Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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CONTRO IL FATO

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Steno, Flavia 2 occorrenze

Vestì la piccina come un vero amorino, donò una sua bluse di seta azzurra a miss Lucy, che parve quasi bella nello straordinario abbigliamento, poi pensò a sè con una tale attenzione, come da molto tempo non impiegava più; voleva esser bella per piacere a Luciano, il suo istinto di donna innamorata le faceva purtroppo indovinare dietro la freddezza di suo marito una nuova passione violenta, e con tutto lo slancio del cuore voleva ad ogni costo tentare di riprenderlo. Immaginò un abito che sarebbe stato audacissimo per qualunque altra donna meno splendidamente bella di lei.... Un vestito color violetto, d'un violetto tenue e delicato come l'aria d'un tramonto autunnale, ed era invece in lei una splendida aurora viva e palpitante, un sorriso di cielo, così bionda e rosea, che sorgeva dalla nuvola di tulle color viola tenuissimo. Erano la bellezza e la gioventù trionfanti, era la donna sognata dai poeti e dagli amanti bianca e pura, col sorriso dell’amore negli occhi profondi, sereni, colla bontà e la dolcezza sulla fronte candida, soave.... Essa volle così, ch'egli vedesse soprattutto com'era ancor giovane, fresca e bambina, che non l'immaginasse ormai stanca e desiderosa solo di un affetto tranquillo e calmo; no, no, egli doveva comprendere che quel busto flessuoso, elegante e splendido, era ancora desideroso d'amplessi frementi, che ancora quelle braccia sapevano l'abbraccio voluttuoso e sapiente, e quelle labbra anelavano il bacio supremo! Tutto ancora in lei chiamava l'amore!... Infatti, quando Luciano entrò per prenderla, fu sorpreso quasi di trovarla così bella, ma di una bellezza diversa della solita; meno maestosa, più soave e più seducente.... - Sarah! - esclamò, lieto di quella sorpresa. E siccome ella sorrideva con una fiamma d'amore e di dolce malizia nello sguardo buono: - Carina! - fece egli, baciandole una spalla nuda. Non ti posso dire duchessa stasera, ma sei una Sarah molto più adorabile della solita.... - Ciò vuol dire che la solita ti ha stancato - osservò lei, con una punta di amarezza nell'accento. - Oh, che cattiva! - disse Luciano, fingendo il broncio. E per dissipare quelle nubi che vedeva formarsi nella mente di sua moglie, l'abbracciò sollevandola come una bambina amata: - Stasera torneremo a casa presto! - le sussurrò poi con quell'inflessione d'accento speciale dei suoi momenti d'espansione. E indovinando la promessa ch'era nella frase semplice e breve, ella arrossì e gli sorrise felice. Ma insieme alla gioia, Sarah doveva avere anche il suo dolore quella notte. Essa lo comprese subito, quando entrando nella sala vide ritto vicino all'uscio il signor Rook, in atto d'attesa. Certo era lei l'attesa dal miliardaio, perchè appena la vide le corse incontro felice. - Come, non siete in costume? - gli chiese il duca, già lieto di trovare un cavaliere per la sua signora. - No, non m'è piaciuto il costume che Lovere m'ha fatto venire. - Siete di gusto difficile, caro. Figurati, - continuò Luciano, rivolgendosi alla moglie con un lieve tono di canzonatura nell'intonazione sarcastica della voce - sprezzare un Mefistofele della casa Heuog di Londra! - Che volete, duca! tutti i gusti sono gusti! Passi ancora la parte di Faust, ma quella di Mefistofele, via!... finì quasi sogghignando, con una certa luce strana negli occhi fosforescenti, che Sarah ne rabbrividì. - Bisognerà cercare la bimba.... - disse questa per troncare il colloquio, e, oltre tutto, la vicinanza penosa. Ma William doveva avere prevenuto tutto. - Solange? - chiese, colla confidenza d'un amico l'ho veduta entrare al buffet or ora; era con miss Lucy e con Lovere. - Il suo cavaliere servente.... - osservò Luciano, ridendo. - E fedelissimo - soggiunse William. Ma anche Sarah voleva avviarsi al buffet. buffet.- Non prima d'avermi concesso l'onore d'un giro di valzer, duchessa - pregò Rook, inchinandosi, e piegando il braccio verso l'adorata. Era impossibile di esimersi. - Ve l'affido - disse il duca, battendo amichevolmente colla mano sulla spalla di William. E rivolto alla moglie: - Io vado da Solange, mi raggiungerai là con Rook. Era impaziente d'esser libero. Dietro uno dei colonnati passeggiava irrequieta una Folie mascherata. Appena egli uscì nell'atrio, la maschera scomparve da un'altra parte, e si perdette tra la folla di chi entrava. Sarah non vide nulla. Appoggiata al braccio di William, essa s'aggirava tra le coppie pronte per la danza come un automa. In un angolo della sala i sonatori d'orchestra accordavano gli strumenti. Lo stridere dell'arco contro le corde dei violini le dava sui nervi, irritandoli orribilmente. Anche la luce chiassosa e troppo abbondante le faceva male, come il rumore e il caldo della sala che andava affollandosi. Vide confusamente passare d'Ostrog e von Yglau con miss Cora e con due altre signore sconosciute: per un momento seguì coll’occhio nella folla, tra le coppie l'alta figura d'Ostrog accanto a quella chiassosa, un po' ardita d'un'ignota, tutta ridente. Poi udì la voce di William e si scosse. Che diceva William? Ah, sì, la invitava al ballo poiché i violini, non più striduli, avevano attaccato le prime battute del Donauwellen. Donauwellen.Bisognava pur ballare. Socchiuse gli occhi e si lasciò prendere fra le braccia di William, che la strascinò in un prestissimo vertiginoso. Ora, non vedeva proprio più nulla, non sentiva più nulla.... cioè, sì, una cosa ancora sentiva: gli sguardi di William avidi e ardenti sulle sue braccia, sulle sue spalle nude, sul suo petto ansante, appena velato dalla tenue garza. Ah, quegli sguardi!.. Come mai le era venuta l'idea di quel vestito così poco modesto? Dio! Dio! quel valzer non sarebbe finito più? Una coppia la urtò un poco passando, e fu costretta d'appoggiarsi ancora più sul braccio di William, inasprendone così inconsciamente il desiderio. - Sarah.... - sentì sussurrare vicinissima la voce di lui, con accento fremente di passione appena contenuta. - Sarah.... diletta! finalmente sei un po' mia! Ella credette di morire. Socchiuse gli occhi e si lasciò trasportare così tutta abbandonata, col busto ritto, rigido, la testa rovesciata indietro come a cercare un po' di respiro. Si rese conto William del suo stato di prostrazione? Forse sentì che ora quella l'occasione unica, perché pazzo d'amore e ubriacato dall'ambiente, cessando a un tratto la danza vertiginosa, passò un braccio intorno alla vita della duchessa e la trascinò quasi di peso fuori dalla sala. - Siete stanca; riposate un poco, venite.... La voce e l'atto erano tanto buoni, ch'ella non s'oppose, e credette quasi alla liberazione. Soltanto quando si trovò fuori, in un viale appartato dei giardini, sola con Rook, gettò istintivamente un grido di sgomento e volle alzarsi per fuggire. - Sarah! - sussurrò lui, abbracciandola. - Sarah, per tutto quel che m'avete fatto soffrire, mi dovete bene la dolcezza di questo momento solo!... - Per pietà!... - pregò la donna, guardandolo e giungendo le mani. - Pietà? Hai tu avuta forse pietà di me quando io piangevo?... perchè ho pianto assai, sappilo, Sarah, in questi lunghi anni! quando piangevo laggiù nei nostri paesi lontani, avevi tu pietà dell'uomo che avevi ingannato?... Ah, senti! quando t'ho veduta la prima volta, fu in me un tale ribollimento di tutto il sangue, che ho creduto d'odiarti e di desiderarti morta! E anche dopo, mi venivano alle volte certi impeti di rabbia, che avrei voluto farti a pezzi e straziarti con tutti i tormenti della terra.... Ma poi non doveva essere odio quello che m'impediva di dormire, sapendoti vicina a me, e certo non è perchè ti odio che stasera ho creduto di morire tenendoti fra le mie braccia! Oh, Sarah, ti amo! Perdonami se te lo dico mentre non puoi più essere mia: ti amo, ti amo!... Io sono abituato allo strazio, saprò soffrire ancora, ma questa pena d'amore nascosto, non potevo sentirla più, ho dovuto narrartela, Sarah mia.... mia!... E la strinse al cuore, mentre invano ella si difendeva sentendosi perduta. - Mi scacci? mi scacci? - gridò lui ancora, esasperato da quella resistenza - non ti basta d'avermi tradito, ingannato, d'avere spezzata la mia vita e il mio cuore, vuoi ch'io continui l'agonia, vuoi che questo spasimo orrendo si eterni in me? Ma sai tu che cos'hai fatto della mia vita? Che cosa m'importano i miei milioni, gli onori, le imprese? Eri tu che io volevo! tu, adorata, diletta, amatissima!... E ritornando alla preghiera: - Oh, mia Sarita, - supplicò - pensa alla dolcezza della nostra prima gioventù! come hai potuto dimenticare! pensa quel primo ed ultimo bacio che tu mi desti la sera innanzi di partire.... Come ti amavo.... tu eri tanto semplice, bella e buona, che certo io non sospettavo il tradimento.... Ma io t'ho sempre amata, ho voluto odiarti, ma non ho potuto; ho voluto fuggire, non sono io che t'ho cercata, fu il destino, fosti te, non so io qual maledizione fu che ti spinse sui miei passi! so soltanto che ti amo più del mio sangue, più della vita mia, più di tutto ciò che esiste,... e che ti voglio, ti voglio, ti voglio!... Ah, quella voce! Essa la sentiva sibilante e roca, piena di fremiti e di passione irrompente.... Si sentiva perduta irremissibilmente con un gran terrore di morire là ai piedi di quell'uomo terribile, che reclamava in modo tanto imperioso il suo diritto, e il passato le appariva ora macchiato di colpa, come un delitto di cui il presente fosse il castigo inesorabile. - Pietà - supplicò ancora, alzando le mani verso di lui. Per tutta risposta, egli le arrovesciò la testa, e fremendo la baciò sulla bocca con impeto selvaggio. Fu un lampo: fatta forte del pericolo supremo, essa si svincolò da quella stretta, e fissandolo con coraggio: - William!- esclamò, chiamandolo a nome per la prima volta - badate, per carità! Io ho commesso una colpa quand'ero bambina, ma voi ora commettete un delitto!... - Chiamate voi un delitto quello di volere riprendere ciò che gli altri mi hanno rubato?... - Io sono madre, William!... - supplicò essa. - Oh, Sarah! non dirmi più nulla, tu puoi ragionare perchè non mi ami! ma se tu sapessi, se tu sapessi che maledizione, che inferno hai messo qui dentro!... Tu non sai ch'io darei tutte le mie ricchezze per un tuo bacio e tutta la vita per possederti un'ora sola! - Signor Rook! - esclamò essa, offesa - non una parola di più!... Voi dimenticate che parlate alla duchessa d'Eboli!... Ah, la sanguinosa ingiuria! La duchessa d'Eboli invocava il nome del marito per essere rispettata, e quel nome intanto era sussurrato in tutte le alcove eleganti.... William sorrise tristamente. - Dammi un bacio solo, Sarita! ti giuro che non turberò più la tua pace dopo! - Oh vi prego, signor Rook! rammentate quel che v'ho detto, mi fareste queste proposte se mio marito sapesse?... - Sarah, fate male a nominare vostro marito fra noi! Io vi chiedevo l'elemosina d'un po' di quell'amore che vostro marito non apprezza, perchè vostro marito vi pospone a delle creature che non sono neppure degne di baciarvi le mani. Sarah sussultò orribilmente angosciata.... Tutto il dolore sofferto fino allora, non era nulla in confronto allo spasimo di quella scoperta! - Non è vero! - si provò a replicare. - Non è vero? Dio volesse che non fosse vero! Forse se vi avessi veduta realmente felice, sarei subito fuggito senza turbare la vostra pace, o almeno vi avrei odiati entrambi, soffrendo certo meno di quell'odio che dell'amore maledetto che mi è entrato addosso; ma così non ho potuto resistere alla passione immensa che avete destato in me! Come avrei potuto sopportare che vostro marito fosse adorato da voi, mentre vi tradiva; ed io che vi amavo, che avrei passata tutta la mia vita in adorazione davanti a voi, fossi sprezzato e fuggito?... - Oh, che cosa orribile mi avete detta!... - sussurrò lei, piangendo. Ciò lo fece soffrire assai. - Non piangete, Sarah; - pregò - siate forte, io vi amerò tanto, tanto, tanto, che voi oblierete questo dolore, e sarete ancora infinitamente felice. - Ma io lo amo! - singhiozzò la poveretta, dimentica di tutto, fuorché del suo dolce amore perduto. Allora negli strani occhi verdi di William passò un lampo d'ira feroce. - Venite, - sussurrò - non abbiate paura. E rientrando, la precedette attraverso le sale del buffet buffetfin sulla soglia d'un gabinetto, chiuso da una portiera di stoffa all'uso orientale. Delle fresche risate giovanili e qualcuna un tantino sguaiata, uscivano dal gabinetto insieme al tintinnìo di calici toccati nell'evviva ed al profumo acuto di sigarette e d'eliotropio. - Guardate - disse William con uno strano sorriso diabolico, allontanando un poco la portiera, tanto da lasciare una breve fessura. Pareva proprio Mefistofele, con molta cattiveria dipinta in volto, che trascinava colla mano la povera colomba spaurita. Attratta da una gelosia terribile, Sarah guardò. Vide pochi tavolini di lacca, alcuni divani in giro, alti tappeti in terra; sui divani v'erano parecchi giovanotti in costume, seduti accanto ad alcune fanciulle. Vide Lovere, d'Ostrog, von Yglau, e.... ah, sì! anche suo marito, più scapolo degli scapoli con un viso così alterato, ch'essa non gli aveva veduto mai; stava tutto appoggiato sulla spalla d'una fanciulla bruna, non bella, non fresca, ma sfacciata, nel costume indecente e noi gesti spudorati, con certi occhi lucenti d'ebbrezza e spiranti solo il vizio, che facevano pietà. - L'amate ancora? - fece William, staccandola di là e trascinandola fuori in un altro salotto deserto. Essa era pallida come una morta. Ah, come era stato crudele e terribile quel colpo! Luciano, il suo Luciano là! Era dunque vero; l'amore era perduto per sempre irremissibilmente, poiché egli poteva tradirla per simili creature! Ah, come l'aveva invecchiata ad un tratto quell'istante fatale! Tutto ciò che d'ingenuo e d'infantile era ancora nella sua anima, era morto in un attimo, spento dalla orribile realtà, dalla fanciulla innocente e fiduciosa, era sorta la donna offesa in modo atroce, straziata d'angoscia e d'orgoglio ferito, che orribilmente sgomenta rifaceva in un lampo tutta la vita vissuta con lui fino allora, chiedendosi con angoscia se non fosse stata una lunga menzogna! se ogni parola dell'altro e ogni carezza avevan nascosto un inganno; se valeva la pena d'esser rimasta tanto scrupolosamente fedele, tanto gelosa della propria purezza per piacere ancor più al suo diletto, che pareva invece di compiacersi solamente del fango! Ah! che orribile cosa è mai, quella d'uccidere l'illusione e la fede d'un'anima! - L'amate ancora? - ripetè, curvo dinanzi all'infelice, il signor Rook, che spiava ansioso l’effetto della sua azione infame. Essa non rispose: piangeva in silenzio senza neppur curarsi di asciugare le lacrime che le rigavano lente il viso stupidito, straziato, disfatto, e cadevano giù sul petto bianco, leggermente gonfiato dai singhiozzi, giù sul vestito studiato con tanto amore per piacere a lui. Ah, ora era proprio scomparsa la splendida aurora tenue leggermente velata, e anche l'amore ormai volgeva al tramonto. - Non piangete; - continuò William, approfittando della sua debolezza e del suo stupore per prenderle una mano - perchè volete guastare colle lacrime la vostra meravigliosa bellezza? Perché piangere per un uomo indegno? Ringraziate il Cielo d'essere stata finalmente tolta dall'inganno, e vendicatevi.... Pronunciò cupamente quest'ultima parola guardandola fissa, come per comunicare anche a lei l'acre gusto della vendetta ch'egli assaporava con tanta delizia. - Pretendere fedeltà da quegli uomini! Credersi amate da certi individui! - proseguì con accento vibrante di collera. - Se avesse avuto un po' di pudore, non avrebbe neppur osato di sposarvi! Il mondo può perdonare, ma io non comprendo come si abbia il coraggio di prendere un giglio educato con ogni più soave cura, custodito gelosamente fino alla sua piena fioritura, e metterlo ad avvizzire al contatto impuro di certi corpi fradici di vizi, saturi di libidine, desiderosi di rifarsi un istante succhiando la purezza e il profumo di quel fiore, per poi sprezzarlo e gettarlo nell'oblìo, presto stanchi di quella soave castità delicata, ignorante di lussuria sapiente.... Dio, Dio! ma come hanno potuto darvi a quell’uomo, mia Sarah? Come avete potuto amarlo?... Come potete piangere ancora, mentre io vi sto ai piedi implorando una parola d'amore? O Sarita! dimmi che lo vuoi, il mio amore, e che insieme dimenticheremo quest'orribile passato! Era scivolato in ginocchio davanti a lei, e le aveva appoggiata in grembo la testa cingendole colle braccia la vita sottile, attirandosela vicina. Allora ella si scosse. Non aveva udita una parola di quanto egli le aveva detto; non si rammentava neppur più d'averlo vicino. Ma quando lo vide ai suoi piedi, quando si sentì stretta da lui, provò un brivido di spavento orribile. Quell'uomo le faceva ribrezzo! Oh quant'era stato infame svelandole la triste verità: a che scopo poi? por farle soffrir tanto strazio, per costringerla ad arrossire umiliata davanti a lui, per poterle gettar in faccia ad ogni istante il tradimento dell'altro? E osava ora chiedere amore in cambio del suo delitto? Ah, no! Non era soltanto l’amor proprio che sanguinava in lei, desideroso di vendicarsi colla stessa misura, era soprattutto l’amore! L'amore, che neppur il tradimento valeva ad uccidere, l'amore straziato e crudelmente offeso sì, ma purtroppo e sempre, tutto dell’altro! - Andate, - gl'intimò, sforzandosi di rizzarsi, cogli occhi lampeggianti d'ira - prima mi facevate compassione, ma ora vi odio! Vi temevo, perchè istintivamente sentivo che mi avreste fatto del male; ma ora ho paura di voi; più dei serpenti che strisciano nelle macchie dei nostri paesi laggiù!... siete cattivo!... siete cattivo'... - Badate! - sussurrò ancora lui, colla disperazione dell'amore, e la malvagità dell'orgoglio schiacciato - potrei perdervi, sapete!... Essa parve colpita, poi: - Ah, sì? anche questo sapreste fare, non è vero?... Provatevi adunque! Credete forse che io mi lascerei calunniare da voi? che non saprei difendere il mio amore ed il mio onore a prezzo della vita? E credete forse d'essere più forte, perchè siete un uomo e siete ricco?... Ah, signor Rook!. Egli fremeva di sdegno, di passione e di collera, sotto quella sfida così piena di disprezzo e di serenità. - Sarah! - esclamò ancora. - Non una parola di più, signor Rook: o voi partite. o io alzo la voce e chiamo forte, a rischio di fare uno scandalo. Aveva la voce tanto sicura, il gesto così fiero e dignitoso, tutta la splendida persona così spirante un altero sdegno, che egli comprese non esser quella una vana minaccia. S'inchinò profondamente con una tremenda ironia nell'occhio freddo, sinistramente lucente, e disse uscendo: - Ci rivedremo.... Andato via William, Sarah che s'era fatta forte sino allora per difendersi, ricadde in un dolore così pieno di sconforto e d'avvilimento, che non potè più resistere. La musica che giungeva dalle sale da ballo, l'allegro frastuono dei convitati, l'aspetto di festa gaia e lieta di tutto quell'ambiente e soprattutto il suo stesso costume un po' ardito, un po' folle, le facevano assai male. Quella serata da cui si riprometteva tanta intima, purissima gioia, era stato invece un martirio atroce. Si alzò lentamente, cercando di comporsi un viso sereno e calmo, se non ridente, si diresse verso le sale da ballo. Erano appena le due. In quel salone dove era entrata poche ore prima, tanto felice, provò come un capogiro: ma non potè abbandonarsi al suo dolore. In un momento Belitzine, d'Ostrog e il direttore del Casino le furono intorno. - Finalmente, eccovi, duchessa, vi abbiamo cercata tanto! - esclamò Belitzine, radiante d'essere il cavaliere di quella splendida bellezza. - Infatti mi sentivo poco bene e sono andata a riposarmi nelle sale del buffet.... buffet....- Oh, quanto me ne dispiace! Come state ora, duchessa? - Poco bene ancora:... e per questo desidererei di ritirarmi.... Sapreste dirmi dove sia il duca?... Belitzine o d'Ostrog si guardarono un po' impacciati. - Lo sapete voi, d'Ostrog? - Era andato a giocare con Lovere, credo.... Sarah sentì una fiamma d'indignazione salirle al viso. - Se poteste essere tanto buono di cercarlo.... - Ai vostri ordini, duchessa - disse d'Ostrog ancor più imbarazzato. Uscì e rientrò poco dopo dicendo: - Il signor duca è impegnatissimo in una partita a maccao: prega la signora di volerlo attendere un istante, oppure di concedermi l'onore di accompagnarla.... - Venite, d'Ostrog - rispose essa.

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Quando scese in un fresco abbigliamento roseo, tutta coperta di trine bianche, era più bella e più attraente che mai. Accanto a lei, Solange si lagnava di quel cattivo signor Rook ch'era partito senza neppur salutarle. Lovere, Gleunitz e d'Ostrog le attendevano rispettosi. - Due vere aurore! - disse il marchese sorridendo. Per la prima volta Sarah accettò lieta il suo braccio per fare un giro in giardino, mentre Solange li seguiva con miss Lucy, e la baronessa flirtava molto correttamente col buon d'Ostrog. - Non vieni, Luciano? - gridò Sarah al marito. - Se permetti, prendo la rivincita della partita perduta ieri.... - disse questi, sedendosi a un tavolino di fronte a Belitzine. Splendeva il meriggio luminoso lì intorno, su nel cielo, sulla terra, sul mare. Lontano le vele bianche solcavano l'Oceano, quasi tenui fragilissime speranze.... - Che splendida giornata! - disse Sarah commossa. E ancora in fondo al giardino sentirono la voce del duca ch'era su nella terrazza: - Scusi! era fante di cuore, principe!

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