Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondantemente

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Le belle maniere

180021
Francesca Fiorentina 1 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

E' vero che quest'ultime si ripagano spesso abbondantemente ne'crocicchi delle strade, o dall'erbivendola; ma, via, non è la stessa cosa. Le poverette non hanno gran possibilità di scelta nelle chiacchiere; la loro vita è così monotona! E' imperdonabile, poi, che di tal genere di persone, noi, che dovremmo essere gente educata, numeriamo sempre i difetti, senza trovare neppure un'attenuante. E pensare che gli avvocati ne inventano per gli assassini, perfino per i matricida! Io mi rivolgo soltanto una domanda:se noi, che siamo un po'più liberi di foggiarci la vita a modo nostro, e dovremmo avere un grado d'educazione superiore, manchiamo così spesso, perchè dovrebbero non mancare le persone di servizio, che ne hanno tante e tante occasioni? Che dite voi, figliole mie? Intanto sarete d'accordo con me su questo punto:che se voi non state bene, o siete contrariate in qualche vostro desiderio, sentite súbito i nervi tirare, e provate una voglia matta di ribellarvi a costo di non trattar bene le persone stesse che amate. E' vero? Sì, sì, confessatelo. Allora seguite con me, per un momento, questa disgraziata creatura, che si chiama"donna di servizio", nella sua giornata. La mattina, per quanto le palpebre siano appesantite, sien fiacche le membra e la notte sia stata insonne, le tocca alzarsi; chè, se tarda un po', sono richiami, scampanellate, grida. Chi vi pulirebbe le scarpe, chi vi preparerebbe la colazione? E poi ci sono i pavimenti da lustrare, i mobili da spolverare, forse le legna da spaccare o l'acqua da tirar su, poi c'è la spesa. Con quanta tremarella rientra in casa! Chi sa che ramanzina le farà la padrona! Infatti. . . . . - Credevo che tu ti fossi perduta nella nebbia! - Com'è tigliosa questa carne! - Ma questo cavolo è marcio ! - Non sei proprio capace di contrattare; già i soldi non sono tuoi! La poveretta inghiottisce la pillola, e indossa il grembiulone per mettersi attorno al fuoco. Si scalmana, suda, s'arrabatta, e poi. . . . Il lesso è scipito, l'arrosto sa di cipolla, l'umido è legnoso, l'intingolo non è ben legato. Altra pillola! La disgraziata tuffa le mani nell'acqua, e s'accinge a rigovernare. - In fretta, veh! perchè ci sono da lavare que'panni, che, se no, ammuffiscono. Poi c'è da rammendare qualcosa, poi da preparar cena, poi, poi. . . . E ogni sua occupazione può essere interrotta tre, quattro, dieci volte, se tale, per caso, è il vostro capriccio; e la spazzatura già ammucchiata può spargersi nuovamente sotto i vostri piedi che passano incuranti, o a un soffio di vento; e l'acqua unta della rigovernatura può freddarsi, e l'oscurità può scendere mentre pochi panni aspettano l'ultima risciacquatura. Non un minuto di respiro, non una parola buona, non un tender di mano, non uno sguardo pietoso, un atto che le dimostri che anche lei è una creatura umana, con un'anima viva, con un cuore che sente. . . nulla! Se voi, figliole, impallidite un istante, qualcuno súbito se n'accorge, si turba, vi domanda che cosa avete, vi forza al riposo, v'offre una medicina, vi circonda di cure. Ma la donna di servizio, abbia pur nel viso le tracce d'una vera sofferenza, deve seguitare indefessa il suo lavoro, senza un aiuto come se nulla fosse, perchè ogni sua ora, ogni suo minuto è pagatoe i padroni non vogliono rimetterci. Se poi il male è grave, se è costretta ad assentarsi, quanti rinfacciamenti, quanti lagni, quante parole pungenti, pronunziate a denti stretti nelle rarissime scappatine che si fanno nella sua camera, la quale, il più delle volte, è un oscuro stambugio! Per molto meno s'eccitano i vostri nervi; ma quelli della"serva" devono essere d'acciaio, nè hanno diritto di vibrare. Sul suo viso nessun'ombra deve scendere, nessuno scatto deve scoterle la persona; sarebbe un'offesa personale ai padroni. Gli uomini possono insultarla, perchè hanno gravi preoccupazioni, le donne perchè sono eccitabili, i bimbi perchè non capiscono; ma a lei non valgono per scusa il lavoro forzato, nè i malesseri comuni co'vostri, nè la vita randagia, nè la lontananza da'suoi, nè la pena per i dispiaceri della sua casa, di cui non fa più parte, ma a cui pensa spesso con nostalgico scoramento. Il quadro ch'io v'ho presentato sembra troppo fosco, ma ahimè! i miei occhi ne hanno potuto cogliere la realtà in certe famiglie, a cui non vorrei che somigliassero le vostre. E voi aspettate uno spirito di sacrifizio da persone che, generalmente, sono trattate così? Voi dimenticate troppo spesso che la vostra "serva" - così la chiamate - prima d'esser tale, è un individuo della grande famiglia umana alla quale voi pure appartenete.

Pagina 141

Cerca

Modifica ricerca