Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbondante

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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso

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Camillo Golgi 9 occorrenze

Nel cavallo questo rivestimento grigio è ancora più abbondante; al di sotto della pia madre, spessa ed anche un pò arrossata che lo ricopre, scorgonsi dei crepuscoli nervosi centrali ben marcati, ed esso s'estende fino ai legamenti longitudinali mediani. Nell'uomo, anche allorché questa formazione è il meno possibile sviluppata, sembra esista sempre un po' di sostanza grigia chiara in vicinanza del legamento coperto G. Valentin Nervenlehre, pag. 244 1840. ».

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La quantità di liquido sia abbondante in proporzione del numero dei pezzi che si vogliono far indurire.

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La quantità della soluzione di nitrato d'argento da adoperarsi deve variare a seconda del numero e volume dei pezzi che vi si vogliono immergere, deve però sempre essere relativamente abbondante. Per due o tre pezzetti del volume accennato (un centim. cubo), in media io adopero circa mezzo bicchiere del liquido.

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Nell'istante in cui i pezzetti vengono passati dal bicromato nella soluzione di nitrato d'argento, in quest'ultima accade un abbondante precipitato giallognolo di cromato d'argento. Ora si comprende come la formazione di tale precipitato vada a spese della titolazione del liquido, giacchè coll'istantanea formazione del composto insolubile, una parte più o meno considerevole del sale d'argento sciolto viene neutralizzata. Ciò naturalmente muta i rapporti, anche osmotici, fra il liquido che deve penetrare nello spessore dei pezzi e le parti interne, elementi, dei pezzi medesimi. Potrebbe anzi con ciò accadere che tutto o la massima parte del nitrato d'argento sciolto venga precipitato, la qual cosa potrebbe essere causa che la reazione fallisca più o meno completamente. Affine di evitare inconvenienti siffatti, è utile sottoporre i pezzi, nei quali si vuole esperimentare la reazione, ad una preventiva lavatura con una più attenuata soluzione dello stesso reattivo. Per

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Dopo ciò il preparato ordinariamente non richiede più alcuna cura, giacché se la soluzione venne posta in quantità relativamente abbondante, nel modo che venne detto, la quantità del reattivo è sufficiente perché la sua azione possa manifestarsi in tutto lo spessore del pezzo. É però utile avere in mente come in alcuni casi, che si verificano specialmente allorché trattasi di pezzi che, per prolungata immersione nelle soluzioni di bicromato, sono abbondantemente impregnati di tale reattivo, dopo 6, 8, 10 ore di immersione nel nitrato d'argento, alla primitiva soluzione di questo sale convenga sostituirne altra nuova e pura. Ciò deve essere fatto quando il liquido di immersione va acquistando un colore giallognolo, il che vuol dire che la soluzione di nitrato va neutralizzandosi, per cui potrebbe accadere che il reattivo perdesse le proporzioni richieste per poter spiegare la sua azione anche nelle parti centrali dei pezzi.

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Probabilmente questa differenza è legata soltanto al maggiore o minore sviluppo del tessuto connettivo, notandosi che quest'ultimo è sempre più abbondante nelle circonvoluzioni parietali e frontali superiori.

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Manuale di Microscopia Clinica

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Giulio Bizzozero 14 occorrenze

.- Se la goccia di liquido da esaminarsi è troppo abbondante, e fuoresce dagli orli del coproggetti, se ne assorbirà il soverchio colla pipetta e colla carta bibula. Del resto, con un po’ d’abitudine si arriva facilmente a regolare la quantità di liquido che si può porre sopra il portoggetti senza che formi uno strato troppo grosso, e quindi poco trasparente, o che esca ai lati del coproggetti.

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I pezzetti di tessuto polmonare nella cancrena appaiono costituiti da una sostanza fondamentale elastica, trasparente ed incolore, nella quale stanno, in un abbondante detrito di fini granuli, molte gocciole di grasso giallo, qua e là cumuli di pigmento nero libero, ed intorno intorno moltissimi grossi aghi di acidi grassi.

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Nella bronchite fibrinosa, insieme a muco od a muco-pus, ora scarso, ora abbondante, ora misto a sangue, vengono espettorati degli stampi bronchiali, cioè dei coaguli fibrinosi, che colle loro ramificazioni sempre più sottili riproducono la forma dei lumi ramificati bronchiali in cui si sono prodotti. Il più sono aggomitolati; scuotendoli nell’acqua, ed esaminandoli su fondo nero, si può meglio determinare la loro forma, e talora la lunghezza (che può giungere a varî centimetri). Sono di colore bianchiccio, giallo-rossiccio, o grigio-perla; abbastanza resistenti alla trazione, ma fragili; di solito concentricamente stratificati, e solidi o cavi, col lume riempito di aria o di muco. Al microscopio appaiono constare della solita massa splendente, fibrinosa, che racchiude vario numero di leucociti, di gocciole di grasso, e rari globuli rossi: talvolta anche epitelî bronchiali.

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In rari casi, forse in conseguenza di neurosi, il secreto nasale diventa assai abbondante e d’aspetto acquoso.In un caso di PAGETPAGET, Brit. med. Journ., dicembre 1878. lo scolo durava da 18 mesi, il liquido era leggermente alcalino, del peso specifico di 1004, e conteneva una sostanza albuminosa e dei sali.

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PETRACCHI di Varese dalla palpebra superiore di un bimbo di 2 anni; essa è dello spessore di un millimetro abbondante, ed è della precisa forma e grandezza della palpebra onde fu tolta. In questo caso la malattia era provenuta per contagio da ragazzi affetti di difterite della solita forma faringea.

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Per la pronta ed abbondante comparsa dei cilindri sembrava fosse di importanza la rapida successione e l’abbondanza delle singole evacuazioni. FISCHL, per ciò, inclina a credere che la formazione dei cilindri si debba alla diminuita pressione sanguigna nelle arterie, prodotta dal leggier collasso accompagnante la diarrea. Lo stesso autore trovò albumina, il più senza cilindri, nell’orina di individui sofferenti di affezioni dolorose degli organi addominali, senza però che si potesse nemmeno sospettare una infiammazione dei reni FISCHL, Deut. Arch. für klin. Med. vol. XXIX. 1881.. - Tutto ciò dimostra che la presenza di cilindri non è caratteristica di una infiammazione renale, potendo prodursi anche in semplici disturbi circolatori.

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Per ciò, nell’orina normale si trovano dopo pasti copiosi o prolungati esercizi muscolari; oppure nell’estate quando l’orina, pel copioso sudore, è fortemente concentrata, e nell’inverno, quando, dopo eliminata, vien lasciata a bassa temperatura, poichè gli urati si sciolgono meglio nell’acqua abbondante e calda, e precipitano facilmente nei liquidi acquosi in condizioni opposte. Gli urati e l’acido urico formano quasi sempre un sedimento copioso nell’orina febbrile per la ragione che, oltre alle già accennate, altre cause ne favoriscono la precipitazione; cioè la loro quantità aumentata, e la forte acidità e la ricchezza di pigmento nell’urina.

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Lo si è trovato spontaneamente abbondante in una orina febbrile acida, nel diabete, nella danza di S. Guy. In questo caso gli ippurati contenuti nell’orina, quando siano decomposti con acido cloridrico, lasciano precipitare lentamente i cristalli di acido ippurico, sotto forma di prismi incolori a quattro faccie, terminati da apici diedri o tetraedri. Del resto non si conosce più precisamente la sua significazione patologica.

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., un elemento che ne fa parte di solito in mediocre quantità, può trovarvisi abbondante o mancare del tutto. Anche qui, adunque, nell’interpretazione dei fatti hanno grande importanza il sano criterio e la lunga esperienza dell’osservatore.

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Abbondante. GLOBULI BIANCHI Scarsi. Copiosi. Variabili, talvolta copiosi. Scarsi. " ROSSI Scarsi. Copiosi. Scarsi. Scarsi. EPITELI RENALI Scarsi. Spesso copiosi, ben conservati; talora in degen. grassa. In discreta quantità, e spesso in degenerazione grassa. Scarsi, e di solito non degenerati in grasso. CILINDRI . . . Scarsi e jalini. Spesso copiosi; il più delle volte jalini e contenenti glob. rossi, bianchi ed epitelî. Copiosi, tanto i jalini (contenenti spesso cell. epit. grasse od ammassi di grasso), quanto i giallicci. Scarsi, quasi esclusivamente jalini. ALBUMINA. . . Scarsa. Copiosa. Copiosissima. Scarsa, talvolta mancante. dei casi di degenerazione amiloide dei reni, in cui la quantità dell’orina non è diminuita, ad onta che coesistano forti edemi e manca in essa completamente l’albumina LITTEN,Charité Annalen. Jahr. 1877. Berlin 1879, p. 177.. - Alcuni osservatori (STEWART) trovarono talvolta reazione amiloide di qualche cilindro, o di cellule epitaliali.

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I leucociti del pus, commisti a globuli sanguigni rossi, costituiscono un sedimento ordinariamente abbondante. Il pus può anche mancare, oppure improvvisamente sgorgare in copia nel caso che un ascesso renale si sia ad un tratto svuotato nei bacinetti. Talvolta vennero evacuati coll’orina dei pezzi di sostanza renale ancora riconoscibili alla loro struttura microscopica. Nelle suppurazioni da cause traumatiche l’orina, prima di diventar purulenta, è sanguigna, e può continuare a contenere sangue, oltre a pus, per molto tempo. - L’orina contiene albumina, la cui quantità di rado è grande, e spesso scompare. - Nella nefrite suppurativa parassitica si trovano nell’orina dei cilindri di batteri o micrococchi (§ 120).

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Può essere abbondante il sangue allorchè l’emorragia è dovuta a lacerazione della mucosa praticata da un calcolo angoloso. Più tardi il sangue e gli epitelî diminuiscono e scompaiono, e l’urina rimane semplicemente purulenta. Essa contiene del muco e dell'albumina dovuta, e per ciò corrispondente in quantità, alla mescolanza del pus e del sangue. In alcuni casi nei bacinetti dilatatisi l’orina si sofferma e si decompone, diventando, così, di reazione alcalina. - Talvolta occorre, anche, che l’uretere corrispondente al rene malato venga otturato da un calcolo, da un coagulo di sangue, ecc. In tal caso non arriva alla vescica che l’orina proveniente dal rene sano, quindi di apparenza normale; e il pus non riappare che quando l’uretere sia ridiventato previo. Più difficile ancora è la diagnosi quando la pielite non è sola ma è dipendenza o complicazione di un catarro vescicale. Occorrono altri criteri, ed, anche questi, soltanto di probabilità; ad es. la quantità relativamente grande del pus eliminato; la reazione ammoniacale debole ad onta della copia di pus; il dolore spontaneo o l’addolorabilità dei lombi alla pressione; il carattere e l’altezza della febbre, l’adinamia del malato, ecc.

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Nella cistite acuta è torbida, di reazione alcalina (o, se appena emessa è acida, diventa in poco tempo alcalina), di colore variabile dal giallo scuro, al biancastro, o al rosso scuro a seconda del predominare dell’uno o dell’altro degli elementi che costituiscono il suo ordinariamente abbondante sedimento. Questi elementi sono corpuscoli purulenti, globuli rossi ed epitelî vescicali, oltre ai sali precipitatisi ed ai microfiti sviluppatisi a seconda della reazione più o meno alcalina dell’orina. Gli epitelî vescicali possono essere scarsi o mancare del tutto nel progresso della malattia.

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Se la goccia è troppo abbondante non è buon metodo di sminuirla applicando ad un lato del coproggetti un pezzetto di carta bibula che l’assorba, poichè, essendo i leucociti appiccaticci, essi aderiscono tenacemente al vetro del preparato; sicchè la carta bibula assorbe prevalentemente i globuli rossi ed il liquido, ed altera, quindi, il rapporto numerico fra gli elementi. È preferibile, perciò, distruggere il preparato e farne un altro con minor quantità di sangue. Con un po’ di abitudine si riesce facilmente a valutare la quantità necessaria.

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