Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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Donnine a modo

194019
Camilla Buffoni Zappa 3 occorrenze
  • 1897
  • Enrico Trevisini - Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Nell'occupare il vostro posto abbiate cura di non fare chiasso per non disturbare i fedeli; lasciate passare i vostri maggiori, e se la chiesa fosse gremita e vedeste una signora in piedi offrite con bei modi il vostro posto. Vi è anche permesso offrirlo ad un uomo, ma solo allora che si trattasse di un vecchio cadente. 55. Vi accadrà qualche volta di accompagnare alcuno che in una chiesa si reca soltanto per visitarvi un dipinto, o una statua. Non per questo vi è lecito dimenticare che siete in un lungo sacro; la riverenza entrando è indispensabile, e farete bene inginocchiandovi un momento per dire una breve preghiera. 56. A proposito: in chiesa si deve evitare di dire le preghiere o di leggere a mezza voce; dite le orazioni col cuore e leggete mentalmente, i vicini ve ne saranno grati. 57. Non lasciate sbattere la porta, e se dietro a voi avete qualche persona di riguardo tenetela aperta fin ch'essa vi sia passata. 58. Se assistete alla SS. Messa rimanete inginocchiate almeno al Sanctus, all'Elevazione, alla Comunione e alla Benedizione finale. 59. È inutile vi dica che in Chiesa non si deve parlare, nè chiamarsi, nè ridere, nè additare i presenti, nè restare con gli occhi inchiodati al soffitto, nè occuparsi del come sono vestite le signore e le signorine. 60. Se vi accostate alla SS. Mensa siate raccolte, serie, composte, come si conviene al grande Mistero. 61. Se vi unite al coro che canta le laudi non strillate come pazze, accompagnate invece il canto a mezza voce, anche se aveste una voce deliziosa. C. BUFFONI-ZAPPA 3 62. Vi potrebbe succedere di dover entrare in una chiesa di una religione diversa dalla vostra: mi raccomando, comportatevi come nei vostri templi, ma osservate le mosse dei fedeli che vi si trovano e fate come essi. 63. Ma torniamo al collegio: la campana vi chiama in classe; anche qui dovete recarvi in fila, e sebbene sia concesso di parlare, consiglio di farlo sottovoce. 64. In ricreazione siate pure allegre, sguajate mai. 65. Quando la campana invita al riposo non girondolate pei corridoi, non fate lunghe sedute laddove bello tacere, per il gusto di far aspettare le altre. 66. Quando la solita campana dice il silenzio, obbeditela; niente di più scorretto che parlare dopo questi rintocchi. 67. Del resto mettetevi bene in mente che il collegio è una grande famiglia; portatevi tutti i buoni insegnamenti che riceveste nella vostra, dimenticate tutto ciò che se è compatibile a casa, diviene assurdo in una comunità. Le compagne siano vostre sorelle ma senza distinzione, evitando le preferenze che generano screzi. 68. Nei collegi si fa lo studio camerale, cioè si studiano le lezioni in comune. Quasi ogni fanciulla mi dirà che non può mandar a memoria che ciò che studia ad alta voce. Sotto questa scusa le classi, si presentano in certe ore, come le bolgie infernali delle quali più tardi imparerete dal divino Poeta. Vi consiglio di riunirvi in piccoli gruppi, tre, quattro, cinque al massimo, e studiare insieme sotto voce provandovi man mano il periodo studiato. Con questo sistema vi disturberete meno reciprocamente, e non insordirete quelle povere insegnanti che vi sorvegliano. 69. Se vi occorrono schiarimenti rivolgetevi all' insegnante, ma non liticate tra voi, per carità. 70. Se dovete escire di classe chiedetene il permesso a chi vi sorveglia, e fatelo senza chiasso. 71. Nelle giornate di escita non siate tempestose come il cielo di marzo, e da casa non portate nulla che non siate sicuri di poter mostrare senza paura ai vostri superiori; libri, denaro e qualsiasi altra cosa sia consegnata da voi nelle loro mani. 72. Il parlatorio dove in dati giorni potete vedere i vostri genitori, è un altro luogo dove si giudica della vostra educazione. Quindi il fissare o lo squadrare da capo a piedi i parenti delle vostre compagne, il ridere, il parlare a voce bassissima dopo averli guardati, sono tutte scorrettezze che dovete evitare. 73. Nè farete bene a criticare i congiunti di qualche vostra compagna, quando, finito il parlatorio, rientrate in classe. 74.È regola d'ogni collegio di permettere a certe epoche fisse, l'escita, per una o più giornate, alle fanciulle che ospita: la signora direttrice avrà fino dalla vigilia fatte le sue raccomandazioni, e qualche altra delle vostre superiore ve le rinnoverà al momento di escire. Dunque dovrei limitarmi a dirvi ricordatevene per tutto il tempo che rimanete fuori del convitto; ma so purtroppo che per certe cose la vostra memoria è molto labile, sicchè trovo opportuno enumerarvi qualcuna di quelle saggie raccomandazioni. Ve l'ho già detto: vi hanno messo in collegio per sottrarvi al contatto dei domestici che se anche buonissimi, sono sempre persone volgari; ciò legittima la pretesa che nel collegio impariate la vera educazione; e potete per ciò immaginarvi che il giorno dell'escita come un giorno di prova. Quante invece in questo giorno mettono in un cale i saggi avvertimenti, e si lasciano andare al più scorretto procedere. Non mi dite che siete vivaci: siatelo pure, e Dio vi benedica, ma la vivacità è una cosa e la sguaiataggine un'altra. 75. Mettere a soqquadro la casa sotto il pretesto che si è sempre lontane è mancanza di educazione. 76. Far brutto viso alle persone che potessero in tal giorno capitare a visitare la vostra famiglia; frugare nelle carte dei vostri genitori, sono tutte cose che non dimostrano certo il vostro profitto in quanto a buona creanza. Ma procediamo con ordine: 77. Siate pronte per l'ora dell' escita in modo di non far aspettare chi viene a prendervi. 78. Ponete la massima cura nel vestirvi, così da non escire coi guanti scuciti o gli stivaletti sporchi. 79. Non accettate dalle compagne incarichi che potessero essere di disturbo alla vostra famiglia, in urto con i regolamenti del collegio. 80. Nell'uscire salutate senza furia le vostre superiore, e le compagne che restano. 81. Per la via siate correttissime ricordandovi che l'uniforme che indossate vi obbliga a un contegno perfetto. 82. In casa mettete in pratica tutti quei consigli che vi vengo man mano enumerando. 83. Non mangiate di soverchio col pretesto che siete al desinare di famiglia, e sopratutto non dite che l'una o l'altra cosa non vi piace. 84. Non sentenziate su nulla, e non usate quel tono di superiorità che è molto in uso in certi collegi, tanto che le fanciulle se ne impadroniscono in modo da sembrare sia una loro brutta naturale abitudine. 85. Non esponete idee che potrebbero offendere le persone che vi sentono. 86. Siate puntuali all'ora del ritorno, e nell'entrare in collegio dimenticate tutto quello che aveste potuto vedere o sentire a casa vostra; non sciorinate grandezze nè miserie della vostra famiglia, le prime suscitando invidia, e umiliando quelle fra le vostre compagne di condizione inferiore alla vostra, le miserie umiliando voi stesse. 87. Non portate da casa cosa alcuna senza il permesso dei vostri genitori. 88. Il giorno dopo l'uscita avete il dovere di scrivere alla vostra famiglia ringraziandola. 89. Se uscite per le vacanze oltre il ricordarvi sempre che dal vostro contegno si giudica il collegio al quale appartenete, siete obbligate di scrivere ogni quindici giorni alla Direttrice del vostro collegio se è lontana, e di visitarla se si trovasse nella stessa città. 90. Se trovandovi in famiglia qualcuno v'invita a dar saggio di qualche cosa che avete imparato, non vi fate pregare, ma abbiate il buon senso di scegliere sempre le cose più facili che potete. 91. La vostra posizione di scolara in vacanza non vi dispensa dal prestare ajuto in famiglia, non vi autorizza all'ozio.

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A questo proposito mi ricordo un casetto avvenuto nel collegio ove fui educata, e che vi voglio narrare perchè abbiate una idea di quali dolorose conseguenze può essere causa uno scherzo. Il regolamento permetteva, che nelle rigide sere dell'inverno la preghiera della sera venisse fatta nelle rispettive classi anzichè nella cappella comune. Una sera eravamo tutte inginocchiate nel mezzo della scuola, e le nostre personcine projettavano le loro ombre sulle pareti debolmente illuminate. Una delle mie compagne la più mattacchiona, si trovava, per caso, vicina alla fanciulla più sensibile e più fantastica del collegio, la quale usava portare intorno al capo un nastrino di velluto nero annodato nel mezzo. Sulla parete i capi di quella gala s'allungavano in modo da rappresentare delle lunghe corna sovrastanti la testa della fanciulla. La ragazza mattacchiona osserva la strana ondeggiatura, urta del gomito alla compagna e: guarda, le dice, hai messe le corna! Quella si volge, guarda getta un grido angoscioso, e cade svenuta. Erano le otto di sera, a mezzanotte la giovinetta aveva una febbre a 40 gradi, e il delirio. La malattia fu violenta, lunghissima la convalescenza, e infine il suo sistema nervoso risentì per anni di quella scossa. Vedete adunque che danni può recare il più innocente degli scherzi! Non ne fate mai, mai, perchè se spesso non hanno conseguenza di sorta, potrebbero accadervi qualche volta, fatti dolorosi come quello che vi ho esposto. 13. Se una delle vostre compagne manca da qualche giorno da scuola e sapete che sia malata pregate la mamma che vi permetta di mandare a sentire come sta. Se vi ci recate poi anche voi non insistete per vederla se la sua famiglia mostra desiderio ch'ella resti tranquilla, o se la sapete malata di malattia contagiosa. Una vera prova d'amicizia e di benevolenza fra compagne di scuola, quando una è malata, è quella di tenerla al corrente delle lezioni ricevute in classe, s'intende bene che ciò si fa nel caso che la malattia sia cosa leggera. 14. Ammesse nella stanza di una persona malata state tranquille, silenziose, e la vostra visita sia breve. Non direte la vostra opinione sullo stato dell'inferma, non farete apprezzamenti, non tedierete le persone col racconto di malattie e cure consimili che abbiate potuto vedere nella vostra famiglia. 15. Come v'ho pregate di non parlar di morte davanti ai vecchi, così vi raccomando di evitare simili discorsi nella camera di un malato. 16. Potrete qualche volta essere ammalate voi stesse, e ricevere alcuna visita. II galateo degli ammalati è poco esigente, chi non lo sa? ma non bisogna poi trascendere in tale libertà; distinguiamo: non vi sentite voglia di parlare nè di sentir parlare? in questo caso ci è permesso senza venir meno alla buona educazione dire a chi vi visita: «scusa sai, ma mi sento un po' stanca» se invece subiste questa compagnia, che non vi gradisce, precisamente perchè non state bene, con sbadigli, dimenandovi per il letto, sospirando, ecc. commettereste un atto che nemmeno il vostro stato di malata scuserebbe. 17. Se avete bisogno di qualche cosa potete chiederlo anche in presenza di terze persone, ma non è bello approfittare della compagnia di chi ci visita per prendere medicine, farsi aggiustare i guanciali, e così via. 18. Non parlate molto dei vostri mali, non vogliate mostrarli se si trattasse di ferite, ustioni od altro che può far ribrezzo. 19. Non insistete perchè chi è venuto a trovarvi prolunghi la sua visita, anche se tale compagnia vi fosse graditissima: ricordatevi che il visitare gli ammalati fa parte delle opere di misericordia, cioè è cosa più meritoria che piacevole. 20. Non seminate nè fomentate discordie fra le vostre compagne, ma cercate di metter fra loro la pace. 21. Non accettate doni dalle compagne, e non ne fate senza il permesso dei reciproci genitori. 22. Brutta abitudine quella di chiedere a prestito oggetti dalle compagne; ma qualche volta questo potrà accadere; in tal caso conservate con diligenza l'oggetto che non vi appartiene e cercate di restituirlo in buono stato come vi fu dato. 23. Se vi prestano un libro abbiatene gran cura, e cominciate col ricoprirlo subito di una fodera di carta; quest'ultima pratica sarebbe villana se invece del libro che ricevete in prestito, ricopriste quello che a prestito date a qualcuno, poichè gli direste chiaramente che non vi fidate del suo ordine. 24. Non offrite mai a prestito cosa alcuna per pentirvene poi e fingere di non ricordare la vostra offerta; e se qualcuno usa in tal modo con voi, non ricordategli quanto ha promesso, non vi ostinate a voler mantenuta una parola da chi si studia di dimenticarla. 25. Le fanciulle hanno mille modi di rendersi reciproci servigi sia coll'insegnarsi l'una l'altra lavoretti C. BUFFONI-ZAPPA 4 graziosi, col prestarsene i campioni; offriteli alle vostre compagne, ma non chiedeteli se appena potete pensare che vi sarebbero dati a malincuore.

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Siate ordinate in tutto, vale a dire abbiate un posto fisso per ogni oggetto che vi appartiene, e quando ne togliete alcuno rimettetevelo senza indugio, appena ve ne siete servite L'affastellare le varie cose delle quali usiamo da persona disordinata, fa perdere un tempo prezioso a ricercar quanto ci occorre in un dato momento, ci espone a perdere oggetti che ci sono necessari e magari cari. 9. Siate ordinate anche nelle vostre azioni, e cioè abbiate una specie di orario del vostro tempo e non derogate. 10. Non immagino neppure che le mie lettrici possono prendersi il gusto di dar soprannomi a nessuno, dovrei pensar male della loro educazione. 11. Se dovete nominare un israelita non dite nèEbreo nèGiudeo,sono appellativi da lasciarsi alla gente di piazza; direte invece unisraelita. 12.È brutto veder un fanciullo che dorme in pubblico, ma veder una giovanetta addormentata, cioè dimentica di ogni riguardo è cosa che fa pena. 13. Passando dinnanzi a una persona chiedetene il permesso, ma se è possibile evitate di farlo. 14. Conosco fanciulle che hanno il malvezzo di parlare all'orecchio d'alcuno, cosa contro la quale non fa bisogno di insorgere ora, poichè i più vecchi galatei la stigmatizzano. 15. Non giurate mai, il giuramento è forma solenne da lasciarsi al Tribunale dove i fanciulli non mettono piede. 16. Non dite bugie, e vi guadagnerete la fiducia nella vostra parola. 17. Talvolta non si deve dire nemmeno tutta la verità, e da ciò forse venne l'adagio:un bel tacere non fu mai scritto. Quindi se la verità che vorreste dire fosse per offendere o addolorare chicchessia, tacete. 18. Se incontrate sulle scale una signora, un vecchio o qualsiasi altra persona di riguardo fermatevi un momento dalla parte del muro e lasciatela passare chinando il capo. 19. Se un uomo o un fanciullo usa a voi questa deferenza passate lesta, senza guardare in viso chi vi fa largo, e salutate con un cenno della testa. 20. Non v'immischiate nei discorsi degli altri, non interrompete chi parla. 21. Se conoscete qualche lingua straniera, qualche dialetto non li parlate dinnanzi a persone che non potrebbero capire quanto dite. 22. Se doveste parlare con chi è un po' duro di orecchio alzate la voce e parlate lentamente. 23. Fatevi un precetto di mantenere alla vostra parola, qualunque sagrificio vi dovesse costare. 24. Una fanciulla ben educata non dice mai p.e. la mia casa, i miei cavalli, i miei servi, ma bensì la nostra casa, i nostri cavalli, i nostri servi. 25. Non perdete tempo, e non lo fate perdere agli altri ricordandovi il motto inglese:il tempo è moneta. 26. Se siate in compagnia e vi prende il singhiozzo allontanatevi un momento finchè vi sia passato. 27. Non vi abbandonate ad atti di rabbia o d'ira, non scattate come molle inglesi, siate sempre calme padrone di voi stesse per non diventare zimbello degli altri. 28. Tenete la testa diritta, non troppo alta come cavalli restii, nè troppo bassa come se cercaste sempre qualche oggetto smarrito. Del resto tenetelo a mente, più il contegno di una ragazza è modesto e più riesce simpatica a chi l' avvicina. 29. Non vi mordete le labbra, non parlate con voi stesse. 30. Se parlate con persone titolate, ricordatevi di rivolger loro la parola accompagnandola del titolo a cui hanno diritto. 31. Se vi trovate con persona che sapete in rapporti piuttosto freddi con la vostra famiglia regolatevi come se lo ignoraste, e misurate la vostra cortesia al grado di parentela o conoscenza che vi lega. 32. Non siate curiosi di vedere, nè di sapere cose delle quali vi accorgete che si vuol lasciarvi ignorare. 33. Non siate permalose, a rischio di diventare antipatiche a chi vi conosce. 34. Non chiedete un consiglio se non siete decise a seguirlo. 35. Parlando con alcuno tenete gli occhi alzati verso chi vi parla, sfuggire lo sguardo di colui col quale conversiamo risente d'ipocrisia. 36. Se entrate in un luogo pubblico o privato chiudete la porta con garbo in modo che non sbatta e non resti socchiusa. 37. Se siete innanzi a persone che leggono cessate ogni sorta di chiasso, e non parlate neppure sottovoce. 38. Affaciandovi alla finestra non mettete nulla in testa; ma ricordatevi che meno ci state e meglio è. In ogni modo non parlerete mai dalla finestra. 39. Non parlate in coro, per carità. 40. Non riferite mai cose che abbiate potuto vedere o sentire. 41. Se foste portate della mamma in visita salutate con garbo, non toccate alcun oggetto, non parlate se non siete interrogate, non contraddite mai un racconto che facesse chi vi accompagna, state composte, trattenete ogni segno di noja, ecc. 42. Se vi fossero offerti dolci accettate con moderazione e ringraziate. 43. Non è permesso, fanciulle mie, di mettersi in tasca dolci o altro, che ci fossero stati regalati durante una visita; si mangiano seduta stante, senza sporcarsi. 44. Se si volesse proprio che li accettassimo, se quasi ci si facesse forza cacciandoceli in tasca, fa duopo rinunciare anche ad assaggiarli: si mangiano a casa. 45. A chi vi interroga dovete rispondere con grazia con semplici monosillabi sìenoma dovrebbe accompagnare l'affermazione o negazione con la parola signore, e signora; e nel caso aveste a parlare con persona titolata dite anche il titolo qualunque esso sia: per esempio: con piacere, signora contessa; no, signor barone; si, signor capitano, volentieri, signor generale, ecc. 46. Vi potrebbe accadere d'incontrarvi per via o in un negozio con una compagna di scuola di condizione assai inferiore alla vostra; non è necessario, è vero, vi dica, che darete prova di buona educazione salutando cordialmente, e che sarebbe un vero atto inurbano se fingeste di non conoscerla? 47. Con gli operai che potessero venire a lavorare in casa vostra siate anche cortesi, e ricordatevi che sono anch'essi uomini come voi; con le cucitrici, le sarte siate graziose, ma non date loro confidenza. 48. Ho veduti ragazzine guardare sopra le spalle di chi scrive o leggere quanto si va tracciando sul foglio. Sono cose contrarie a ogni nobile sentimento e contrarie ad ogni cortesia. 49. Non tenete le mani sotto il grembiale, nè in tasca sebbene faccia freddo, se non volete esser giudicate senza educazione. 50. Ne è più lecito mettersi le mani in bocca e nelle orecchie, nè pulirsi i denti in nessun modo fuori dalla propria stanza, nè sciaquarsi la bocca, nè tagliarsi le unghie in presenza altrui. 51. In presenza altrui è vietato, sotto pena di sentirsi dare il titolo di zotiche, levarsi i stivaletti, e peggio le calze. 52. Non parlate mai male di nessuno, meno ancora degli assenti, la maldicenza in bocca a una fanciulla diventa una vera sconcezza. 53. Dovendo accennare a una persona presente per dire che ha fatto, ha detto qualche cosa, non dite è stata lei, è stato lui, ma a seconda della persona con la quale parlate, dite è stato il signor tale, e qui nome o grado. 54. Solo trattandosi di una parente, di un'amica dite è stata: è stata Lucia, l'ha fatto Maria. 55. Quando ringraziate non ditelmille grazie,che puzza volgarità dite solo grazie e chinate un pochino il capo. 56. Fanciullette care, conosco un bravo avvocato che d'inverno è la disperazione delle signore con le quali parla, poichè spennacchia loro tutto il manicotto, o qualsiasi altro oggetto di pelliccia la signora rechi in dosso. Finì col sentirsi dire che era veramente un legale che spenna i clienti. Fu una scherzosa lezione che il mio buon amico si era meritata; fate voi di non incorrere nello stesso rischio, e se anche parlate con una sorella, una compagna, non le tirate i bottoni dell'abito, non le aggiustate il golletto, ecc. 57. Non dite mai a chi vi parla.Che ha detto? che cosa? che?Bisogna prestar attenzione a chi vi parla perchè è scortesia far ripetere due volte la frase stessa. Ma se si dà il caso che non abbiate capito domandate scusa, e pregate vi si ripeta quanto vi era stato detto. 58. Se davanti a voi si ferma, e vi parla un estraneo, o un parente maggiore di voi, alzatevi in piedi,e ritte e ferme ascoltate quanto vi si vuol dire. 59. Incontrando una compagna di scuola insieme a qualcuno della sua famiglia, a qualsiasi persona civile chinate il capo, senza segni amichevoli per lei; se è accompagnata da un domestico salutatela come si usa tra fanciulle educate. 60. Camminando non urtate le persone con i gomiti. 61. Se salite in una vettura con vostra madre, col babbo, o qualsiasi altra persona adulta lasciatele loro la destra; se queste persone sono più d'una occupate il sedile davanti; ma non insistete per stare davanti se è un uomo che occuperebbe uno dei posti d' onore, e se vuole cedervelo. Dovendo salire in una vettura lasciate prima passare la mamma, qualsiasi altra signora che accompagnaste; scendendo, siate le prime, e porgete la mano a colui che è con voi. 62. Gli ordini al cocchiere dovete lasciarli dare dai vostri maggiori, o fratelli. 63. Se vi trovate in ferrovia state molto composte; brutto vedere un fanciullo indisciplinato, ma per una C. BUFFONI-ZAPPA 5 ragazza la cosa è ancora meno lecita. Bambini e ragazzi sono lo spauracchio dei viaggiatori, fate di togliere d'addosso alla vostra classe questa prevenzione che vi vuole male educate. 64. In ferrovia non pretendete di tenere i vetri chiusi od aperti ad ogni costo, nemmeno se vi trovate voi stesse allo sportello; e poichè l'igiene vuole che da un solo lato del vagone si tengano aperte le finestre, in modo da evitare le correnti d'aria, così dopo un po' di tempo chiudete la vostra finestra per mettere gli altri nella possibilità di aprire la loro. 65. So che quando viaggiate, o quando semplicemente vi trovate intramvi affacciate alla finestra dimenticando così uno dei più elementari insegnamenti del galateo che è quello di non voltare il dorso alle persone. 66. Sarà difficile, ma forse dovrete viaggiare di notte: in questo caso non è lecito togliervi le scarpe nemmeno se i piedi vi dolessero. 67. Se dormite badate di non recare incomodo agli altri; è una pena quando in un vagone completo una persona si addormenta; dondola da tutte le parti; casca addosso ora al vicino di destra ora a quello di sinistra. 68. Se abitualmente russate, evitate di dormire di giorno. 69. Sdrajarsi in modo da mettere i piedi addosso a qualcuno è villania. 70. Appoggiare i piedi sul sedile di faccia non è meno brutto. 71. Ridere di alcuno che in ferrovia, o su un battello a vapore potesse sentirsi male, è cosa da persona volgare, come l'ostinarsi a stare in pubblico sentendosi male. 72. Se andate in un albergo e non vi è permesso spassarvi nei corritoi, affacciarvi alla soglia delle stanze d'altri viaggiatori, far chiasso, chiamare con la voce i camerieri, farvi vedere nei corritoj mezzo svestite. 73. In treno la fanciulla ben educata non sale in piedi sui sedili, perchè oltre esser questo un atto scomposto disdicevole a una signorina, oltre il portare ad essi un guasto inevitabile, mette gli altri viaggiatori a rischio di insudiciarsi gli abiti. 74. Non s'imbrattano le pareti dei vagoni con sgorbi di matita, nè con qualsiasi altra cosa. 75. Non si strappano le tende dei finestrini, nè le frangie dei sedili. 76. Non si prende d'assalto un finestrino per tenerlo sino all'arrivo. 77. Passando in vista di paesaggi bellissimi non si nasconde ai compagni di viaggio la visuale. 78. So di certe signorine che se fanno appena un viaggio un po' lungo, giunte in vicinanza della stazione d'arrivo si sciolgono i capegli se li ravviano col pettine, e ciò è brutto, brutto, brutto. 79. Anche facendo un viaggio lungo non è permesso, mettersi, come si dice, in libertà, cioè, slacciarsi gli stivaletti, togliersi i guanti, allentarsi abito, ecc. Solo si può senza incorrere in una scorrettezza togliersi il cappello. 80. Le mie lettrici hanno passato tutte gli otto anni quindi se viaggiano, i loro genitori possono ammetterle alla tavola rotonda; vi rinnovo in questo caso tutte le raccomandazioni che vi feci per la tavola di famiglia, più, siccome a questa tavola la regola esige che vi serviate da voi stesse (questo vi avviene anche ogni volta che siete invitate a pranzo) mi raccomando, gli aveste anche appena appena toccati quei cari sette anni, non vi servite in modo che gli altri possano criticarvi. Con ciò voglio dirvi di non scegliere questo o quel pezzo, tasteggiando con la forchetta gli altri pezzi, nè prendere molta roba, perchè si tratta di cosa di vostro gusto, non toccare le frutta per prendere quelle più mature, se vi versate da bere non empite il bicchiere. Il vostro contegno a tavola rotonda sia tale da non permettere ai vostri vicini, nè di rivolgervi la parola, nè di versarvi da bere. 81. Entrando in una sala da pranzo d'albergo, avrete lasciato in camera vostra il cappellino. 82. Se avete occasione di fare il bagno in pubblico non spruzzate d'acqua i vicini, non vi aggrappate a chi nuota, non fate scherzi con l'acqua; non andate nuotando al largo se non è con voi alcuno della vostra famiglia. 83. Le mie lettrici potranno talvolta far parte dei così detti giuochi di società, è inutile ch' io dica loro che anche in queste occasioni la fanciulla per bene si distingue per il suo contegno corretto, senza musoneria, ma senza sguajataggine. 84. Non origliate mai alle porte, non guardate dai buchi delle chiavi. 85. Se avete ricevuto un beneficio serbate in cuore sempre viva la gratitudine, e quando se ne presenta occasione ricordate il bene ricevuto; se invece avete avuto occasione di rendere alcun servigio ad altri non rinfacciategli mai la vostra buona azione, nemmeno se lo vedeste ingrato. 86. Giuseppe Giusti, un poeta che fra poco imparerete ad amare scrisse

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