Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbisogna

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La giovinetta educata alla morale ed istruita nei lavori femminili, nella economia domestica e nelle cose più convenienti al suo stato

192481
Tonar, Gozzi, Taterna, Carrer, Lambruschini, ecc. ecc. 3 occorrenze
  • 1888
  • Libreria G. B. Petrini
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Il saccone elastico non abbisogna che d'essere alquanto colpeggiato : ciò stesso usiam fare coi materassi, col capezzale ed i guanciali, affinchè la lana non rimanga pigiata e appallottolata, ma si riesca morbida e piana. Stese poi le lenzuola, le rimbocchiamo sulle coperte; e si ha cura che le foderette durino sempre di bucato. - Nel contiguo stanzino, in cui si entra per un uscio a muro, sta la teletta, l'attaccapanni, il lavamano colla catinella e la brocca, e quant'altro occorre alla mondezza della persona: lo strigatoio , il pettine fitto, il pettine fittorado, il pettine lungo, la setola da capelli, la spazzola, la setola, il setolino grosso, la setola di pelo di capra, il setolino pe'denti, ecc. E noi abbiamo occhio a tutto, dal rifornir l'acqua ne'vasi, sino a spazzolare i vestiti. Nè questi ci sembrano uffizi ignobili e bassi. Ve n'ha forse, ove si tratti della famiglia e di render servigio a que' tanto cari che ci hanno data la vita?

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Giace nel mezzo la scrivania con su quanto abbisogna allo scrivere. Voglio carta, e mio padre me ne mette davanti d'ogni forma, finezza e colore. Richiedo penne? e me ne porge di oca, di corvo, di gallo d'India e di metallo. De'calamai ve n'ha due : l'uno a guazzo, l'altro a stoppaccio. E s m'avviene di far qualche sgorbio, corro al mastino o cassatoio ; quando scrivo, tra una pagina e l'altra uso mettere carta sugante perchè la polvere guasta il carattere. Nè mi si assente l'uso della falsa riga, perché a quest'ora l'occhio dev'essere avvezzo a correr diritto ; bensì mi aiuto col toccalapis a segnare i fogli dei miei quadernucci o scartabelli. E se ho talora ad inviar qualche lettera a parenti o a taluna delle mie piccole amiche, la suggello colle ostie o colla cera lacca. E di questa, come d'ogni altra cosa, posso valermi a piacer mio : unico divieto che mi sia fatto, è di non metter l'occhio su carte o libri, senza speciale licenza. Quante ore liete ho trascorse qui dentro ! Un maestro sì amabile e dotto, come mio padre, dove trovarlo fra mille? Possa io approfittare delle sue lezioni e rendermi buona e capace quanto egli mi vuole!

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Il prezzemolo riesce in ogni terra un po' arabile, e non abbisogna di concime se non quando allo stato di seme, se viene piantato in terra che si può solcare. In settembre si taglia rasente terra, perché nell'autunno dia nuove foglie. Queste sono verdi e tenere. Durante il gelo e la neve copresi la pianta con un gran letto di strame, oppure le si conservano le antiche foglie, che allora servono di riparo al cuore della pianta e la preservano. Nell'ottobre si fanno seccare le foglie di prezzemolo, che suppliranno le foglie verdi, le quali mancheranno nella cattiva stagione. A questo effetto si lavano, si mondano, si gettano per un momento nell'acqua bollente, si stendono al sole sopra graticci, e si espongono al forno tiepido, quindi si ritirano, si rinchiudono in un luogo asciutto, involte in sacchi di carta o in iscatole, oppure si lasciano seccare all'ombra, divise in pacchetti e sospese al soffitto. Il prezzemolo secco è però inferiore al fresco, il quale solo comunica squisitezza alle vivande. E ad averlo mai sempre fresco supplisce il vaso da prezzemolo coltivato in cucina. È desso un vaso di zinco, di legno o meglio di terra cotta, della forma di un cono tronco alla base, aperto al vertice, mezzo metro di altezza, un metro e 46 centimetri di larghezza, e forato in i 150 o 200 luoghi, nei quali si pianta il prezzemolo. A questo fine si semina in poca quantità nel marzo, e nell'autunno si forma il vaso. Disponesi sul fondo del vaso un primo strato di terra e vi s'introducono le radici del prezzemolo per modo che il collare della radice della pianta esca dal vaso. Quando la schiera inferiore dei fori è guarnita, si sovrappone uno strato di buona terra e s'inaffia lievemente. Via via dal basso all'alto ed in ogni foro s'introducono piante e terra fresca ; quando il vaso è tutto guarnito, lo si corona con qualche pianta di prezzemolo o di fiori di stagione, ed è bello e preparato. Quando la pianta ha messo radice e vegeta, s'incomincia la raccolta. Ogni qualvolta si ha bisogno di prezzemolo, lo si taglia da uno o due fori secondo la quantità che occorre. In capo a qualche settimana il ramo tagliato mette nuove foglie, e così se ne ha una provvista sufficiente per tutto l'inverno. Il vaso da prezzemolo si può trasportare da un luogo all'altro a piacere. Nell'inverno lo si porta nella serra od in cucina per sottrarlo ai grandi freddi. Per evitare che le foglie si scolorino, si espone il vaso alla luce. Si avrà cura che di mese in mese da un foro all'altro tutto il prezzemolo sia tagliato ; il secondo anno bisogna anzi tagliarlo più di sovente, perchè non si formino rami. - Si rinnovano le piante ogni due anni. Anche i semi si conservano per lo stesso spazio di tempo. S'inaffia il vaso secondo il bisogno. Per agevolare l'assorbimento lungo tutto il vaso fu immaginato un tubo stretto di terra cotta, tutto bucherato dall'alto al basso, chiuso di sotto, aperto di sopra. Lo si colloca nel vaso quando vi s'introduce la terra in cui si fa la piantagione. Per inaffiare la pianta si riempie d'acqua il tubo collocato nel centro del vaso, e l'irrigazione si espande da sè in tutto l'apparato.

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