Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 7 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Per l'economia sociale, scienza per molta parte di osservazione eminentemente complessa, fu ed è inutile parlare di storia dei suoi metodi: — finché i grandi avvenimenti sociali economici non abbiano educato nelle popolazioni e negli studiosi lo spirito di osservazione; — finche non sieno pervenute a maturità le discipline positive (storiche, statistiche, naturali) a cui essa si appoggia e che richiedono mezzi e processi di osservazione estesi, continuati, coordinati fra gli studiosi di ogni paese; — e finché nella formulazione di propri criteri- di metodo, l'economia non si trovi preceduta da altri rami di scienza di più semplice processo osservativo, — ed informato infine da analoghi indirizzi della filosofia e quindi della logica.

Pagina 1.118

Di qui la convinzione che i popoli possessori di maggior copia di ricchezza non si trovino perciò solo alla testa dell'incivilimento, ma abbiano tuttavia maggiore agevolezza di pervenirvi.

Pagina 1.32

Si abbiano p. e. cinque unità di pane,e veggasi come si potrebbe formulare, in modo molto elementare ma evidente, questa legge.

Pagina 1.361

Nella dottrina dei metodi,non si discute più dagli scienziati degni veramente di questo nome, della preferenza da darsi ai processi deduttivi o induttivi, considerati ormai come due funzioni logiche integranti e necessarie nella ricerca e dimostrazione del vero; e ciò deve campeggiare pertanto in ogni parte della stessa economia, fin dalla sua introduzione,ove occorre abbiano loro posto così i principi speculativi di ragione,come le premesse positive di osservazione.

Pagina 1.4

Tanto è vero, che questa è «vincolo di anime in ordine ad uno speciale fine civile», che vi hanno popoli in cui è indistruttibile il sentimento di nazione, sebbene non abbiano un territorio definito nei suoi confini come la Polonia, o vi imperassero governi molteplici per più secoli come l'Italia, o contengano nel proprio seno elementi di razze differenti come celti, gallici e normanni nella Francia.

Pagina 2.104

In tale quesito riceve una solenne smentita il materialismo storico,quando pretende che sempre ed esclusivamente le differenze di classe abbiano origine dalla ricchezza ossia da cause economico-materiali (C. Marx, Loria, Sombart).

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Non è ora il caso di dire quali vicende abbiano trapassato queste idee, incluse nel concetto complesso di proprietà. Bensì va nettamente confermata, contro persistenti equivoci, la nozione che la proprietà particolare include tre specie di essa: — la proprietà privata-individuale appartenente ad una persona fisica (un uomo), ad una famiglia (complemento di essa), ad una società volontaria di individui, p. e. una società commerciale, sempre per fini privati; — la proprietà collettiva-sociale,spettante a persone etico-giuridiche del consorzio civile, distinte dagli individui e per fini generali e duraturi di esso, p. e. le università rurali (delle famiglie di un villaggio per l'uso dei pascoli), le corporazioni di classe (per il loro miglioramento professionale), le fondazioni di beneficenza o pie, di utilità pubblica; — la proprietà collettiva-pubblica,attribuita ai fini della persona giuridico-politica dello Stato, beni demaniali e patrimoniali, o alla personalità della Chiesa, beni ecclesiastici. — In tutti questi casi la proprietà è inerente a singoli enti con fini distinti da quelli altrui; vera proprietà particolare,che esclude dalla partecipazione ad essa altri enti singoli e la università degli uomini. All'uopo valga qui il richiamo ad una legge storica dominante.

Pagina 2.206

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
  • Politica
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È ovvio, quindi, che dal critico anno 1898 ad oggi i giovani si siano risolutamente levati, in nome della coscienza religiosa e della coscienza sociale, contro questa politica clericale e l'abbiano criticata e combattuta e messa a nudo, fra molto stridore di avversarii, e ne abbiano smantellato alcune fortezze e sventato alcuni giuochi. Anche oggi, quindi, essi sono contro questa politica, non in quanto pensino di poter impedire che gli uomini e i gruppi clericali vadano verso dove li chiamano i loro vincoli d'interessi e di abitudini politiche, ma in quanto cercano di svincolare il cattolicismo da una antica e vergognosa e dannosissima servitù politica. In Italia, fu già notato — assai diversamente che in Francia, dove il clericalismo è contro la repubblica — questo è invece monarchico e la monarchia, o meglio, i governi della monarchia, che hanno assai bene inteso questo si sono rigorosamente astenuti da qualsiasi passo atto a riaccendere la lotta religiosa, e se ne asterranno ancora, sino a che una crisi, che non par vicina. verrà a maturazione nella coscienza stessa del paese. E poiché la crisi della coscienza religiosa è — in qualunque modo essa ai manifesti o nel seno dei cattolici (come crisi della teologia, della casuistica, dell'esegesi biblica, della religione esteriore, dell'autorità, e via dicendo), o nella borghesia laica e nelle classi inferiori, — per necessità, rinnovatrice e quindi modificatrice di istituti e di rapporti, così l'intento concorde dell'alleanza clerico-moderata di soffocare per quanto è possibile quella crisi di svellerne le tenere manifestazioni, di comprimerne gli indizi: con che però acuiscono la crisi interiore e preparano più gravi e violente dilacerazioni; ma vivono, intanto. giorno per giorno Coloro che hanno una qualche conoscenza dei salotti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia di Roma hanno potuto notare in questi ultimi anni che essa segue assai poco, e con preoccupazioni conservatrici, il movimento religioso contemporaneo..

Pagina 66

Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
  • Politica
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Noi ne abbiano avute prove nella propaganda contro il divorzio, in quella per l'insegnamento religioso nelle scuole elementari, ed in genere in tutta l'organizzazione della attività pubblica dei cattolici, che apparisce clericale pel fatto dell'essere essa oggi ricongiunta al cattolicismo gerarchico immediatamente, per via di dipendenze burocratiche, e non già solo mediatamente, co¬me complesso di forme di attività distinte dalla religiosa e governate da loro principii tecnici, ma usate dai cattolici a rimuovere dei conflitti e delle tendenze positivamente anti-cristiane od a favorire l'applicazione pratica dei principii e dello spirito del cristianesimo.

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