Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondano

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Eva Regina

203767
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 2 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Non tutta l' arte è però coltivata dalla donna, che vi si dedica seriamente, con ugual misura, e mentre le scrittrici e le suonatrici abbondano, la pittura ha meno discepole, e meno ancora ne ha la scultura : nessuna, ch' io mi sappia, l' architettura. E più che verso la grande arte creatrice, dove sono poche quelle che giungono ad affermarsi con una personalità propria e a superare la mediocrità, la donna si rivolge verso l' arte che più le somiglia, quella che sente di più, e dove la sua fantasia poetica, il suo pensiero vago ed indeterminato possono con maggiore facilità esercitarsi e spaziare: l'arte decorativa. Anche certe raccoltine di versi, di novelle, di bozzetti, frutto d' immaginazione più che d'osservazione fedele del vero, che altro possono essere se non arte ornamentale? Ad ogni modo è sempre il primo gradino : certune lo valicano e proseguono l'ascesa, altre si fermano lì. Sono scarse le compositrici di musica, in Italia, almeno; tanto scarse che nel 1890 quando il De Gubernatis iniziò con idea genialissima un'Esposizione d'arte muliebre sotto gli auspicii della donna di Dante, dovette ricorrere ad una straniera per far musicare la cantata inaugurale. Per trovare un ingegno musicale femminile un po' notevole fra noi bisogna risalire alla seconda metà dell'ottocento e ripensare a Carlotta Ferrari di Lodi, allieva del Conservatorio di Milano, che giovanetta ancora compose versi e musica d' un lavoro melodrammatico : Ugo, rappresentato con fortunato successo in un teatro della capitale Lombarda. Scrisse poi Sofia, altro melodramma che rialzò, pure a Milano, le sorti d'una stagione teatrale. Compose anche Messe, tra cui, per onorevole incarico, la Messa funebre per le solenni esequie di Carlo Alberto a Torino, raccogliendo elogi e trionfi. Ma l' apice della sua carriera musicale, Carlotta Ferrari raggiunse con la sua terza opera: Eleonora d'Arborea che fece volare la sua fama oltre i confini della patria. Abbastanza recentemente ella conseguì col suo Inno di Santa Cecilia uno dei tre premi straordinari consistente in preziosi oggetti d'arte elargiti dalla Spagna per un grande concorso internazionale di musica a cui presero parte migliaia di concorrenti. Carlotta Ferrari è morta a Bologna, non sono molti anni. Fra le pittrici, per citare qualche nome, dirò d' Emma Ciardi appartenente a quella famiglia di pittori veneziani che ormai nelle esposizioni fa scuola a parte. Questa giovine artista, modesta quanto valorosa e laboriosa, pur derivando dalla nobile arte paterna, si è fatta uno stile e un genere a parte, pieno di delicatezza, di grazia, di pensiero e di dolce malinconia. Più d' uno dei suoi quadri ebbe l' onore d' esser scelto dai nostri sovrani per le loro private gallerie ; e recentemente a Londra, a Monaco, dove Emma Ciardi espose una ricca collezione dei suoi lavori in Mostre individuali, ottenne risultati finanziari assai soddisfacenti e lusinghieri trionfi. A Firenze vive e lavora Ernestina Orlandini nata Mack, tedesca di Hanow sul Meno, che l'amore e l'arte fecero italiana. I suoi ritratti hanno un pregio singolare e le procurarono molti premi. I maravigliosi fiori dei giardini di Firenze trovano pure in lei la loro interprete delicata e sincera. Nè voglio dimenticare Antonietta Fragiacomo che segue le traccie del suo illustre parente ; e Anita Zappa, milanese, autrice di studi all' aperto pieni di luce e di freschezza. La scultura femminile è rappresentata degnamente in Italia da Adelaide Maraini che nello studio del padre, lo scultore Pandiani, trovò, bimba ancora, la sua vocazione e il suo destino. Studiò a Brera,ma ancora più studiò da sè per sviluppare il suo vero temperamento. I suoi primi lavori avevano una gentile impronta mistica, e furono bassorilievi, fontane, sculture ornamentali. Andata sposa all' ingegnere Maraini di Roma sacrificò serenamente l'arte ai suoi dolci doveri, e per nove anni tenne chiuso lo studio per occuparsi soltanto dei suoi bimbi e della sua casa. Poi tornò alle sue creazioni di bellezza, con un' anima più matura e più forte. La prima grande statua modellata da lei: Saffo, inviata all' Esposizione di Parigi, e poi acquistata da Rotschild, le diede la rinomanza. Da allora le sue opere si moltiplicarono per emigrare candide e pure, nei giardini aristocratici, nelle gallerie, nei camposanti. Un giorno ella vide entrare nel suo studio di Lugano l'imperatrice Elisabetta, la grande dolorosa, che si portò seco nella silente villa di Corfù un' altra ispirazione di Saffo ; e più tardi anche una figura d'Aspasia trovò posto nell'Achylleion. Ora Adelaide Maraini vive a Roma fra la sua famiglia, nella pace gloriosa che segue una giornata nobilmente vissuta. « Benedetta questa donna — scrisse di lei una penna illustre — che è grande artista senza aver perduto nessuna delle tenerezze della madre; benedetta questa donna in cui il genio dell'arte non ha spento una sola delle più soavi femminilità di Eva ! » Possano tutte le artiste meritare simile elogio, smentendo la leggenda accreditata presso il volgo che le donne artiste amino l'eccentrico, il vistoso, l'esagerato, e prendano pose stucchevoli. Certo, fra tante, vi sono anche queste che si rendono ridicole per i colori e le foggie dei loro abbigliamenti, per le loro abitudini zingaresche, il loro linguaggio pieno d'affettazioni ; ma per amor del vero bisogna riconoscere che le artiste dei nostri tempi sono, in generale, signore e signorine che non differiscono nell'aspetto e nelle maniere dalle altre, con una nota di gusto più personale, un po' originale forse anche, ma che deriva dalla loro famigliarità con le cose belle ed armoniose ed è artisticamente giustificata.

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Il giornalismo, anche escludendovi la politica intorno a cui ancora le nostre donne non scrivono, coi suoi articoli brillanti o vibrati sul-l' attualità colta a volo, le sue polemiche, la sua critica, le sue riviste di mondanità, d'arte; nel suo riflesso costante, insomma, della vita che si vive, richiede temperamenti spirituali saldi, decisi, sintetici ; pensiero in attività costante e pronto a manifestarsi, facilità e celerità di comprensione : doti che non abbondano generalmente nella donna, forse perchè essa non attende a svilupparle, rivolgendosi di preferenza alla letteratura narrativa e di fantasia. E poi il giornalismo richiede un'assiduità di lavoro che non sempre la donna può dare, rivolta ad altre cure richieste dalla famiglia o dalla società. Il giornalismo costringe la donna ad una indipendenza di vita, di abitudini e di pensiero che molte volte la sgomenta, la fa rinunziare. In Francia, dove la vita intellettuale è più attiva, si ebbe alcuni anni fa una prova ben riuscita della capacità giornalistica femminile La Fronde diretta da M.me Sévérine, nota pubblicista parigina, era un grande giornale quotidiano, politico-sociale, interamente redatto da signore. Facevano gli articoli di fondo, la cronaca, s'occupavano di politica, di questioni sociali, di arte, di avvenimenti, di personalità, nè più nè meno degli altri principali giornali della capitale. E non solo la Redazione ma anche l'Amministrazione era interamente femminile, e nella tipografia ove si stampava La Fronde non si vedevano ai banchi e alle macchine che compositrici e operaie. Molte ragazzette erano incaricate della vendita del giornale. Queste donne indossavano tutte un costume verde-oscuro con ramicelli ricamati ai colletti. Era un vero alveare d' api laboriose. In Italia, qualche anno fa, solamente le riviste educative e i giornali per l' infanzia erano diretti da signore. Rammento la Rivista per le signorine fondata e diretta da Sofia Bisi Albini ; Cordelia diretta da Ida Baccini ; il Cuore Calabrese diretto da Raffaellina Giordano ; il Giornale dei fanciulli diretto da Emma Perodi ; Fanciullezza Italiana diretto da Anna Vertua Gentile. Ora, però, Sofia Bisi Albini, con mirabile abnegazione d' opera e di mezzi, ha voluto dare all'Italia una rivista che rispecchiasse nelle sue più nobili manifestazioni l'attività femminile contemporanea e vi è riuscita con la sua Vita femminile Italiana che è un vero modello del genere. Il femminismo ha pure adesso il suo giornale, nel foglio bimensile Il giornale per la donna, organo eccellente delle nuove idealità muliebri. E l'arte letteraria possiede Il Ventesimo pure fondato e diretto da una signora che ama nascondere la sua tempra virile sotto un nome d'uomo: Mario Clarvy. Un altro bell'esempio d'operosità femminile nel giornalismo fu quello della marchesa Vincenzina De Felice Lancellotti di Napoli, morta poco più che quarantenne, non sono molti anni. Essa fu una precorritrice del femminismo nel più nobile significato e fondò e diresse un periodico indirizzato alle donne e da sole donne redatto: Vittoria Colonna, nel quale esponeva istancabilmente le sue opinioni con virilità di pensiero e di parola, su qualunque soggetto, di scienza, di religione, di morale : e polemizzava con arguzia e logica stringente, avendo sempre di mira un alto ideale di progresso femminile. Tra le giornaliste più valorose e pugnaci che dedicano alla letteratura militante le migliori forze del loro ingegno accennerò a Donna Paola della Scena Illustrata : a Febea, a Mantea, a Paola Lombroso, ad Eva de Vincentis, Erminia Montini, Flavia Steno. Matilde Serao fa eccezione, giacchè oltre scrivere poderosi romanzi, pregevoli per arte e per osservazione della vita, dirige Il Giorno, uno dei più diffusi giornali di Napoli, nel quale scrive bellissimi articoli d' attualità e fa la critica d' arte e le cronache mondane. La feracità d' ingegno e l' attività della Serao sono davvero stupefacenti e superiori a quelli d' ogni altra scrittrice nostra.

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