Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Comizio elettorale

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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In Italia oramai esistono poche gradazioni di partito che abbiano una rispondenza nella vita della nazione: i liberali hanno due gradazioni: i moderati, uniti con i cattolici a Roma, a Milano, a Bologna, a Venezia, a Torino, a Firenze ecc.; gli anticlericali che amoreggiano con i radicali e questi con i socialisti di qualsiasi tinta. Il resto sono coalizioni personali, che oggi si uniscono e domani si sfasciano.

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Di un partito e un programma radicali in Italia

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Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Interessi ed interessati che abbiano qualcosa da chiedere allo Stato, e sappiano le vie, chiedono ed ottengono anche oggi. Quelli che hanno già ottenuto, le industrie più o inciso protette, difendono il loro possesso, e riescono. Lo stesso Nitti cita il caso delle nuove convenzioni marittime Interessante è quel che diceva l'Avanti! del tempo sul modo come si tentò di far passare, di sorpresa, la nuova legge sul lavoro risicolo.. Le classi burocratiche, le varie categorie di impiegati dello Stato, hanno chiesto ed hanno avuto molto; e spesso — curiosa contraddizione, che anche il N. nota — per opera di deputati socialisti. A chi non ha nulla, nessuno pensa a dar qualche cosa, se non forse i socialisti...nei comizii, ma a chi ha già qualche cosa si trova modo di dare, via via, sempre di più. Il bilancio italiano, osserva il N., è la lista civile della borghesia. Partiti ci sono dunque alla Camera e agiscono; sanno quello che vogliono, senza nessuna imprecisione, e lo ottengono. L'imprecisione e l'incertezza è solo intorno a ciò che interessa tutto il paese o le classi poco e male rappresentate. Il male non è nella assenza o incertezza di partiti; il male è nella contraddizione fra ciò che essi appariscono essere e ciò che realmente sono; il male è nel nessun controllo, da parte della Camera stessa e del pubblico, sui modi con i quali questi partiti riescono a farsi effettualmente valere. Abbiamo delle apparenze di partiti, che ingannano il paese, ed abbiamo delle forze occulte che agiscono con mezzi subdoli ed oscuri. Le più gravi questioni in Italia si decidono ritardando o precipitando la discussione di una legge, o impedendola; distraendo 1'attenzione dei deputati dalle questioni più serie per richiamarla e disperderla nelle più futili; le grandi questioni, che dovrebbero essere risolte col concorso aperto di tutti, vengono sempre procrastinate ed evitate. I clericali, che ora vanno al parlamento, occupando solo i collegii dove non c'è o non è pronta una candidatura moderata, — ai moderati è stato concesso un credito ipotecario privilegiato su di essi —, non mutarono, osserva il N., e non muteranno questo stato di cose; i primi giunti hanno mostrato di aver la preparazione «morale» necessaria per acclimatarsi subito all'ambiente di Montecitorio e trovarcisi bene. Essi non hanno finora fatto che delle interpellanze insignificanti, imparaticci vuoti. Ed anche quelli che verranno dopo non è dubbio che ci si troveranno bene; faranno solo quello che sarà strettamente necessario per menar in giro i loro elettori, e non daranno fastidi a un governo clericale, qualunque sia poi la sua azione. Il N. tace poi intieramente sulla questione del Sud; egli trova che le leggi speciali, alcune delle quali già votate, ma che poi non si riesce ad applicare, sono poco pratiche e pericolose, fatta eccezione per quella sullo sviluppo industriale di Napoli, alla quale egli ha efficacemente concorso; vuole quindi dei provvedimenti generali.

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É necessario cioè che certi elementi nuovi di coscienza (consapevolezza dei grandi interessi nazionali, più alto senso del proprio dovere in tutti, forza di volontà e tensione di energie collettive) sieno introdotti nell'opinione pubblica del nostro paese; che essi abbiano agio di tradursi in una profonda trasmutazione del tono sentimentale politico del paese e poi anche dei deputati; e che questa corrente di energie nuove faccia capo ad un più intenso e forte volere di qualche gruppo d'uomini politici, di nuovi dominatori, la cui forza sia nel consenso di un popolo che si ridesta alla vita e vuole foggiarsi i suoi nuovi destini. Ciò non sarà con la Camera attuale; innanzi ad essa l'on. Giolitti ha abdicato ai suoi gusti, pur di restare al potere; l'on. Sonnino si è rivelato insufficiente ad imporlesi e governarla: sperare nell'on. Di Rudini, che non fu mai, lo osserva anche il N., uomo di combattimento, ed in un suo ministero, par cosa da uomo poco avveduto.

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I primi cattolici in Parlamento

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Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Questo tacito consenso di ipocrisie è anche esso essenzialmente clericale; poiché noi non siamo qui dinanzi ad uomini che abbiano francamente operato la divisione del cattolicismo dalla politica, ma che, per opportunità di vario genere, nascondono parte del loro pensiero e del loro programma.

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Sono pochi, forse, i deputati dell'Italia meridionale che non abbiano già fra i loro grandi elettori un qualche vescovo ed una gran parte del clero locale; nel clero stesso, il più sovente, le divisioni, e divisioni profonde, hanno origine da clientele e gare di parte, alle quali la religione è interamente estranea. Vi potranno essere quindi dei deputati cattolici, quando possenti personalità riescano, all'infuori del loro speciale carattere di cattolici militanti, a costituirsi con i mezzi soliti una buona base elettorale; ma corpi elettorali cattolici, nella quasi totalità dei collegi, non potranno esservene, ancora per molto tempo. Invece, ve ne sono già e possono facilmente costituirsi in parecchie regioni dell'alta Italia, nei collegi prevalentemente rurali nell'Emilia, in Lombardia, nella Liguria, in Piemonte ed in .alcune provincie del Veneto. E di qui verrà la massima parte dei deputati cattolici; i quali, per le condizioni stesse alle quali abbiamo accennato, non porteranno alla Camera un principio netto di divisione, avendo affini, o per sentimento religioso o per interesse elettorale, molti deputati degli altri banchi, ai quali bastano, in fatto di politica religiosa, quel certo laicismo di Stato del quale i nostri istituiti e costumi politici sono già imbevuti da tempo, e l'affermazione dell'autonomia del potere civile; patrimonio morale ed esigenze politiche che il partito clericale non penserà certo, troppo avversi sarebbero i tempi, a contestare e a minacciare.

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Teogonie clericali

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 108-137.
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Per volontà sua, in tutta la provincia di Ferrara non c'è una sezione della Lega,benché i giovani di questa abbiano avuto una parte decisiva nella nota elezione di Portomaggiore. Il Giornale d'Italia scriveva tempo fa che uomini del Centro e nazionalisti si agitano insieme perché Grosoli torni ora ad avere la parte che gli spetta nell'azione dei cattolici laici. La notizia è inesatta. I nazionalisti pensano che se ciò avvenisse, a parte altre questioni le quali non ci riguardano, il conte Grosoli non farebbe che sciuparsi. Sono di fronte due politiche inconciliabili, la clericale e la democratica, e conviene…decidersi fra le due.

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Un padre gesuita, uno dei due o tre che in tutta Italia abbiano serenità di giudizio e una certa modernità di idee, che osò attaccare questa gente nella Civiltà cattolica, due mesi dopo aveva passato i mari.

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6° Infine, la Santa Sede ritiene che, essendo l'Italia un paese nella sua grande maggioranza ancora cattolico, ed inoltre essendo essa in particolar modo associata e quasi legata alla Chiesa cattolica ed a Roma papale, tutte queste sue esigenze e rivendicazioni abbiano massimamente luogo e ragione di affermarsi in Italia; cosicché i cattolici italiani hanno uno speciale dovere di combattere, anche politicamente, lo Stato laico edi volere che questo accetti e faccia suo il programma politico della Santa Sede.

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