Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIOR

Risultati per: abbiano

Numero di risultati: 20 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400727
Murri, Romolo 14 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

Vi sono delle anime, che si direbbero nate pagane, che il senso delle cose materiali e presenti empie ed occupa tutte: l'intuizione dell'universo nel suo insieme, la riflessione interiore giacciono come attitudini sopite nel profondo inconscio della psiche, senza che le voci comuni della vita abbiano forza di destarle. Anime religiose, invece, sono quelle che la finitezza delle cose visibili non empie di sé e che, riflettendo sull'universo e sul flusso della loro vita, si pongono gli oscuri problemi della ragione, dell'origine, del fine ultimo delle cose: quelle che bene giudicando delle miserie e degli errori di questa povera vita terrena, sentono il valore della coscienza che trascende il male e lo nega, portando di là dal mondo sensibile il pernio sia del governo delle cose umane sia delle proprie aspirazioni interiori.

Pagina 10

Studiando fisica essi hanno appreso che, in questo immenso sistema della natura, le così dette leggi son poco o nulla, ma una successione invariabile da certi antecedenti a certi conseguenti è la forma nella quale ci apparisce al pensiero la vita della natura, e che, se molti antecedenti ci sono ignoti, l'affermazione di fenomeni i quali abbiano una causa che è fuori della natura sembra ripugnare alla vita di questa e annullarla. In filosofia hanno imparato a sospettare che, se i nostri sensi ci mettono in contatto con un mondo esterno, il complesso delle nostre rappresentazioni e delle idee e dei sistemi che vi costruiamo sopra è poi un mondo soggettivo nostro, che lo spirito crea dalle cose e da sé stesso insieme; esso è bensì in un certo rapporto col mondo esterno, ma non sappiamo quale, né quanto fedele o difettoso. Dagli studi storici e critici hanno portato con sé la convinzione che tutto nel mondo non sia che un immane divenire, e che questo nostro stesso pensiero, queste idee, questi sistemi nei quali confidiamo tanto, come se toccassero il fondo delle cose, soggetti anche essi alla relatività di formazioni e di sviluppi, fluttuano labili sul corso della cultura e della vita, non riferendo, in sostanza, che un riflesso delle cose in noi, determinato, nella ampiezza e nei colori suoi, dagli elementi “chimici” del nostro pensiero e dei nostri affetti. La sicurezza minuziosa dei teologi, l'assolutezza delle loro formule, l'intellettualismo dei loro sistemi, l'astrazione dei loro precetti e giudizi morali urtano ed irritano singolarmente queste anime. Il concetto di autorità, come lo veggono applicato nella Chiesa, sembra loro indegno d'una età democratica come la nostra; molti di quei mezzi con i quali crediamo di metterci in rapporto col “divino” e di derivarne la Virtù nel corso della nostra vita sembrano ad essi indegni di questo “divino” medesimo od almeno del concetto che se ne sono formato. Essi sono quindi non difficilmente indotti a credere che il cattolicismo è oramai un ciclo chiuso e superato nella storia spirituale dell'umanità; e che, se anche contiene, come già ne conteneva l'ebraismo, elementi preziosi di vita spirituale e morale, questi debbono essere divisi dalla corteccia che ingombra, e l'umanità non potrà profittarne senza che il cattolicismo, come già fece l'ebraismo, si dissolva quasi, per cedere il posto ad un più puro ed elevato cristianesimo, che si trovi in accordo con le idee e le aspirazioni del tempo, di tanto mutate dagli anni nei quali Paolo adattò al mondo romano le dottrine di Gesù.

Pagina 105

Il nostro punto di partenza è il senso di mistero e di divino che accompagna i processi della vita interiore e spirituale, appena essi abbiano raggiunto un certo grado di autonomia e di intensità. Questo primo istinto religioso è quasi un iniziale commercio fra noi e il divino, ed esso fa che una coscienza umana, quali che siano d'altra parte la sua fede e il suo rito, sia una coscienza religiosa: a chi non l'ha, inutilmente tenteremmo di ispirarlo. Anche la voce di Gesù e di Paolo non giungeva già all'animo di tutti, ma solo di quelli che il Padre chiamava; di quelli, cioè, la cui coscienza era già vigile ad una prima, remota, confusa voce di Dio, saliente a tratti dal profondo della coscienza.

Pagina 11

Un'altra conclusione noi possiamo anche trarre dal detto sin qui, ed è questa: che come per lo studioso lo studio delle religioni inferiori, sia che esse abbiano preceduto il cristianesimo, sia che coesistano a questo, così per ogni cristiano l'esame dei difetti che egli può notare nella vita religiosa intorno a lui può e deve aiutarlo a vedere quel che c'è di inferiore nella sua stessa religione. È noto come la vita di ciascun individuo ripete e riassume in qualche modo la vita della specie: così la nostra coscienza religiosa individuale riassume e ripete, in qualche modo, l'esperienza religiosa dell'umanità. Di molte tendenze e illusioni che hanno viziato o deviato la vita religiosa di questa noi possiamo trovare il germe e lo spunto in noi stessi: e l'errore altrui dovrebbe servirci per correggere in tempo le nostre inclinazioni. Come la vita religiosa è progredita nell'umanità per opera dell'attesa prima e poi della rivelazione del Cristo, così facciamo che essa progredisca in ciascuno di noi, per virtù del Cristo medesimo: molto più che le anime nostre sono, non già, come quelle di molti nostri fratelli, nelle tenebre dell'attesa, ma nella luce del Verbo venuto in questo mondo.

Pagina 16

Altri, cristiani tepidi e freddi, perdono quasi di vista Gesù; egli finisce per non essere più il centro ed il pernio della loro vita religiosa e spirituale; in casa non ne hanno l'imagine, benché abbiano quella di S. Espedito e della Madonna di Pompei; in Chiesa non pensano di lui ma vanno difilato all'imagine di madonna o di santo che promette al loro vano desiderio maggiore appoggio di grazie temporali; il Pater che egli ci ha insegnato non lo dicono che in onore di questo o quel santo; e quando onorano Gesù con le labbra, il loro cuore è lontano da lui.

Pagina 172

Oh meglio, in Italia, un piccolo gruppo di apostoli i quali abbiano veramente ricevuto lo Spirito! e meglio, se esso non soffia ancora sulle anime, pensare che la fede, divisa dalle opere, precisa dalle profonde origini dei volere e della vita, si va estinguendo nei più, e raccogliersi nei cenacoli ad aspettare ed invocare una nuova discesa dello Spirito santo, che ci crei e ci confermi cavalieri della verità e del bene!

Pagina 200

Adempiute che abbiano queste condizioni, i commensali che mangiano di quel pane e bevono a quel calice sentono come impinguarsi e dilatarsi l'anima loro e si levano alacri e confidenti alle opere della vita, delle pure gioie ascose, della bontà.

Pagina 208

E troppo spesso si dimenticò che il reddito di quei beni appartiene di pieno diritto alle comunità dei fedeli e che i sacerdoti, anche quando ne abbiano l'amministrazione senza controllo, prelevato che abbiano il sufficiente per sé, debbono il resto ai poveri della comunità ed al culto. Nei primi secoli era in uso non accumulare le ricchezze, ma distribuirle immediatamente: non era ancora introdotta la manomorta, né gli alti dignitari della Chiesa credevano necessario, come i cardinali del rinascimento, avere intorno una corte di avidi sfacendati.

Pagina 268

E questo appunto ci dice il giudizio universale:il ritorno di Gesù Cristo a giudicare i vivi e i morti; la rivendicazione e la giustificazione finale del piano divino sulle debolezze e sulle colpe umane, la assunzione alla gioia ed alla vita pura di tutti coloro che, in qualsiasi momento del faticoso cammino, abbiano associato la loro all'opera divina, preparato ed aspettato nel dolore il trionfo del bene.

Pagina 286

Quale e quanta parte abbiano queste anime nella nostra vita subconsciente, come esercitino il loro volere di bene, come soffrano nell'aspettare noi non sappiamo. E vi sono poi quelli la cui posizione morale nell'eternità non risulta da un atto del loro volere personale, perché non ebbero modo né tempo di porlo, né dall'ingresso nella solidarietà delle anime viventi in Dio, perché non furono aggregate alla comunione di queste. Di quel che il loro spirito sia ed abbia, di questo limbo di anime rimaste fanciulle, noi sappiamo, per argomentazione, assai poco.

Pagina 294

Noi cattolici ammiriamo coloro i quali di questa rinuncia a tutto e non resistenza al male, della dedizione piena ed assoluta di sé agli altri, hanno fatto la legge della loro vita, e riconosciamo con la Chiesa che essi, quando abbiano fatto ciò per sola forza di amore, sono i più vicini al Cristo e al suo spirito e meritano il nostro culto. Ma la vita sociale è troppo ricca di multiformi elementi e complessa; l'essersi alcuni sottratti con un sacrificio eroico a talune delle norme che ne regolano lo svolgimento e l'attività non vuol dire né che queste norme abbiamo cessato di esistere, né che esse sieno divenute ingiuste, anche se sono ancora troppo lontane da una più alta giustizia. Il precetto dell'amore è rinnovazione che procede dall'interno, non rivoluzione: esso dichiarò, in S. Paolo, fratelli lo schiavo e il padrone, ma lasciò sussistere il rapporto giuridico che li legava: e molti altri rapporti simili esso lascia sussistere, almeno sinché lo spirito dall'interno non abbia spezzato le vecchie forme giuridiche, quando le nuove sono mature. Nelle società cristiane, levatrice del diritto nuovo non è la forza, ma la carità. Noi vedremo più innanzi come il precetto religioso dell'amore moderi e limiti queste società particolari, il cui oggetto sono beni esistenti in quantità finita e non capaci d'essere comunemente posseduti da molti: la Chiesa, di suoi, ha altri beni, e questi son tali che il possesso non li esaurisce ma li moltiplica, beni dei quali l'umanità ha bisogno assai più che non degli altri, e di cui manca tanto più quanto più giacciono inerti, senza che alcuno li cerchi. Il rispetto reciproco, la pietà provvida, la simpatia amorevole e buona, la cultura, l'educazione morale, la solidarietà tradotta nella pratica della vita sempre più largamente, tali sono i beni dell'amore fraterno: e di essi specialmente la società nostra manca ed abbisogna. Perché dir tanto male del cristianesimo, se ciò che esso ci impone come il supremo dei nostri doveri è appunto ciò che nella vita civile caratterizza l'opera e i progressi della civiltà, della cultura, della pace?

Pagina 53

Se esso procede da un desiderio intimo e profondo di bene e ricerca le radici della violenza e della forza nella cupidigia che è in fondo all'anima umana e, quindi, mira a raggiungere la sua società ideale mediante il rinnovamento degli individui, la redenzione di essi dall'egoismo, principio e legge del male, e l'inserzione in una società di anime in cui un divino principio di volere concorde è vincolo e centro di unione, allora questo ideale è così lungi dall'essere utopico che se poche anime le quali ne abbiano ugualmente il senso vivo e profondo si trovano insieme, esse passano subito ad applicarlo; e il tentativo — spesso, dentro certi limiti, felice, — si rinnuova nella Chiesa direi quasi di anno in anno, e dà opere e istituti che divengono, per un tempo più o meno breve, sinché cioè dura lo spirito primo, focolari di luce e di amore e di bene nel mondo. Ma colui che solo nel Cristo ha trovato il germe e il principio di una società in cui la giustizia e il dritto e la forza dell'autorità e il mio e il tuo cedano il luogo ad un'alta unione di anime, sa i limiti del suo nobile sogno; sa che a questa società ideale occorrono uomini redenti dal male e rinnovati, e il suo sforzo, generoso, non solo, ma sempre in qualche misura praticamente efficace, si rivolge a redimere, quanto può e sa, gli uomini dal male.

Pagina 71

Vi sono delle maniere di mostrare questa fraternità — alcune ne abbiano viste ed altre ne vedremo domani — che ci vengono rigorosamente imposte: altre, quelle che, o per la materia o per la speciale natura del vincolo che creano, riguardano il diritto pubblico e l'attività economica, non possono venire imposte dal cristianesimo, che trascende i tempi; e quindi le varietà storiche dell'economia, del dritto e delle costituzioni civili. Ma c'è — notate — per riguardo ad esse, un atteggiamento, una disposizione d'animo la quale è imposta ai credenti o, meglio, prodotta in essi dalla loro fede religiosa. Dato che alcune forme sono ed appaiono evidentemente, a seconda delle condizioni dei tempi e dei luoghi, utili a sviluppare negli uomini questo amore fraterno, e creare fra di essi maniere di solidarietà pratiche ed attuose, buoni strumenti di remozione di qualunque forma di male e di conquista del benessere, il cristiano non può trascurare od avversare queste nuove forme di associazione e di azione sociale, senza venir meno al suo spirito; e se egli non intende e non sa, è segno che questo spirito vivo gli manca, o giace in lui, oppresso e come sepolto dalla grave mora dei pregiudizi e delle cupidigie particolari.

Pagina 76

Ed essi non sanno anche come questa più profonda anima viva di fede, e solo di fede; e come questa fede non noi ce la siamo data un giorno bella e fatta, ma altri la siano venuta plasmando a nostra insaputa, e vi abbiano messo le loro idee, le loro abitudini, le loro passioni, le quali oggi fanno parte del nostro essere spirituale ed influiscono su tutta la nostra azione. Essi, questi cristiani e queste cristiane, fanno facile getto di una fede che, almeno, ha per sé il consentimento di milioni di uomini e di tanti secoli, che è forse la fede di coloro che essi amano ed apprezzano di più nella vita; ma forse con ciò si liberano da ogni fede?

Pagina 99

Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

402496
Murri, Romolo 4 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

Nel caso nostro noi abbiamo questo fatto: 508 cittadini del regno, scelti periodicamente dai maschi di una certa età e che abbiano certi requisiti, divisi in associazioni o collegi politici, si adunano in certi periodi dell'anno, designano alla corona uno di loro che assume la responsabilità del governo, danno a quest'uomo i coadiutori dei quali ha bisogno, e poi compiono, condotti da questo governo che è carne della loro carne, la funzione legislativa, e seguono, nelle discussioni dei bilanci e per altre vie, e controllano tutte le varie attività dello Stato. La conoscenza puramente storica e anneddotica si limita a seguire le discussioni parlamentari, le crisi ministeriali, gli intrighi di corridoio, per quanto appariscono; la conoscenza scientifica dovrebbe da questa attività esteriore e superficiale risalire ai suoi precedenti ed alle cause profonde; ristabilire intiero il processo della nostra vita pubblica, e, in questo, il nesso che lega- gli eletti agli elettori e questi a tutto il restante paese, e spiegare, con questo esame di tutte le varie condizioni dalle quali emerge e di tutte le attività private e sociali che ne determinano il corso, l'andamento della vita pubblica del paese.

Pagina 178

Ma condizione indispensabile perché questo avvenga, la quale assai raramente si verifica, anche presso i popoli più maturi alla vita costituzionale, è che questi elettori abbiano una sufficiente educazione politica, e che essi, collegio per collegio, costituiscano veramente un corpo. Ora un corpo elettorale è, già qualche cosa di molto simile a un partito o ad un certo plesso di gruppi e partiti politici; poiché è ovvio che interessi collettivi, se e quando sono veramente sentiti ed oggetto di riflessione, diano luogo a raggruppamenti politici, sorgenti per sostenere e promuovere quella, delle varie soluzioni possibili, che sembra più atta e più rispondente a quegli interessi.

Pagina 181

Chi, nel breve corso di quel ministero, aveva occhi per vedere ed orecchi per sentire quali fossero gli uomini e i giornali più decisamente avversi al ministero, C'è, specialmente, a Roma, un certo numero di giornalisti e corrispondenti di giornali, clienti pitocchi e parassiti di tutti i ministri i quali....non pare abbiano alcuna velleità di abolire i fondi segreti, e questi furono ferocissimi contro l'on. Sonnino. quali le accuse mosse contro di questo, quale la maggior parte degli uomini che quel ministero componevano, quali, infine, le sole possibili spiegazioni dell'ostilità parlamentare e del modo col quale il ministero fu rovesciato, modo che deve avere offeso l'on. Sonnino assai più del fatto stesso della caduta, deve riconoscere la giustezza di quello che noi, diciamo, non soli né primi.

Pagina 183

Se lo scopo di un tale partito di classe debba essere quello di trarsi nettamente fuori dalle competizioni, dai contrasti, dai tentativi varii verso il meglio cha dilaniano ed affaticano le classi borghesi, o se invece possano, nel seno di queste, venir designate delle tendenze e delle correnti che al partito socialista convenga promuovere, aiutare a venire alla superficie, ad organizzarsi ed a salire al potere, in opposizione a certe altre tendenze; se, in altre parole, il partito socialista debba accamparsi nella società presente borghese come un nemico che considera ogni danno di essa come un suo vantaggio e quindi ne fa solo il danno, per quante può senza tagliare i nervi a sé stesso e privarsi delle condizioni di agire; o se invece vi siano degli interessi e delle evoluzioni nelle quali la classe proletaria è solidale con le altre, e si imponga quindi un alleanza, anche parlamentare, di essa con quelle frazioni della borghesia le quali di questi interessi abbiano una visione precisa, e lottino onestamente per il trionfo di essi.

Pagina 186

Appendice

403001
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

. - Quando in un luogo i soci abbiano raggiunto il numero di almeno cinque si costituiranno in sezione.

Pagina 252

È interesse delle due società che queste associazioni abbiano in certi casi carattere temporaneo, purché la devoluzione dei beni sia poi fatta secondo lo spirito dei fondatori e degli istituti.

Pagina 262

Cerca

Modifica ricerca