Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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AA. VV. 2 occorrenze

Nella scia della sua fuga i «Magazzini di.i Roscio», negozi di abbigliamento a poco prezzo di cui è titolare, e lo sgomento di alcuni istituti di credito che gli avevano appena concesso fidi per una decina di miliardi. La Banca di Roma, il Credito Italiano e la Cassa di Risparmio si stanno ora organizzando per presentare istanza di fallimento del commerciante, notissimo in città, e delle sue società, una con sede a Civitavecchia, l'altra a Viterbo. Le banche sarebbero anche sul punto di presentare una denuncia penale per bancarotta fraudolenta. Tortelli ha approfittato dei giorni convulsi che hanno preceduto le feste natalizie: ha, rapidamente, svuotato i suoi conti correnti e i fidi che gli erano stati concessi, lasciando uno scoperto di diversi miliardi, soprattutto ai danni della Banca di Roma. Quindi ha liquidato le sue attività commerciali e venduto un appartamento. Ma ha fatto le cose in modo così rapido che, quando i vari direttori degli istituto di credito hanno incominciato ad avere i primi sospetti, era ormai troppo tardi: Tortelli si trovava, forse, già in Venezuela o a Santo Domingo o in qualche altro rifugio sicuro. Le banche, inoltre, temono che il «buco» possa essere ancora maggiore di quanto si pensi. Non bisogna dimenticare, infatti, che alle cifre già calcolate vanno aggiunti assegni che, sicuramente, circolano a firma di Faliero Tortelli e quasi certamente anche il debito nei confronti dei fornitori è consistente. Secondo le voci che nella città laziale si sono fatte sempre più insistenti, in questi giorni, l'imprenditore avrebbe probabilmente concepito da tempo il suo piano, che ha avuto l'epilogo subito dopo le festività natalizie durante le quali ha realizzato notevoli incassi. Un altro bottino sparito insieme con lui. Ai primi di dicembre Faliero Tortelli aveva chiesto e ottenuto il rinnovo e l'accensione di altri fidi bancari presso diversi istituti di credito (soltanto dalla filiale di Civitavecchia di uno di questi avrebbe avuto quattro miliardi) con il pretesto di dover ampliare le proprie attività, che del resto non lasciavano supporre la presenza di debiti particolarmente consistenti da sanare. Nei mesi scorsi, il commerciante aveva denunciato di aver ricevuto diverse minacce, compreso l'invio a domicilio di un pacco contenente una bomba artigianale. Lo scorso novembre, Tortelli segnalò infatti di aver ritrovato sul cofano della propria auto, parcheggiata di fronte a casa (in via Puccini 10), un rudimentale ordigno esplosivo, confezionato con polvere pirica facilmente reperibile nelle cave. Ad amici e dipendenti aveva confidato di essere molto preoccupato per la propria vita a causa del mancato pagamento di una partita di merci acquistate nel Napoletano. Non è escluso, tuttavia, che anche le presunte minacce facessero parte di un piano accuratamente studiato a tavolino. Secondo gli investigatori della polizia, il commerciante per il momento non sarebbe formalmente indagato anche se si dà per sicura la prossima denuncia per truffa e l'azione di rivalsa da parte delle banche e dei fornitori. Il crack e la relativa fuga sarebbero stati messi a punto con la complicità di alcuni professionisti romani che avrebbero aiutato Tortelli a ottenere, in poco tempo, il massimo della liquidità possibile dalle proprietà.

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