Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta

222783
Misteri del chiostro napoletano 1 occorrenze
  • 1864
  • G. Barbèra
  • Firenze
  • Paraletteratura - Romanzi
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Infatti si manifesta nel capo in sulle prime una forte dolenza, quindi sopravviene un brivido, che invade tutto l'organismo e provoca un tremore generale; poscia manifestansi penosi convellimenti, non solo degli arti superiori, principalmente del capo, ma sibbene degli inferiori, e sovente di tutto il corpo, il quale allora si contorce in mille modi ed abbisogna, per esser contenuto nelle sue scosse, del vigore di più robuste persone. Un mattino, mentre facevasi la visita, l'inferma fu assalita di repente dalle sue croniche convulsioni; esse furono talmente forti e tanto prolungate, da ispirarci inquietudine sulla vita della sofferente. I polsi s'erano oscurati: annientato lo stesso movimento del cuore: un pallore di morte, un raffreddamento generale, un sudore oleoso per tutta la superficie del corpo, finalmente la deglutizione impedita, perchè chiusa ermeticamente la bocca, già travagliata da trisma sensibile. Sovente a questi affliggenti spettacoli assistettero seco noi la signora priora del luogo ed altre religiose. Le convulsioni sogliono durare da tre in quattro ore, poi si dileguano lentamente per dar luogo ad un delirio vago, ad uno straordinario movimento del corpo, di tal fatta che la sofferente si direbbe colpita da alienazione mentale, quindi ad una specie d'estasi e qualche volta a fenomemi di catalessia. In seguito ad uno di questi accessi la paziente tirossi al fianco un colpo di pugnale, che per buona ventura non la espose a pericolo. Questa funesta ricorrenza si ripete spesso e sempre cogli stessi sintomi qui descritti; alla vista de' quali giova supporre, che oltre le cause fisiche, anche delle potenti cagioni morali contribuiscano a mantenere tale stato morboso. E però ci prendemmo la cura di domandare la stessa paziente quali potessero essere i motivi che tanto preoccupata e contristata la trattenevano: ci confessò trovarsi lo spirito suo in uno stato d'estrema violenza per dovere starsi reclusa in an chiostro che abborriva. Per siffatta malattia fu adoperato, non solo da noi, ma pur da altri valenti professori, quanto mai l'arte medica potea e sapea suggerire, ma sempre infruttuosamente, anzi con qualche peggioramento della paziente. Ora, a prevenire che là suddetta religiosa trabocchi in guai peggiori, cioè in uno stato di demenza continua, opiniamo di consenso cogli altri nostri colleghi, qui riuniti in consiglio, che debba essa abbandonare il regime claustrale, regime che essenzialmente influisce ad alimentare la narrata morbosità. Questa nostra dichiarazione, giurata in coscienza, e risultante dall'osservazione di circa venti mesi, non peccherebbe che di soverchia concisione, non portando descritte minutamente tutte quante le sofferenze dell'inferma. Napoli, 23 gennaio 1853. Il medico consultante del luogo Dott. PIETRO SABINI. Il medico del luogo Dott. ALESSANDRO PARISI.

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