Profondo conoscitore degli ordinamenti militari di tutti gli Stati europei, egli si accinse, appena nominato all'altissima carica di capo di stato maggiore dell'esercito, a dotare il nostro Paese di un assetto militare forte e potente, ben comprendendo che un esercito è tanto più mobile e tanto più preparato a qualsiasi eventualità quanto più i servizi logistici sono abbondanti e ben predisposti sin dal tempo di pace. Ed egli ebbe la rara fortuna di vedere coronati I suoi sforzi nella guerra libica, nella quale, se l'esercito nazionale seppe compiere il suo dovere, lo si deve soprattutto al non essergli mai nulla mancato nè per la resistenza, nè per l'avanzata.
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