Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Giovanna la nonna del corsaro nero

204845
Metz, Vittorio 1 occorrenze
  • 1962
  • Rizzoli
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Rinuncia al tuo nome e al posto suo (che di me non fa parte), abbimi tutta..." esclamò. "Io vi prendo in parola" rispose una chiara voce maschile ai piedi del pulpito. "Datemi solo amore e sono di nuovo battezzato e d'ora in poi non più Romeo mi chiamo!" "Oh, Dio!" esclamò Giulietta. "Chi è?" "Il mio nome ti è odioso..." sussurrò la voce. "Raul?" esclamò Jolanda, scendendo dal pulpito e avvicinandosi al giovane (poiché era proprio lui). "Ma come siete arrivato fin qui? E perché?" "Vi risponderò proprio come Romeo risponde a Giulietta, visto che trovate la nostra situazione così simile alla loro" rispose Raul. E declamò: "'Ho superato le mura con ali d'amor leggere. Oh, limiti di pietra non potranno arrestar l'amor. Quello che amor può far, amor lo tenta...'" "Questo che mi dite è molto carino, ma non spiega nulla, Raul" disse giudiziosamente Jolanda. "Come siete entrato?" Raul indicò la pietra scostata dal muro nel quale ora si apriva un cunicolo. "Da quel passaggio segreto... Da cui potrete uscire sbucando fra le rovine della città morta, oltre le linee degli assedianti spagnoli..." Jolanda accennò ai dormenti. "Ma mia nonna" obiettò "non accetterà mai di essere salvata da voi..." "E voi dovete guardarvi bene dal dirglielo" disse Raul. "Presto, Jolanda, svegliate i vostri compagni e fuggite prima che venga giorno e i miei uomini ricevano il segnale d'attacco... Addio, Jolanda..." "Addio! Raul e... e grazie!" Gli gettò un timido bacio sulla punta delle dita, mentre Raul correva verso il passaggio e scompariva nel cunicolo. Jolanda lo seguì con lo sguardo, come incantata, poi si riscosse e, risolutamente, si avvicinò alla vecchia scuotendola. "Nonna... Nonna!" chiamò. La vecchia si destò bruscamente e balzò a sedere afferrando la spada che come al solito teneva a portata di mano."Che c'è? Che succede?" esclamò. "Gli spagnoli ci stanno attaccando?" "No," rispose Jolanda"ma ho scoperto un passaggio segreto che ci può portare fuori di qua..." "Per le trippe del diavolo?" esclamò Giovanna percuotendosi la coscia con il pugno chiuso. "Una vera fortuna!..." Poi fissando Jolanda con lo sguardo un po' sospettoso: "Ma" le domandò"come hai fatto a scoprire..." "Ecco..." mentì Jolanda confusa. "Mi debbo essere addormentata e ho sognato... E al mio risveglio ho visto che il sogno era vero..." "Io non credo ai sogni" disse scetticamente Giovanna. "Io, invece, sì... Credo che ciò che si sogna possa avverarsi... Infatti..." Indicò il cunicolo. "Il passaggio eccolo là!" concluse. Giovanna guardò nella direzione indicatale e si convinse. "È vero" esclamò."Ebbene, questo tuo sogno mi permetterà di realizzare il mio... Ritrovare i miei fedeli caraibi e alla loro testa marciare su Maracaibo per vendicarmi di quel dannato Trencabar!" E Giovanna andò a scuotere Battista e Nicolino. "Sveglia, ragazzi," gridò "si parte..." "A quest'ora?" esclamò Nicolino sbadigliando. "E dove si va?" "A Maracaibo!" Sotto le mura di Maracaibo, il Corsaro Nero stava seduto su un affusto di cannone in atteggiamento se è possibile ancora più triste del solito. Intorno a lui altri cannoni, pirati che si preparavano per l'assalto affilando le loro terribili sciabole di arrembaggio, mucchi di palle da bombarda di ferro e di pietra, salsamenterie, una cucina da campo, tutto il necessario, insomma, per un assedio come si deve. Il Pirata Meno Un Quarto, che era in compagnia del Pirata Col Coperchio, gli si avvicinò. "Scusate, comandante..." "Come?" disse il Corsaro Nero, distratto. Poiché aveva l'espressione imbambolata come se fosse stato tolto da chissà quali pensieri, il Pirata Meno Un Quarto lo chiamò di nuovo. "Signor comandante..." Il Corsaro Nero si riscosse e lo vide. "Cosa c'è, signor Pirata Meno Un Quarto?" domandò. "Noi siamo pronti per l'assalto alle mura..." "Ah, bene" disse il Corsaro Nero con voce stanca, alzandosi in piedi."Adesso vengo..." Egli pensava a sua nonna e a sua figlia che aveva veduto sparire nel mare su una piccola barca ed era pieno di rimorsi. Se avesse aspettato un momento a farle scendere dalla Tonante, sarebbero arrivati i vascelli degli altri Fratelli della Costa ed ora le due donne sarebbero state con lui. Invece... "Per le trippe del diavolo!" risuonò in quel momento l'inconfondibile voce della nonna. "Dunque siete tutti vivi? Dov'è mio nipote?" Il Corsaro Nero balzò in piedi. "Mia nonna!" esclamò. E corse incontro alla vecchia che era arrivata in quel momento seguita da Jolanda, il nostromo Nicolino, il maggiordomo Battista e il suo esercito di caraibi che ella aveva trovato nella foresta mentre danzavano, ma non danze della morte o roba di questo genere, bensì una allegra fantasia per festeggiare il fatto che erano riusciti a seminare per la strada la vecchia tiranna che in un momento di euforia avevano avuto la debolezza di nominare loro regina e che, durante il tempo che aveva esercitato su di essi il suo dispotismo, li aveva torturati in mille maniere costringendoli a portare le scarpe e pretendendo che la sera andassero a letto con una sola tazza di caffellatte nello stomaco, in luogo dei grassi spagnoli con i quali erano usi cenare. "Nipote mio!" esclamò Giovanna correndo incontro al Corsaro Nero e abbracciandolo con affetto. "Siete vive, dunque!" esclamò il Corsaro Nero, staccandosi a fatica dal ferreo abbraccio della vecchia e andando a stringere la figlia contro il suo largo petto. "Vive e vegete!" gli rispose fieramente la nonna... "Ed eccomi qui pronta a riprendere personalmente il comando dei pirati. per conquistare la piazzaforte di Maracaibo..." "Ma, nonna!" esclamò il Corsaro Nero, spaventato, ricordandosi della precedente esperienza. "Tu non hai mai frequentato scuole di guerra!" "Non fa nulla..." rispose Giovanna. "In Italia mi ero iscritta alla scuola di guerra per corrispondenza e prima di partire mi era arrivata la prima dispensa, accompagnata da una lettera che non ho avuto ancora il tempo di leggere..." Frugò nella sua capace borsa e ne estrasse una lettera che porse al maggiordomo Battista, dicendogli: "Non trovo i miei occhiali... Leggete un po' questa lettera..." "Gentile signora," lesse il maggiordomo "le invio la prima dispensa delle lezioni di guerra per corrispondenza. Le comunico, però, che, data l'urgenza con la quale me l'ha richiesta dovendo partire, il proto non ha fatto in tempo a correggere le bozze e pertanto vi sono parecchi errori di stampa..." "Non conta" disse Giovanna. "Basta che ci sia indicato come si fa ad assalire una città... Andate avanti..." "Prima lezione, assedio e assalto di una città fortificata..." "Mi sembra che questo sia il nostro caso" commentò Giovanna. "Cosa dice?" "Prima dell'assalto" lesse Battista "disporre tutte le bocche da cuoco in direzione delle principali difese..." "Tutte le bocche da cuoco..." ripeté perplesso alzando la testa dalla dispensa. "Possibile?" "Benissimo!" disse Giovanna decisa. "Quanti cuochi abbiamo qui?" "Ma" rispose il Corsaro Nero imbarazzato. "Un paio, credo..." "E con il mio cuoco indiano e il mio maggiordomo che si arrangia anche a cucinare, fanno quattro... Ehi, voi, venite qua..." Un paio di pirati che erano addetti alle cucine da campo avanzarono titubanti, mentre il maggiordomo Battista spingeva avanti il caraibo che una quindicina di giorni prima aveva tentato di cucinare Nicolino allo spiedo. "Mettetevi qua," ordinò Giovanna "davanti alla porta di Maracaibo e aprite la bocca..." I quattro obbedirono macchinalmente, schierandosi in fila e spalancando le fauci. "Ma nonna!" esclamò il Corsaro Nero "ci deve 8. Giovanna "Mettetevi qua," ordinò Giovanna "davanti alla porta di Maracaibo e aprite la bocca..." essere un errore di stampa! Credo che voglia dire bocche da fuoco!" "Forse hai ragione" disse Giovanna, colta dal dubbio. "Allora, via, cuochi... Portate qui le bocche da fuoco...!" I quattro chiusero la bocca mentre altri corsari agli ordini del Pirata Meno Un Quarto trascinavano dei cannoni. "Ora vediamo cosa dobbiamo fare" disse Giovanna. E rivolta al maggiordomo:"Avanti," comandò "leggete". "Puntate le bocche da fuoco..." cominciò a leggere il maggiordomo Battista. "Avevi ragione tu" disse Giovanna, facendo una carezza al Corsaro Nero. "C'era proprio un errore di stampa..." Quindi, rivolta al maggiordomo: "Andate pure avanti, Battista..." "Puntate le bocche da fuoco e caricatele con la pelle di Pietro..." "Alt!" comandò Giovanna, alzando una mano. "C'è nessuno che si chiami Pietro, qui?" "Io, signora Giovanna" rispose il Pirata Meno Un Quarto. "Il mio nome è Pietro Mendoza..." "Anch'io mi chiamo Pietro" disse il Pirata Col Coperchio... "Pietro Romoletti, ai vostri ordini..." "Benissimo" disse Giovanna. Si rivolse a due indiani ai quali, a forza di calci, aveva insegnato a capire la sua lingua in brevissimo tempo e indicò i due pirati. "Togliete loro la pelle, ma con delicatezza, mi raccomando, in modo che non muoiano..." I due indiani tolsero dalle cinture i loro larghi coltelli e avanzarono sui due pirati terrorizzati. "Ma perché?" esclamò il Pirata Meno Un Quarto, indietreggiando. "Che abbiamo fatto per essere scorticati vivi?" "Su, avanti!" lo incoraggiò Giovanna. "Avete lasciato il vostro occhio su un galeone spagnolo, la vostra mano a Trinidad e la vostra gamba non ricordo dove, potete pure lasciare la vostra pelle a Maracaibo!" "Ma voi siete matta!" rispose il pirata. "Mi sia consentito il dire" disse Battista "che forse qui avrebbe dovuto essere scritto a palle di pietra, signora contessa..." "Pensi?" domandò Giovanna, in tono dubbioso. "Ma certo!" si affrettò a confermare il Corsaro Nero. "E allora" domandò Giovanna "portate le palle di pietra, presto!" Arrivò il pirata Catenaccio, di corsa. "Comandante!" gridò rivolto al Corsaro Nero. "I nemici stanno aprendo la porta della città e si preparano a fare una sortita in forze!" "Signori corsari!" tuonò il Corsaro Nero, balzando su un macigno. "Serrate le file!" "Un momento" lo interruppe Giovanna. "Fino a nuovo ordine comando io!" Quindi, rivolta al maggiordomo Battista: "Cosa dice la dispensa?" Il maggiordomo lesse sulla dispensa: "In caso di sortita del nemico caricate le colubrine a gallinacci!" "Alt!" comandò Giovanna. Si guardò intorno, perplessa. "Non vedo nessun gallinaccio da queste parti" osservò. "Gallinacci?" esclamò il Corsaro Nero, abbrutito. "Sì, tacchini... Eppure siamo in America, loro terra di origine..." Giovanna si rivolse agli uomini presenti, con autorità. "Andate a cercare dei tacchini selvatici nella foresta" comandò. "Subito, contessa" si affrettò a rispondere il pirata Catenaccio. E si allontanò seguito da altri verso la foresta emettendo il verso che le massaie fanno abitualmente quando vogliono richiamare intorno a sé il pollame: "Billi, billi, billi, billi!" "Ma nonna, che cosa hai fatto?" esclamò il Corsaro Nero. "Hai allontanato i migliori dei miei pirati! Come faremo ora ad affrontare il nemico che sta per effettuare una sortita?" "Senza gallinacci non si può far niente" rispose ostinatamente Giovanna. "Ma non ci sarà stato scritto 'pallinacci', per caso?" esclamò il Corsaro Nero colpito da un'improvvisa illuminazione. Il maggiordomo Battista guardò sulla pagina della dispensa. "Infatti" constatò. "Qui appresso dice: Sparate i pallinacci quando il nemico è vicino... La mitraglia li fermerà..." "Il nemico è vicino, vicinissimo" esclamò il Corsaro Nero. "È già uscito dalla città e ci sta circondando." "E poi che dice?" domandò Giovanna, senza badargli, rivolta al maggiordomo. "Se il nemico vi sta circondando, stringete le pile formando un quadrato..." "Un momento... Dove sono le pile?..." "Le file, nonna, le file..." ruggì il Corsaro Nero, strappandosi i capelli. "Può darsi..." ammise a malincuore la nonna. "Formate un quadrato!" comandò ai pirati rimasti, con voce stentorea, mentre i nemici si avvicinavano sempre più e i pirati si disponevano in quadrato urtandosi fra loro per la confusione. "E poi che cosa dice?" "Sperate soltanto quando i nemici vi sono vicini..." "Vedete?" esclamò la vecchia trionfante. "Dice che se anche sono vicini, si può sperare nella vittoria..." "Sparate, non sperate!" singhiozzò il Corsaro Nero. E rivolto ai pirati: "Fuoco!" gridò. "Che aspettate a far fuoco! Gli spagnoli ci sono addosso." I pirati disorientati sparacchiarono a casaccio qualche colpo con i loro archibugi, mentre Giovanna, avendo ritrovato gli occhiali, strappava la dispensa dalle mani del maggiordomo, e lanciatavi una rapida occhiata, tuonava: "Sporgete le pance!" "Ma che diavolo dici?" ringhiò il Corsaro Nero esasperato. "Qui c'è scritto che quando il nemico viene addosso bisogna accoglierlo sulla punta delle pance..." "Delle lance!" urlò il Corsaro Nero che era divenuto viola dalla rabbia e che se la cosa fosse continuata ancora sarebbe diventato ultravioletto e quindi invisibile. "Ma è troppo tardi, non ci resta che ritirarci!" "L'ordine di ritirata è..." Giovanna aguzzò gli occhi sulle righe della dispensa, poi si rivolse ai pirati con voce tonante: "Etaoin, etaoin... przorhfgetdreirorororororofgfg... etaoin, etaoin, etaoin..." gridò con tutto il fiato che aveva in gola. "Nonna, non stai gridando un ordine di ritirata, stai gridando un refuso tipografico" blaterò il Corsaro Nero strappandole la dispensa dalle mani e facendola in mille pezzi. E, decidendosi finalmente a prendere lui il comando: "Ripiegare!" comandò. "Signori uomini del mare, ripiegare..." Ma non c'era bisogno che urlasse in quel modo perché i pirati già correvano disordinatamente verso la foresta, incalzati dagli spagnoli vittoriosi.

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