarne in abbondanza, il sapore squisito che allora gusteranno.... Ecco: Mario e Sèrafo siedono lungo il ciglio della strada all'ombra, di una vecchia querce: si dànno al lavoro paziente di scortecciare dei rami di cui si vogliono fare dei bastoni. Intanto Sèrafo racconta: «Mi hanno raccontato Ia storia del Gigante Zucca: io penso che fosse invece il Gigante Popone. Senti, Mario. Un tempo, presso un paese come il nostro, ma in un castello alto alto e scuro scuro, abitava un gigante che si chiamava Gigante Zucca. Questo Gigante era assai cattivo; derubava la gente, faceva paura quando compariva, e si diceva, che, soprattutto, guai, se vedeva un bambino. Subito aveva la tentazione di mangiarlo. Un giorno in un campicello c'era, un contadino col suo figlioletto. Il raccolto era scarso, il campo squallido, e i due poveretti molto tristi: mentre cercavano di radunare la poca roba, èccoti comparire il Gigante Zucca. Che cos'era mai la siepe per lui? Con un passo la scavalca e subito corre con la bocca aperta verso il contadinello per prenderlo e forse mangiarlo. Il povero padre tutto atterrito che fa? Non aveva altro in mano che una patata e allora con tutta forza gettò quella nella bocca aperta del Gigante Zucca. Il Gigante straluna gli occhi, fa ancora tre o quattro passi, poi, mentre babbo e figlio scappano a gambe levate, precipita a, terra morto soffocato. Ma il contadino per prudenza aspettò tutto un giorno a tornare al campo e solo quando vide che il Gigante era ancora là disteso e che qualche uccellino gli volava intorno tranquillo, osò avvicinarsi. Il Gigante era proprio morto. Ma per sicurezza il contadino gli taglio' la testa e fece per portarla in un altro campo. Però era tanto pesante che gli cadde di braccio e andò in tanti pezzi. Il contadino non ci pensò più e sparse la terra su tutto. A primavera, che è, che non è, in tutto il campo spunta un'erba nuova: a giugno cominciano ad uscire dal terreno tante piccole teste di gigante che diventano grandi ogni giorno di più. Il povero contadino si chiuse in casa con la moglie e il figlio. Chissà che strage avrebbero fatto tanti giganti! Ma per intanto c'erano solo le teste e nessuna apriva la boccaocca. Però quei contadini erano diventati più poveri ancora; sicché un giorno dovettero andare al mercato a vendere la capretta che era loro rimasta. Vanno e il loro figlioletto resta solo. Che fame aveva! e in casa non c'era niente, ma proprio niente! Allora prende la roncola e via al campo. Qui si fa coraggio: prende per il ciuffo verde una testa di gigante e la stacca: poi corre in casa e la taglia per metà. Che testa buffa! Fuori era verde e dentro era di un bel color giallo oro, con tanti semini più chiari. Il bambino si fa ancor più coraggio: stacca una fetta di testa, vi mette dentro i denti e resta tutto sorpreso. Non aveva mai mangiato nulla di più saporito. Mentre sta mangiando, tornano i genitori tristi e afflitti perchè nessuno aveva voluto comprare una capra così stenta. Quando vedono... che cosa? Che ha fatto il loro figliolo? Diventan disperati. Ora sì, che morirà! Ma il bambino non si sente niente affatto male, anzi invita babbo e mamma a mangiare un po' di testa di gigante. Che orrore! dicono quelli; ma poi pensano che è meglio morire tutti insieme e si mettono ad assaggiarne un po', e dopo un po' ne assaggiano ancora, e poi ancora un po', tanto che a dirla in breve la testa di gigante è mangiata tutta. Dopo quel giorno quei contadini decisero di tenersi le loro teste di gigante e di nutrirsi con quelle. Ed ecco che cosa avvenne. Una volta iI figlio dei Re di quel paese, passava di là a cavallo con tanti principi : quando vide quel campo e quei frutti che non aveva mai visto, domandò ai suoi aiutanti che ne andassero a prendere. Quelli vanno e tornano portando una «testa di gigante» pronta per essere mangiata. Dietro loro venivano i tre contadini, padre, madre e bambino. La giornata era calda, il figlio del Re assetato, e mai nessun altro frutto gli parve così delizioso. - Come si chiama questo frutto? - domandò allora. I principi non sapevano che cosa rispondere e si guardavano l'un l'altro. Si fece avanti il contadino padre, il quale disse: - Si chiamali teste di gigante - e raccontò il perchè del nome. Allora il Principe, figlio del Re, levò la spada dal fodero e in premio del raggio del contadino lo nominò Conte delle Zucca. Poi levo di tasca una borsa piena di monete d' oro e gliela diede perchè gli cedesse quelle piante da Mettere nel suo frutteto. Il Conte della Zucca fu felicissimo d'accontetarlo e mai si rallegrò tanto come allora pensando di aver avuto in mano la patata e d'averla saputa gettare diritta, in bocca al Gigante», La storia è finita, ma nè Sèrafo nè Mario san decidere se fosse proprio il Gigante Zucca o il Gigante Popone.

Pagina 119

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