Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbondanti

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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso

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Camillo Golgi 3 occorrenze

La zona di tessuto, della larghezza di circa 0,3 millimetri che, a forma di semiluna, riveste la superficie postero-laterale dei corni posteriori di sostanza grigia, zona che macroscopicamente si differenzia dalla restante parte della sostanza midollare per un colore più rossiccio ed un aspetto gelatinoso, per tale suo aspetto detta appunto sostanza gelatinosa (di Rolando), microscopicamente non differisce dal resto della sostanza grigia, se non perché le cellule della nevroglia vi si trovano più abbondanti, e perché vi prevale, il tipo di cellule nervose piccole ed è attraversata dai fasci delle fine fibre spettanti alle radici posteriori.

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. — Nello strato midollare di ciascuna circonvoluzione (raggi midollari) e negli strati centrali di sostanza bianca da cui i raggi midollari emanano, gli elementi connettivi sono assai abbondanti e colle reazioni del bicromato e nitrato d'argento, ne riesce facile la dimostrazione. Come nella sostanza bianca del midollo spinale e cervello, prevalgono le forme cellulari piatte, applicate ai fascetti di fibre nervose; dei prolungamenti emananti da tutto il contorno di queste lamelle cellulari, alcuni s'inseriscono alle pareti vasali, altri si perdono in modo indeterminato lungo l'andamento delle fibre nervose. L'inserzione alle pareti vasali si effettua mediante propagini cellulari, che talvolta eguagliano in larghezza il diametro dei capillari. Infine, nella disposizione delle cellule generalmente si osserva una certa regolarità, cioè i corpi cellulari sono disposti in serie lineari, corrispondenti all'andamento dei fasci di fibre nervose. S'intende che questa regolarità di disposizione non esiste nelle località dove avvengono cambiamenti di direzione delle fibre nervose.

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Devono essere abbondanti ed insistenti, in guisa che tutto il parenchima della parte che si vuole studiare sia diffusamente ed uniformemente infiltrato dal liquido indurante. — Trattandosi di animale, l'injezione deve essere fatta immediatamente dopo l'uccisione, nell'uomo s'intende il più presto possibile dopo la morte. — Il poter fissare col reattivo gli elementi, possibilmente quando non abbiano subita alcuna alterazione cadaverica, è veramente condizione di essenziale importanza per ottenere reazioni delicatissime. L'effetto della injezione è, innanzi tutto, di dare uniformità all'indurimento, poi di impedire che nelle loro parti interne i pezzi, per avventura, subiscano un po'di alterazione cadaverica ed infine quello di abbreviare il periodo di immersione nel bicromato.

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Manuale di Microscopia Clinica

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Giulio Bizzozero 7 occorrenze

I cristalli precipitano abbondanti nella sostanza stessa della macchia, ove si vedranno meglio aggiungendo una goccia di glicerina. - Se, invece, l’ematina si vuole dimostrarla collo spettroscopio, basterà mescolare a parti eguali il liquido bruno e una soluzione 10-20 % di potassa caustica, filtrare, versare il filtrato nel tubicino d’assaggio dello spettroscopio ed aggiungere qualche goccia di solfuro d’ammonio; all’esame si scorgeranno le due strie, o almeno la stria più oscura caratteristica dell’ematina ridotta.

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I leucociti del vomito possono aver fatto parte di una raccolta purulenta: però, anche qui, come altrove, non si può diagnosticare la presenza di pus se non quando i leucociti siano così abbondanti, che già ad occhio nudo il liquido abbia aspetto purulento: il che accade, ad es., quando un ascesso si svuota ad un tratto (p. es., nella gastrite flemmonosa).

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In essi i leucociti sono fittamente addensati, granulosi, in via di disfacimento e circondati da abbondanti ammassi di granuli grassi e albuminosi, derivanti da leucociti già disfatti. La parte sieromucosa contiene pochi leucociti, qualche globulo rosso e qualche epitelio. Superfluo raggiungere, che non mancano gli ammassi di micrococchi, massime se lo sputo soggiornò a lungo nei bronchi.

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Se gli urati sono abbondanti, possono precipitare essi pure; ma la zona ch’essi formano è posta più in alto nello strato d’orina, e non ha il margine superiore così nettamente limitato come la zona dell’albumina. Se nell’orina si contengono contemporaneamente albumina e molti urati, si formano due strati, di cui l’inferiore è l’albuminoso.

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I leucociti possono esistere nell’orina in quantità svariatissima: ora così scarsa che per riconoscerli è necessario ricorrere al microscopio, ora così abbondanti da costituire un sedimento biancastro, dello spessore di qualche centimetro (depositi mucosi e purulenti).

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Gli urati formano dei sedimenti, non di rado assai abbondanti, di colore variabile dal bruno sporco al bruno mattone a cagione della sostanza colorante dell’orina che Fig. XXXIV. trascinan seco nella loro precipitazione (sedimenti laterizi), e si riconoscono perchè si sciolgono riscaldando l’orina, e perchè, trattati con acido cloridrico (facendone passare una goccia tra i due vetri del preparato), lasciano precipitare i caratteristici cristalli d’acido urico.

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Finalmente, altre cellule (Tav. 1a fig. 8) che non si saprebbe se più ascrivere ai leucociti od agli endotelî; esse variano in grossezza da 7 a 30 µ; le forme più grosse contengono, il più, dei granuli d’adipe, talora così abbondanti che l’elemento non appare che come un grosso accumulo di goccioline grasse (corpuscoli granulosi). Altre di queste cellule hanno subìto una degenerazione che diremmo cistica; in esse, cioè, si è formato un grosso vacuolo chiaro, pieno di siero, il quale, aumentando, oltre al far ingrossare la cellula, spinge il nucleo ed il protoplasma di questa alla periferia. In qualche caso una sola cellula contiene 2 o 3 di questi grandi vacuoli.

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