Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbigliamenti

Numero di risultati: 4 in 1 pagine

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Galateo per tutte le occasioni

187601
Sabrina Carollo 2 occorrenze
  • 2012
  • Giunti Editore
  • Firenze-Milano
  • paraletteratura-galateo
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Non trattandosi di un momento di gioia, è meglio evitare gli abbigliamenti chiassosi e i colori sgargianti. Da quando il nero è stato sdoganato dalla moda siete facilitati nel compito. Comunque anche le altre tonalità più scure andranno bene. Se siete facili alle lacrime cercate di piangere il più sommessamente possibile; ma se siete soliti nascondere le vostre emozioni, non giudicate chi secondo tradizione usa il fazzoletto. Il momento delle condoglianze è quello più difficile: si tratta di trovare validi argomenti in poche frasi, capaci di esprimere quanto vorreste. La cosa migliore è riportare alla memoria un ricordo piacevole della persona scomparsa, per aiutarvi a trasmettere ai suoi cari la sua vicinanza attraverso ciò che ha fatto e detto. Più facile è redigere un biglietto di condoglianze per scritto. Farete piacere a chi lo leggerà se ricorderete con stima e affetto chi non c'è più e aiuterete a mantenere viva la sua persona nel cuore di chi è stato vicino al defunto. Cercate dunque di evitare le solite formule che sanno di abitudine e di poca sincerità, e sforzatevi di trovare in voi un sentimento autentico. Se i familiari vogliono pubblicare un necrologio, scelgano per tempo il quotidiano cittadino più diffuso e adoperino una formula asciutta, in cui annunciare il giorno del decesso e quello del funerale, con l'orario e il luogo. Gli amici e i conoscenti che vorranno pubblicare il proprio cordoglio, potranno scegliere la formula che preferiscono, sempre nell'ambito della sintesi. Lasciate la fantasia correre in altri ambiti. Una gaffe in simili occasioni è più difficile da tollerare. Sempre necessario, da parte dei familiari, ringraziare per scritto le persone che hanno partecipato al dolore della famiglia. Che disponiate di biglietti personalizzati o vi affidiate alla fornitura delle società che si occupano delle esequie, rispondete ai messaggi di cordoglio anche solo con un saluto, ma sempre necessariamente a penna.

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Le scarpe devono essere nere per gli abbigliamenti eleganti, di vernice per il frac, altrimenti anche marroni o color cuoio. I boxer sono preferibili alle mutande. Se per necessità le indossate, sceglietele di un tipo non troppo sgambato. No al tanga, nonostante le mode, assolutamente ridicolo anche se indossato su un fondoschiena perfetto. L'orologio è un dettaglio di stile, sceglietene uno che vi rispecchi ma che non sia eccessivamente pacchiano. Con il frac l'orologio non deve mai essere da polso, ma da taschino. I gioielli concessi a un uomo sono la fede e l'orologio. Catenine e braccialetti a rischio.

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Marina ovvero il galateo della fanciulla

193841
Costantino Rodella 2 occorrenze
  • 2012
  • G. B. Paravia e Comp.
  • Firenze-Milano
  • paraletteratura-galateo
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Altre non han che questo desiderio, e corrono a tutte le feste che possono, per far sfoggio di abbigliamenti, e per metter in mostra le loro figliuole, come occasione propizia a fare, como dicono, un buon colpo; qual negoziante, che va a tutte le fiere per spacciar le sue mercanzie; e non pensano che questo è il modo di svilirle. Altre per contra, cada il mondo, ma non si parli di ballo; invenzione dell'inferno, luogo di corruzione, dove guazza lo spirito del male; e in quella vece non si faranno scrupolo di lasciar tutta la sera le loro figliuole colle serve o peggio, le quali le metteranno ne' più segreti labirinti del vizio velato. La signora Bianca non stava nè con quelle, nè con queste, se la diceva col buon senso, che è nemico degli estremi, come de' pregiudizii. Essa non si faceva coscienza di condurre Marina al ballo; ma si era prefisso le seguenti regole, che erano per lei condizione sine qua non: 1° Accompagnare Marina sempre essa stessa; il padre, le zie, i parenti, nessuno poteva tener il suo luogo; in queste faccende di balli, di veglie, di ritrovi, la figliuola deve solo intervenirvi colla madre, o non intervenirvi; 2° Pochi balli, e in famiglie amiche della stessa condizione sociale. Non balli, così detti, ufficiali, o di società, come sono que' di corte, del prefetto, del sindaco, de'circoli o casini; perchè in tali luoghi, come a dire pubblici, v'ha d'ogni sorta persone, di tutte le classi, e le donne troppo vi sfoggiano di lusso, colle mode più stravaganti e talvolta immodeste; anzi ve n'ha di quelle, che meno son vestite e più si credono abbigliate: scuola pericolosa per le ragazze; in cui l'impressione dell' istante tiene il posto d'un lungo ragionamento; 3° Teletta semplice; badava soprattutto di star in bene col decoro, e soleva dire, che la più bella eleganza per le ragazze è la semplicità: l'attenzione non si deve attrarre colle vesti stellate d'oro, co'fronzoli e cogli smerli; mai sì colla modestia degli atti e colla schiettezza della persona; 4° Non oltrepassare la mezzanotte; rammentava una sentenza dell'Imitazione di Cristo: - La sera passata nella gioia è seguita da un tristo mattino. Chi sciupa tutta la notte al ballo la dimani è rotto, sfiaccolato, indolenzito per tutte le membra; cogli occhi lividi, col viso scialbo; disadatto a tutto; e la signora Bianca metteva innanzi a ogni cosa i doveri di famiglia e la salute del corpo. E che? Se il ballo è un esercizio e un divertimento, deve invigorire e non stancare il corpo; deve avvivare e non affievolire lo spirito. Date un'occhiata alle sale da ballo al volgersi del mattino, giovani allampanati, cadenti dal sonno, sfigurati nel volto, scomposti negli abiti, sdraiati sui canapè; ragazze scalmanate, azzoppate, faccie di cera, vesti che sbrindellano, spiegazzate, come uscite dal cenciaiuolo; non son più che ombre; eppure non sì tosto l'orchestra dà ne' suoni, e giù a ballare; come l'ubbriaco che s'anima al suono de' bicchieri. Ma, quando s'è stanchi non è più divertimento! Un bel giuoco dura poco, canta il proverbio, e ora voi non ballate più che per un vano amor proprio; per poter dire: Non n'ho lasciato una, ho retto fin all'ultimo;- bel vanto davvero! Senza che quello star lì molte ore in sale chiuse, con tanti lumi accesi, al caldo soffocante, con tanta gente raccolta, in mezzo al polverìo che di necessità suscita la danza, come si può ancora respirare aria buona? A Marina non veniva manco in capo di contrastare a queste regole, che anzi approvava come saggie e se ne giovava tanto bene. Non sapeva darsi pace di quelle ragazze che trascinano le loro madri vecchie e infermiccie in tutti i balli, e le costringono a star lì fino allo spegnersi dell'ultimo moccolo! Le poverette annoiate, sfibrate, mal reggendo il capo, che cade in tutti i versi, van tra un sonno e l'altro gridando alle figlie che l'ora è tarda, e le pregano a smettere; ma le sciagurataccie fuggono, si nascondono a' loro sguardi, e forse deridono la loro bonaria accondiscendenza. Disgraziate, mettete in canzone chi v'ha data la vita! Forse quell'ora, che adesso rubate al loro riposo, ne porterà un malore, e forse la morte, e voi ve la godete di ingannarle! Una festa da ballo presenta molte osservazioni all'occhio esercitato a leggere nell'animo; e la signora Bianca non perdeva il destro di far notare a Marina i diversi comportamenti delle danzatrici. Ve' Alfonsina come entra in sala rigida e severa, le ciglia corrugate, le labbra imbronciate; si direbbe che viene in mezzo a nemici; e con che piglio di sdegno accetta l'invito del ballerino; ve' come danza fiera e melensa, come storce la faccia; darebbe a credere che nè il ballo, nè il cavaliere le vadano a genio! Eppure, se l'interrogaste, la trovereste lieta dell'uno e dell'altro; ma se le predicò tanto addosso di severità e di contegno, che scambia la modestia e la grazia in mal umore e sgarbatezza. Alice ha più confidenza in sè, si pavoneggia, ride forte colle amiche, anche senza ragione, per farsi vedere, e sott'occhi guarda se è osservata. Anche qui s'è falsata l'educazione, vi s'eccitò troppo l'amor proprio. Eugenia parla sempre di parenti e di amici in alto, de' balli del prefetto, del sindaco, del marchese A..., del conte B..., delle eleganti telette con cui vi sfolgorò, dell'invidia destata e delle vittime fatte. Fu educata alla boria. Giuditta vuol darsi per sentimentale, e tale si mostra nella pallidezza del volto, nelle occhiate languide, nell'aria cascante: parla di romanzi, di scene tenere, di emicranie, di mal di nervi. Fu educata a fa niente. Teresina ha un abbigliamento ricchissimo, passa spesso innanzi allo specchio, ed ha sempre qualche cosa da aggiustarsi, un ricciolo, un nastro; non risponde che a monosillabi o a cenni a chi le parla; è troppo occupata di sè. Il lusso è la sua scuola. Edvige va sempre gironzando intorno ai drappelletti de' ballerini per farsi invitare al ballo; nel giro alla coda chiacchera di mille cose, alza la voce, dimanda qui, chiede là, broglia sempre per mettersi innanzi alle altre coppie, corre di qua, sguizza di là, froda il torno; beata se può aver più ballerini alla volta. La leggerezza e la vanità sono le sue occupazioni. Eleonora non bada a chi promette i balli e fa nascere discordie e risse, di che si compiace. È portata all'intrigo. È lodevole costume, diceva la signora Bianca, in balli affollati aver una cartolina, dove si scrive il nome del danzatore e della danza. Queste osservazioni poi si moltiplicavano nell'occasione de' rinfreschi e de' confetti; al qual proposito conchiudeva che nessuna cosa mette più in mala vista la giovinetta, che dev'essere l'ideale della poesia, che il vizio della gola, l'ideale della prosa e della mate rialità. Ne' balli è dove più occorrono le presentazioni. L'uso del presentare è portato ad un eccesso ridicolo presso gli Inglesi. Una dama vedrà un signore tutti i dì ne' passeggi, lo troverà in tutte le veglie da dieci anni, non ignorerà punto la sua condizione, il suo nome e cognome; però se le vien dimandato se lo conosce, risponde subito di no; perchè a lei non fu mai presentato. Si racconta questa ridicolezza. Un Inglese saliva sur unpiroscafo in quella che un viaggiatore cadeva in mare. " Signore, gli si grida, guardate un che s'annega! „ L'Inglese s'arma l'occhio della sua brava lente, e guarda; finalmente, risponde: " è impossibile, non m'è stato punto presentato „. Ne' balli ufficiali, dove tanti sono gli invitati e di tutte le qualità, è bene che la giovine sappia con chi danza; onde il ballerino è in dovere di farsele presentare da qualche conoscente. Ma ne' balli di famiglia sarebbe un mettersi al ridicolo 1' aspettare le presentazioni. Lì si sa che gli intervenuti sono amici di casa.

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loro corre il debito di andare a far pompa di ricchi abbigliamenti presso le numerose amiche! Ma nelle cose talora è solo biasimevole il troppo. È certo che le visite sono per le donne un gran sciupatempo, ma pure giovano a cementare la società, a dissipare certi screzi, a riappiccare e mantenere i legami di amicizia. La signora Bianca, donna sollecita e casalinga, se ve n'era una, pure non trascurava di fare e di ricevere visite. Bisogna però avvertire che essa non s'era mai legata con troppe famiglie, e soleva consigliare alle donne, e specie alle giovani spose: se vi cale di viver bene e tranquille fate poche relazioni, e queste poche sceglietele della vostra condizione. Vi sono tempi speciali, in cui le visite sono un dovere per chi ama il titolo di costumato e civile; quali sono per le feste natalizie e capo d'anno; per qualunque avvenimento o felice o triste nelle case di famiglie conoscenti, come a dire: un'onorificenza, una promozione a qualche carica, un matrimonio, dopo un invito a un pranzo, a una festa, a un ballo, anche quando non vi si sia intervenuto; prima di partire per un lungo viaggio o per la campagna; nell'occasione d'un decesso, o qualsiasi altra sventura; come pure dopo una visita ricevuta è obbligo di civiltà restituirla. La signora Bianca, come ebbe Marina tanto quanto grandetta, soleva condursela seco nelle visite; perché coll'uso s'avviasse alla società. Prima di uscire di casa ne accurava l'abbigliatura; pratica com'era delle convenienze, che mai non si debbono perdere di vista da persona accostumata, consigliava una teletta più vistosa e più scelta nelle visite di augurio pel capo d'anno, per nozze e simili avvenimenti felici; colori oscuri, senza sfoggio, in quelle di condoglianza; piume, pizzi, svolazzi di nastri e di blonde, strascichi, credeva ridicoli in visite di mattino alle amiche di confidenza; come pure vesti dimesse e trascurate in una visita di riguardo potrebbero offendere l'orgoglio della famiglia che si va a trovare. Usava molti riguardi quando doveva andare in qualche casa decaduta; perchè se si va con sfoggio di moda, permalose come sono sempre tali famiglie, possono dire: le orgogliose, ci vengono a confondere fino in casa! e se troppo dimesse: eccole, dicono, ci avviliscono! Quando non trovava la persona, che voleva visitare, consegnava al servo il biglietto di visita, che si usa anche ripiegare un po', e se era accompagnata da Marina, vi scriveva sotto col lapis: colla figlia; perchè riputava una frivolezza, che le ragazze avessero i loro biglietti personali. Marina non aveva troppo a confondersi nelle visite; non faceva che seguir la madre, che aveva molta convenienza ed eleganza di tratto. Venuta nella sala si portava subito dalla padrona; e prendendo la mano che le era porta, domandava con grazia del suo stare; indi se v'eran altre signore, loro faceva un dignitoso inchino, e si metteva a sedere, dove le accennava la padrona; il tutto senz'affettazione. Se vi si trovavan persone di conoscenza, Marina loro dimandava nuove. Non imitava quelle fanciulle che non fanno che alzarsi e sedersi; corrono a' tavoli, e vogliono vedere e toccar tutto. La signora Bianca aveva costume di far le sue visite corte corte, primo perchè non voleva perdere troppo tempo, e poi perchè aveva questa massima, se la nostra visita fa noia, questa si toglie presto; se poi dà piacere, si lascia maggior desiderio di noi. La madre di Marina seguendo l'uso, assai commendevole, della città, aveva un dì della settimana assegnato al ricevimento delle visite. Questi ricevimenti si facevano colla massima cortesia, resa piacevole da una grande semplicità. Il salotto era sempre pulito e ordinato con buon gusto; la sua teletta, come quella della figliuola, era piuttosto accurata e signorile, lontana dallo sfoggio, come dalla trascuranza. Colla sua cordialità e scioltezza rimetteva tosto le visitatrici a loro agio, e specie colle giovani e timide sapeva trovar la parola che dava confidenza e quasi direi ardimento; se v'eran persone nella sala, perchè le une non fossero in sospetto delle altre, aveva per abitudine di far la presentazione ad ogni nuova venuta; sapeva metter innanzi discorsi opportuni, e s'ingegnava di rendere il conversare generale, perchè gli a parte sono sempre spiacevoli, gli esclusi se ne risentono, come di congiura contro di loro; specialmente se timidi e poveri; peggio poi quando il riso accompagna i colloquii segreti. Quando la visitante s'alzava per partirsene, la signora Bianca s'alzava pur essa, sonava il campanello per avvertire la cameriera, che aprisse la porta, e porgendole la mano la ringraziava, e l'accompagnava fino all'uscio del salotto, e lì la confidava a Marina, che la scortasse alla porta di casa. Per lo più, s'usa dire, che la maldicenza, i sarcasmi, la scoperta degli altarini fanno le spese delle visite, e uno spiritosissimo scrittore francese reca in mezzo alcuni dialoghetti, come modelli di conversare nelle visite. " Cidalisa. Che bontà venirmi a vedere! È un secolo che non m'ha procurato un tanto favore... Oh che bel cappello! Araminta. Le garba? Cidalisa. È d'un gusto squisito! Già non v'ha che lei, che abbia di queste eleganze. Araminta. Staniamo ella è tutta bontà e bellezza; quest' abbigliamento le sta a maraviglia... Vengo ora da Arzinoe..., com'era mal messa... Cidalisa. Che vuol ella che stia bene a quella faccia? ... Oh che grazioso mantelletto! Chi gliel'ha fatto? Araminta. Madama...... E Filli... come la tratta? Cidalisa. E che se ne può fare? Non ha due idee in testa... e poi... ella ne sa la vita...! Araminta. Sì.... Cidalisa. Ho dovuto chiuderle la porta... Ma che? Ella parte già?... Araminta. Ho qualche commissione da sbrigare. Cidalisa. Non stia più tanto tempo senza venire, e non abbia tanta fretta. Un po' dopo la partenza di Araminta, che va a raccontare in un altro salotto, che Cidalisa è gialla come una mela cotogna, e che tiene in casa una te- letta che fa schifo, giungono Arzinoe e Filli. Cidalisa. Che bontà venirmi a vedere!...È un secolo che non m'hanno procurato un tanto favore!... Che bella veletta ha, Arzinoe.. E lei Filli, non ho mai veduto persona così ben calzata come lei; ma già non fa specie, con un piedino come il suo... Filli. Sì, parli di piedi lei, che ha piedini da ragazza! Arzinoe. Io non conosceva cotesto braccialetto, Cidalisa, è magnifico! Cidalisa. Araminta è uscita or ora di qui. Arzinoe. Che? Se m'aveva detto che non la voleva più visitare... Cidalisa. Proprio! Ebbene questo le potrà ben accadere una volta o l'altra... Se essa crede che il mondo chiuda gli occhi sopra certe passeggiate... s'inganna a partito! Filli. È un orrore! Cidalisa. Aveva il cappello più stravagante che si possa immaginare..... un mantelletto, così ridicolo! Era da far paura..... E poi non sa mai andarsene, credeva che volesse dormir qui... Ma che, esse partono già? Almen almeno non stiano più così lungo tempo senza venirmi a vedere, e non vengano con tanta fretta. Arzinoe e Filli vanno a raccontare altrove la pretesa e severità di Cidalisa, che non pertanto, ecc. Cidalisa aspetta un'altra visita per metter in canzone l'abbigliamento ridicolo di Arzinoe, e l'affettata modestia di Filli„ (1). Ma è bene notare, che tal fatta di conversare non può cadere, che in persone leggere, digiune d'istruzione; perchè il vuoto della mente e del cuore, fa sì che si avviino discorsi senza costrutto, e pettegolezzi indegni di gente costumata e civile. Non v'era pericolo che così intervenisse presso la signora Bianca; chè anzi passava per la casa dove il discorso fosse più ameno e corretto. Il suo contegno, l'altezza della mente ne imponevano, e se qualche imprudente si provava alla maldicenza, tosto dal freddo riserbo della padrona, e dalle subite difese che eran prese della calunniata, s'avvedeva d'aver messo il piede in fallo, e il discorso moriva lì. ALPHONSE kar, Les femmes. Insomma, la signora Bianca, nel contatto della società, mostrava tutte quelle virtù, che la religione radica ne' cuori ben fatti: l'umiltà che s'abbassa per alzare gli altri; la carità che dimentica i torti e vela i difetti, per vederne solo i pregi; il sentimento vivo dell'uguaglianza evangelica, che negli uomini non vede che fratelli, che membri d'una sola famiglia. A tale scuola cresceva Marina(1).

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