Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbigliamento

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Le belle maniere

179883
Francesca Fiorentina 2 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Un'altra prova di gusto, figliole mie, voi darete nel vostro abbigliamento, sia che sediate modestamente ne' posti numerati di platea, sia che sfoggiate la vostra gioventù nella piena luce del palco di prima fila. Non scintillii d'oro o di brillanti chimici, non nastri molticolori ne' capelli bruni o biondi, non scollature, non guanti di pelle lunghi fino alle spalle; ma una camicetta chiara semplicissima, con un'apertura che lasci libero il collo, ma non si prolunghi troppo, un fiore sul petto, un altro, se volete, in testa, adatto al colore delle trecce, e niente di più. La vostra freschezza giovine e sorridente sarà il più grazioso ornamento.

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Il buon gusto, soprattutto, voi dovete dimostrarlo nel perfetto accordo della vostra condizione col vostro abbigliamento. Su questo punto non insisterò mai abbastanza, figliole mie! Quanti fronzoli ch'io vedo indosso a giovinette appena agiate racconterebbero storie dolorose! Si può essere semplici e, aiutandoci con mille piccole arti note soltanto a noi donne, sembrare eleganti. Un'acconciatura modesta e graziosa, non deturpata da pettinini con coste auree o brillantate o da altri ninnoli inutili, un vestitino di mussola di poche lire sotto la vostra faccetta sorridente e rosea possono inspirare il pennello dello stesso pittore che arriccerebbe il naso davanti a un accozzo di tinte vivaci, a una rappezzatura di stoffe finissime, ma inadatte alla carnagione, alle fattezze, al sorriso. Una giovinetta dalle forme audaci si guarderà dall'indossare un abito celeste molto increspato, che invece donerà a una magra; la bruna sceglierà per una sua camicetta una sfumatura canarina o un bel porpora; mentre capelli biondi e carnagione bianca spiccheranno sopra un viola o un rosa pallido o sulle tinte scure. Le sfumature sono il gran segreto dell'eleganza; e vi ripeto che io per eleganza non intendo"lusso", ma "ciò che è scelto; "nè scambio il bello coll'appariscente. A chi sa questo segreto riuscirà l'accordare anche i colori che a prima vista ci sembrerebbero più cozzanti:il cielo ha talvolta certi effetti di lute che, a chi li osservi, possono servire di guida. Tutte, brune e bionde, si guarderanno dalle fatture complicate, pesanti di guarnizioni, esagerate nella ricerca della moda. L'esagerazione è nemica giurata del buon gusto; nè la moda è così tiranna da non lasciar sempre una scappatoia. Immaginatevi una faccia da luna piena, sul cui centro si posasse, come trasportato lì dal vento, un cappellino microscopico; sembrerebbe di vedere una ghianda madornale scappar fuori dal suo minuscolo calice. E nemmeno una piccola e tozza figurerà con sulla testa un areoplano di quelli che si usavano due o tre anni fa, chè parrebbe un fungo porcino. L'ordine e l'armonia sono fratelli del buon gusto, figliole mie:perchè voi siate vestite esteticamente bene, bisogna che formiate un tutto armonico dalla cima del cappello alla punta delle scarpe. M'è accaduto di giudicare sprecato un grazioso cappellino sopra un abito trasandato e viceversa, e, soprattutto, di condannare a morte l'eleganza d'una signora, perchè la calzatura lasciava molto a desiderare sotto il lusso della toeletta. Ma vorrei che vi persuadeste di questo:che il buon gusto nell'abbigliamento - come nel resto - consiste non in un qualunque accozzo di oggetti separatamente belli, ma nella sapiente unione di parti che formino quel dato complesso, direi, proporzionato e, specialmente, nel raggiungimento del fine col minimo dei mezzi. Così è bella una pittura che ci comunichi immediatamente una particolare commozione, senza che noi siamo costretti a cercarla in mezzo alla confusione di colori e di forme; è bello uno stile conciso, da cui il pensiero balzi nitido e non si perda in un labirinto di frasi e d'immagini; è bello un gesto della persona, che sia la rapida espressione del sentimento e ottenga l'effetto voluto. Conclusione? Se non possedete un buon gusto istintivo, acquistato da natura, per uno speciale temperamento o per eredità, formàtevelo procurandovi delle senzazioni estetiche per mezzo, specialmente, della vista e dell'udito, che dovete tener ben aperti alle bellezze naturali e artistiche che vi circondano. Per voi, generalmente, la vista non è che un mezzo meccanico d'accogliere l'immagine puramente esteriore delle cose; ma deve, invece, trasformarsi via via in un mezzo cosciente e pel quale gli oggetti acquistino ai vostri occhi un valore particolare, personale, e vi comunichino una sensazione non completamente estranea alla vostra sensibilità, alla personalità vostra. Non abituatevi, insomma, a dir bella una cosa perchè l'avete sentita dir tale o ad arricciare il naso davanti a un'altra perchè qualcuno, forse meno intenditore di voi, espresso il suo disgusto per essa. Sarebbe inutile che Dio v'avesse dato un bel paio d'occhi vostri, se poi doveste ricorrere a quelli degli altri per l'uso migliore! Più cose belle vedrete e udirete, più il vostro gusto acquisterà una certa virtù di selezione, e più s'affinerà in essa. Ve lo consiglio per bene di voi tutte, a cui la vita sarà piu dolce, piena e complessa; perchè con l'educare il gusto, non solo riuscirete a ornarvi esteriormente d'abiti e d'oggetti graziosi, ma, senz'avvedervene, eleverete il cuore e l'intelligenza, innamorandoli di quanto v'è di più eletto e gentile.

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