Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il grandioso convegno di Ala

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Contro gli altri partiti non sollevano proteste, né contro la tattica liberale, che non rappresentò certo gl’interessi rurali, né contro i socialisti, per quanto spesse volte abbiano votato in senso contrario agli interessi e al sentire dei contadini. Tutto l’attacco, tutta la rabbia è contro i popolari, contro le loro istituzioni! Possibile che noi non abbiamo fatto niente di bene e che gli altri non facciano nulla di male? E qui l’oratore riepilogando la politica dietale dal periodo dell’astensione in qua dimostra che chi ha chiamato i contadini ad occuparsi di politica, chi ha rotto il giogo di pochi ed ha aperto la strada alla democrazia rurale furono i popolari, i quali insegnarono ai contadini ad organizzarsi economicamente e poi politicamente. A questo movimento d’emancipazione e scisma creato dall’iseriani cozza di fianco. Malgrado tutte le frasi di libertà e indipendenza, la politica raccomandata dal Contadino (vedere la questione di Fiemme come non unico esempio) è quella vecchia dei signori. Il partito popolare sopporterà l’urto più agevolmente di quello che non sperano gli avversari. Ci rincresce di dover combattere su tre lati; ma anche se i leghisti ci attaccano alle spalle, so che voi saprete battervi da valorosi. Per che cosa combattiamo noi? Non per un mandato più o meno; che se non fosse questione che di mandati, dal nostro canto facile sarebbe l’intesa. Ma è questione di principio. I leghisti, voglia o non voglia, sono gli anticlericali della campagna che vi trasportano l’anticlericalismo cittadino, e come gli anticlericali lo furono in città, così nella campagna i leghisti sono i precursori del socialismo. Esiste quindi un pericolo evidente di carattere sociale e anche d’ordine religioso. Qualcuno non lo vede, qualcuno sarà in buona fede, ma anche il socialismo è incominciato a Trento colle citazioni di S. Paolo. Bisogna quindi che ci battiamo con tutta la forza per la difesa dei nostri principi. L’oratore accenna infine all’aspra campagna personale che si fa contro tutti i capi del movimento nel «Contadino». È un continuo tentativo d’intimidazione e di demolizione. Ma quando abbiamo preteso, chiamandovi cattolici nella vita pubblica di presentare le nostre persone come modelli da imitare? In chiesa recentemente abbiamo cantato il Miserere. Vengano i signori leghisti, e noi siamo pronti a rimetterci in ginocchio assieme a dire Miserere di noi o signore, secondo la tua grande misericordia. Ma quando si rialzeranno chi darà loro il diritto di coprirci di contumelie e di accuse? Chi siete voi che volete coprirci di pietre? Discutiamo di principi non di persone. L’oratore termina con un caldo inno alla democrazia cristiana e al rinnovato sforzo che tutti compiamo per la sua vittoria. Un uragano d’applausi scoppia nella grande assemblea.

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