Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Plutarco femminile

218377
Pietro Fanfano 8 occorrenze
  • 1893
  • Paolo Carrara Editore
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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"Apparentemente la dice bene, riprese la direttrice; ma, se ella, e tutte le altre signorine vorranno ricordarsi a che vergognosa condizione si era ridotto l'impero romano e l'Italia; se penseranno che Amalasunta pose tutto l'ingegno e lo studio a ingentilire i barbari suoi Ostrogoti, e a ricondurre in vita la morta civiltà mi penso che tutte si troveranno d' accordo ad approvare che le nostre conversazioni abbiano avuto principio da questa buona e sventurata regina, la quale pu� bene noverarsi tra coloro che diedero la vita per la civiltà italiana." Tutte le ragazze assentirono; allora la direttrice volta al maestro: Mi pare, disse, che lei, signor maestro, avesse fatto cenno come chi vuol dire qualche cosa; e che la vispa Eglina col suo pronto Io, le abbia levato la parola di bocca. E vero? È vero, rispose il maestro. Volevo anch'io rallegrarmi colla signora Elisina, accertandola che anche un letterato già fatto non si vergognerebbe di avere scritto quella vita di Amalasunta: ma volevo anche aggiungere che in essa vita mi hanno un pochino dato nel naso, non dirò tre errori, ma tre inesattezze, le quali non avrei voluto sentir dette da lei, che è tanto diligente e tanto studiosa della proprietà." La signora Elisina, a cui la lode non era dispiaciuta (mala cosa! siam tutti fatti ad un modo), non le dispiacque per altro nemmeno la benigna censura del maestro; anzi con volto lietissimo gli domand� quali fossero i tre errori, a cui il maestro rispose: "Ella ha detto che il dominio degli Ostrogoti cominciò nel IV secolo, cioè nel 493; ma questo è il quinto secolo, non il quarto. Senza dubbio l'ha tratta in errore quella voce quattrocento: se per altro penserà che un secolo e di 100 anni e conter� gli anni ad uno ad uno, vedrà che quando arriva a cento il primo secolo è già compiuto; e quando la comincia a dire cento uno, cento due, e così di seguito, siamo gia nel secondo secolo, benchè la dica cento per prima voce: detto di uno è detto degli altri secoli. Mi ha inteso bene? Sì, signore: la cosa è semplicissima, e bastava pensarci un pochino a non farsi canzonare. "La creda che in questo cascano anche di coloro che la pretendono a maestri. Altra cosa che mi ha fatto mal suono è quell' azzardoso, detto di Teodòto. Le voci azzardare, azzardo, azzardoso, non c' è dubbio che sieno state scritte da qualche valente autore; ma questo non fa che non sieno tutte francesi, e non bisognevoli alla nostra lingua, che ne ha parecchie delle buone a significare l' idea medesima: nel caso di Teodòto poteva dirsi, per esempio, audace, avventato, arrischiato o simili. Un'altra cosa che non mi è piaciuta è quel Teodòto che aveva antipatia alla civiltà qui mi pare eh' ella abbia peccato d' improprietà l' antipatia è passione che nasce spontanea e per prima impressione, e sempre può sostituirsi con la voce aversione scritta con una sola v, perchè viene da averso verbo latino, il quale significa aver orrore o ripugnanza, come appunto fa chi ha antipatia, ecc. Ma Teodòto contrariava la civiltà per suoi fini e per animo perverso, dunque la sua era aversione, era contrarietà, era odiosità, se s' ha a dir così,e non antipatia. E dopo essere stato cheto un pochino, continuò "La vede che queste sono macchie ben leggiere; ma ho voluto notargliele, perchè si avezzi, e lei e queste signorine, a fuggire anche l'ombra dell' errore." La Elisina ringraziò aramente il maestro della lezioncina datale; e la direttrice fece alzare la seconda di età, e a lei assegnò la lezione per la seguente domenica; e poi si partirono tutte liete e festose.

A fuggirlo pertanto studino prima di tutto la grammatica; pongano mente ai tanti modi di congiunzione che essa ci insegna: ai gerundj, ai participj passati, che sono come tanti cavalcavia da proposizione a proposizione, e servono mirabilmente e render sonoro e ben disposto il periodo: ma sopra tutto leggano i buoni scrittori, per veder col fatto come essi abbiano saputo giovarsi di tali ajuti, e con qual arte si governino, per dare a ciascuna idea il luogo che le si conviene secondo l'ordinato procedere nel discorso. Non prima aveva finito il maestro il suo ammaestramento, che la direttrice prese ella a dire: ha detto la signora Olimpia che la Morata partecipò alle nuove dottrine religioso de' Protestanti; e di questo la debbo biasimar forte, non perch' io sia intollerante, ma perchè il mutare religione mi pare troppo brutta cosa; e perchè mossa generalmente, non da un sentimento vero, ma da secondi fini, spesso vili o tristi. La Olimpia lo avrà fatto per avventura, per cagioni e ragioni non al tutto biasimevoli; ma bisogna pure che io noti qui, come i suoi pregi sarebbero stati più onorati e più belli, se non gli avesse oscurati con l'apostasia, la quale in fin de' conti è odiata da tutti, perchè i seguaci della religione che abbandoni ti voglion male o ti dispregiano per la tua tristizia; i seguaci della religione nuova ti disprezzano anch'essi per la viltà dell' abbandono; nè si fidano di te, reputandoti sempre pronto a ripudiare la nuova, come ripudiasti la vecchia.

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La musica, se non è nata in Italia, in Italia ha avuto perfezione: Inglesi, Francesi e Tedeschi hanno travasato nelle lor lingue molta parte del linguaggio musicale nostro, senza che per ciò le loro lingue ne abbiano scapitato nulla. Ma in iscuola torneremo su questa materia basti per oggi l' averla sfiorata."

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Ecco perchè non ci sono donne che abbiano composte istorie da potersi veramente dir tali il che per altro non significa che non ce ne possa essere nel tempo avvenire; e che una di queste non possa essere anche la signora Elisina, sol che voglia barattare le cure gentili e benigne proprie delle donne, con le gravissime e laboriosissime degli uomini, anzi lasciando quasi di esser donna e facendosi uomo." Qui le altre alunne fecero una bella risata; e la signora Elisina, ridendo insieme con esse, protestò di voler rimaner donna coni' era: e così di un piacevole ragionamento in un altro venne l' ora del doversi partire, e partirono.

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To: Non cercheremo, se altre nazioni abbiano improvsatori (divitias miseras!) (ricchezze meschine); il che udiamo da taluno affermarsi. Ma, quantunque certissimi che più d' uno, o due, o tre milioni di abitanti d' Italia ci griderà contro, noi siam fermi a tenere (come sappiamo tenersi dai prudenti Italiani) che niuno onore fa alla nostra nazione l'avere e l'ascoltare improvvisatori... Delirò tanto il secolo XVIII E nel XIX, l' anno di grazia 1858, siam per avventura rinsaviti? Se tu lo credi!, da credere poesia le ciance degli improvvisanti, e non Si vergognò a dar loro la corona del Petrarca e del Tasso... Non è poi stoltissima, e miseranda cosa incoronarsi una Corilla dove fu carcerato e torturato il Galileo? Si tronchi il parlare di questa indegnità, che pur la vergogna intollerabile e l'ira giustissima, suggerirebbero troppo gravi parole. Volete ancora il contentino? ed eccovelo. Mossa domanda che cosa dee far questa turba che, non arrischiandosi d' esser funambola, si fa improvvisatrice; e detto che forzarla a qualche più util mestiere sarebbe forse giusto ma duro, conchiude che potrebbe essa riuscir utile a qualcosa (volendo pur pane da' versi), se imparasse a mente del Tasso, dell' Ariosto, del Metastasio; studiasse di pronunziar bene, e andasse recitando per l' Italia: almeno così metterebbe negli orecchi al volgo povero e al volgo ricco, alquanto di suono italiano: e negli animi popolari entrerebbero sensi italiani, e nutrirebbevisi facoltà di concepire, e forse anche di esprimere, pensieri italiani. Così (e con queste parole finisce il Giordani quel suo bello scritto), così, con guadagno di miglior piacere e con qualche profitto, verrebbe Italia liberandosi da un gran, fastidio e LUDIBRIO degli improvvisatori." "Queste parole ad altri le scotteranno un pochino, e lor saranno, per dirlo con Dante sapor di forte agrume; ma si può egli, chi si metta la mano al petto, farci contradizione che che buona sia? Si intende per altro che valgano, finchè si parla degl' improvvisatori bighelloni e giramondo, i quali avendo ingegno e studio, voglion venderlo così a ritaglio e far il saltimbanco, piuttosto che educarlo a cose grandi e forti: chè una quantità d' improvvisatori apprezziamo noi, e ce ne tenghiamo; e questi sono ciechi da bettole, e tutti coloro che, idioti assolutamente e senz'ombra di lettere, cantano improvviso e compongono versi i quali, salvo la rozza scorza di fuori, fanno vergogna, per le vive immagini e per i pensieri o gaj o gentili, a quegli di certi poeti che vanno per la maggiore. Questi sì che sono da tenersi in pregio e da vantarsene una nazione, come coloro che sono improvvisatori per non poter essere altro, e danno chiaro argomento di che cosa sia capace, naturalmente e senza verun ajuto d' arte e di studio l' ingegno del popolo italiano. Nati dal popolo minuto, sono i poeti; del popolo minuto: spogli di ogni presunzione, di ogni ciarlataneria; cantano a gente pari loro, si scelgono teatro da pari loro, e senza saper di dir cos ebelle, tali le dicono che porgono diletto e maraviglia a chiunque gli ascolta. Dei così fatti abbonda la nostra Toscana, ecc." Tali parole sembrarono a tutte ragionevoli; si volle fare onorevole limitazione per la Corilla, la quale, anche nelle poesie non improvvisate, si era mostrata valente poetessa.

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Perchè non ci sono donne che abbiano scritto!storie famose? pagina 220, 221. EDUCAZIONE femminile. Quale è ottima, pag. 8. De figliuoli in generale. Precetti nobilissimi di Bernardo Tasso, pag. 121, 122. ELLA E LEI perchè si dice anche parlando ad un uomo pag. 166. ENIMMI. Vedi INDOVINELLI. EPOCA per Tempo è falso, pag. 163. EZZELINO. Burla fatta da esso agli accattoni del suo Stato, pag. 190, 191. FAMA. Molti acquistano fama anche senza merito vero; e perchè, pag. 203, 201. Ma dura poco, ivi. FANATIZZARE, FARE FANATISMO. Modi ripresi, pag. 225 e 226. FATTI. Molti fatti gravissimi si giudicano male senza conoscerne le vere cagioni, pag. 103. FELCETTI. Villa presso Pistoja pag. 128 e 129. FLOTTA per Armata. Non bella voce, pag. 23. FONTAINE (La). Sua strana natura, pag. 150. Sua semplicità raccontata, 151. FRANCIA. È la regina della moda, e bisogna rassegnarsi a pigliar da essa anche lo voci di varie foggie variabilissime, pagina 266 e 267. FUSSE per FOSSE. Idiotismo, pag. 89. GERUNDJ sono efficace ajuto allo stile, saputi usare, pag. 108. GIUOCHI d' ingegno descritti Domanda e risposta. Uccellin volò volò, pag. 130 e 131. GLI per A lei, è solecismo, pag. 23, 108, 167. GLIELA, GLIELO, GLIELE si dicono tanto nel mascolino quanto nel femminino pagina 46. IMPROVVISATORI e IMPROVVISATRICI. Se meritano lode o biasimo pag. 238, 242. INDOVINELLI, ENIMMI ecc. Se sieno esercizio utile o no per i giovani? pag. 245 e seg. Esempj di Enimmi o di Indovinelli, pag. 246 e 249. INTRAPRESA. Voce falsa, pagina 94. KAISER. Che cosa vuol dire? pag. 176. LA DI LEI, IL DI LEI. Modi leziosi, pag. 85. LEGGEREZZA. pag. 50 LINGUA. Come dee chiamarsi, Italiana, Toscana o Fiorentina? pag. 85. Non si altera per l'uso di poche voci nuove; ma per altre cagioni, pag. 113. Mescolare, scrivendo, voci e modi antiquati con modi e voci nuove è difetto: ed esempj di ciò, pag. 163. Lo scrivere sconciamente dei più degli scienziati italiani, è gran vituperili della nazione, pag. 198, 199. LINGUAGGIO musicale. La Francia, la Germania e l'Inghilterra lo hanno preso da noi, pag. 113. LO. Lo si dice, lo si fa ecc. Modi strani, pag. 22. LO per Tale. Ripreso, pagina 31 e 45. LUI E LEI per Egli e Ella. Quando si pu� usare, pagina 31. LUISA O LUIGIA. Come è meglio detto? pag. 173 MAESTRO. Quale sia da pregiarsi, pag. 7. MARITO. Come dee condursi la buona moglie col cattivo marito, pag. 53, MEDICO. Arguta risposta di uno di essi, pag. 169. METTERE AD ESECUZIONE. Non troppo elegante, pagina 23. MODA. Con quali regole dee seguitarsi dalle donne, pagina 65 e seg. Considerata come industria è fonte di ricchezza ad una nazione, pag. 266. Il linguaggio della moda è così variabile, che non si può pretendere di ridurlo a pura italianit�, pag. 266. MODESTIA. Il suo eccesso non è lodevole, pag. 100. MODI troppo famigliari o plebei, disdicevoli in grave scrittura; e come si hanno a usare, pag. 48 e seg. MOGLIE. Come dee portarsi col marito cattivo, pag. 53. MUSICA. Nobiltà ed eccellenza di tale arte, pag. 276. NOBILI. I nobili ed i ricchi son tenuti più che gli altri a usare gli uffici di civiltà, pag. 70. NOBILTÀ. Se sia da menarne vanto; e quale sia nobiltà vera, pag. 79 NOME. La conformità di nome con persona famosa può invogliare a cercar fama, pag. 87. NOMI di ufficio si usano mascolini anche parlandosi di donne, pag. 46. NOMI proprj della donna, famigliarmente, si usano con l'articolo. Ma parlando di donne celebri, si può lasciare, pag. 70,71. NOVELLA del Damerino ghiotto, pag. 134, 135. NOVELLA dell'avaro Mignatta, pag. 156, 157. NUORA. Falsità del proverbio Suocera e nuova, ecc. e come la nuora dee portarsi con la suocera, pag. 75, 76. ONDE per Affine di. Ripreso, pag. 86. ONORE. Ho l' Onore di essere, ecc. Modo falso, pagina 86. PAPPÀ e MAMMÀ Vociaccie riprese, pag. 86. PAROLE. Debbono essere adattate ai tempi de' quali si parla, pag. 23. Parole e modi pedanteschi ripresi, pag. 21. Sono da adoperare quelle dell' uso, pag. 22. PEDANTERIA. Che cosa è pag. 19. Peccato più comportabile della licenza, e del neologismo, pag. 23. PERITANZA. Buona cosa, ma l' eccesso è vizioso, pag. 42. PIANO per Proposta, Disegno. Voce falsa, pag. 112. PLAGIO. È cosa, vile farsi bello delle opere altrui, pag. 92. POETA. I veri poeti sono rarissimi; e sono incomportabili i mediocri, pag. 203. Come alcuni di essi acquistano fama, pag. 210. POETA CESAREO. Che cosa vuol dire, e perchè detto così, pag. 175, 176. POETESSE. Se è vero che sieno insopportabili a trattarle; e che abbiano modi svenevoli, pag. 202, 203. Loro difesa, pag. 203. Quelle che sono veramente svenevoli sono derise da'savj, p. 205. POPOLARITÀ nello scrivere. Come si acquista, pag. 32. POPOLO. L'uso del popolo non fa autorità per i solecismi, pag. 233. PRADON, poeta francese; sua stana avventura, pag. 146 e 151. PROGETTO per Proposta, Disegno. Ripreso, pag.96, 112. PROVERBI, Origine del motto: Va come dicea la Cia, 163. QUI e QUIVI. Uso vero di tali particelle, pag. 71. RACINE, Sua pronta risposta a Luigi XIV, pag. 150. RAPPORTO. Avere rapporti con alcune. Modo falso, 45. RICCHI. Vedi Nobili. RIMARCABILE per Notevole, è brutta voce, pag. 226. ROMANZI. La lettura de romanzi è pericolosa alle fanciulle, e perchè, pag. 208. Ritratto di una lettrice di romanzi, pag. 209. Quali romanzi si possono leggere? pag. 210. ROSSI. Nobile famiglia pistojese, pag. 118. Sua villa di Felceti, pag. 128. Cavalier Girolamo de' Rossi, p. 129. SCRITTORE. Chi ama far bene, non è mai contento del proprio lavoro, pag. 19. SCRITTORI ANTICHI. Bisogna studiargli, ma non copiargli, pag. 27, 28. SECOLO. Modo di nominargli secondo il loro numero ordinativo, pag. 11. SGOBBARE. Che significa, ed a chi sta bene? pag. 225. SI FECE, SI DISSE, ecc., per Facemmo e Dicemmo. È ben usato? pag. 31, 33. SOLECISMI. Per essi il popolo non fa autorità pag. 33. SORPRENDENTE per Mirabile. Ripreso, pag. 226. SPOSA. Avvertimenti a una sposa novella, pag. 74,75. STILE. Difetti dello stile, pagine 88, 89. Lo stile è l'uomo; e poco può far di buono chi non è favorito dalla natura, pag. 89. Lo stile spezzato è difettoso; e accorgimenti da fuggirlo, pag. 108, 109. STORICO. Gli storici è difficile che sieno spassionati, pag. 102. STUDIO. Senza studio non si può far cosa buona, p.93. SUOCERA. Vedi NUORA. SVILUPPARSI per Fiorire, Pigliar vigore, ecc. Voce ripresa, pag. 108. TALENTO per Ingegno. Voce falsa, pag. 105. TASSO (Bernardo). Precetti di educazione, pag. 121, 136 TOELETTE, è barbarismo, pagina 23. Voce francese abusata in Italia; e quanto sia stolto l' uso che i Francesi stessi ne fanno in diversi significati: e se la lingua italiana abbia voci belle e buone in suo scambio, pag. 256 e seguenti. USO, Fa legge in opera di lingua; ma non si scambi con l' abuso, pag. 28, 49. VANITÀ femminile. Biasimata, pag. 41. Vanità di andar attorno per istampa, in cerca di lodi, pag. 147. VEDOVA, Lo stato delle vedove è pieno di pericoli e di difficoltà. Come debbono governarsi, pag. 138, 189. VERECONDIA. Buona cosa; ma l'eccesso è vizioso, pag. 41. VIRTÚ. Da valutarsi molto più che la bellezza, pag. 37. Qual è la più difficile virtù nella donna? pag. 133. VOCI e MODI ERRATI. Come governarsi per accettarli o fuggirli, pag. 96, 97. VOCI NUOVE. Non bisogna esser troppo scrupolosi ad accettarle quando significano cose nuove, pag. 112.

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Invece di insuperbire, pensa che hai il gravissimo obbligo di mostrarti degna di abitar quella casa; e di portarti in modo che il suocero e la suocera non abbiano mai a pentirsi di avertici accolta. Con la servitù, e con tutti i sottoposti, porgiti sempre benigna ed affabile; chè se la superbia o l'arroganza sono brutti vizj in ciascuno, nelle persone che salgono di grado sono anche peggiori, e fanno dire alla gente che non c'è razza peggiore di chi si rinobilisce, o per usare la frase popolare un po' sconcia, ma efficace, de' pidocchi riuniti. Fuggi a più potere la conversazione delle donne vane e mormoratrici; e pensa sempre che, siccome le male lingue sono infinite, e mai non istanno in ozio, pensa che un atto o una parola poco misurata, benchè innocente, pu� dar materia ai maligni di comporre favole sul conto tuo, per intaccare il tuo buon nome. Delle conversazioni, delle mode e degli spassi di ogni genere, cerca solamente quel tanto che piacerà a tuo marito. Si dice che la moglie è soggetta al marito, ed è vero e dev'essere; ma questa non è vera e propria soggezione, è un amorevole scambio di concessioni: perchè quando il marito vede la moglie seguitare con allegro animo ogni suo onesto desiderio, studiarsi di non dargli dispiaceri, ed essere amante del suo onore; credi, Luisina mia, che allora il marito diventa più soggetto alla moglie che ella non è a lui; e non ch'egli secondi i suoi desiderii onesti, si studia anche d' indovinare quelli che tace. Il tuo sposo è buono, ed è fiore di gentilezza; ma un solo Dio senza difetti; e potrebbe benissimo averne anch' egli: in questo caso, bambina mia, mi raccomando che tu gli sappia compatire, nè tu pretenda di correggerli, o te ne mostri meno amorosa verso di lui; la tua bontà, credilo, gli correggerà da sè a poco a poco: ed egli sarà più indulgente verso i tuoi. Non mostrare vani sospetti della fede di tuo marito: non pretendere d' ingerirti troppo delle facende sue, mostrandoti o troppo curiosa, o sospettosa: ed allora credilo, sarà il primo egli stesso a dirti ogni minima cosa, ed ogni più intimo suo pensiero. Il padre e la madre del tuo marito ama e rispetta come il babbo e la mamma tua. Il proverbio che dice: Suocera e nuora Tempesta e gragnuola non vuol significare altro che il mal costume della gente di animo guasto e corrotto, priva di ogni buon principio d' educazione. La donna che ama il marito, e che desidera di essere amata da lui, come può malvolere la madre di esso senza dargli il più amaro dispiacere? E se la moglie dà continui dispiaceri al marito, come potrà egli volerle bene? E cessata la lettura, continuò: "Che dicono queste signorine dei consigli dati alla Luisina dalla. sua mamma?"Fanfani, Una bambola, cap. 20. Le signorine dissero tutte d'accordo: Bene, ottimamente! e, dopo alquanti ragionamenti sopra questa materia, andarono ciascuna alle loro case; continuandogli parecchie di esse con la persona che soleva accompagnarle e ricondurle da scuola.

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Qui si udì come qualche suono di riso tra le fanciulle; e la direttrice non fu tarda a continuare: "Non vo' mica dire con questo che anche loro abbiano a filare la lana; ma vo' dire che a niuna donna, anche nobilissima, si disdicono i lavori muliebri, e che anzi meritano lodi altissime quelle che non se ne vergognano, e volentieri gli esercitano."

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