Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Come devo comportarmi. Le buone usanze

185276
Lydia (Diana di Santafiora) 1 occorrenze
  • 1923
  • Tip. Adriano Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Del resto, le spese per mantenere a scuola i figliuoli non sono così gravi da non poter esser sostenute anche dalle famiglie meno abbienti. Un giorno troverete largo compenso dei sacrifizi fatti: nessuna soddisfazione può esser pari a quella che provano dei genitori ormai avanzati in età, vedendo i loro figliuoli ben collocati, con professioni dignitose e remunerative. Non crediate però che, per adempiere ai doveri che concernono istruzione dei figliuoli, basti mandarli a scuola provvedendoli di libri e di quaderni. I genitori hanno l'obbligo sacrosanto di sorvegliare gli studi dei loro bambini, ammonendoli, incoraggiandoli, aiutandoli. Così sostenuto, il ragazzo studia più volentieri e sapendo di dover render conto a casa di quel che ha fatto a scuola, si guarda con più cura dal commettere errori o negligenze. Nei primi anni di studi, la madre è la naturale compagna e consigliera dei suoi bambini. Essa li accompagna e li manda a scuola vestiti con proprietà e con nettezza, curando che libri e quaderni siano puliti e in ordine. Quando tornano da scuola, s'informa di ciò che è accaduto: delle domande fatte dal maestro, delle risposte date, dei voti meritati; vuol sapere quale siano i compiti da fare per il giorno dopo, sorveglia i bambini mentre leggono, scrivono o studiano, si fa ripetere le lezioni, dà un aiuto a risolvere un problema o un esercizio. Così, dall'interesse che la mamma dimostra, il bambino comprende tutta l'importanza del suo dovere e studia con passione. Ci sono delle buone mammine - che siano benedette! - che ricominciano insieme coi figliuoli il corso dei loro studi. Con essi imparano di nuovo la grammatica, la storia e la geografia, rileggono gli autori classici, li spiegano, li imparano a memoria. Sono perfino capaci di applicarsi a studi nuovi, al latino, al greco, per essere in grado di seguire i loro figliuoli anche nelle classi superiori. L'intelligenza e l'amore materno fanno miracoli; e bisogna vedere con quanta abilità maneggiano le declinazioni latine e greche, e poi Cicerone e Demostene! Che care mammine, tanto più degne di stima di quelle che credono d'avere adempiuto a tutti i loro doveri provvedendosi d'un ripetitore a un tanto al mese! Anche se gli studi procedono bene, sarà utile recarsi di tanto in tanto alla scuola per informarsi direttamente presso gl'insegnanti dei progressi del loro alunno. Non è vero - almeno nella maggior parte dei casi - che il maestro non voglia seccature e preferisca non aver che fare coi genitori degli scolari; una madre o un padre che si recano spesso a chieder notizie mostrano di comprendere il vero valore della scuola e sono oggetto di considerazione e di stima. Se poi si ha ragione di credere che le cose non procedano troppo bene, una visita al direttore o al maestro diviene uno stretto dovere. Quando i figliuoli sono cresciuti e compiono studi più alti, gran parte dei doveri di sorveglianza passano dalla madre al padre. Un padre, anche se molto occupato, deve saper trovare ogni giorno un po' di tempo da dedicare ai suoi ragazzi. Anche se gli studi da lui fatti non sono tali da permettergli un'ingerenza diretta in quelli di loro, egli potrà sempre, con la sua presenza e coi suoi consigli, contribuire validamente a che tutto proceda con regolarità e con ordine. Esercitando una sorveglianza giornaliera, egli si accorgerà facilmente degli eventuali difetti di negligenza e di svogliatezza, e potrà metter mano ai rimedi prima che la cosa diventi grave. Soprattutto, il padre e la madre invoglieranno i figliuoli a uno studio diligente e continuo con l'esempio efficace della loro abituale attività. I figli d'un padre probo e lavoratore, d'una madre solerte e affaccendata raramente riescono nella vita dei fannulloni; nei rari casi in cui questo avviene, la causa va ricercata nell'abbandono in cui molti genitori, anche ottimi, lasciano, in fatto di studi, i loro ragazzi. Un tempo, tutti i pensieri degli studi riguardavano i figli maschi: per le femmine si giudicava sufficiente un'istruzione superficiale, quanto bastasse nelle normali occorrenze della vita: leggere e scrivere, un po' d'aritmetica, qualche lettura, e lì. Oggi, per le mutate condizioni della società, non è più possibile contentarci di così poco; e si tende a dare alle femmine un'istruzione uguale a quella dei maschi. Noi consigliamo ai padri e alle madri di famiglia di seguire quest' uso divenuto ormai generale, anche se hanno ragione di sperare che alle lore figliuole non mancherà un giorno di che vivere senza lavorare, anche se non sono disposti a permettere che si dedichino a una professione o a un impiego. L'avvenire è pieno di punti interrogativi e la società modifica i suoi usi e le sue abitudini di giorno in giorno. Quante povere fanciulie d'agiata famiglia non sono costrette, per un improvviso mutamento di fortuna, a lavorare per vivere! In quante famiglie non si vedono, ad ogni ora del giorno e talvolta anche della notte, bionde testine e pallidi visi curvi sul telaio e sulla macchina da cucire, mentre le mani lavorano svelte a compire lavori faticosi e mal remunerati! Se la sventura bussa alla porta d'una casa, non è meglio che la fanciulla possa tirar fuori il suo bravo diploma e darsi con coraggio all'insegnamento, alla contabilità, al commercio, a una professione insomma che le dia maggiori vantaggi e non le rovini la salute? Ci pensino, i padri e le madri di famiglia, e non si mantengano schiavi di consuetudini ormai passate, stolte e dannose. Una fanciulla che si può guadagnare all'occorrenza la vita col suo lavoro guarda l'avvenire senza paura: probabilmente troverà marito e sarà felice; ma se non lo troverà potrà levarsi qualche soddisfazione, potrà vivere senz'essere a carico di nessuno, ed anche, se le circostanze lo richiedessero, esser di aiuto e di sostegno ai suoi vecchi genitori.

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