Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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«Tex Willer» 125 (1 Marzo 1971)

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Gianluigi Bonelli 1 occorrenze

E PER FAR QUESTO DOBBIAMO ARRIVARGLI VICINO QUANTO BASTA PER RIEMPIRLO ABBONDANTEMENTE DI PIOMBO.

La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Mentre a Vienna si desiderava il refrigerio di un po' di pioggia, questa cadeva troppo abbondantemente nel Tirolo e nel Salisburghese producendo straripamenti, inondazioni e frane. La folgore ha provocato in dette regioni parecchi incendi. Molte strade ed alcune linee ferroviarie dovranno essere chiuse al traffico per alcuni giorni. Ieri notte l'uragano si è scatenato sopra la Stiria. Una folgore caduta sulle condutture elettriche ha causato a Gratz un'interruzione telefonica e tramviaria.

La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

L'esercito è abbondantemente provvisto e può far fronte al nemico con piena fiducia» .

La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Per vivere non spendeva un centesimo, essendo uso pagare zucchero, caffè, combustibile e lume mercé i suoi servigi; al bucato pensava sempre egli medesimo lavandosi settimanalmente i paiinilini; ai pasti poi provvedevano abbondantemente le molte osterie a cui recavasi ogni sera per compilare liste, ascoltare conti, ecc. Quando la popolazione soffriva la sete per mancanza di acqua potabile (l'acquedotto fu solo inaugurato nel febbraio del 1868) ed era costretta, pagandola carissima, ad attendere il beneplacito dei barilai che ogni giorno faceano il giro do'quartieri, egli bevette sempre gratuitamente l'acqua freschissima de1 conventi ai quali facean pur capo molto spesso i cittadini assetati; ed infine a tanto che durò l'uso della distribuzione quotidiana della minestra, Gaetano non mancò mai di recarsi a pigliare la sua porzione con una pentola di metallo che manteneva sì lucida da potervisi rispecchiare la propria immagine. Essendosi poi le condizioni finanziarie dei monaci immiserite per l'incameramento dei beni allo Stato, da costringerli a sopprimere questa costosa limosina, l'uso della pentola fu convertito in quello di secchiolino presentando a preferenza delle anfore, il vantaggio di non essere fragile; onde lo si vedeva bene spesso armato di pentoletta e di una borsa di pelle nera unta e bisunta (da lui chiamata scarsella di furberia) dove egli teneva le chiavi della casa, gli avanzi de' suoi pasti, e dalla quale non separavasi un minuto. E però una volta che gl'impiegati di un certo ufficio riuscirono a nascondegliela, Gaetano si mise a piangere, cosi che gliela restituirono subito esclamando: «Misericordia come sei brutto nel pianto! Pigliati la tua scarsella e vattene in pace per l'amor di Dio! » Né maggior spesa faceva Gaetano per vestirsi, essendo solito infilarsi coraggiosamente tutto quello che gli regalavano senza badare se convenisse o no alla sua qualità o statura. Egli tanto piccolo ed inscheletrito, lo si vedeva oggi con un soprabito lungo e largo di persona altissima e complessa sicché parca chiuso in un guardaroba; ma eccolo domani con un giacchettino corto corto, stretto stretto quale appena si addirebbe ad un fanciulletto. Ora calza un paio di stivaloni che gl'i sopravanzano la metà della coscia, con i quali fa un rumore indiavolato transitando i bastioni, vuoti nelle fondamenta: ora invece si mette un paio di scarpette le cui suole consumate e scucite si rassomigliano ai sottilissimi fogli di pasta sfogliata. Ma la maggiore e più disparata varietà delle forme è specialmente nelle coperture del capo; onde i berretti di guardia civica, di finanza, carceraria; i cappelli all'alpina, alla Lobbia, all'Orsini e magari qualche callotta rossa che parca tolta ad un cardinale, s'alternavano fra loro che era una meraviglia; e credo eziandio che i begli umori il facessero apposta. Un giorno che vollero regalargli mezzo scudo perché discendesse al mercato in cilindro e marsina, rifiutò recisamente ;ò tutto direi), temendo, con troppa ragione, gli attacchi insolenti dei monelli eccessivamente motteggiatori e bizzarri. Non esisteva in Cagliari ufficio civile o militare, ditta industriale o commerciale, famiglia cospicua che non procacciasse a Gaetano un discreto mensile fissandolo per sbrigar commissioni, senza contare poi i guadagni avventizi che raccoglieva recandosi a pigliare il caffè per un impiegato, la colazione per un altro, Al suo entrare tutti si facevano un dramma di buon sangue: e chi avrebbe potuto tenersi serio al vedere quella sua grottesca persona, somigliante nel gestire alla scinda, foggiata quasi sempre in modo si strano: ma il maggior divertimento era nel sentirlo parlare, usando egli un linguaggio tutto suo proprio, intercalato da sentenze latine, le quali avevano quasi sempre che fare col resto come il diavolo nel Credo. Parlava come camminava, cioè velocissimo, non rimanendo fermo un istante, e per trattenerlo a scambiar qualche chiacchiera si tassavano a fine di compensarlo del tempo perduto in quella breve sosta; a questo modo ne alimentavano la ingordigia. Appena raggranellata una lira, fuggiva alla sua caverna (così chiamava egli, non a torto, la sua abitazione), per sotterrarla, senza mai sottrarne uno spicciolo.

Il Corriere della Sera

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AA. VV. 1 occorrenze

Essa vien fuori abbondantemente da tre bocche apertesi nel cono principale.

La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Questa del console rapito, invece, è una storia dove la fantasia non ha ragione alcuna di sovrapporsi alla realtà, perché quello che c'è sul terreno basta abbondantemente. Il vuoto di potere che gli americani hanno creato con lo sfascio del vecchio regime, e con la stupida presunzione che l'esposizione dei muscoli bastasse a riempire qualsiasi bisogno, ha finito per dare spazio libero a tutti coloro che sono interessati a guadagnarsi qualche buona rendita da questa crisi: lasciamo perdere i cultori della democrazia (che in Iraq comunque ci sono, anche se tuttora sono ben pochi), e lasciamo perdere anche i malfattori e i delinquenti, che in situazioni simili spuntano come funghi sulle rovine della vecchia società. Restano gli altri attori, che alla fine sono, soprattutto, gli sciiti, all'interno del Paese, e gii iraniani (anch'essi sciiti comunque) fuori dal Paese. Dovrebbe apparire naturale un'alleanza tra questi due mondi, che, pur parlando lingue diverse, hanno però fede e sentimenti comuni; ma non è così. Gli sciiti iraniani, fedeli all'imposizione khomeinista del «Velayat e-faqih», si propongono davvero l'esportazione del loro modello politico nazionale, che è rigidamente conservatore dal punto di vista religioso (ma, per loro, cioè per la Scuola di Qom, «religione» significa supremazia dottrinaria della fede sulla politica); per gli sciiti iracheni invece, che seguono la scuola di Najaf, l'ubbidienza al modello dottrinario di Ali comporta una commistione diretta con l'azione politica, o comunque non sottopone la pratica politica all'imposizione della fede (l'ayatollah esprime un parere incontestabile nel campo della fede, ma per le altre questioni il suo è soltanto «un illuminato giudizio» che non pretende affatto l'obbedienza cieca). È così accaduto che, al tempo della prima Guerra del Golfo, quando Saddam tentò di invadere l'Iran e quel conflitto durò ben otto anni, mai gli sciiti iracheni tradirono la loro nazionalità per un astratto dovere di obbedienza religiosa; essi, sciiti, combatterono al fianco del sunnita Saddam contro gli sciiti iraniani, e nessuno allora se ne stupì. Certo, non v’è dubbio che un'alleanza di interessi tra le due componenti sciite sia immaginabile, pur nell'ambito delle diversità di concezione dottrinaria; ma da questa alleanza, a immaginare poi una fusione - quello che Bush senior temeva al tempo del Guerra del Golfo, quando gli sciiti iracheni si ribellarono a un Saddam in fuga dietro l'avanzata di Schwarzkopfil percorso è assai più lungo di quanto sembrino temere gli analisti del dipartimento di Stato americano. Quello che, piuttosto, strettamente coinvolto in questo quadro di destabilizzazione, e di alleanze che si fanno e si disfano, è il ruolo che l'Iran intende svolgere in una nuova sistemazione del potere nel Golfo. Washington, con il lancio di una guerra presuntamente preventiva, ha manifestato con chiarezza al mondo intero che il suo progetto politico è la definizione di una sua egemonia nell'area (sostanzialmente, il controllo del rubinetto del petrolio arabo); però Washington non aveva tenuto conto della deriva amara che avrebbe preso la sua «vittoria», e perciò l'Iran - che inizialmente, alla caduta di Saddam, sembrava ritrovarsi schiacciato in un angolo, pesantemente bollato per la sua rischiosa partecipazione a un Asse del Male messo sotto tiro - ha potuto progettare una nuova strategia «regionale», che sfrutta la debolezza del potere militare americano per guadagnare a Teheran ima nuova liberta di movimento nello scacchiere del Golfo. Quanto più i marines piombano nel pozzo delle difficoltà, e i loro «protetti» iracheni si mostrano incapaci di prendere un controllo decente della vita quotidiana del Paese, tanto più la destabilizzazione premia tutti coloro che si sono chiamati fuori dal progetto americano. Perciò l'interesse di Teheran è anzitutto appoggiare chiunque protesti contro Allawi e contro la sua banda di «servi di Washington». Però, nello stesso momento in cui infiltra in Iraq agenti provocatori, o attizza la rabbia e i rancori di quanti vorrebbero vedere i marines partirsene oggi stesso dall'Iraq, fa di tutto perche questa sua attività «clandestina» non sfugga troppo all'attenzione della Cia. Il messaggio è chiaro: senza di noi, il vostro progetto di pacificazione sarà soltanto un sogno di carta. In questo gioco spregiudicato dei servizi segreti e degli analisti di crisi, il molo di Muqtad Al-Sadr è strumentale, perché - legato alla lotta tra fazioni sciite irachene- serve soltanto ad accentuare la destabilizzazione politica interna, ma non incide sul progetto globale della risistemazione dell'area. La partita che si sta ormai giocando in Iraq è assai più importante della scelta di un nuovo governo a Baghdad. Sul tavolo del confronto c'è un disegno strategico che dal Giordano arriva fino al Caucaso, passando per il Golfo e le nuove rotte del petrolio del Caspio. L'Iran, che sente stringerglisi addosso l'accerchiamento dei marines da Ovest e da Est, da Baghdad e da Eandahar, vuol rimescolare le carte. Chi gli ha rapito il console, ieri, ha lanciato un segnale preoccupante per tutti: i giochi, ora, si fanno allo scoperto. Il ragno è avvisato.

Corriere della Sera

383737
AA. VV. 1 occorrenze

Si dovrebbe superare, forse abbondantemente, il tetto degli il milioni di vetture. Il che farebbe dell'86 un'annata record per il mercato automobilistico europeo.

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