Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbondano

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Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

205750
Garelli, Felice 1 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Dove abbondano, si tolgono almeno quelle che inceppano l'azione degli strumenti aratorii. Con le pietre levate dal terreno, se non vengono adoperate in altra maniera più utile, si rassodano le vie interne del fondo, o si fa un muro a secco di chiusura attorno alla terra da cui si levano. 2. Un terreno a superficie irregolare presenta molti svantaggi: nelle depressioni l'acqua ristagna; i rialzi sono aridi; difficoltà, e maggiore spesa di irrigazioni; difficoltà nei lavori, e minore utilità dei medesimi; diseguaglianza nella vegetazione; scarsità, e minor pregio dei prodotti. Si corregge con lo spianamento. Le bassure si colmano con lo sterro dei rialzi. Si spiana con l'aratro, o con la vanga; e il trasporto della terra si fa a braccia con la carriuola, o a tiro con carri. I lavori di sterro sono sempre costosi; ma il più delle volte il guadagno, che n'ha il terreno, supera di molto la spesa. 3. Per riempiere estese bassure, o ragguagliarne la superficie diseguale, in vicinanza di fiumi o torrenti, si ricorre con vantaggio alle colmate. Si derivano cioè le acque torbide, in occasione di piene, sopra il fondo, e anche vi si arrestano per mezzo di argini e chiuse, perchè vi depositino le materie, che trascinano con sè. Queste si chiamano colmate ordinarie, o di pianura. Si fanno altresì le colmate di monte, per abbassare poggetti; per colmare con la materia tolta a questi le forre, o i burroni adiacenti; e per convertire ripide balze, improduttive, in dolci e fertili declivi. Queste colmate si fanno con le acque di pioggia, dirette ed accompagnate dall'opera dell'uomo. DOMANDE: 1. È utile lo spietramento dei terreni ingombri di sassi? 2. Quali svantaggi presenta un terreno a superficie irregolare? - Come se ne fa lo spianamento? 3.Quando si ricorre alle colmate? - Come si eseguiscono? - Quali sono le colmate di monte? - E come si fanno?

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La giovinetta campagnuola

207965
Garelli, Felice 2 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Non abbondano nemanco nelle terre irrigue, le più adatte alla produzione dei foraggi. Si ha quindi poco bestiame, e, sovratutto d'inverno, lo si tien magro, con razioni di fieno e paglia mescolate insieme, e misurate con mano avara. A stento si giunge alla primavera. Il bestiame che dalle fatiche estive si sarebbe rifatto col riposo invernale, scarsamente nutrito, invece di rimettersi in carne, mostra le ossa. Con tutto ciò da per tutto, per trascuranza, si perde moltissimo foraggio. Son pochi i prati in terra, e si trascurano i prati in aria, cioè le foglie di alberi e di arbusti, che crescono lungo i fossi, le vie, attorno ai campi. Son buone per foraggio, verde o secco, le foglie d'olmo, di vite, del gelso, del pero, del melo, del nespolo, del ciliegio, del fico, del tiglio, dell'acero, del pioppo, del nocciòlo, del rovo, del castagno, del salcio, del frassino, dell'acacia, del lùppolo, del viburno, del fico d'india. Aggiungi a queste le foglie del mais (granoturco), della barbabietola, della carota, del carcioffo, della rapa, del navone, del cavolfiore, che il buon coltivatore raccoglie con diligenza pel suo bestiame. Di tutto questo ben di Dio, quanto ne va sciupato per ignoranza, o trascuratezza! Quanto foraggio secco si avrebbe di più per l'inverno, e quant'altro bestiame si potrebbe mantenere, senza maggiore spesa, o soverchia fatica!

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Ma fa la scelta chi può; e tu non puoi: sulla tua tavola non abbondano i cibi. Pure con quello che è in casa, e si ricava dalla terra, si può vivere bene; senza golosità; senza spreco; e con vero guadagno di forza, di salute, e di lavoro. Ascolta dunque, o giovinetta, i miei consigli. Con sola polenta, solo riso, o sole patate, non si è nutriti abbastanza: questi cibi rimpinzano lo stomaco, ma un'ora dopo il pasto si è vuoti, e sfiniti come prima. Bisogna dunque mangiare un po' meno di tali cibi, e aggiungervi latticini, o una minestra di legumi, castagne, o pane, e, una o due volte la settimana, un po' di carne. Non è quel che si mangia che fa bene, ma quel che si digerisce. Per digerire facilmente i cibi, bisogna prima di tutto masticarli bene. Dunque non mangiare in fretta e in furia; non è buona creanza, e ti fa male. Mangia con moderazione d'ogni sorta di frutta. Bada, se vuoi schivar le coliche, e le indigestioni, di non mangiare pane ammuffito, carne che puzza, frutta acerba o mezza, legumi mal cotti, patate o rape colpite dal gelo, o in via di germinazione, castagne crude, o infortite, vino torbido o guasto, funghi sospetti. Bevi poco. Un po' di vino fa bene, specialmente agli adulti, e ai vecchi; dà vigore al corpo, rallegra il cuore, e lo spirito. Ma alla tua età se ne deve bere poco, annacquato, e ben di rado puro. Crescendo negli anni, e fino alla più tarda età, devi ancora berne poco, ma buono.

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