Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbindolare

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Passa l'amore. Novelle

241468
Luigi Capuana 1 occorrenze
  • 1908
  • Fratelli Treves editori
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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Buona pasta d'uomo, un po' corto di cervello, pieno di scrupoli religiosi, si era lasciato abbindolare dal marchese di Camutello, che un giorno lo aveva mandato a chiamare per parlargli di una cappellania di famiglia, il cui cappellano era in punto di morte. - Ho pensato a voi, signor canonico! - Grazie, grazie!... Non posso accettare, - rispose umllmente il canonico. - Perchè, signor canonico? - Non saprei come soddisfare gli obblighi, signor marchese. Non si può dire più d'una messa al giorno, ed io ho già appena qualche settimana vuota nell'anno. - Ah, io non vi farei ressa! Non vorrei vedere il vostro celebravit.... Non l'ho mai chiesto al cappellano che il signore ora sta per portarsi in Paradiso. - E la mia coscienza, signor marchese? - C'è il Papa, infine! Una sanatoria non costa troppo.... - Niente! Grazie, signor marchese. Grazie! E il marchese, mutando sùbito discorso, gli avea parlato della povera cugina baronessa e delle ragazze che vivevano da monache, di quei tre nipoti, uno più matto dell'altro, di schietta razza dei Zingàli e del barone, che già finiva di ridurli tutti in miseria. - Io, signor canonico, voi lo sapete bene, ci sono stato tirato pei capelli. Ero tranquillo, nel mio possesso; e lui è venuto a dirmi: Ti voglio cacciar via di lì!... Le parole non bastano, caro signor canonico!... Allora - che volete? Uomini siamo! - io gli ho risposto per le rime - Cantorìa una volta era dei marchesi di Camutello.... Vediamo un po'. - Così mi son messo a intorbidargli le acque pure io.... Che volete? Uomini siamo!... Soltanto i santi porgono l'altra guancia quando han ricevuto uno schiaffo.... Me ne dispiace per la cugina baronessa e per quelle due buone creature delle sue figlie.... Che pensano di fare? Chiudersi in un convento? E quei tre matti?... Marco, è vero che vuol trovare il moto perpetuo?... - Pensa a un mulino di sua invenzione. - Un mulino?... Un Fontane Asciutte mugnaio! Mi piange l'animo.... Ma che fare con quella testa di mulo di mio cugino il barone?... Io, credetemi, mi stimo saldo, ben saldo nel mio diritto.... Se così non fosse, non spenderei tanti quattrini per litigare.... Eppure, se mi si proponesse un accomodamento alla buona.... Capite.... Non posso essere il primo io.... Mi pregiudicherei. Sono stato attaccato e mi difendo.- Ma è inutile ragionare.... Mi dispiace intanto per la cappellania. Non prevedevo il vostro rifiuto. Via! riflettete un po'.... - Grazie, signor marchese; è impossibile! Il canonico Rametta, riferito alla baronessa quel colloquio, le aveva involontariamente introdotto nell'animo il lievito della ribellione contro il dispotismo del marito. Per la baronessa il suo confessore era un santo; se non operava miracoli da vivo, ella credeva fermamente che li avrebbe operati appena morto. Una sera, infatti, parlando di lui con le figlie, aveva esclamato: - Vedrete; se lo salasseranno otto giorni dopo morto, egli darà sangue come persona viva. E nell'attesa di questo infallibile segno di santità, che però la baronessa si augurava di vedere quanto più tardi possibile, ella abbandonava ciecamente al canonico la direzione della sua coscienza e di quella delle due figlie, e lo aiutava in qualche opera buona, con elemosine che erano proprio atti di eroismo da parte di lei; giacchè le strettezze diventavano ogni giorno maggiori in famiglia; le spese della lite assorbivano ogni risorsa; e i figli, chi per un conto, chi per un altro, si rivolgevano alla baronessa per ottenere il po' di danaro che loro occorreva. - Mi smungono da tutte le parti! - ella si lamentava col confessore. Il canonico Rametta, quantunque fosse pallido e magro anche un po' per le penitenze e le macerazioni a cui si sottometteva, dei santi aveva specialmente la testardaggine che li fa perseverare in quel che loro sembra una buona e giusta cosa. Convintosi che le intenzioni del marchese di Camutello erano ottime e che i fatti gli davano ragione (nessuno poteva attestarlo meglio di lui, confessore della baronessa, la quale spesso spesso, non avendo peccati suoi da confessare, gli versava nell'orecchio quelli del marito, e al povero barone, non si poteva addebitare altro torto all'infuori di pensare giorno e notte alla lite; convintosi dunque che le parole del marchese: "Se mi proponessero un accomodamento alla buona, fossero sincere, e che questo accomodamento poteva evitare alla famiglia del barone e a lui l'estrema rovina, il canonico Rametta, dopo averne accennato qualcosa velatamente, visto che alla baronessa e ai suoi figli mancava il coraggio di opporsi alla volontà del barone, avea creduto opportuno mutar tono, e parlare non più in nome proprio, ma in nome di quel Dio di cui durante la confessione egli era, secondo la sua espressione, indegno, sì, ma vero ministro. - Tocca a voi, signora baronessa; ve l'ordina Dio per mio mezzo! La baronessa, che a quattr'occhi con lui, da penitente a confessore, si era espressa talvolta un po' arditamente, udite queste tremende parole, diventò piccina piccina sul seggiolone di noce dov'era seduta accanto al canonico. La voce le si arrestò in gola, le lacrime le sgorgarono dagli occhi e potè a stento balbettare: - A me? Tocca a me? Ma vostra paternità sa benissimo.... - So che questo è il vostro dovere di moglie e di madre di famiglia; so che voi non dovete accapparrarvi l'inferno per tutta t'eternità, disobbedendo al comando di Dio, che v'ha fatto baronessa e madre forse unicamente per salvare dall'estremo disastro questa famiglia. Altro non devo sapere. Pensateci bene, e pregate Dio e la Madonna, perchè vi diano forza e coraggio! E finita la confessione, egli prese a ragionare dello stesso argomento in presenza delle signorine. Mariangela approvò sùbito. La sua faccia squallida, dove gli occhi parevano assonnati in una specie di nausea del mondo e delle sue vanità, si animò tutt'a un tratto, si colorò, e le pupille le lampeggiarono, quando disse con profonda amarezza: - Non vuole che io più entri nella sua camera neppure per rifargli il letto! Rosaria, la sorella minore, bruna, dal viso duro, dalle labbra carnose, stata un pezzo ad ascoltare, si era alzata con uno scatto da sedere: - Dove vai? - le domandò la baronessa. - Vo' a chiamare i fratelli; debbono essere d'accordo anche loro.

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