Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180539
Barbara Ronchi della Rocca 1 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Per esempio, portare del cibo a un pranzo o una cena seduti - se non è stato espressamente richiesto - può scombinare l'organizzazione delle portate e non abbinarsi con gli altri piatti del menu e con i vini preparati; scelte che vanno rispettate, senza interferenze. Questo vale anche per un dessert: a parte il surplus di trigliceridi imposto a tutti i commensali (non sarebbe gentile, da parte loro, rifiutare un assaggio), senz'altro i padroni di casa ne hanno già preparato uno, e il nostro «in più» li costringerà a un imprevisto cambio (o peggio, a una furtiva sciacquata in cucina) di piatti e posate. Diverso è il caso in cui il contributo al menu è stato annunciato all'atto dell'invito, perché non costituisce un doppione di altri piatti. Verrà quindi portato in tavola insieme con i rinnovati ringraziamenti al donatore. Anche arrivare con del vino non è una buona idea: se è bianco, magari non è fresco a sufficienza, o non si accompagna con i piatti previsti; se è un buon rosso, è uno spreco berlo subito dopo l'apertura, senza lasciargli il tempo di «riposare». L'unica bottiglia che non guasta mai è quella che si può bere «fuori pasto»: champagne e spumanti (ma solo se sono già freddi), liquori e vini «da meditazione». Oppure portiamo una confezione di dolci o marrons glacés o cioccolatini di pasticceria - che verrà poi aperta in salotto e offerta agli ospiti per addolcire il dopocena - una marmellata o una conserva fatta in casa, un olio speciale, una bottiglia di liquore, del tè esotico. Se conosciamo bene i gusti dei nostri ospiti, potremo sempre portare loro un bel CD, o un libro - uno solo e non costoso, per non dare l'impressione di pagare il pasto. Ricordiamo però che arrivare con un pacchettino è tipico di estranei che si frequentano poco, e che quando gli inviti sono ripetuti è bene non diventi un'abitudine capestro. Per un cocktail o un aperitivo potrebbe sembrare una buona idea arrivare con salatini o pizzette. È invece un gesto poco cortese, perché sembra sottintendere il timore di non trovare la cambusa abbastanza fornita... E se gli invitati non siamo noi, ma i nostri figli? Innanzitutto informiamoci bene: è una semplice merenda o si festeggia un compleanno? Nel secondo caso è d'obbligo un regalo, nel primo mandiamoli tranquillamente a mani vuote. Oppure telefoniamo alla mamma dell'amichetto offrendoci di preparare un dolce per arricchire la merenda dei piccoli, per esempio una ciambella semplice, o una crostata di frutta. Da portare solo se ci è stato dato il via libera. Non c'è niente di male a presentarsi a mani vuote a casa di chi ci ospita per un week-end, anzi. A patto di saper cogliere le buone occasioni: offrire la cena o l'aperitivo, oppure comprare insieme una leccornia locale o un bel dolce per i pasti in casa. È un modo per dimostrare che siamo attenti ai gusti dei nostri amici, senza l'ansia di «sdebitarci» (che brutta parola!) con un dono magari un po' impersonale.

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