Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Dei doveri di civiltà ad uso delle fanciulle

188453
Pietro Touhar 1 occorrenze
  • 1880
  • Felice Paggi Libraio-Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Oggidì nelle conversazioni abbondano le persone che fanno sfoggio di spirito con più o meno gradevole motteggiare. Il che, a dir vero, è merito meschinissimo; e chi si lascia sedurre dalle facili palme raccolte co' suoi frizzi nel primo incontro, giunge presto a dimenticare quei delicati riguardi e quella squisita civiltà nei modi e nel favellare, in cui soltanto risiede la vera amabilità del colloquio. Qui sono da sfuggire massimamente gli equivoci, le ambiguità, i giuochi di parole che recar potrebbero offesa al pudore; e infatti le persone bene educate se ne astengono rigorosamente, e mostrano di non intendere o si studiano di distornarne l'attenzione degli altri, se un insolente o uno sciocco si fa lecito di proferirne in loro presenza. Per una donna, e molto più per una fanciulla, sarebbe sconvenienza biasimevolissima il sorridere a cotali allusioni, e peggio poi se ella stessa ne ripetesse o ne immaginasse. Taluni hanno, per così dire, nella memoria un magazzino di aneddoti, di barzellette, di facezie, e con ogni maggior premura si danno attorno per condirne la conversazione; cosa non tanto facile a volerla fare con garbo, e che poi in sostanza non merita la gran fatica che loro costa; chè il far ridere la brigata non procaccia lode nè estimazione. Vero è che una barzelletta leggera ed a tempo suole ravvivare il colloquio illanguidito; ma è da por mente anzitutto che la facezia non deve ferire persone di poco spirito, le quail sono sempre disposte ad aversene a male, prendendo per canzonatura o disprezzo lo scherzo più innocente sul conto loro. La vera civiltà ha suo fondamento nella benevolenza, talchè se voi dimenticate questa massima capitale, per poco anderete spesso a rischio di mettere il piede in fallo. Malissimo operereste con imitare coloro che sono sempre pronti a pungere le persone incapaci di rendere loro pan per focaccia. Abili a cogliere in fallo or questo or quello, ne fanno spiccare il ridicolo, e possono per qualche istante sollazzare le teste deboli; ma le persone di buon senso non daranno mai il loro suffragio ai buffoni. Molti poi hanno la manìa delle citazioni; essendo scarsi di spirito fannosi eco di quello degli altri, e ne sono prodighi dispensatori in ogni colloquio. Per mancanza di perspicacia spesso sciupano i detti più arguti, gli aneddoti più graziosi col non saperli nè adattare nè riferire; si presumono di dilettare, ed annoiano; e se anco qualche cosa di grazioso riuscisse loro di proferire, vi aggiungono poi tante sciocchezze che ogni diletto sparisce. Non vogliate dunque esporvi ad essere annoverate fra i noiosi. Certo una citazione breve, bene scelta, fatta a tempo riuscirà gradevole, ma è sempre necessario usarne sobriamente, e non affettare erudizione di scuola, nè venir fuori con paroloni scientifici e cavati da lingue straniere. Del rimanente l'accortezza e il buon gusto vi sapranno tener lontane dall'abuso del quale parliamo. Dobbiamo: Astenerci dal parlare sotto metafora Sotto metafora, dando alle parole altra significazione che la loro propria. soprattutto quando vi possa essere il rischio d'offendere la decenza, non badare agli equivoci che da altri venissero proferiti; non rilevare con ironia gli errori che a taluno potrebbero sfuggire nel colloquio; non fare uso studiato in conversazione di erudizione scolastica e di parole pertinenti alle scienze. Non dobbiamo: Fare abuso di motti spiritosi nel conversare; molestare con scherzi o canzonature nessuno, e molto meno le persone di poco spirito o che hanno qualche debolezza; ripetere a sazietà, ancorchè siano piacevoli, le cose dette dagli altri.

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