Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170153
Mantegazza, Paolo 1 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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Si può appena accennare che essi abbondano nel regno vegetale e specialmente nei fiori, i quali ne abbisognano per attrarre gli insetti, che trasportando il polline facilitano la fecondazione del calice. Sono meno frequenti negli animali, e sono rari nel regno inorganico. Del resto non si potrà mai dire perchè l'umile violetta nasconda tra i suoi petali tanta soavità di profumo, mentre il bel fiore dell'Arum dracunculus spande un odore così fetido e ributtante. L'elemento fondamentale dei piaceri dell'olfatto ci è sconosciuto. Il più delle volte è un fenomeno semplicissimo di contatto fra le particelle odorose natanti nell'aria e i nervi olfattivi; ma qualche volta si associa a questo piacere anche una sensazione puramente tattile, la quale però difficilmente è la prima sorgente della sensazione piacevole. I piaceri dell'olfatto variano più di tutti gli altri nei diversi individui, appunto perchè le sensazioni che li producono sono assai delicate e spettano a un senso meno importante per la varietà scarsa delle impressioni che riceve. In generale, sugli odori più forti si accordano quasi tutti, mentre le preferenze sono tanto diverse quanto meno le sensazioni sono intense. In ogni modo i piaceri variano all'infinito, e se ne hanno ogni giorno le prove più ovvie nella vita familiare. Il piacere non diventa rigorosamente patologico che quando è prodotto da una sostanza che, inspirata, può riescire dannosa. Siccome però in tutte le questioni il consenso universale ha tanta importanza, io oserei chiamar malati quei nasi che sanno deliziarsi con l'assa-fetida, con l'aglio e col corno bruciato. I piaceri dell'olfatto sono, in generale, più squisiti nel sesso gentile, perchè la donna ha nervi più delicati. Queste labili gioie sono meno pallide nella media età della vita, nei paesi caldi, e quindi anche nell'estate e nelle classi elevate della società. Questi piaceri, esigendo un grado superiore di attenzione, educano allo spirito di osservazione, e facendo amare i fiori rendono delicate il gusto del bello. L'abuso di queste gioie rende molli ed effeminati. La fisonomia di questi piaceri è molto semplice, e negli infimi gradi non consiste che nella chiusura della bocca e nella inspirazione prolungata e ininterrotta. I lineamenti del volto esprimono una calma attenzione. Nei gradi più intensi del piacere l'inspirazione e molto profonda, e il torace si dilata al massimo, simulando un vero sospiro, a cui tien dietro una lunga e rumorosa espirazione, nella quale i tratti del volto si espandono ad esprimere un grande compiacimento. Gli occhi più d'una volta si socchiudono e si nascondono interamente sotto il velo delle palpebre. Esclamazioni e atti di sorpresa si associano qualche volta alle reminiscenze che vengono ridestate dall'odore piacevole e che ci tengono assorti per qualche tempo e muti, cogli occhi rivolti al cielo e la faccia atteggiata ad una espressione di grande solennità. Questi piaceri fanno sorridere qualche volta, ma non si esprimono mai col riso. I piaceri tattili dell'olfatto sono assai limitati, e non consistono, il più delle volte, che in una semplice irritazione o in un vero solletico dei nervi tattili della pituitaria. Talora anche la reazione è così forte da produrre uno starnuto, che, annullando a un tratto, con una specie di scarica nervosa, la soverchia tensione del senso, può essere molto piacevole. Se ne ha un esempio tirando tabacco, o fiutando aceto radicale, cristallini minutissimi d'acido benzoico od altre sostanze consimili. I piaceri specifici dell'olfatto non si possono suddividere che in due classi, a seconda che la sensazione è delicata o forte. Ai piaceri squisiti appartengono quelli prodotti dai profumi della viola, della rosa, della reseda, dell'ambra e di infiniti altri corpi. Ai piaceri intensi spettano i profumi della magnolia, della vaniglia, del muschio, ecc. Vi sono alcuni odori che piacciono per la loro delicatezza e per la studiata attenzione che si esige per gustarli, come avviene della rosa tea, del thè e di alcuni legni odorosi. Altre volte l'odore è forte, complesso, per cui dobbiamo impiegare un certo sforzo per educare i nervi a trovarlo piacevole. È una vera lotta nella quale riusciamo vincitori dell'odore colle armi del senso e della volontà. Gli odori virosi dell'oppio e di molte resine ci porgono un esempio di questo genere di sensazioni. Più d'una volta il piacere non è prodotto della sensazione specifica, quanto dalla lieta immagine che ci ridesta. Così il marinaio che sente l'odor della pece rammenta con gioia l'oceano e la nave prediletta; così il veterano carico di cicatrici e di gloria aspira con voluttà l'acre fumo della polvere; mentre il montanaro, trapiantato nelle monotone pianure, fiuta con delizia l'odore resinoso del pino. In tutti questi casi, come in molti altri consimili, il sentimento si associa al senso, producendo un piacere complesso, che può arrivare a un grado massimo di intensità.

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