Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 52 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Per la solenne inaugurazione della cassa rurale di prestiti S. Giacomo

398327
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1897
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 30-45.
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Che ci resta che non abbiano mandato a male? Nulla; tutto si deve riedificare, dai conventi soppressi, agl'istituti di beneficenza soggetti al concentramento, alle scuole senza Dio, alle banche senza fondo, alle amministrazioni senza onestà. È una lega la nostra, anzi una santa crociata, sempre nei limiti consentiti dalle leggi, contro il liberalismo e il socialismo, i quali non sono né lo Stato, né la Nazione, né la Patria, ma la rovina di tutto. Sottratti adunque gli operai e gli agricoltori cattolici con un istituto di credito dalle indecorose pressioni dei faccendieri della politica e dei partiti, allontanati dal pericolo socialista, resi liberi dalla Cassa Rurale, potranno professare apertamente e francamente quella Fede, che rendendoli più che uomini li avvicina a Dio. Ecco l'ultimo nostro scopo, a cui si subordina tutto: Dio. Per tornare l'operaio e il colono a Dio, sono questi nostri sforzi; per tornare a Dio la società apostata da Lui, abbiamo dedicato danaro, potenze, vita. Questo sublime ideale come campeggia nelle scuole catechistiche da noi impiantate, nelle pratiche da noi iniziate per ottenere l'insegnamento religioso nelle scuole elementari, nella lega contro la bestemmia, nella diffusione della buona stampa, nelle biblioteche cattoliche circolanti, nelle opere di beneficenza a pro' dei poveri, si manifesta, è anzi il movente della istituzione della Cassa Rurale. È quello spirito che muovea Davidde a dire al Signore: Ti confessino Dio tutte le genti, perché la terra ha dato i suoi frutti; è quello spirito che mosse S. Gaetano a fondare il Banco di Napoli; è quello spirito che solo ha la Chiesa del Signore; pel quale mentre si guarda coll'occhio sinistro questa terra che ogni giorno ci fugge, col destro si guarda il cielo che ogni giorno ci si avvicina.

Pagina 44

Giornalismo ed educazione nei seminari

398436
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1902
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 217-233.
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Prescindendo dalle disposizioni che i superiori dei singoli seminari d'Italia abbiano potuto dare in proposito, (il che non entra nella discussione) proverò di esaminare il problema nei suoi rapporti con la educazione dei chierici obiettivamente e, spero, con quel delicato discernimento che occorre a trattare argomenti, la cui soluzione pratica non dipende da noi.

Pagina 217

O forse si crede che lo studio sia solamente lo sgobbare sui libri, senza. che le altre facoltà abbiano il loro regolare sviluppo; nella contemperanza delle quali si forma l'equilibrio mentale e volitivo dell'uomo?

Pagina 230

Comizio elettorale

398588
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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In Italia oramai esistono poche gradazioni di partito che abbiano una rispondenza nella vita della nazione: i liberali hanno due gradazioni: i moderati, uniti con i cattolici a Roma, a Milano, a Bologna, a Venezia, a Torino, a Firenze ecc.; gli anticlericali che amoreggiano con i radicali e questi con i socialisti di qualsiasi tinta. Il resto sono coalizioni personali, che oggi si uniscono e domani si sfasciano.

Pagina 324

Rivoluzione e ricostruzione

398823
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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E mentre il socialismo, sia pure sgominato e ridotto, mantiene il suo posto di opposizione anticostituzionale (per usare oggi una parola meno esatta di ieri), la democrazia che ha perduto il potere dovrebbe logicamente formare l'opposizione costituzionale; e invece proprio la democrazia non manifesta alcun elemento vitale di resistenza, sia pure nel campo delle idee e delle posizioni politiche, sì da far credere che ormai sia una fase superata nella vita italiana, e che i fascisti abbiano fatto cadere solo un'impalcatura, dietro la quale c'era il vuoto.

Pagina 269

Tracciate così le linee della ricostruzione amministrativa, finanziaria, economica e politica dell'Italia, è superfluo riaffermare quel che abbiamo discusso, cioè che occorrono un governo e un istituto parlamentare che abbiano la fiducia del paese; però questa larga fiducia non può essere effettiva, né la ricostruzione basata su fondamento saldo e reale, senza la unificazione e la vivificazione della coscienza nazionale nei suoi valori morali e nella efficienza delle forze spirituali.

Pagina 297

La regione

399775
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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In questo stato di formazione e di sviluppo, la tendenza più sana è quella di non fissare le forze economiche vaganti contraddicentisi, in lotta di concorrenza (anche sotto l'aspetto politico) nei propri organismi autonomi e tecnici e nella loro caratteristica specializzata; ma dare a tali forze, attraverso rappresentanze locali, provinciali, regionali e nazionali, armonizzate con gli organi sintetici di politica locale o nazionale (comune, provincia, regione, stato), la voce necessaria affinché classi e interessi possano farsi valere, senza prevalere, ed abbiano veste propria libera e diretta, senza ricorrere a menzogne di rappresentanze burocratiche o a intrighi politici di corridoi e di gabinetti.

Pagina 227

È chiaro che l'audacia del progetto sta proprio in questo: far passare i contatti dei grandi sindacati, dei grandi trusts,dei grandi consorzi, attraverso rappresentanze pubbliche e organi diretti degli interessi locali, perché venga corretta la tendenza dell'annidamento di una serie di grandi e piccole speculazioni nello stato, e venga superata la tendenza di fare dello stato un ente economico; si guidi perciò e si controlli l'azione di queste grandi forze economiche e sindacali in un equilibrio di organismi e di interessi, che abbiano la diretta responsabilità morale e politica verso le masse elettorali rappresentate. Questa funzione di equilibrio, di organicità, di controllo oggi manca e deve crearsi. Né è a temere che queste grandi forze trovino ostacolo nel loro naturale sviluppo; al contrario, si avrà maggiore sviluppo quando da un lato lo stato rinunzia a fare il commerciante, l'industriale, l'agricoltore e a impacciare con l'intrusione burocratica la libera economia, quando gli organi decentrati sono mantenuti nei limiti di rappresentanza e amministrazione degli interessi pubblici locali, e i corpi tecnici ed economici mantengono la loro caratteristica di rappresentanze di interessi e di classi coordinate insieme. Pertanto è cómpito e dovere del partito popolare italiano affrontare questa nuova battaglia nell'interesse reale della vita organica e dello sviluppo economico e morale della nostra nazione.

Pagina 227

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400727
Murri, Romolo 13 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Vi sono delle anime, che si direbbero nate pagane, che il senso delle cose materiali e presenti empie ed occupa tutte: l'intuizione dell'universo nel suo insieme, la riflessione interiore giacciono come attitudini sopite nel profondo inconscio della psiche, senza che le voci comuni della vita abbiano forza di destarle. Anime religiose, invece, sono quelle che la finitezza delle cose visibili non empie di sé e che, riflettendo sull'universo e sul flusso della loro vita, si pongono gli oscuri problemi della ragione, dell'origine, del fine ultimo delle cose: quelle che bene giudicando delle miserie e degli errori di questa povera vita terrena, sentono il valore della coscienza che trascende il male e lo nega, portando di là dal mondo sensibile il pernio sia del governo delle cose umane sia delle proprie aspirazioni interiori.

Pagina 10

Studiando fisica essi hanno appreso che, in questo immenso sistema della natura, le così dette leggi son poco o nulla, ma una successione invariabile da certi antecedenti a certi conseguenti è la forma nella quale ci apparisce al pensiero la vita della natura, e che, se molti antecedenti ci sono ignoti, l'affermazione di fenomeni i quali abbiano una causa che è fuori della natura sembra ripugnare alla vita di questa e annullarla. In filosofia hanno imparato a sospettare che, se i nostri sensi ci mettono in contatto con un mondo esterno, il complesso delle nostre rappresentazioni e delle idee e dei sistemi che vi costruiamo sopra è poi un mondo soggettivo nostro, che lo spirito crea dalle cose e da sé stesso insieme; esso è bensì in un certo rapporto col mondo esterno, ma non sappiamo quale, né quanto fedele o difettoso. Dagli studi storici e critici hanno portato con sé la convinzione che tutto nel mondo non sia che un immane divenire, e che questo nostro stesso pensiero, queste idee, questi sistemi nei quali confidiamo tanto, come se toccassero il fondo delle cose, soggetti anche essi alla relatività di formazioni e di sviluppi, fluttuano labili sul corso della cultura e della vita, non riferendo, in sostanza, che un riflesso delle cose in noi, determinato, nella ampiezza e nei colori suoi, dagli elementi “chimici” del nostro pensiero e dei nostri affetti. La sicurezza minuziosa dei teologi, l'assolutezza delle loro formule, l'intellettualismo dei loro sistemi, l'astrazione dei loro precetti e giudizi morali urtano ed irritano singolarmente queste anime. Il concetto di autorità, come lo veggono applicato nella Chiesa, sembra loro indegno d'una età democratica come la nostra; molti di quei mezzi con i quali crediamo di metterci in rapporto col “divino” e di derivarne la Virtù nel corso della nostra vita sembrano ad essi indegni di questo “divino” medesimo od almeno del concetto che se ne sono formato. Essi sono quindi non difficilmente indotti a credere che il cattolicismo è oramai un ciclo chiuso e superato nella storia spirituale dell'umanità; e che, se anche contiene, come già ne conteneva l'ebraismo, elementi preziosi di vita spirituale e morale, questi debbono essere divisi dalla corteccia che ingombra, e l'umanità non potrà profittarne senza che il cattolicismo, come già fece l'ebraismo, si dissolva quasi, per cedere il posto ad un più puro ed elevato cristianesimo, che si trovi in accordo con le idee e le aspirazioni del tempo, di tanto mutate dagli anni nei quali Paolo adattò al mondo romano le dottrine di Gesù.

Pagina 105

Il nostro punto di partenza è il senso di mistero e di divino che accompagna i processi della vita interiore e spirituale, appena essi abbiano raggiunto un certo grado di autonomia e di intensità. Questo primo istinto religioso è quasi un iniziale commercio fra noi e il divino, ed esso fa che una coscienza umana, quali che siano d'altra parte la sua fede e il suo rito, sia una coscienza religiosa: a chi non l'ha, inutilmente tenteremmo di ispirarlo. Anche la voce di Gesù e di Paolo non giungeva già all'animo di tutti, ma solo di quelli che il Padre chiamava; di quelli, cioè, la cui coscienza era già vigile ad una prima, remota, confusa voce di Dio, saliente a tratti dal profondo della coscienza.

Pagina 11

Un'altra conclusione noi possiamo anche trarre dal detto sin qui, ed è questa: che come per lo studioso lo studio delle religioni inferiori, sia che esse abbiano preceduto il cristianesimo, sia che coesistano a questo, così per ogni cristiano l'esame dei difetti che egli può notare nella vita religiosa intorno a lui può e deve aiutarlo a vedere quel che c'è di inferiore nella sua stessa religione. È noto come la vita di ciascun individuo ripete e riassume in qualche modo la vita della specie: così la nostra coscienza religiosa individuale riassume e ripete, in qualche modo, l'esperienza religiosa dell'umanità. Di molte tendenze e illusioni che hanno viziato o deviato la vita religiosa di questa noi possiamo trovare il germe e lo spunto in noi stessi: e l'errore altrui dovrebbe servirci per correggere in tempo le nostre inclinazioni. Come la vita religiosa è progredita nell'umanità per opera dell'attesa prima e poi della rivelazione del Cristo, così facciamo che essa progredisca in ciascuno di noi, per virtù del Cristo medesimo: molto più che le anime nostre sono, non già, come quelle di molti nostri fratelli, nelle tenebre dell'attesa, ma nella luce del Verbo venuto in questo mondo.

Pagina 16

Altri, cristiani tepidi e freddi, perdono quasi di vista Gesù; egli finisce per non essere più il centro ed il pernio della loro vita religiosa e spirituale; in casa non ne hanno l'imagine, benché abbiano quella di S. Espedito e della Madonna di Pompei; in Chiesa non pensano di lui ma vanno difilato all'imagine di madonna o di santo che promette al loro vano desiderio maggiore appoggio di grazie temporali; il Pater che egli ci ha insegnato non lo dicono che in onore di questo o quel santo; e quando onorano Gesù con le labbra, il loro cuore è lontano da lui.

Pagina 172

Oh meglio, in Italia, un piccolo gruppo di apostoli i quali abbiano veramente ricevuto lo Spirito! e meglio, se esso non soffia ancora sulle anime, pensare che la fede, divisa dalle opere, precisa dalle profonde origini dei volere e della vita, si va estinguendo nei più, e raccogliersi nei cenacoli ad aspettare ed invocare una nuova discesa dello Spirito santo, che ci crei e ci confermi cavalieri della verità e del bene!

Pagina 200

Adempiute che abbiano queste condizioni, i commensali che mangiano di quel pane e bevono a quel calice sentono come impinguarsi e dilatarsi l'anima loro e si levano alacri e confidenti alle opere della vita, delle pure gioie ascose, della bontà.

Pagina 208

E troppo spesso si dimenticò che il reddito di quei beni appartiene di pieno diritto alle comunità dei fedeli e che i sacerdoti, anche quando ne abbiano l'amministrazione senza controllo, prelevato che abbiano il sufficiente per sé, debbono il resto ai poveri della comunità ed al culto. Nei primi secoli era in uso non accumulare le ricchezze, ma distribuirle immediatamente: non era ancora introdotta la manomorta, né gli alti dignitari della Chiesa credevano necessario, come i cardinali del rinascimento, avere intorno una corte di avidi sfacendati.

Pagina 268

E questo appunto ci dice il giudizio universale:il ritorno di Gesù Cristo a giudicare i vivi e i morti; la rivendicazione e la giustificazione finale del piano divino sulle debolezze e sulle colpe umane, la assunzione alla gioia ed alla vita pura di tutti coloro che, in qualsiasi momento del faticoso cammino, abbiano associato la loro all'opera divina, preparato ed aspettato nel dolore il trionfo del bene.

Pagina 286

Quale e quanta parte abbiano queste anime nella nostra vita subconsciente, come esercitino il loro volere di bene, come soffrano nell'aspettare noi non sappiamo. E vi sono poi quelli la cui posizione morale nell'eternità non risulta da un atto del loro volere personale, perché non ebbero modo né tempo di porlo, né dall'ingresso nella solidarietà delle anime viventi in Dio, perché non furono aggregate alla comunione di queste. Di quel che il loro spirito sia ed abbia, di questo limbo di anime rimaste fanciulle, noi sappiamo, per argomentazione, assai poco.

Pagina 294

Se esso procede da un desiderio intimo e profondo di bene e ricerca le radici della violenza e della forza nella cupidigia che è in fondo all'anima umana e, quindi, mira a raggiungere la sua società ideale mediante il rinnovamento degli individui, la redenzione di essi dall'egoismo, principio e legge del male, e l'inserzione in una società di anime in cui un divino principio di volere concorde è vincolo e centro di unione, allora questo ideale è così lungi dall'essere utopico che se poche anime le quali ne abbiano ugualmente il senso vivo e profondo si trovano insieme, esse passano subito ad applicarlo; e il tentativo — spesso, dentro certi limiti, felice, — si rinnuova nella Chiesa direi quasi di anno in anno, e dà opere e istituti che divengono, per un tempo più o meno breve, sinché cioè dura lo spirito primo, focolari di luce e di amore e di bene nel mondo. Ma colui che solo nel Cristo ha trovato il germe e il principio di una società in cui la giustizia e il dritto e la forza dell'autorità e il mio e il tuo cedano il luogo ad un'alta unione di anime, sa i limiti del suo nobile sogno; sa che a questa società ideale occorrono uomini redenti dal male e rinnovati, e il suo sforzo, generoso, non solo, ma sempre in qualche misura praticamente efficace, si rivolge a redimere, quanto può e sa, gli uomini dal male.

Pagina 71

Vi sono delle maniere di mostrare questa fraternità — alcune ne abbiano viste ed altre ne vedremo domani — che ci vengono rigorosamente imposte: altre, quelle che, o per la materia o per la speciale natura del vincolo che creano, riguardano il diritto pubblico e l'attività economica, non possono venire imposte dal cristianesimo, che trascende i tempi; e quindi le varietà storiche dell'economia, del dritto e delle costituzioni civili. Ma c'è — notate — per riguardo ad esse, un atteggiamento, una disposizione d'animo la quale è imposta ai credenti o, meglio, prodotta in essi dalla loro fede religiosa. Dato che alcune forme sono ed appaiono evidentemente, a seconda delle condizioni dei tempi e dei luoghi, utili a sviluppare negli uomini questo amore fraterno, e creare fra di essi maniere di solidarietà pratiche ed attuose, buoni strumenti di remozione di qualunque forma di male e di conquista del benessere, il cristiano non può trascurare od avversare queste nuove forme di associazione e di azione sociale, senza venir meno al suo spirito; e se egli non intende e non sa, è segno che questo spirito vivo gli manca, o giace in lui, oppresso e come sepolto dalla grave mora dei pregiudizi e delle cupidigie particolari.

Pagina 76

Ed essi non sanno anche come questa più profonda anima viva di fede, e solo di fede; e come questa fede non noi ce la siamo data un giorno bella e fatta, ma altri la siano venuta plasmando a nostra insaputa, e vi abbiano messo le loro idee, le loro abitudini, le loro passioni, le quali oggi fanno parte del nostro essere spirituale ed influiscono su tutta la nostra azione. Essi, questi cristiani e queste cristiane, fanno facile getto di una fede che, almeno, ha per sé il consentimento di milioni di uomini e di tanti secoli, che è forse la fede di coloro che essi amano ed apprezzano di più nella vita; ma forse con ciò si liberano da ogni fede?

Pagina 99

Il Mezzogiorno e la politica italiana

401461
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Ebbene, questa politica sarà la nostra, insieme a quella mediterranea: politica puramente economica, di lavoro, di scambi, di cooperazione, di pace, di dignità verso l'estero (affrettiamoci a chiudere la vertenza di Rapallo e Santa Margherita con la Jugoslavia); in cui le due parti dell'Italia, nord e sud, abbiano due centri di sviluppo e di convergenza, come un insieme economico, che spunta più chiaro dalle rovine della guerra; la quale, insieme alla sicurezza dei nostri confini e al completamento della nostra unità, speriamo ci abbia dato la coscienza della nuova posizione politica. Non certo quella di essere l'ancella o il terzo incomodo dell'Intesa (che nulla seppe dare a noi del bottino di guerra, cosa che oggi ci giova nella valutazione morale degli altri popoli); non certo quella di puro equilibrio nel gioco delle grandi forze internazionali in contrasto, come avviene oggi nell'urto dell'Inghilterra con la Francia; ma quella posizione centrale, che possa farci fare una politica di pacifica espansione mediterranea e adriatica, che valga a valorizzare la nostra economia e gli sforzi produttivi delle nostre industrie e dell'agricoltura. Così il sud un'altra volta, dopo l'unità morale e politica conquistata nel 1860, si ricongiunge al nord nella unità economica, intravista, iniziata e voluta nel tormento del dopo guerra.

Pagina 348

Oggi basta: i partiti nazionali debbono far sentire che la cerchia della vita politica è estesa dall'un campo all'altro d'Italia, che la solidarietà, invocata da Giustino Fortunato, non è un semplice ed assurdo altruismo di due popolazioni che abbiano interessi, mentalità, costumi diversi, ma una convergenza di politica e di economia, in uno sforzo restauratore della nostra vita nazionale.

Pagina 350

Agli altri partiti non neghiamo il merito di avere agitato da tanti anni la questione meridionale, benché nello stesso tempo non abbiano contribuito a formare una salda coscienza collettiva, per l'intristimento doloroso delle coalizioni e delle clientele. Ma noi popolari, arrivati da pochi anni nella vita politica, abbiamo avuto il merito della nuova impostazione, che oggi, in questo giorno che ricorda la nostra costituzione di partito, riaffermiamo, quale corollario degli sforzi fatti — alla camera e fuori, al sud e al nord — per destare fra noi e presso gli altri una vera coscienza della questione meridionale, in quanto problema nazionale e unitario.

Pagina 351

Il legittimismo in Italia

401489
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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A ogni modo a me non preme che abbiano equivocato o voluto equivocare; anzi mi giova molto; e quell'equivoco legittimista,che tanti offende, potrà chiarirsi, dando a ciascuno le proprie responsabilità.

Pagina 246

Crisi e rinnovamento dello Stato

401917
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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Sono rimasti al parlamento i dibattiti di politica generale; a parte il giuoco dei voti politici, non si ricorda da parecchio tempo che simili dibattiti abbiano mutato o modificato il corso degli avvenimenti; ma, strano a rilevarsi, le stesse maggioranze sono state quelle che hanno cambiato ministeri e modificato atteggiamenti, come fenomeno del momento assai più che come prodotto di direttive sostanziali.

Pagina 239

Per avere un'economia occorre avere una politica: ebbene, mentre i socialisti hanno la loro, i popolari la loro, i liberali di destra nazionalisti e agrari la loro, (non so se i fascisti l'abbiano) i democratici, che hanno la responsabilità del potere, non hanno una politica. Essi ieri tendevano ad una alleanza con i socialisti; poi fecero la lotta e nelle elezioni generali si unirono ad agrari, fascisti e liberali di destra; perfino Salandra divenne giolittiano, o viceversa; e fecero i blocchi. L'indomani delle elezioni politiche gli stessi democratici e i loro giornali ripresero il motivo della collaborazione con i socialisti; poi di nuovo sostennero i fascisti e gli agrari; ora si riprende largamente la discussione sulla collaborazione con i socialisti; e altri sostiene il cosidetto blocco nazionale. E purtroppo da Nitti ad oggi le lamentele democratiche sono per la invadenza dei popolari, verso i quali per il fato elettorale sono costretti ad unirsi, matrimonio di convenienza con qualche elemento di ripugnanza! Ebbene, dove è l'indirizzo economico in questa altalena tendenziale?

Pagina 256

Si deve avere una politica favorevole alla siderurgia in Italia? Il parlamento tace, mentre Alessio decreta, e mentre l'alta finanza impegna miliardi dopo la guerra in un indirizzo industriale siderurgico, che poi costringe lo stato a intervenire con danno della economia generale. Sembra che maestranze metallurgiche ed alta banca abbiano lo stesso interesse ad imprigionare lo stato. Oggi, dopo la caduta della Banca di Sconto, il monopolio finanziario è in azione; lo stato va divenendo via via ancora più prigioniero: il socialismo procacciante ne è pronubo e parte, mentre grida allo scandalo dei pescicani. Con quale prezzo della vita economica del paese sarà pagata la collaborazione dei socialisti con i democratici? È un problema che si deve porre, ed un problema di politica interna e di politica economica insieme. Quanto costerà alla nazione un più preciso esperimento di socialismo di stato? Forse pagherà per tutti l'agricoltura, nei trattati di commercio e negli esperimenti di collettivismo e di socializzazione della terra? Forse pagherà più degli altri il mezzogiorno i cui risparmi, pompati dallo stato sotto forma di tasse, di prestiti e di buoni del tesoro, ovvero dalle grandi banche sotto forma di depositi, vanno poi ad alimentare grandi imprese statali e semistatali e grandi industrie dell'altra parte d'Italia, per continuare l'impoverimento e lo sfruttamento economico e politico della mia bella e cara terra meridionale e insulare?

Pagina 256

La questione meridionale

401986
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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L'influenza dei diversi popoli, ma principalmente della Grecia prima, degli arabi e dei normanni dopo, i popoli che può dirsi si siano resi naturali sul nostro suolo o che per lo meno abbiano determinato vivamente la potenzialità della razza, non hanno fatto diminuire, ma accrescere e raffinare quel fondo speciale della psicologia elementare dovuta alla comunicazione immediati con una natura che si effonde, e con i suoi mille angoli di rifrazione, la sua molteplicità di figura, crea la percezione analitica dell'ambiente vario e mutevole.

Pagina 238

La stampa quotidiana e la cultura generale

402163
Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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Noi esamineremo più sotto, in una seconda parte del lavoro, come i giornali abbiano più vivo o più tenue questo colore politico e come l'indole loro ne rimanga profondamente modificata: qui ci basta l'aver accennato ai rapporti che legano i giornali alla vita politica.

Pagina 24

Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

402496
Murri, Romolo 4 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
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Nel caso nostro noi abbiamo questo fatto: 508 cittadini del regno, scelti periodicamente dai maschi di una certa età e che abbiano certi requisiti, divisi in associazioni o collegi politici, si adunano in certi periodi dell'anno, designano alla corona uno di loro che assume la responsabilità del governo, danno a quest'uomo i coadiutori dei quali ha bisogno, e poi compiono, condotti da questo governo che è carne della loro carne, la funzione legislativa, e seguono, nelle discussioni dei bilanci e per altre vie, e controllano tutte le varie attività dello Stato. La conoscenza puramente storica e anneddotica si limita a seguire le discussioni parlamentari, le crisi ministeriali, gli intrighi di corridoio, per quanto appariscono; la conoscenza scientifica dovrebbe da questa attività esteriore e superficiale risalire ai suoi precedenti ed alle cause profonde; ristabilire intiero il processo della nostra vita pubblica, e, in questo, il nesso che lega- gli eletti agli elettori e questi a tutto il restante paese, e spiegare, con questo esame di tutte le varie condizioni dalle quali emerge e di tutte le attività private e sociali che ne determinano il corso, l'andamento della vita pubblica del paese.

Pagina 178

Ma condizione indispensabile perché questo avvenga, la quale assai raramente si verifica, anche presso i popoli più maturi alla vita costituzionale, è che questi elettori abbiano una sufficiente educazione politica, e che essi, collegio per collegio, costituiscano veramente un corpo. Ora un corpo elettorale è, già qualche cosa di molto simile a un partito o ad un certo plesso di gruppi e partiti politici; poiché è ovvio che interessi collettivi, se e quando sono veramente sentiti ed oggetto di riflessione, diano luogo a raggruppamenti politici, sorgenti per sostenere e promuovere quella, delle varie soluzioni possibili, che sembra più atta e più rispondente a quegli interessi.

Pagina 181

Chi, nel breve corso di quel ministero, aveva occhi per vedere ed orecchi per sentire quali fossero gli uomini e i giornali più decisamente avversi al ministero, C'è, specialmente, a Roma, un certo numero di giornalisti e corrispondenti di giornali, clienti pitocchi e parassiti di tutti i ministri i quali....non pare abbiano alcuna velleità di abolire i fondi segreti, e questi furono ferocissimi contro l'on. Sonnino. quali le accuse mosse contro di questo, quale la maggior parte degli uomini che quel ministero componevano, quali, infine, le sole possibili spiegazioni dell'ostilità parlamentare e del modo col quale il ministero fu rovesciato, modo che deve avere offeso l'on. Sonnino assai più del fatto stesso della caduta, deve riconoscere la giustezza di quello che noi, diciamo, non soli né primi.

Pagina 183

Se lo scopo di un tale partito di classe debba essere quello di trarsi nettamente fuori dalle competizioni, dai contrasti, dai tentativi varii verso il meglio cha dilaniano ed affaticano le classi borghesi, o se invece possano, nel seno di queste, venir designate delle tendenze e delle correnti che al partito socialista convenga promuovere, aiutare a venire alla superficie, ad organizzarsi ed a salire al potere, in opposizione a certe altre tendenze; se, in altre parole, il partito socialista debba accamparsi nella società presente borghese come un nemico che considera ogni danno di essa come un suo vantaggio e quindi ne fa solo il danno, per quante può senza tagliare i nervi a sé stesso e privarsi delle condizioni di agire; o se invece vi siano degli interessi e delle evoluzioni nelle quali la classe proletaria è solidale con le altre, e si imponga quindi un alleanza, anche parlamentare, di essa con quelle frazioni della borghesia le quali di questi interessi abbiano una visione precisa, e lottino onestamente per il trionfo di essi.

Pagina 186

Gesù contemporaneo

402614
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 179-211.
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Il Gesù in cui noi crediamo è venuto perché le anime nostre abbiano la vita — non delle formule, dei precetti, dei riti da accettare e applicare passivamente e quasi meccanicamente — ma la vita, e l'abbiano con più abbondanza. Tocca alle Chiese aggiustarsi con Lui.

Pagina 195

Di un partito e un programma radicali in Italia

402709
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Se le buone intenzioni degli uomini pubblici, anche dei migliori, non bastano: se i ministeri hanno in Italia una condizione precaria, soggetta, dove essi vogliano durare, alla legge del quieta non movere:se la Camera dei deputati è, quale il N. ce la descrive, fiacca, incerta, vogliosa del nullismo legislativo ed amministrativo; se il paese vuole e dà la Camera così come essa è oggi, docile e quieta pei ministeri che non facciano nulla, sospettosa e severa con quelli che mostrino volontà di lavorare e, peggio ancora, mostrino un serio proposito di correttezza amministrativa e di sincerità, come si creerà l'ambiente favorevole ad una buona e vigorosa politica radicale? Noi non chiediamo degli uomini i quali, per preparazione tecnica e buona volontà, sarebbero capaci di farla; chiediamo dell'uomo che sia capace di volerla fortemente ed a tutti i costi, della Camera che gliela lasci fare e lo aiuti, degli elettori che ci dieno questa Camera. Qui il problema non è più puramente tecnico né puramente politico; diviene un problema d'ordine morale e spirituale. É necessario cioè che certi elementi nuovi di coscienza (consapevolezza dei grandi interessi nazionali, più alto senso del proprio dovere in tutti, forza di volontà e tensione di energie collettive) sieno introdotti nell'opinione pubblica del nostro paese; che essi abbiano agio di tradursi in una profonda trasmutazione del tono sentimentale politico del paese e poi anche dei deputati; e che questa corrente di energie nuove faccia capo ad un più intenso e forte volere di qualche gruppo d'uomini politici, di nuovi dominatori, la cui forza sia nel consenso di un popolo che si ridesta alla vita e vuole foggiarsi i suoi nuovi destini. Ciò non sarà con la Camera attuale; innanzi ad essa l'on. Giolitti ha abdicato ai suoi gusti, pur di restare al potere; l'on. Sonnino si è rivelato insufficiente ad imporlesi e governarla: sperare nell'on. Di Rudini, che non fu mai, lo osserva anche il N., uomo di combattimento, ed in un suo ministero, par cosa da uomo poco avveduto.

Pagina 200

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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È ovvio, quindi, che dal critico anno 1898 ad oggi i giovani si siano risolutamente levati, in nome della coscienza religiosa e della coscienza sociale, contro questa politica clericale e l'abbiano criticata e combattuta e messa a nudo, fra molto stridore di avversarii, e ne abbiano smantellato alcune fortezze e sventato alcuni giuochi. Anche oggi, quindi, essi sono contro questa politica, non in quanto pensino di poter impedire che gli uomini e i gruppi clericali vadano verso dove li chiamano i loro vincoli d'interessi e di abitudini politiche, ma in quanto cercano di svincolare il cattolicismo da una antica e vergognosa e dannosissima servitù politica. In Italia, fu già notato — assai diversamente che in Francia, dove il clericalismo è contro la repubblica — questo è invece monarchico e la monarchia, o meglio, i governi della monarchia, che hanno assai bene inteso questo si sono rigorosamente astenuti da qualsiasi passo atto a riaccendere la lotta religiosa, e se ne asterranno ancora, sino a che una crisi, che non par vicina. verrà a maturazione nella coscienza stessa del paese. E poiché la crisi della coscienza religiosa è — in qualunque modo essa ai manifesti o nel seno dei cattolici (come crisi della teologia, della casuistica, dell'esegesi biblica, della religione esteriore, dell'autorità, e via dicendo), o nella borghesia laica e nelle classi inferiori, — per necessità, rinnovatrice e quindi modificatrice di istituti e di rapporti, così l'intento concorde dell'alleanza clerico-moderata di soffocare per quanto è possibile quella crisi di svellerne le tenere manifestazioni, di comprimerne gli indizi: con che però acuiscono la crisi interiore e preparano più gravi e violente dilacerazioni; ma vivono, intanto. giorno per giorno Coloro che hanno una qualche conoscenza dei salotti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia di Roma hanno potuto notare in questi ultimi anni che essa segue assai poco, e con preoccupazioni conservatrici, il movimento religioso contemporaneo..

Pagina 66

Appendice

403001
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
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. - Quando in un luogo i soci abbiano raggiunto il numero di almeno cinque si costituiranno in sezione.

Pagina 252

È interesse delle due società che queste associazioni abbiano in certi casi carattere temporaneo, purché la devoluzione dei beni sia poi fatta secondo lo spirito dei fondatori e degli istituti.

Pagina 262

I cattolici e la questione politica in Italia

403127
Averri, Paolo 2 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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Per quel che riguarda i criteri particolari di tattica: mantenendo il criterio d'una salda unità nel campo della organizzazione politico-religiosa alla quale provvede così felicemente l'Opera de' Congressi, e di una certa unicità nella direzione generale di tutto il movimento, da ottenersi, di fronte ad alcuni particolari istituti, per via di accordo più che per subordinazioni gerarchiche e burocratiche, non ingombrare o render difficile il campo alla multiforme attività locale, e favorire anche lo sviluppo di alcune grandi associazioni nazionali, che abbiano scopi ben distinti ed eccezionalmente gravi, come ad esempio lo sviluppo del credito popolare e rurale, l'organizzazione operaia, nella quale, accanto agli intenti politici e in maniera quasi di nasconderli, debbono essere costantemente promossi intenti economici-sociali, con esatti criteri dottrinali e libertà di movimento, ecc.; promuovere la fioritura di centri di pensiero e di azione cattolica nelle principali città italiane, e stabilire in esse un controllo superiore di pochi, una specie di probivirato autorevole; per la vigilanza sulle associazioni fondate e da fondare;

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Sono pochi che la questione politico-religiosa contemporanea l'abbiano considerata come argomento di studio storico e, per dire molto in una vaga parola, sociologico: sono più pochi ancora che abbiano considerato la questione non in qualche suo particolare momento od aspetto, come sarebbe, p. e. la non partecipazione alle elezioni politiche o questo o quel punto del programma politico, finanziario, sociale, ma che abbiano cercato di osservarne tutta insieme 1'estensione e il processo nella vita italiana, risalendo dalla superficie, talora ingannatrice, de' fatti, alle origini reali ed alla natura intima di essa questione.

Pagina 4

Il Partito Popolare Italiano

403400
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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La neutralità pontificia ebbe adunque motivi più profondi di quello che molti abbiano pensato; e non fu rotta neanche dai metodi di guerra tedeschi, dianzi ai quali, pure, il giudizio morale e religioso era molto più facile, e che provocarono solo ovvie riprovazioni generiche. Ma c'era un punto sul quale la condotta della S.S. doveva ritenersi predeterminata da una tradizione politica ininterrotta e tenace : quello che riguarda il giudizio della guerra nei rapporti con l'Italia. Qui gli interessi erano veramente antitetici. Quel che giovava all'Italia nuoceva al programma politico del Vaticano; e viceversa.

Pagina 116

I primi cattolici in Parlamento

403645
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Questo tacito consenso di ipocrisie è anche esso essenzialmente clericale; poiché noi non siamo qui dinanzi ad uomini che abbiano francamente operato la divisione del cattolicismo dalla politica, ma che, per opportunità di vario genere, nascondono parte del loro pensiero e del loro programma.

Pagina 88

Sono pochi, forse, i deputati dell'Italia meridionale che non abbiano già fra i loro grandi elettori un qualche vescovo ed una gran parte del clero locale; nel clero stesso, il più sovente, le divisioni, e divisioni profonde, hanno origine da clientele e gare di parte, alle quali la religione è interamente estranea. Vi potranno essere quindi dei deputati cattolici, quando possenti personalità riescano, all'infuori del loro speciale carattere di cattolici militanti, a costituirsi con i mezzi soliti una buona base elettorale; ma corpi elettorali cattolici, nella quasi totalità dei collegi, non potranno esservene, ancora per molto tempo. Invece, ve ne sono già e possono facilmente costituirsi in parecchie regioni dell'alta Italia, nei collegi prevalentemente rurali nell'Emilia, in Lombardia, nella Liguria, in Piemonte ed in .alcune provincie del Veneto. E di qui verrà la massima parte dei deputati cattolici; i quali, per le condizioni stesse alle quali abbiamo accennato, non porteranno alla Camera un principio netto di divisione, avendo affini, o per sentimento religioso o per interesse elettorale, molti deputati degli altri banchi, ai quali bastano, in fatto di politica religiosa, quel certo laicismo di Stato del quale i nostri istituiti e costumi politici sono già imbevuti da tempo, e l'affermazione dell'autonomia del potere civile; patrimonio morale ed esigenze politiche che il partito clericale non penserà certo, troppo avversi sarebbero i tempi, a contestare e a minacciare.

Pagina 97

Teogonie clericali

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 108-137.
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Per volontà sua, in tutta la provincia di Ferrara non c'è una sezione della Lega,benché i giovani di questa abbiano avuto una parte decisiva nella nota elezione di Portomaggiore. Il Giornale d'Italia scriveva tempo fa che uomini del Centro e nazionalisti si agitano insieme perché Grosoli torni ora ad avere la parte che gli spetta nell'azione dei cattolici laici. La notizia è inesatta. I nazionalisti pensano che se ciò avvenisse, a parte altre questioni le quali non ci riguardano, il conte Grosoli non farebbe che sciuparsi. Sono di fronte due politiche inconciliabili, la clericale e la democratica, e conviene…decidersi fra le due.

Pagina 116

Un padre gesuita, uno dei due o tre che in tutta Italia abbiano serenità di giudizio e una certa modernità di idee, che osò attaccare questa gente nella Civiltà cattolica, due mesi dopo aveva passato i mari.

Pagina 118

6° Infine, la Santa Sede ritiene che, essendo l'Italia un paese nella sua grande maggioranza ancora cattolico, ed inoltre essendo essa in particolar modo associata e quasi legata alla Chiesa cattolica ed a Roma papale, tutte queste sue esigenze e rivendicazioni abbiano massimamente luogo e ragione di affermarsi in Italia; cosicché i cattolici italiani hanno uno speciale dovere di combattere, anche politicamente, lo Stato laico edi volere che questo accetti e faccia suo il programma politico della Santa Sede.

Pagina 132

Da un Papa all'altro

404634
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1905
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 30-55.
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Un'altra forma di lotta potrebbe aver luogo per rivendicazioni d'ordine religioso, e in tal caso essa non potrebbe essere provocata che dallo Stato: a nessuno il quale conosca le condizioni interne presenti del cattolicismo e della Chiesa in Italia può venire in mente che i clericali abbiano ad assumere da un momento all'altro una politica di offesa e di riconquista, per riavere nel paese condizioni più favorevoli di libertà e di dominio. Essi potrebbero invece assai facilmente mobilizzare le loro forze quando il tentativo di leggi che paressero lesive dei diritti e delle libertà religiose venisse dallo Stato, come apparve nell'ultima campagna popolare contro il divorzio. Ma anche da parte dello Stato velleità d'offensiva sono ancora poco probabili; perciò esso verrebbe a trovarsi contro due troppo forti nemici, a destra e a sinistra, e sarebbe assai facilmente condotto dalle vicende della lotta a stringersi troppo all'uno o all'altro e rimetterci la sua libertà; cosa facile ad accadere in regime repubblicano, dove manca continuità di tradizione di governo, non facile in monarchia costituzionale.

Pagina 52

E quella pressione noi vediamo esercitarsi dovunque siano dei partiti di cattolici modernamente organizzati; i quali, costretti da necessità positive a metter da parte schemi astratti di società giuridiche perfette, accettano ed assumono lo Stato come una concreta organizzazione giuridico-politica, avente esigenze ed interessi nettamente determinati, e cercano solo di influire, o dal di dentro o dal di fuori, su di esso, in un determinato senso, senza tentare di trarlo da quella formale ed effettiva neutralità religiosa che le condizioni della coscienza contemporanea gli impongono. Ciò richiede da parte dei cattolici e della loro azione politica una abitudine di libertà, una maturità di senno civile, una larghezza d'animo che è dubbio se i cattolici italiani abbiano ancora acquistato, ma che, nella pratica della vita correggendo le antiche tendenze di intolleranza clericale, e negli studi positivi le abitudini d'un pigro dogmatismo logico e formale, essi potrebbero rapidamente acquistare.

Pagina 52

Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Noi ne abbiano avute prove nella propaganda contro il divorzio, in quella per l'insegnamento religioso nelle scuole elementari, ed in genere in tutta l'organizzazione della attività pubblica dei cattolici, che apparisce clericale pel fatto dell'essere essa oggi ricongiunta al cattolicismo gerarchico immediatamente, per via di dipendenze burocratiche, e non già solo mediatamente, co¬me complesso di forme di attività distinte dalla religiosa e governate da loro principii tecnici, ma usate dai cattolici a rimuovere dei conflitti e delle tendenze positivamente anti-cristiane od a favorire l'applicazione pratica dei principii e dello spirito del cristianesimo.

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