Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA

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Bazzero, Ambrogio 2 occorrenze

Vi è un signore potente, non lontano di qui, il quale abbisogni di scuri per apparecchiare le travi alle macchine di guerra? C'è forse quel signore? E come si chiama?» Oh lo strazio di quella simulazione! A questo punto gli accenti divengono procellosi, - Hai saputo dunque d'Adalberto? di mio padre! - Adalberto è vinto: Oberto è vincitore: Ildebrandino è morto. - Morto? - così domandando, Imilda rompe in uno scoppio di pianto. - Di altri non seppi. So che il mio tormento è grande, e tu piangi. E so che Oberto.... - Ugo ripete astiosamente, quasi aizzato dalle memorie: - Oberto! - Ebbene? - Rizzi il capo a sentire il nome di colui? Oberto è nel mio castello.... signore potentissimo! - Ed Ugo è straziato dalle sante lagrime d'Imilda: - E la sposa? mi domandai. Non ha sposa. O Imilda, s'io non ero il tuo dimonio, tu ora saresti madonna di grande stato, moglie di Oberto, in belle sale, fra gentile corteo di damigelle. Ma sei qui, con me!... Perche ho valicato oggi il Chiusone? - e con forza gioiosa: - Ugo ritorna in me! - Ugo! - rimprovera solennemente la donna:. - Dovevi lasciarmi nel fuoco quel giorno! Non avrei oggi ascoltato questo!... Ugo!... Mio padre! - Questo ti grava? - minaccia tristamente Ugo: poi sogghignando: - E sei serbata ad ascoltare di più! Sappi dunque: che i traditori giungono dappertutto: e Bonello che un dì fu pagato da Adalberto contro di me, contro di noi può essere pagato da Oberto.... - Oh quel valente, no! Voi che dite così non siete cavaliere! - Imilda pavida e sdegnosa dell'immenso pericolo ribatte il dubbio col cuore: - No, no, Ugo! E a quest'altro punto la procella si scatena tremenda, e Ugo si percuote il petto, si rizza furiosissimo, immenso nell'amore e nell'odio. Imilda si spaventa, e più è spaventata, più subisce il fascino di lui. - Ma sono padre!... Perché ho valicato il Chiusone?... Vedete quella cuna? Che c'è, che c'è, Dio mio, nel destino perchè la maledizione debba pesare su quella creatura? e su voi? Tormenta me, se godi di questa atroce potenza: io faccio sacramento di rendere un giorno agli uomini quello che essi mi hanno fatto, col furore addoppiante della vendetta! Ma una donna, una bimba! Ad esse fu dato il cuore per amare, non per odiare! - Ugo, tu bestemmii! Senti: castigo d'Iddio! il vento vuol sfasciare la capanna! O Signore, la mia cuna! - Non temere! Il tristo dono della vita non si ritoglie mai a tempo. Gioisci? Muori. Ti strazii? La morte invocata non VIENE. Tutto è martirio! - Ugo! Ugo, tu piangi? - Se Bonello venisse quassù? - Tu hai la scure: io so pregare Iddio. - Tu non temi l'ira del cielo, perché tu sai che in cielo Dio è l'amore: io temo quella degli uomini, perché in terra Dio è l'oro! - Ti dissi io: «Ugo, fuggiamo! I boscaiuoli già sono tutti al piano: qui temo la bufera, la valanga, la morte» ti dissi? - Ed io devo supplicarti: fuggiamo! Oggi lo seppi, sì; fu scoperto che noi siamo quassù: fu giurato il nostro martirio, lo scempio della tua creaturina, il tuo vitupero, la mia prigionia! Bonello, forse domani, o solo col tradimento, o violentissimo con cento armati, verrà su queste cime, a guadagnare la taglia! Io ho udito il bando e la promessa in oggi stesso! Fuggiamo, Imilda! Imilda è già soggiogata, non si lamenta, non si dibatte, non si stringe ad Ugo, non prega Dio, ma solo geme col sospiro più profondo: - E la nostra poverina? Quel sospiro soffia in un grande inferno: perché Ugo bestemmia: - Sempre un rimorso nella mia preghiera! Ma Imilda se lo stringe a sè. Quando il boscaiuolo era entrato nella capanna era Silverio, ora il cavaliero era Ugo. Con Silverio Imilda amava la pace, con Ugo adorava il passato, il presente, l'avvenire. - No, Ugo! Io ti seguii! Non ti seguii: ma ti volli, ti trascinai, ti inebbriai! Oh com'era il tuo amore? Ch'io non ti abbia poi conosciuto mai in tanti mesi? Che tu non sii forte come me? - Imilda! - Come sarà il tuo amore? - Sarà come adesso! Ardente, santo, santissimo, pronto a tutto!

Solamente il giorno prima, quando aveva passato celeremente il Chiusone, spinto da un sogno inquieto che aveva fatto, quando aveva chiesto: - C'è forse un signore potente, il quale abbisogni di braccia per apparecchiare le travi alle macchine di guerra? - aveva saputo che Adalberto s'armava. Aveva sfuggito ogni casa, pure aveva chiesto, tormentosamente simulando, ad alcuni valligiani le novelle della sua rocca e di quella di Imilda, ma, ingozzandole amare, nulla più aveva potuto né chiedere troppo attento, né ascoltare da quei disattenti. Solo per caso udì, sul piazzaletto di una tavernaccia, un ribaldo bandire una nuova taglia di sei in sei mesi sulla testa di Ugo, per comando di Oberto, promettendo i tre mucchietti d'oro di prammatica. La gente quasi rideva. Ugo? Andatelo a prendere! Dove sarà? Solo il banditore aveva detto: - Bonello ci penserà: sa tutto: domani Bonello giura che guadagna la taglia. Ai monti! - e tant'altre cose. - Ugo era fuggito, aveva rivalicato il Chiusone, s'arrampicava alla capanna. Adalberto s'armava ancora? Contro chi? Certo contro i vassalli ancora. Ugo nulla sapeva: quindi quasi domandò a se stesso: - Alzor? il saraceno? Come? Egli già qui? E l'uomo alla cappelletta: - Mi difesi! Ho sette ferite! All'ultimo m'ebbi mozza la mano. Venni qui a seppellirla in luogo consacrato. Laggiù in oggi ogni misfatto è permesso: è divenuta terra di saracini la nostra. Perché siete fuggito voi, ieri, al momento del supremo pericolo? E la donna: - Fuggite nella valle del Chiusone! Fuggite, se avete un bambino, e se quello è ancora vivo tra le vostre braccia. Io fui madre! Ugo ridomanda: - Ma come? E l'uomo: - Che giorno d'estrema ruina! Ma il sire di Saluzzo e quello di Susa resisteranno ancora! Io sarò con essi! Donna, lasciami! Io voglio essere con essi! E la donna: - O Signore, perchè non mi avete uccisa insieme al mio bambino? Ugo, ancora chiedendo: - Ma come? - e non avendo risposta da quegli impazzati dal dolore, che continuavano a crederlo un fuggitivo, Ugo muove il passo innanzi, dicendo: - V'è battaglia dunque? E l'uomo: - Alzor ci piombò con un lancio da liopardo! O Signore nostro Jesù, per la fede sacratissima del tuo vangelo, ti supplico, ti supplichiamo! Ora ti veggo, o montanaro. Sei pronto tu? Ma non hai la scure neanche tu? Su, istessamente: adopreremo scheggioni di rupi! Su! su, su, tutti alla riscossa, da Susa con messer Oberto capitano e con Adalberto! - e l'uomo si alzò, barcollando. - Oberto? Adalberto? Ancora sono vivi? Non li straziò oggi il saracino? - imprecò terribilmente Ugo. - La Iddio mercè, tanta sventura non è ancora avvenuta! - lamentò l'uomo, e fraintendendolo, s'accese nel furore di Ugo: - Da Susa a Saluzzo cogli altri migliori duci, Taizzone, Agobardo, Fulberto, insomma da Susa a Saluzzo si vuol resistere, per la gloria di Maria santissima! Su, su, su! Una spada!... Se non avessi mozza la destra! Se non avessi la donna che mi trascina alla viltà! E la donna: - Non eravamo rassegnati a morire qui? - E Oberto, Adalberto? - ridomanda Ugo potentemente. E l'uomo: - Sapranno resistere! Oh se sapranno!... - e dopo una tremenda pausa: - Se pure un traditore non schiude al saracino i passi delle valli, girando dietro l'alpi e abbattendo ad una ad una le castella vassalle a quei valorosi! - Ah! - geme Ugo con suono ineffabile. L'uomo si caccia a piangere, lasciandosi andar giù sul terreno fino ad insozzarsi di mota la fronte. Ugo fatale invidia quella posizione di massimo avvilimento, ma i suoi muscoli s'inturgidano, la persona si leva audace: egli è invaso da un tremito spaventoso e inciocca i denti pel ribrezzo della febbre. Succede un momento di terribile ansia. Poi Ugo, guardando giù, oltre la valle, quei fuochi di guerra, interroga cupamente: - Messere, o barone o boscaiuolo, che cercate voi? - Io la vendetta! - esulta l'uomo e rizza la testa. - E la vorreste? - A qualunque costo! - ma l'uomo ricade agonizzando. Ed Ugo con spasimo satanico di gioia: - Sono straziato io più di voi! Io voglio la vendetta, a qualunque costo! Diceste che laggiù in oggi è terra di pagani ed ogni misfatto è permesso? Vi auguro di morire! Morite, qui, subito! Non ascolterete l'atrocissimo delitto! Ugo precipita dalla montagna, e alla bambina famelica dà a suggere le proprie labbra lorde di sangue e di bava....

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