Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Signorilità

199440
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 1 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
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La moglie di un prefetto o podestà o, comunque, in posizione ufficiale e influente, recandosi in una nuova città, ricordi queste frasi scritte da Massimo D' Azeglio alla marchesa Ricci, figliola sua e di Giulia Manzoni, primogenita di Alessandro: «La prima condizione di una vita serena, sta nella benevolenza di chi ci circonda; è come un «credito aperto», che ci procura sempre quanto ci piace e ci abbisogna. Per avere la benevolenza altrui, bisogna dare e dimostrare la nostra. Tu stai per giungere a Macerata; dopo un mese, bisogna che la società del paese si trovi convinta che il tuo carattere è benevolo, indulgente, affettuoso... che, a volerti bene e a renderti servizio a l'occasione, non è fatica buttata. Da allora, la tua posizione di moglie di tuo marito è assicurata, e l'importante è fatto. Quando una persona non ti va, il faut te donner de la peine perchè ti vada... Devi metter bene fra le persone, sempre, e non mettere male mai; non riferire mai quello che senti, fuorchè quando senti dir bene. Il faut faire de bons commmérages...». E il grande galantuomo piemontese avrebbe certamente applaudito alle parole che S. E. Mussolini pronunciò nel giugno 1928, parlando di politica estera, e dell'innovazione per cui fu reso obbligatorio il regio assenso per i matrimoni dei funzionari di carriera, appartenenti al Ministero degli Esteri: «È un provvedimento che si appalesa necessario, appena si consideri quanto la moglie del diplomatico o del console sia partecipe della vita e delle funzioni del marito. Saranno così garantite nelle famiglie dei funzionari quelle doti di decoro e di signorilità, indispensabili per rappresentare all'estero il proprio paese». Parole saggie, che ancora dimostrano l'alta intelligenza del Duce e la sua comprensione di tutti i problemi, parole che delineano nettamente la missione della moglie dei funzionari addetti a consolati e a ambasciate. Ella deve formare intorno al marito - e, in ultima sintesi, intorno all'Italia, - un'atmosfera di patria, di valore morale, di sana e viva intellettualità, di simpatia, di cordialità. Ella deve sapere tacere, tacere molto; sapere, secondo le circostanze e secondo il temperamento del marito, calmarlo, moderarlo, consigliargli serenamente o la forza o la prudenza, ma - sempre - l'equilibrio; non ostentare la sua potenza o la sua influenza al consolato, all'Ambasciata o a Roma, ma far sentire ai connazionali che ella mette tutta sè stessa, con grande amore, al servizio di ogni buona causa e dell'Italia. La sua vita non solo deve essere limpida come il cristallo, ma averne anche l'apparenza; il suo tratto deve unire la cordialità alla signorilità; il suo vestire deve unire la moda al gusto e alla correttezza, con particolari (coralli, cappelli di paglia, merletti ecc.) che rappresentino il lavoro e l'industria italiana; la sua casa deve essere una discreta esposizione del buon gusto e del lavoro italiano; la sua tavola deve essere, non solo bene imbandita, ma con squisite specialità italiane. In paesi molto sportivi, l'Ambasciatrice e la sua famiglia che eccellano nel golf, nel tennis o nell'equitazione, fanno «alzare le azioni» dell'Ambasciatore e dell'Italia sulla bilancia diplomatica; il distribuire del danaro ai connazionali poveri, non per mezzo dell'ultimo impiegato, ma direttamente dalla signora, con una parola buona, un sorriso, un conforto, fa decuplicare il valore del soccorso e «alzare azioni» dell'Ambasciata nel cuore degli italiani; la conoscenza perfetta delle lingue, permette di rendere un servizio decuplicato alla patria ecc. ecc. ecc.

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