Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbisogna

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

176954
Brelich dall'Asta, Mario 14 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
  • UNICT
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Se si abbisogna di più posate di quelle già disposte sulla tavola, queste vengono servite su di un piatto, volta per volta. Uno sguardo sulla tavola apparecchiata dovrà assicurarci che non manchino i tovaglioli; questi vengono posti semplicemente sul piatto piegati in triangolo o in quadrato, col monogramma in su. Al giorno d'oggi non si usa più piegare artisticamente i tovagliuoli, come lo facevano con tanta cura le nostre madri e le nostre nonne. Non è decente toccare con le mani i tovaglioli degli altri. A destra, in alto, si pongono i bicchieri: un bicchiere per il vino rosso, uno per il bianco (questo è ordinariamente di vetro verdastro); e, secondo la moda, una coppa alta e piatta per lo « champagne » I bicchieri devono essere messi in modo, che il più alto bicchiere stia a sinistra del più basso, affinchè non impedisca il cameriere nel riempirlo. Per i vini speciali si pongono sulla tavola dei piccoli bicchieri appositi poichè questi vini vengono serviti già versati. Il vino bianco deve essere raffreddato con cura: il vino rosso invece esige la temperatura della stanza. I vini leggeri, bianchi e rossi, stanno in pesanti boccali di cristallo, uno per ogni due o tre invitati. E su tutta questa bellezza meravigliosa, dai boccali cristallini ai bicchieri scintillanti di vino color sangue, dal lino abbagliante della tovaglia all'argenteria luccicante e ai fiori graziosi, l'illuminazione della sala prodigherà dal soffitto la sua letizia radiosa. Soltanto la luce, la vera luce di sera, dà la vera bellezza, il vero incantesimo a tutta quest'eleganza; risplende su ogni cristallo, fa scintillare l'argenteria, vela benevolmente qualche lineamento spiacevole alle belle faccie delle signore, verso le quali la luce del sole è spesso così spietata. Perciò i pranzi si danno possibilmente tardi, e se c'è ancora la luce naturale, la si esclude, affinchè non disturbi, coi suoi raggi, il nimbo sfumato e incantevole della luce artificiale. L'insieme dei piatti e il corredo dei vini dipende dalle usanze locali. In quanto alla scelta vi sono dei manuali speciali nell' arte culinaria, i quali possono suggerire alle nostre lettrici - qualora non avessero sufficiente esperienza in merito - i più svariati e deliziosi « menus » Alcuni studiosi hanno osato affermare che si potrebbero allestire più di mille pranzi differenti ed egualmente gustosi. Poichè non si ha sempre del personale esperto, è meglio che la padrona di casa faccia alcune prove col suo proprio personale o con quello preso eventualmente a nolo. Tutte le persone di servizio devono apparire vestite accuratamente e pulite: le cameriere in vestito nero, col grembiule e berretto bianco, i camerieri in livrea o in « frac » impeccabili. I camerieri devono calzare dei guanti bianchi di filo: e anche le cameriere, benchè queste possano servire anche con mani non inguantate, ma nette, e con le unghie perfette; in ogni caso devono mettere sulla mano che serve un tovagliolo bianchissimo. Prima di cominciare il pranzo i camerieri devono aver mangiato, perchè hanno da svolgere un lavoro assai impegnativo: sicchè non hanno tempo di appagare la loro fame. Ogni rumore è superfluo e quindi si deve evitare il battere dell'uscio, lo strepito delle stoviglie ecc. I camerieri devono procurare di svolgere il loro lavoro senza scambiare molte parole, perchè una risata o un sussurro può guastare molto. Però i camerieri devono fare sempre un viso amichevole. Se vogliamo che tutto vada in perfetto ordine, dobbiamo istruire con cura i servitori che sono a nostra disposizione. Essi devono badare a tutto. Niente deve sfuggire alla loro attenzione. Se qualche cosa mancasse, devono subito sostituirla; perciò sulla credenza deve essere pronto un numero corrispondente di tutte le specie di posate, stoviglie, etc. Se un ospite lascia cadere qualche posata, devono immediatamente portarne un'altra presentandola

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Perciò egli abbisogna di una mano che lo sappia saggiamente guidare. Il melanconico ha bisogno d'una creatura di temperamento allegro, però quieta ed equilibrata. Egli deve ricevere coraggio per farsi avanti; il raggiungimento d'uno scopo, anche se non troppo difficile, rinforzerà in lui la fiducia di sè stesso. Il pedante può venir conquistato soltanto mediante l'assoluta correttezza e precisione. Val meglio aumentare alquanto il preventivo delle spese di casa , all'insaputa del marito far magari degli acquisti con gli spiccioli racimolati dai risparmi, che avere per questo motivo con lui dei conflitti. Senza un po' di ipocrisia, una donna andrà difficilmente d'accordo con un marito pedante. La maggior parte degli uomini ama che la moglie sappia vestirsi con mezzi modesti. Perciò per una ragazza che non esercita una professione, è sempre una fortuna aver imparato a cucire. Anche l'arte d'amministrare bene la casa, che non è dote di tutte le donne, offre al marito un compenso per la perduta libertà personale e per l'assunto peso del mantenimento d'una famiglia. Tutti gli uomini hanno la debolezza di voler esser altamente stimati, ammirati dalla rispettiva moglie per quanto riguarda la loro professione. La moglie deve quindi saper ascoltare pazientemente, quanto il marito le racconta dei suoi affari, prendersi a cuore ogni particolare ed occasionalmente rivolgergli anche lei stessa delle domande. E' poi più che naturale che deve aver riguardo e attenzione per il marito, se questi viene a casa sfinito dal lavoro, oppresso da cure, o ammalato. Le ragazze partecipino possibilmente agli sport dei giovani che vogliono conquistare. Se non possono farlo, si facciano raccontare gli avvenimenti e li ascoltino con molta attenzione. Si lasci, quà e là, il marito uscire anche solo: tanto più volentieri ritornerà poi a casa, alla sua famiglia. Soltanto ciò ch'è proibito attrae, e con opposizione e litigi non si potrà mai trattenere un marito. Quasi tutti gli uomini sono vanitosi. Tutti sentono volentieri delle piccole lusinghe, però da questo punto di vista sono più difficili delle donne; criticano più acutamente; la lusinga deve essere molto bene adoperata, e sempre nel giusto momento. D'altra parte, altrettanto poco sopportano le conversazioni sfavorevoli, al pari delle donne. Molti uomini sono dispotici e capricciosi, bisbetici e non vogliono mai riconoscere un'errore o una ingiustizia commessa da loro. L'artista possiede ambedue le qualità: è vanitoso e dispotico; egli è un difficile problema come marito, a cui soltanto le donne saggie pronte a sacrifici, ed altruiste corrispondono come moglie. Menzioniamo ancora il tipo degli uomini, per così dire predestinati a diventar padri di famiglia, che hanno però anche uno svantaggio: questi per lo più non comprendono neanche il minimo bisogno di lusso, nè il più modesto desiderio di distrazione. Essi bensì si lasciano facilmente conquistare, però soltanto raramente rendono felici le loro mogli. La donna rifletta bene, qualora non sia dotata di beni di fortuna, se vuole o se può sobbarcarsi il triplice compito di essere padrona di casa, professionista e madre. Donne che vogliono maritarsi ad ogni costo, sanno fare nell'epoca che precede il matrimonio, molto abilmente ed efficacemente la parte di commediante. Fingono di interessarsi di cose che realmente odiano, si mostrano modeste, mentre in vero sono amanti dello sfarzo, giuocano a ragazze oneste e pudiche mentre sono corrotte sino al fondo dell'anima. Certo è però, che l'amore ingentilirà sempre ogni donna e forse produrrà in lei un mutamento duraturo. L'uomo invece per lo più non sa dissimulare i suoi desideri erotici e brutali; nasconde che è già sposato, va sino all'inganno, sino al delitto, senza pensare neanche un momento alle conseguenze. Le sue lusinghe e giuramenti d'amore non hanno alcun valore, egli stesso non ci crede. Si capisce, non sempre. Perciò s'impari a conoscersi reciprocamente a fondo! La ragazza guardi di ritardare la domanda di matrimonio, procurando che l'attesa e la consuetudine la spoglino della sua brutalità. Soltanto un'inclinazione che resista a un più lungo tempo di attesa, conduce ad un matrimonio felice. Un desiderio di breve durata, può venir destato da qualsiasi donna, non soltanto dalla compagna della vita. L'uomo non si lasci abbagliare da esteriorità; l'ambiente, la casa, i genitori della ragazza gli possono servire benissimo come orientamento, perchè il frutto non cade lontano dall'albero. I giovani non lascino immischiarsi persone estranee nella questione del matrimonio. Ma una parola ponderata e pronunciata nel giusto tempo dai genitori o da buoni amici potrebbe impedire molte disavventure. L'amore procura delle gioie e dei dolori. Ciò che di peggio esiste nella vita, è la solitudine. Perciò, ognuno si sceglie un compagno, gli si adatta o l'abitua a sé; questo adattamento vicendevole, è una delle gioie della vita. Si dice anche, che tra vecchie coppie si sviluppa, coll'andar del tempo, una somiglianza fisica, sicchè a volte si assomigliano. In questo caso la perfezione del matrimonio è raggiunta.

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Un signore per lutto grave abbisogna: il « cut »(di rado il « frack »e cilindro con crespo nero. L'uso di fazzoletti con orlo nero, non è necessario, come non lo è quello della carta da lettere orlata di nero. In lutto normale le signore possono sostituire il velo lungo con uno più corto, o liberarsene del tutto; il vestito di lana nera cede il posto al vestito di seta, e per i guanti le signore scelgono la pelle « glacé ». Per i signori il lutto normale consiste in un vestito nero, con cravatta nera, cappotto nero e cappello pure nero. Signori che non possiedono un vestito nero portano un vestito qualsiasi con una fascia di crespo nero al braccio sinistro e un nastro nero al cappello. Il mezzo lutto al color nero sostituisce il grigio, o il bianco-nero, o anche lilla. Le signore portano vestiti bianchi con guarnizioni nere, oppure grigi o lilla; i signori un vestito grigio scuro con un nastro di crespo nero alla mostra, o anche soltanto quest'ultimo su qualsiasi vestito. Ai bambini non si fanno portare vestiti di lutto, perchè la loro naturale allegrezza infantile stonerebbe con l'austerità del colore. In ogni caso sta bene metter loro un vestitino bianco, con strisce nere o simili. Per quanto riguarda la durata del lutto, le opinioni sono diverse, poichè in realtà il segno del lutto è in intima connessione col lutto interiore. Specialmente trattandosi di parenti lontani, la durata del lutto dipenderà dalle circostanze. Se per esempio i nonni abitano insieme coi figli, il lutto ufficiale per la morte di un nipote dovrà in ogni caso esser espresso con maggior rilievo, che se i nonni abitano in un'altra città.

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Le lettere di credito hanno il vantaggio che il detentore potrà prelevare all'estero tutto il denaro che gli abbisogna senza dover fare aperture di conto corrente e fino a concorrenza dei suoi depositi in patria. Nelle villeggiature e durante le lunghe permanenze in stazioni climatiche, sono particolarmente consigliati gli assegni su un determinato luogo di riscossione. Per ciò che riguarda gli altri preparativi per il viaggio, è opportuno preparare tempestivamente una nota del guardaroba e degli altri oggetti da portare seco, evitando però di cadere nell'errore di caricarsi troppo e di cose inutili che poi durante il viaggio divengono ingombranti. Perciò si scelga soltanto lo strettamente necessario. Per viaggi più lunghi conviene spedire un baule grosso e tenere le cose più necessarie in una valigia da portare nello scompartimento. Questi bauli devono essere solidi e possibilmente decorosi. Lo zaino si prende soltanto per gite ed eventualmente per brevi viaggi locali. L'abbigliamento da viaggio dev'essere di materiale resistente e buono; per lunghi viaggi non si devono indossare vecchi abiti deteriorati da città, poichè all'estero giudicheranno la nostra patria dalla nostra apparenza esteriore. L'abito da viaggio dev'essere possibilmente adattato alla regione in cui si viaggia. Per salutare gli amici prima di un lungo viaggio, si offre loro un tè di congedo, intimo. E' un uso simpatico di fare in quell' occasione un regaluccio di congedo ai convenuti.

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Se il collega abbisogna di un giorno di libertà, conviene prestarsi cortesemente a sostituirlo ove sia possibile. Si intende che è un dovere di cameratismo di difendere in ogni frangente i propri colleghi, qualora fossero biasimati o trattati ingiustamente. Se il collega commette qualche errore nel lavoro, avvertiamolo con discrezione, senza raccontarlo ad altri. Bisogna tenersi sempre presente che ciò che capita oggi al collega, potrà capitare domani a noi stessi. Nella vita professionale nonostante i migliori rapporti di amicizia, un tono troppo intimo è fuori posto tra colleghi. Del resto la misura dei rapporti vale a conservare più solidamente la concordia tra i colleghi.

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Mentre una persona che abbia una presenza meno piacente, abbisogna d'un certo tempo per introdursi e conquistarsi le simpatie, una persona bella vince al primo incontro e già alla prima occasione s'acquista l'affetto, la benevolenza di tutti. Un corpo trascurato desta invece in tutti quasi un senso di disagio e riesce tanto più sgradevole e disgustoso, inquantochè la trascuratezza è sempre colpa della rispettiva persona. Ma non sono forse i bei lineamenti, le forme scultorie del corpo, gli occhi limpidi, la pelle delicata, i capelli abbondanti ed i denti simili a perle, i doni di natura una benefica fata, che, mentre con alcuni si dimostra generosa anzi munificente, con altri si dimostra matrigna? E non è dunque la bellezza un puro caso e conseguentemente non è inutile parlare della cura d'un pregio, da alcuni diggià posseduto e che gli altri invano s'affaticherebbero di conquistare? - No, assolutamente no! E' bensì indiscutibile che tanto le qualità morali ed intellettuali dell'uomo, che quelle fisiche, dipendono in prima linea dalla sua disposizione naturale. Ma anche le condizioni di vita e gli effetti esterni esercitano sull'organismo una rilevantissima influenza, sicchè ogni persona è in un certo grado il prodotto del suo ambiente. Mentre però le attitudini ereditarie sono assolutamente immutabili, il corpo, mediante una corrispondente sistemazione delle influenze esterne e delle condizioni ambientali, può subire mutamenti e modificazioni. Naturalmente una persona brutta non potrà trasformarsi mai, nonostante la più diligente cura del suo corpo, in un miracolo di bellezza, però in ogni caso anche una persona, verso cui madre natura si sia dimostrata matrigna, potrà con una costante e metodica cura del proprio corpo guadagnare esteticamente almeno tanto, quanto una persona, dotata dei maggiori vantaggi, può trascurandosi, perdere. Una gran parte della bellezza, con cui c'incontriamo nella vita di società, altro non è dunque che la benefica conseguenza della cura del corpo. Però noi dobbiamo voler essere belli, non soltanto per gli altri, ma anche per sè stessi. Questa volontà non è assolutamente una vanità sprezzabile derivando essa da quel senso estetico, comune più o meno a tutti gli uomini, che rende sensibile la nostra anima non soltanto per la bellezza che influisce su noi dal di fuori, ma anche per la nostra propria bellezza. Potendoci presentare al nostro prossimo con un esteriore piacente ed attraente, il vantaggio della nostra bellezza consiste principalmente nell'influenza che essa esercita sul sentimento nostro di sicurezza di noi stessi. Una persona bella si muove, agisce, si presenta dappertutto con una certa coscienza del proprio valore, con una sicurezza di trionfo, che lo aiuta poi a trionfare veramente. Ed ancora una circostanza molto importante parla in favore della necessità di curare la nostra bellezza! Come abbiamo già constatato, nei moderni sistemi di cura della bellezza si tratta d'un effettivo influenzamento del corpo, e non, come in passato, dell'ingannevole produzione di apparenze false mediante l'uso di mezzi artificiali, in parte anche dannosi alla salute. Se anche l'odierna cura della bellezza non esclude del tutto un moderato e ragionevole uso di mezzi artificiali assolutamente innocui, pure essa tende anzitutto ad un trattamento di tutto il corpo. Essa è dunque una cura attiva, in contrapposto all'abbellimento passivo di prima. Il corpo deve esprimere la sua forza in base alle sue proprietà naturali, riducendo queste a quella bellezza sana, che non è il risultato del suo trattamento esterno, bensì una conseguenza del suo fortunato sviluppo. Con ciò la cura della bellezza si unifica con la tanto indispensabile cura della salute! Soltanto una persona sana è produttiva, soltanto in un corpo sano può abitare un anima sana e soltanto un organismo resistente si conserva a lungo elastico ed atto al lavoro. Ed appunto il tempo in cui viviamo, con le sue esigenze professionali che fanno dell'uomo una macchina, posta a duro cimento, richiede una sistematica e regolare cura del corpo. Molte persone, specialmente uomini, si sottraggono a questa cura, dicendo di non aver tempo. E' vero che apparentemente la moderna cura del corpo e coltura della bellezza esigono un grande spreco di tempo. In realtà però ciò non è il caso. Almeno nella misura in cui la cura del corpo e della bellezza si rende necessaria ed opportuna a tutte le persone, essa abbisogna di poco tempo. A ciò va aggiunto che ogni energia che il corpo ben curato immagazzina in più, non solo è in grado di far riguadagnare il tempo perduto, ma di aumentarlo anche con una produzione quantitativamente e qualitativamente migliore. Chi non lo crede, lo provi una volta soltanto! Se anche il lavoro si fosse raccolto sul nostro tavolo raggiungendo l'altezza d'un monte, - lasciamolo giacere sul tavolo senza scrupoli e dedichiamo un po' di tempo al nostro corpo; rinfrescati e rinvigoriti noi ci riporremo poi con aumentata energia al lavoro, che riusciremo a superare in un tempo sorprendentemente breve. Non si deve credere che quelle persone che giorno per giorno, non escluse nemmeno le domeniche e i giorni di festa, stanno chinati sino a tarda notte sul loro lavoro, possano vantare sempre una produzione massima. Il più delle volte, presso tali persone si tratta piuttosto d'una specie di nervosità, della paura di non essere pronti, ed infine d'una certa ignavia e consuetudine, che le tengono legate al loro tavolino o nel loro studio. Se si osserva più a fondo il risultato di questa diligenza esagerata e sbagliata, ci si meraviglierà di vederlo in realtà molto scarso. Molti professionisti moderni, che del resto s'intendono meravigliosamente di organizzare grandiose industrie, non sono in grado di dare al proprio corpo un trattamento economico. Spesse volte si priva il corpo delle cure necessarie per conseguire un momentaneo aumento di produzione, anzichè, sacrificando un po' di tempo e di fatica alla cura del corpo, aumentare costantemente la capacità di produzione ed in tal modo conseguire un più di produzione veramente prezioso. La cura della bellezza è dunque non soltanto cura della salute, ma in pari tempo anche un allenamento al lavoro! Necessaria è una cosa soltanto: la volontà! Questa si deve fortificarla, e allora tutto il resto va da sè; allora anche l'uomo più occupato troverà il tempo necessario e ciò che originalmente gli costava uno sforzo, gli diventerà una necessità. Del resto una buona parte della cura del corpo consiste in certe regole che dobbiamo seguire e che non vanno congiunte ad alcuna perdita di tempo: regole che ci indicano un quotidiano sistema di vita, ragionevole e sano. Di queste regole vogliamo occuparci in prima linea.

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Oltre all'albumina e agli idrati di carbonio, si abbisogna per la nutrizione anche di acqua e di sostanze minerali. Il grasso non è una sostanza nutritiva indispensabile: per le sue funzioni nella nutrizione, esso appartiene completamente alla categoria degli idrati di carbonio. Cosa accade se una persona prende in sè più nutrimento, di quanto le è necessario? Essa lo immagazzina nel suo corpo, e precisamente in forma di grasso, sotto la pelle, tra i muscoli e gli organi. Questo grasso serve al corpo come riserva, che esso consuma ogni qualvolta la nutrizione che riceve da fuori non sia bastante. Chi dunque mangia troppo, diverrà grasso, chi mangia troppo poco, diverrà magro, supposto sempre, che si tratti d'un organismo sano. Noi conosciamo bene le più importanti regole fondamentali della nutrizione, note generalmente già dai tempi remoti. Per poter misurare il valore d'energia del nutrimento, si usano le cosidette « calorie », ossia quella stessa unità che si adopera anche per misurare e significare la produzione di calore delle sostanze combustibili. Una «caloria» è la quantità di calore necessaria per riscaldare, ossia elevare di 1 centigrado la temperatura di 1 chilogrammo (1 litro) d'acqua. 1 grammo di zucchero o di amido (idrati di carbonio) ha quattro calorie, vale a dire può, bruciando, riscaldare un chilogramma d'acqua di 4 centigradi. Anche un grammo d'albumina ha 4 calorie, mentre invece 1 grammo di grasso ha 9 calorie. Il grasso ha dunque un valore riscaldante, rispettivamente nutritivo molto superiore a quello dell'amido, dello zucchero, della farina, ecc. Coll'aiuto di quest'unità di misura chiamata « caloria », si è potuto constatare e fissare d'una parte quale valore nutritivo abbiano i singoli alimenti, d'altra parte di quante calorie abbia in media bisogno il corpo umano giornalmente. Con ciò è divenuto possibile in teoria, di calcolare approssimativamente quella quantità di ogni specie di alimenti, che è necessaria per soddisfare al bisogno di nutrizione d'una persona, senza che la stessa ingrassi o dimagrisca. Così per esempio hanno: 100 grammi di carne di manzo, magra .... 122 calorie 100 » di prosciutto............................ 397 » 1 uovo di gallina, di circa 47 grammi............ 73 100 grammi di burro......................................756 » 100 » di formaggio svizzero.............. 340 » 100 » di pane di frumento............ 229 » 100 » di pane di segala............... 203 » 100 » di piselli............................. 300 » 100 » di maccheroni.................... 340 » 100 » di patate.............................. 88 » 100 » di zucchero......................... 383 » 100 » di frutta fresche................. 60 » 100 centimetri cubici di latte...................... 67 » 100 centimetri cubici di birra stagionata........... 47 » Un uomo di circa 70 chilogrammi ha ogni giorno bisogno approssimativamente di: 1680 calorie - in stato di completo riposo e quiete 1890 » - in stato di riposo a letto 2100 » - in stato di riposo, nutrendosi normalmente; 2520 » - in stato di riposo, rimanendo a casa 3360 » - se lavora moderatamente; 6720 » - se occupato con un lavoro pesante Donne abbisognano in media del 10 per cento in meno. L'intensità però di assimilazione varia molto da individuo a individuo. Per pratica si sa, che vi sono forti mangiatori magri e viceversa persone che patiscono la fame e che nondimeno sono grasse, a seconda della disposizione individuale. Alcuni possono consumare moltissimo grasso, senza ingrassare, altri invece devono essere molto moderati nel consumo di grassi; ad alcuni le frutta sono ottimo ed efficace nutrimento, ad altri cagionano una digestione più rapida e perciò meno perfetta e conseguentemente li fanno dimagrire. Per quanto dunque la teoria delle calorie abbia in sè e nei riguardi della generalità un grande valore, nei riguardi di moltissimi singoli essa appare inapplicabile. A ciò va aggiunta la difficoltà di stimare e classificare gli alimenti secondo il loro valore di calorie. Specialmente in case private sarebbe molto difficile di far la cucina scrupolosamente a seconda delle calorie, perchè in tal caso prima di cominciare a preparare iI cibo, tutte le vivande nonchè gli ingredienti, dovrebbero venir pesati ancora in stato crudo. Fortunatamente esistono delle misure più pratiche e più comode, secondo le quali si può e si deve controllare le proprie condizioni di nutrizione, e queste sono precisamente la tensione dei nostri vestiti, la pesa e lo specchio. Con lo aiuto di questi semplici mezzi ausiliari ognuno è in grado di controllare de sè le proprie condizioni di nutrizione. Qui però si deve notare che quella norma molto conosciuta e diffusa, secondo la quale ogni persona deve pesare tanti chilogrammi, quanti centimetri è più alta di un metro (per esempio, un uomo di 165 centimetri dovrebbe pesare 65 chilogrammi), nei singoli casi è altrettanto inapplicabile, come la rigida teoria delle calorie. Perchè come l'assimilazione varia nei singoli individui, così differisce anche la costituzione dei diversi individui. Uno ha le ossa forti e pesanti e pochi tessuti congiuntivi, un altro invece ha la struttura ossea molto delicata e più contenuto grasso; questi ha le gambe corte, quegli le ha invece lunghe. Per un corpo medio, ideale, i numeri di cui sopra potrebbero corrispondere, ma volendoli applicare praticamente per ogni singolo individuo, potrebbero portare a risultati fallaci ed ingannevoli. Partendo ora dalle nozioni sopra esposte, l'antica disciplina considerava tutto il problema della nutrizione come un processo chimico ed ha immaginato che tutte le sostanze chimiche necessarie potessero venir prodotte artificialmente ed introdotte in brevissimo tempo nell'organismo in forma di pillole. Il fisiologo tedesco von Bunge fece anche esperimenti e nutrì alcuni animali con un « latte artificiale » ch'egli stesso aveva prodotto nel suo laboratorio. La conseguenza di quest'esperimento fu, che gli animali sottoposti a questa « cura del latte artificiale », in breve tempo perirono tutti uno dopo l'altro. Questo prova, che oltre all'albumina, agli idrati di carbonio, all'acqua e alle sostanze minerali, ci deve essere nel nutrimento ancora qualcosa che noi non possiamo produrre artificialmente, perchè è un prodotto della vita stessa. Il più importante di questi prodotti è quello ben noto sotto il nome di vitamina, la cui presenza sta in relazione con l'influenza della luce del sole. Le vitamine esistono soltanto dove vive la natura e vengono distrutte tostochè i mezzi commestibili in cui si trovano (legumi, frutta, latte) in seguito ad una prolungata cottura o scottata con acqua bollente, subiscano un mutamento, o anche se essi fossero conservati troppo a lungo. Quanto più un nutrimento è naturale, quanto meno i legumi, il latte, le frutta, vengono sottoposti a mutamenti, tanto più sono sani, tanto più la formazione delle cellule del nostro corpo procederà liscia e naturale, tanto più resistente sarà il nostro corpo e tanto più a lungo conserverà la sua giovinezza. Oltre alle vitamine, è di grande importanza per l'igiene dell'assimilazione - secondo le constatazioni di Ragnar Berg - la regolare provvista del nostro organismo di cosidetti sali basici. Questi sali sono contenuti abbondantemente in certe specie di legumi, per esempio nelle carote, nelle barbabietole, in tutte le insalate verdi, nei pomodori, in tutti i generi di cavolo, nei cetrioli, nei fichi, nelle prugne, nei limoni e nelle arance. Si trovano abbondanti anche nel pane di puro frumento e nelle patate, mentre invece si trovano appena, molto scarsi, negli asparagi e nei cavolfiori. Nelle lenticchie e nell'uva orsina mancano quasi del tutto. Viveri contenenti, rispettivamente producenti acidi nel senso di Ragnar Berg, sono la carne, il pesce e le nova. Se vogliamo mantenerci stabilmente sani, dobbiamo stabilmente consumare una maggiore quantità di alimenti che contengono sali basici e per non eliminare poi questi sali dai cibi e non distruggerli, bisogna cuocere i legumi nel proprio sugo non troppo a lungo e non su fuoco troppo caldo, in modo ancora da conservar loro in gran parte il sapore e la fragranza naturale. La preparazione industriale degli alimenti è spesso dannosa dal punto di vista igienico, inquantochè mediante la fabbricazione vengono allontanate dagli alimenti stessi parti preziose per la nutrizione, come ciò è il caso nella farina macinata molto finemente e nel riso brillato.Il ritorno alla farina più oscura, ruvida, ma più ricca di contenuto ed al pane nero od a quello di frumento granelloso, sarebbe quindi importante e molto raccomandabile. Tutti questi riconoscimenti, che a ragione tendono a rendere di nuovo l'alimentazione più naturale e più sopportabile, condussero nelle loro forme più acute alla cosidetta cucina cruda. I seguaci della cucina cruda, partendo dall'idea che l'energia del sole immagazzinata nelle piante, passa in questo modo nell'uomo, rispettivamente diventa energia umana, si nutrono principalmente di frutta e legumi crudi. Senza dilungarci in particolari, rammentiamo soltanto che la cosidetta cucina cruda è un sistema di nutrizione unilaterale, che, applicato ragionevolmente, può condurre allo scopo che si prefigge, però dovrebbe essere sempre accompagnato da un controllo medico. Sebbene anche la cucina cruda si astenga dal consumo di tarianismo, il quale ripudia bensì ogni sorta di carne ed anzi, nelle sue forme estreme, anche altri prodotti animali (uova, latte, formaggio), nondimeno si permette il consumo di frutta e legumi cotti. Il vegetarianismo è molte volte conseguenza di particolari concezioni del mondo e della vita, come lo è in misura speciale nel caso della dottrina indiana del Mazdaznan, la quale vuol far conseguire agli uomini la redenzione per mezzo della spiritualizzazzione e ripudia ugualmente il consumo di carne. Sebbene basati esclusivamente su principi etici, i precetti della dottrina del Mazdaznan hanno molta somiglianza con le nostre moderne vedute sulla assimilazione corrispondente alle norme igieniche. Prescindendo dalla parte qualitativa della nostra nutrizione, dobbiamo prendere in considerazione anche i suoi rapporti quantitativi. La maggior parte degli uomini mangiano troppo. La conseguenza di ciò è che essi non sono più capaci di sentire un sano appetito. Questo viene piuttosto costantemente eccitato o stuzzicato mediante cibi fortemente drogati e salati, ghiottonerie e cibi piccanti e pesanti, sicchè il palato non è più assolutamente capace di reagire a nutrimenti semplici. Anche in questo riguardo molto si può migliorare con una nutrizione naturale e non eccitante. Soltanto coloro il cui appetito viene stimolato già dalla vista di un pezzo di pane asciutto, sono in questo riguardo perfettamente sani. Compendiamo ora queste nostre considerazioni nella seguente domanda:

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Come è noto, ogni liquido per passare allo stato gasoso, abbisogna di calore; questo calore dunque il sudore lo sottrae al corpo, che in tal modo si raffredda. L'asciugarsi continuamente il sudore durante un lavoro faticoso è dunque assolutamente inopportuno. Con ciò si provoca soltanto la formazione di nuovo sudore e s'impedisce il raffreddamento del corpo. Il sudore ha però ancora un altro scopo. Il sudore corrisponde nella sua composizione chimica all'orina quadruplamente diluita. Esso caccia dunque fuori dal corpo i rifiuti dell'assimilazione. Anche senza che durante tutto il giorno ci sia stata una visibile secrezione di sudore, l'uomo sano, le cui glandole sudorifere non sono otturate da sudiciume, emette giornalmente circa un litro di sudore (corrispondente a circa un quarto di litro d'orina). La pelle difende il corpo anche contro un'influenza troppo forte della luce. Sotto l'influenza dei raggi solari, rispettivamente dei raggi ultravioletti in essi contenuti, essa cambia il suo colorito, produce nuova sostanza colorante e diventa bruna. Il pigmento prodottosi trattiene i raggi ed impedisce ch'essi penetrino nel corpo in misura nociva. La pelle sta nelle sue funzioni in connessione anche con gli organi interni, come il cuore, i polmoni, i reni. Il dilatarsi e il restringersi dei vasi sanguigni equivale ad un effetto aspirante e premente, che deriva dal cuore; la secrezione di sudore significa una collaborazione coll'attività dei reni; la forte affluenza di sangue nella pelle rende possibile, con l'aiuto dei raggi solari, una depurazione del sangue da germi nocivi. Inoltre sembra che la pelle dia al corpo anche internamente delle secrezioni simili a quelle delle glandole tiroidei, delle glandole surrenali e di altre glandole, che servono alla cosidetta secrezione interna e che producono gli « ormoni » tanto importanti per tutto il corpo. Anche i cosidetti « anticorpi », prodotti dall' organismo come contravveleno contro bacilli o materie infettive, vengono prodotti la maggior parte dalla pelle. Infine è ormai generalmente accetta l'opinione, che la pelle sia in connessione anche con la stessa formazione del sangue. Trascurando del tutto i rapporti tra vita psichica e pelle (arrossire ed impallidire) e così pure le sue funzioni nervose, abbiamo ugualmente una serie di fatti reali, che dovrebbero indurre ognuno ad una diligente cura della pelle. La pelle sana è in pari tempo anche bella. Se ha un contenuto di grasso medio, essa è liscia, senza però splendere, ed ha lo aspetto vellutato della pelle di pesca. Essa è tesa, arrendevole, elastica. All'incontro, non è bella la pelle lucida, oleosa, troppo ricca di grasso, che spesso appunto causa la liquefazione del grasso, presenta anche altri aspetti poco gradevoli. La pelle povera di grasso è viceversa ruvida e si screpola facilmente. La pelle sana è raramente del tutto pallida, ma piuttosto leggermente rossa, rosea. L'intensità del colorito rosso dipende dalla ricchezza di sangue e dalla forza della pelle. Il colorito più pallido della pelle non è però sempre segno di anemia. Belle sono anche le intonazioni brune della pelle, che transitoriamente si possono conseguire anche coi bagni di sole. La ricchezza di pigmenti cutanei sta del resto in connessione con quella dei pigmenti capillari. Capelli biondi sono spesso ornamento d'una pelle bianca, a sciutta. Lo stesso vale anche per i capelli rossi. Persone bionde o dai capelli rossi hanno anche inclinazione alle lentiggini, che raramente si trovano in persone dai capelli bruni.

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Un abitante di villaggio, o un commerciante che frequenta le fiere, troverà ugualmente tutto ciò che abbisogna e potrà anche imparare i costumi delle grandi città, per non farvi poi brutta figura, e non apparire già al primo momento per un provinciale (intendendo la parola nel senso meno lusinghiero. Perchè per istrada, anche essendo sconosciuti, si è esposti sempre a una critica molto severa.

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. - La figura E. ci mostra la base del capello piantato nella pelle (a). b, è una glandola sebacea, che già conosciamo dal capitolo intitolato « Cura della pelle »; il suo compito è qui di dare al capello elasticità e alla base del capello quelle qualità, di cui abbisogna per un sano sviluppo del capello. d, è il bulbo del capello incastrato nella papilla c'è un muscolo della pelle, il cui scopo è stato già spiegato nel capitolo « Cura della pelle » (dirizzamento del pelo). Il guscio del capello è dunque coi suoi organi (papilla capillaria, glandole sebacee) il luogo di formazione del capello, e si può ben comprendere che un capello non può più crescere, se questa piccola officina viene devastata o otturata. Con ciò è dimostrata anche la falsità dell'opinione di molti, che un capello caduto o strappato non potrà più venir sostituito da un capello cresciuto al suo posto, se alla sua base si vede la radice del capello. Perchè qui non si tratta punto di una vera radice, come in una pianta strappata dal suolo, bensì del bulbo capillare. La vera « radice » è la papilla capillaria. Senza il bulbo cadono soltanto quei capelli, che per la loro ruvidezza o per irrazionale trattamento, si spezzano. Da quando sin qui è stato detto appare che la nutrizione e lo sviluppo del capello dipende dalla salute e dal flusso di sangue della pelle del capo. In relazione a ciò si può constatare per esempio che anche la capacità di singole persone di poter muovere indipendentemente la pelle del capo e gli orecchi, il che dimostra un buon funzionamento dei muscoli della pelle e conseguentemente un regolare flusso di sangue nella base dei capelli, è questi sempre congiunta ad una ricca ed abbondante capigliatura. Viceversa la calvizia raramente dipende dalle condizioni della sua base. Dobbiamo distinguere due specie di capelli: i cosidetti capelli lanugginosi o peli, che coprono la parte esterna di tutta la pelle del corpo umano, ad eccezione di pochi posti, come le palme della mani, dei piedi, la parte esterna della falange superiore delle dita, le labbra, ecc., ed i capelli propriamente detti, che sono quelli del corpo, delle ciglia, e soprattutto e delle ascelle e delle parti genitali. I capelli lanugginosi sono di solito tanto sottili, che passano inosservati. Pure vi sono persone, specialmente tra i bruni, che hanno il pelo lanugginoso molto sviluppato, sicchè da loro a volte le parti di solito prive di peli, appaiono coperti di pelo. I capelli non stanno nel corpo isolatamente uno presso all'altro, ma in piccoli gruppi, sicchè 2, 3 o 4 formano insieme una piccola società. E non crescono nemmeno disordinatamente e confusamente, ma hanno la loro data direzione e lunghezza. Ogni persona ha per esempio alla parte superiore dell'occipite, al cosidetto cocuzzolo un punto in cui i capelli si spartiscono circolarmente formando una specie di vortice o gorgo. I capelli dell'occipite hanno la tendenza di perdere all' ingiù, mentre quelli della parte interiore della testa si dirigono verso la fronte. Se si osserva un unico capello ad occhio nudo, esso appare come una struttura capillare filamentosa, liscia, che cresce fuori dalla pelle. Esaminandolo attraverso un microscopio, vi si scorgono tre strati circolari, ammantellati uno attorno all'altro: lo strato più interno è formato dalla sostanza midollare (nella figura F. segnata con a.), lo strato medio è la sostanza corticale (b.) e lo strato più esterno è la pellicola superiore (c.). Lo strato più importante è la sostanza corticale cornea, che dà al capello solidità ed elasticità. Esso forma un tubo chiuso, riempito dalla sostanza midollare dello strato interno; dove questa sostanza midollare manca, il tubo capillare prende l'aspetto d'una funicella rigida. Nella sostanza corticale giace il pigmento del capello, una sostanza colorante, dalle cui proprietà dipende il colore dei capelli. La stoffa colorante si consuma e sparisce coll'età, talvolta anche dopo gravi malattie o forti commozioni psichiche, ciò che produce la calvizie. A volte viene a mancare la sostanza colorante anche soltanto in singoli posti, sicchè in una capigliatura del resto perfettamente normale si trovano ciuffi di capelli completamente bianchi. La sostanza midollare è sviluppata in parte abbondantemente, in parte scarsamente, e si può affermare che i capelli in generale tanto più sono forti e buoni, quanto più la sostanza midollare è pronunciata e diffusa. Lo strato più esterno del capello è formato dalla pellicola superiore. Questa consiste di innumerevoli piccolissime squamme, che coprono il capello come le tegole d'un tetto; come nelle pigne, le estremità libere delle squammette tendono verso la cima del capello. Questa proprietà della pellicola superiore rende possibile di constatare presso un singolo capello, anche se privo del bulbo, quale sia la cima del capello. Basta tenere il capello tra il pollice e l'indice e sfregarlo colle dita di qua e di là. Il capello sdrucciolerà sempre avanti in una sola direzione, sicchè in ultimo si tiene tra le dita la cima del capello, come nella resta dell'orzo. La sostanza cornea dei capelli si comporta precisamente come quella della pelle. Assorbe l'acqua e conseguentemente si ingrossa. In alcuni capelli questa capacità d'ingrossarsi è differente, sicchè ne deriva un increspamento di capelli, che varia a seconda dell'umidità dell'aria. La sensibilità con cui i capelli reagiscono all' umidità, li rende atti ad essere adoperati in fini strumenti meteoroligici (igrometri). Increspature e riccioli artificiali perdono nell'aria umida la loro consistenza. I capelli crescono da giù all'insù ossia la parte nuova del capello si spinge avanti in modo che la cima del capello ne è sempre la parte più vecchia. I capelli hanno una data velocità di crescita, che varia a seconda delle differenti parti del corpo in cui si trovano a seconda dell'età della persona e anche sino a un certo grado, a seconda delle stagioni, (d'estate crescono più rapidamente che d'inverno) L'accrescimento medio d'un capello è di 1/3 sino a 1/2 millimetro al giorno. Ogni capello ha anche un limite d'accrescimento, così per esempio la tipica lunghezza dei capelli sulle tempie, sulla nuca è rilevantemente minore che quella dei capelli che coprono il rimanente del capo. Un accurato esame dei rapporti d'accrescimento dei capelli ha inoltre accertato, che contrariamente alla generale credenza, il tagliare i capelli non ne accelera punto la crescita. Dopo tutto quanto si è or detto, è superfluo forse di rilevare a parte, che la celerità dell'accrescimento dei capelli è molto influenzata dalle malattie, sieno queste locali o generali. I capelli sono troppo intimamente legati alle condizioni fisiologiche individuali dell'organismo su cui crescono, per poterli considerare indipendentemente da questo.

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Poichè la pelle della fronte è aderente ad una base solida, non abbisogna d'un sostegno speciale. Nel massaggio del viso si deve esplicare soltanto una forza moderata, per non staccare la pelle dal suo sostrato di grasso, il che produrrebbe un'aumentata formazione di rughe. Dopo il massaggio di frizione, segue il tambussamento. Durante questo le dita si tengono piegate ad angolo retto nell'articolazione media, e le punte della dita cadono leggermente, ma rapidamente, come piccoli martelli, sulla fronte, nella quale operazione prendono parte tutte e due le mani, però una alla volta, scambiandosi a brevissimi intervalli. I pollici in generale non partecipano al massaggio del viso. Molto importante è di solito il massaggio che ha lo scopo di eliminare quella ruga piuttosto perpendicolare, che si estende dall'angolo del naso a quello della bocca. Il massaggio di questa parte del viso è alquanto più difficile che quello del viso. Nel massaggio della ruga sulla faccia destra, la mano destra tiene leggermente tesa verso fuori la pelle della guancia, mentre la mano sinistra compie il massaggio propriamente detto, dapprima lisciando e impastando (pétrissage), quindi tambussando (tapotement) la suindicata parte del viso. La direzione del massaggio per strofinamento o frizione deve qui venir sempre da su all'ingiù. Anche nel massaggio della regione delle tempie è opportuno che la corrispondente mano tenda leggermente all'infuori la pelle, mentre l'altra mano eseguisce il massaggio, anche qui da su all'ingiù, con strofinamenti semicircolari. Per eliminare il cosidetto « doppiomento » si pone la mano destra, biforcata come una forchetta, sull'orlo della mascella inferiore; la direzione delle dita della mano sinistra, che eseguiscono lo strofinamento, va pure in giù e verso fuori. Il massaggio può anche farsi, ponendo le punte degli indici e dei medi nella linea di mezzo, e movendoli poi orizzontalmente verso fuori, come nel massaggio della Ogni altra sorta di massaggio deve in ogni caso venir sconsigliata ai profani. La natura e la disposizione della muscolatura del viso sono tanto complicate, che soltanto una persona che ne conosca a fondo la struttura anatomica, può eseguire ancora altri e più complicati massaggi. Con altri massaggi oltre a quelli ora indicati, profani non farebbero che nuocere alla bellezza del viso, prescindendo dal fatto che sarebbe anche quasi impossibile di darne la descrizione. Inoltre per la maggior parte dei casi, le specie di massaggio ora indicate, bastano perfettamente ». Dopo il viso, segue il massaggio del collo con tutte e quattro le dita, in una linea diagonalmente discendente, verso fuori. Si abbia speciale riguardo per la cura del collo. Perchè al collo si manifestano dapprima i segni della vecchiezza. La sua pelle diviene facilmente rugosa e raggrinzita. Per chi ha il collo magro, un mezzo radicale è la cura per ingrassare, il cui effetto però naturalmente non si può limitare al collo. Un collo grasso potrà diventare più snello soltanto mediante massaggi speciali, che devono venir eseguiti soltanto da persone abilitate, poichè il delicato tessuto della pelle del collo è molto sensibile. Della cipria e del belletto s'è già parlato al capitolo « Cura della pelle » E' naturale che una signora ci tenga a voler esser sicura in certe occasioni - concerti, feste, divertimenti, ecc. - dell'aspetto piacente ed attraente del suo viso, e perciò fa alquanto uso di belletto o cipria. Non è in nessun caso una cosa bella, ma la potranno comprendere specialmente quelle persone che appunto in tali occasioni usano soffrire di un susseguirsi di pallori ed arrossimenti. L'imbellettarsi ed incipriarsi regolarmente, e specialmente l'incipriarsi con ciprie liquide e vegetali, è assolutamente dannoso alla salute della pelle e a lungo andare nuociono anche alla bellezza. Nel darsi il rossetto chi ha la faccia larga e gli zigomi sporgenti, cominci sotto agli occhi, e conduca quindi il rossetto a forma di falce sino agli orecchi. Chi ha una faccia sottile, cominci sotto agli occhi, sorpassando i pomelli. Il miglior rossetto è quello di Dorin (Parigi). Mai si deve arrossare soltanto le guance, poichè in tal caso si vedrebbe a prima vista che si tratta di un colorito artificiale. Terminato il bellettamento col rossetto, bisogna incipriarsi tutto il viso, più fortemente le guance, più leggermente il naso e la fronte. Il passaggio dalle guance al collo deve armonizzare con la gradazione di cipria del naso e della fronte. Un viso può dirsi veramente bene incipriato soltanto quando nemmeno il più severo sguardo indagatore può scoprirvi la traccia d'un mezzo artificiale. L'incipriarsi è quindi un'arte, che esige molta cura ed attenzione. In generale si dovrebbe tener sempre presente, che la cipria ha effetto soltanto su una pelle curata. Non si adoperi cipria troppo bianca o di una tinta che contrasti troppo con quella della pelle. Del lapis per le labbra si faccia uso molto moderato specialmente durante il giorno, se non si vuole dar spiacevolmente nell' occhio con un aspetto provocante e poco distinto. Il lapis per le labbra è molto più usato in America che da noi, dove in grandi masse della società esso incontra ancora sempre ripugnanza e opposizione. In ogni caso è da sapersi, che l'uso del lapis offre la possibilità di correggere non solo il colore, ma anche la forma delle labbra. Così, chi ha le labbra troppo sottili, può portare il colore un po' oltre al loro orlo. Chi invece ha le labbra troppo grosse, non si tinge gli orli. Le bionde si servano di lapis color rosa, le brune adoperino lapis rosso; di sera la gradazione può essere più satura che di giorno. Chi ha le labbra troppo grosse, se le spazzoli alquante volte ogni mattina con una spazzola da denti con acqua fredda: con tale mezzo esse diverranno più salde e più sottili. Chi al contrario ha le labbra sottili, le sottoponga ad un quotidiano massaggio, comprimendole e tosto lasciandole, a brevi rapidi intervalli, col pollice e l'indice. In tal modo esse diventeranno più piene, più grosse ed acquisteranno un colorito fresco e sano. Sotto l'influenza dell'aria fredda e troppo cruda molte persone soffrono di labbra screpolate. Contro questo inconveniente giovano gli unguenti contenenti lanolina comune. Le labbra screpolate cronicamente mancano per lo più di grasso (deficiente secrezione delle glandole sebacee, che si trovano anche nella pelle delle labbra). In tali casi si faccia uso di una pomata per le labbra, consistente di diversi grassi con ingredienti, ed in ogni caso colorata. Se le labbra, in seguito a bollicine che vi s'erano precedentemente formate, sono ferite, non si deve in nessun caso strapparsi i lembi di pelle mucosa che pendono dagli orli delle piaghe. Si eviti in tali casi l'uso di acque troppo forti per sciacquarsi la bocca. Un buon rimedio per questo caso è l'unguento di ichthyol (ittiolo). Le bollicine delle labbra, che si formano assai spesso in seguito a una più forte febbre, possono venir allontanate più presto, cospargendole con cipria. Se cagionano una tensione dolorosa, gioverà l'uso d'un unguento refrigerante. Il trattamento delle sopracciglia fa parte della quotidiana cura della bellezza di una signora. Esse devono venir spazzolate ogni sera con una crema grassa o con olio, muovendo la spazzola sempre da giù all'insù. Si può correggere la piega delle sopracciglia, spazzolandole giornalmente nella direzione desiderata. Precedentemente bisogna però ungerle con alquanta crema grassa. Le signore bionde non si tingano mai le ciglia e sopracciglia in nero, se non vogliono che il loro viso faccia l'effetto d'una maschera. In nessun caso è consigliabile di usare per la tintura delle sopracciglia un lapis nero. Se già si vuol far uso d'un lapis, anche le signore brune adoperino soltanto un lapis bruno. Prescindendo da un quotidiano lavacro con una leggera soluzione di acido borico che dà loro freschezza e limpidezza, non si può e non si deve nemmeno tentare di « correggere » gli occhi. E' straordinariamente pericoloso l'uso della belladonna, l'alcaloide dell' « atropa belladonna », che dilata le pupille, ma che applicata falsamente può facilmente causare anche la cecità. Contro i disturbi agli occhi l'unica misura saggia e razionale è di ricorrere al medico. Lo stesso vale anche per l'allontanamento della cosidetta Dernola della pelle. Persone che hanno gli occhi sensibili evitino d'intrattenersi in stanze dove si fuma; naturalmente nuoce anche il fumo della propria sigaretta. Inoltre si lavori soltanto in sufficiente luce, e quando si legge, si tenga una distanza di almeno 40 centimetri. Molto inestetici sono i sacchi lacrimali. Se questi si formano dopo notti passate vegliando, dopo eccessive fatiche e dopo un eccessivo consumo di alcool, potranno anche facilmente venir eliminati con un corrispondente riposo, possibilmente giacendo in posizione orizzontale. Se invece la loro causa va cercata in malattie o altri disturbi, bisogna ricorrere al medico. Il naso rosso può derivare da differenti cause, per esempio da una falsa nutrizione, da un eccessivo consumo di alcool e anche di caffè, da disturbi del funzionamento della pelle, da un catarro cronico e da altri mutamenti interni del naso, anche da congelazioni. Quest'ultime saranno curate similmente ai geloni (vedi sotto « Cura dei piedi »). Per il resto in generale bisogna la dieta: poco alcool e poco caffè, poco thé e cibi poco drogati. Un rimedio che giova quasi sempre è di premere sulla punta del naso per un brevissimo tempo (uno o due secondi) un batuffolo d'ovatta, immerso precedentemente in acqua calda di 60 centigradi. Momentaneamente giova anche sfregare il naso con benzina. Per eliminare definitivamente il male, bisogna ricorrere al medico. E ciò vale specialmente quando si tratta di forme più gravi, quali i nasi bitorzoluti e tuberosi.

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Se si abbisogna un'informazione o indicazione ci si rivolge in prima linea alla guardia, ma possibilmente non a quella che vigila sulla circolazione. Se non c'è vicino una guardia, interroghiamo un portalettere, o uno « chaffeur » o altre persone di servizio e soltanto in caso di estrema necessità rivolgiamoci ad una persona privata e soprattutto non dimentichiamo mai di ringraziare cortesemente, anche nel caso in cui l'informazione dataci non fosse sufficiente. Signore si rivolgano in tal caso a persona di servizio, a signore, o a bambini. Se qualcuno chiede a noi un'informazione, riflettiamo prima di rispondere quindi rispondiamo con poche parole brevi e semplici, evitando di confondere l'altro con descrizioni verbose e complicate. Dopo aver data l'indicazione si attenda un attimo, per vedere se si è stati compresi ed in caso di bisogno si accompagni per un tratto la persona non pratica del luogo. Anche per evitare di stare a discorrere fermi in mezzo alla strada, è raccomandabile di accompagnare l'altro per un tratto di strada e di parlare piuttosto camminando. Ma non approfittate dell'occasione per avvicinarsi così ad una persona altolocata, o ad una signora sconosciuta; fatelo soltanto nel caso, che ne siate pregati. Se la vostra direzione è diversa da quella della persona altolocata, o della signora con cui volete discorrere, dovete insistere di cambiare Voi la vostra via e non dovete mai acconsentire che la cambino loro, per Voi. Discorrendo con una signora ben conosciuta, un signore può offrirle di accompagnarla - però naturalmente non in forma importuna. - La signora può sempre accettare tale offerta rispettosa e cortese. La signora deve poi fare capire quando lo accompagnamento deve cessare. Un vero signore si congeda subito, quando vede che la signora è giunta al suo scopo, o dice di prendere allora un'altra direzione. Avvicinare per strada una signora sconosciuta è un'offesa. Il meglio che può fare una signora importunata in tal modo è: di continuare la sua via senza badare allo sfacciato disturbatore. Ma se eventualmente risponde, lo deve fare con poche parole fredde, e mai adoperare espressioni troppo forti. Caso mai, entri in un negozio. L'entrare in un portone d'una casa privata, in tal caso non è raccomandabile. Alla peggio prenda una vettura (taxi) o si rivolga ad un questurino. Una signora ben vestita e che abbia un comportamento distinto, anche se va sola di sera, viene di rado avvicinata a importunata da un signore sconosciuto. Se si va in compagnia si cerca di tenere il passo coll'accompagnatore: perchè altrimenti si rischia d'urtarsi ad ogni tratto. Colui o colei che cammina a sinistra deve dirigersi secondo i passi del compagno di destra. Non si cammini troppo distante uno dall'altro, ma nemmeno troppo vicino. Al signore è permesso di chinarsi un poco verso la signora, ma non troppo. Per non disturbare il compagno, o la compagna, pacchi o borse si portano sempre colla mano che sta all'esterno.

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- 37,4 per cento. tempo abbisogna al pianeta Nettuno per fare un giro intorno al sole? - Circa 165 anni. parte della superficie terrestre è terra e quanta acqua? - Alquanto più di un quarto è terra, mentre circa tre quarti sono acqua. grandi biblioteche esistono sulla terra? - 1038, che contano complessivamente oltre 181 milioni di volumi. apostoli ci furono, che diffusero nel mondo la dottrina di Cristo? - 12. scarpe producono in un anno le fabbriche di scarpe degli Stati Uniti d'America? - Circa 313.230.000 paia. burro esporta annualmente la Danimarca? - 143 milioni di chilogrammi. formaggio esporta annualmente l'Olanda? - Circa 97 milioni di chilogrammi. patate produce annualmente la Repubblica dei Soviet? - 495 milioni di quintali. frumento si miete annualmente sulla terra? - 1185 milioni di quintali. birra producono gli astinenti Stati Uniti dell'America? - 6.8 milioni di ettolitri. carta viene prodotta annualmente sulla terra? - circa 145 milioni di quintali.

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Cantù, Il Galantuomo Infelice chi abbisogna dell'aiuto d'altri per liberarsi dal male o per cercar fortuna. G. Giusti Il bisogno gli è proprio la Cibele dalle cento mammelle, che allatta la infinita famiglia dei delitti. Guerrazzi, Il buco nel muro

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