Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso

431073
Camillo Golgi 24 occorrenze

d) che le fibre della sostanza reticolare bianca e della lamina circonvoluta, mentre devonsi considerare come derivanti dalle cellule gangliari del Gyrus Hippocampi, del Subiculum e dello strato grigio circonvoluto, il fatto della loro complicata suddivisione costringe ad ammettere che colle cellule stesse non abbiano che rapporti indiretti;

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Da accurate ricerche bibliografiche da ultimo istituite, ho appreso che la particolarità anatomica qui descritta venne già in parte accennata da Valentin; riferisco integralmente la sua osservazione, rilevando come gli anatomici finora non ne abbiano tenuto conto.

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3.° Se gli elementi costitutivi dei lobi olfattori, oltreché colle fibre del tractus, abbiano rapporti con parti costitutive di altre provincie del sistema nervoso centrale.

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1.° Se le fibre nervose componenti il tractus abbiano origine dalle cellule gangliari dello strato di sostanza grigia sul quale il medesimo tractus trovasi applicato; e dato che la connessione esista, in qual modo essa abbia luogo.

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2.° Se, in relazione alla specifica funzione sensoria, le cellule che popolano i supposti centri olfattivi, abbiano, anche dal punto di vista morfologico, qualche cosa di caratteristico, in guisa che sia lecito argomentare che anche nei centri nervosi la specificità della funzione è legata ad una speciale costituzione isto-morfologica.

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Pertanto, come base di studio e tipo per la descrizione dei rapporti del tractus e della struttura dei lobi olfattori, è utile valersi del cervello di qualche animale in cui le parti in questione abbiano un mediocre sviluppo; ad esempio il cervello del gatto e del coniglio. I soggetti giovani (dall'età di 15 giorni a 1 o 2 mesi) sono di gran lunga più adatti degli adulti. Del resto per le indagini più minute, è quasi necessità assoluta valersi del cervello degli animali, perché la riuscita delle reazioni necessarie per ottenere l'intento, è in gran parte subordinata alla perfetta freschezza dei pezzi.

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È noto come con mezzi puramente chimici, e specialmente col metodo dell'artificiale digestione col succo gastrico e colla tripsina, Ewald e Kühne abbiano fornito la dimostrazione che negli organi nervosi in generale trovasi molto diffusa una sostanza che dà le reazioni dei tessuti cornei. Gli stessi due osservatori hanno poi dimostrato che detta sostanza esiste non soltanto nei nervi e nella sostanza bianca del cervello e midollo spinale, ma ben anche nella sostanza grigia, e riferendosi all'argomento di cui ora ci occupiamo, essi esplicitamente dichiaravano «che ciò che viene considerato quale connettivo della sostanza grigia, in grande prevalenza non è punto sostanza collagena e sopratutto non tessuto connettivo, ma è di natura epiteliare, ed un derivato, come lo sono i nervi, del foglietto corneo » A. Ewald und W. Kühne. Die Verdauung als histologische Methode.Id. Id. Ueber einen heuch Bestandtheil der Nervensystems. Verhandlungen des Naturhist-med. Vereins zu Heidelberg. Vol. 1. Fasc. 5. 1876..

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«Se le parti elementari nervose derivino da un distinto substrato oppure se abbiano un substrato d'origine identica a quello del tessuto connettivo degli organi centrali nervosi,» lo stesso autore esplicitamente dichiara che le sue osservazioni non possono in alcun modo essere decisive.

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Infatti pur ammettendo la distinzione, che degli elementi e dei tessuti in generale è voluta da His, rispetto alla nevroglia la questione si ridurrebbe ancora a decidere, se le cellule che formano la parte essenziale di essa, siano di derivazione archiblastica, come lo sarebbero le cellule nervose (le quali parti ad ogni modo dovrebbero riferirsi all'esoblasto, pur non esclusa la possibilità che anche gli altri foglietti abbiano la capacità di generare la stessa categoria di elementi) oppure di derivazione parablastica, come lo sarebbero gli elementi connettivi propriamente detti, gli elementi del sangue ed i leucociti. Evidentemente verrebbesi così ad attribuire al parablasto quasi la stessa parte che prima era attribuita al mesoblasto; infatti tanto da His, quanto da Waldeyer si ammette essere in prevalenza nel mesoblasto che gli elementi parablastici immigrano per l'ulteriore loro sviluppo.

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Per ottenere risultati più concludenti importa che i pezzi da dilacerarsi abbiano subito un lieve indurimento con una soluzione di bicromato o con alcool molto allungato. Può all'uopo servire l'usitato liquido di Müller, ma le soluzioni attenuatissime (0,20-0,30 p. %) del puro bicromato danno risultati molto migliori. — Poche ore di immersione di piccoli pezzi bastano a produrre un semplice e sufficiente indurimento, ma il periodo migliore per ottenere buoni preparati è durante il 2.°- 3.° e 4.° giorno d'immersione. S'intende che parecchie circostanze, temperatura dell'ambiente, quantità del liquido, condizioni dei pezzi, ecc., possono far variare alquanto i risultati, ma ripetendo con insistenza, ogni giorno, le prove, si arriva a trovare un periodo di conveniente indurimento- macerazione, durante il quale basta una grossolana dilacerazione o lo scuotimento di frammenti in una provetta con poca acqua per ottenere isolate in grande numero le eleganti cellule connettive proprie di questo tessuto. Dà pure ottimi risultati l'indurimento- macerazione nell'alcool al terzo, secondo le modalità suggerite da Ranvier (scuotimento di frammenti di tessili o in una provetta con poca acqua con aggiunta di picrocarminio prima, e di acido osmico successivamente Ranvier. De la Nevroglie. (Travaux du Laboratoire du Collège de France). Paris 1883.).

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Dall'esame di certi preparati si ritrae l'impressione che queste fibrille abbiano una parte diretta nella formazione dei particolari apparati di sostegno, di cui le fibre midollari del midollo sono provvedute (imbuti fibrillari), ma che ciò accada in realtà non lo si può con sicurezza affermare.

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In qual modo Henle e Merkel abbiano potuto descrivere i supposti spazi come pieni di globuli linfatici, non può essere spiegato, perché tale descrizione ha nessun fondamento di verità.

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Sappiamo che tale sostanza dai nominati osservatori venne riferita alla nevroglia; ed è pur noto come in proposito essi abbiano, forse spingendosi un po' più oltre di quanto sarebbe stato loro concesso coll'appoggio dei soli dati chimici, riassunto nel seguente modo il loro giudizio : «ciò che viene considerato quale connettivo della sostanza grigia, in grande prevalenza non è punto sostanza collagena, e soprattutto non tessuto connettivo; ma è di natura epiteliare ed un derivato, come lo sono i nervi, del foglietto corneo».

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Una delle interessanti particolarità del processo che sto descrivendo consiste in ciò, che, mentre la reazione nera o bruna non è esclusiva dell'una piuttosto che dall'altra categoria di elementi del tessuto nervoso, ma può verificarsi su tutte (diverse categorie di cellule gangliari, fibre nervose, elementi della nevroglia, elementi delle pareti vasali ), in fatto poi accade che la contemporanea colorazione di tutti questi elementi non accade che eccezionalmente, cioè solo quando i pezzi abbiano una certa qualità di indurimento, il quale non può essere sorpreso che mediante un grande numero di saggi. Di regola invece la reazione è parziale, vale a dire interessa in prevalenza o l'una o l'altra specie di elementi o l'uno o l'altro strato, con gradazioni e combinazioni che potrebbero quasi dirsi infinite.

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Nell'olio essenziale di trementina basta che le sezioni abbiano soggiornato per 10 o 15 minuti, ma vi si possono lasciare anche per parecchi giorni.

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. — Il poter fissare col reattivo gli elementi, possibilmente quando non abbiano subita alcuna alterazione cadaverica, è veramente condizione di essenziale importanza per ottenere reazioni delicatissime. L'effetto della injezione è, innanzi tutto, di dare uniformità all'indurimento, poi di impedire che nelle loro parti interne i pezzi, per avventura, subiscano un po'di alterazione cadaverica ed infine quello di abbreviare il periodo di immersione nel bicromato.

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Allorché ci portiamo sui tronchi nervosi, la fisiologia ne insegna il modo per poter distinguere un nervo di senso da un nervo di moto, ma allorché ci portiamo all'origine, sappiamo noi con sicurezza se le fibre di senso rispetto alle cellule nervose abbiano un contegno diverso di quello delle fibre di moto?

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Fin dalle prime pagine di questo lavoro, dopo aver negato che abbiano valore i caratteri di forma e grandezza ai quali si vuole ad ogni costo attribuire la principale importanza, ho insistito nel far rilevare che nei riguardi dell'attività specifica, ciò che nelle cellule nervose è più importante a studiarsi è lo speciale prolungamento — detto nervoso o funzionale — di cui tutte sono provvedute e che ne costituisce il carattere distintivo assoluto rispetto agli elementi d'altra natura, il quale prolungamento è per molti caratteri differenziabile dai diversi altri prolungamenti, di cui le cellule nervose sono provvedute.

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E altrove: «Secondo le mie osservazioni dovrebbesi pensare che una vera terminazione di fibrille nel cervello e midollo spinale, quasi non esista punto, vale a dire che tutte le fibrille abbiano origine alla periferia e quindi non facciano che attraversare le cellule gangliari».

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Ho già precedentemente ricordato come molti abbiano asserito che il prolungamento nervoso delle cellule gangliari dei corni anteriori va direttamente, senza subire vicende di sorta, a costituire il cilinder-axis di una fibra delle radici anteriori; è anzi a questa parte del sistema nervoso centrale che si riferiscono le prime importanti osservazioni di Deiters sull'esistenza del prolungamento-cilinder-axis nelle cellule gangliari. Ed è pur cosa ormai risaputa come in certo modo sia stato una conseguenza della dottrina che portava ad ammettere la diretta ed isolata connessione di ciascuna cellula gangliare con una corrispondente fibra nervosa, che, affine di poter spiegare i rapporti funzionali tra provincia e provincia del sistema nervoso centrale e tra cellula e cellula, si suppose da prima, poi si credette aver dimostrato, che le estreme suddivisioni dei prolungamenti protoplasmatici passino a costituire una rete nervosa intermediaria.

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Pertanto negli organi centrali del sistema nervoso, ammettiamo bensì che le fibre nervose abbiano origine in due diversi modi, però dobbiamo ritenere in pari tempo che entro gli strati di sostanza grigia, le parti che in certo modo rappresentano le radici delle due categorie di fibre, non sono indipendenti, ma esiste fra esse un legame abbastanza intimo.

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Quanto inesatti siano i dati anatomici di Meynert e conseguentemente quale scarso fondamento abbiano le sue teorie sulla funzione delle singole categorie di elementi, lo si può già argomentare da quanto ho precedentemente detto intorno alle cellule nervose in generale ed apparirà ancora più chiaramente

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Quanto ai caratteri essenziali, le cellule fusate uniformansi esattamente al tipo generale; quindi l'asserzione di Meynert, che esse abbiano rapporti speciali colle fibre nervose, è affatto priva di fondamento. I loro prolungamenti protoplasmatici hanno i soliti rapporti coi vasi e cogli elementi connettivi; in proposito rileverò soltanto, come alcuni di quei prolungamenti spesso si spingano molto profondamente, raggiungendo cellule connettive situate proprio nello spessore dello strato midollare.

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Direbbesi pertanto che esistono due categorie di fibre: le une, che, suddividendosi in modo estremamente complicato, danno origine ad un plesso nervoso diffuso, tanto nello strato granulare, quanto nello strato molecolare; le altre che sembra si portino più direttamente alla loro destinazione, sebbene anche da esse abbiano origine alcuni fili secondari.

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Manuale di Microscopia Clinica

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Giulio Bizzozero 9 occorrenze

Queste trasformazioni rendono talora difficile il riconoscerle; il che spiega perchè alcuni osservatori non abbiano trovato, o abbiano trovato assai raramente le cellule cilindriche nelle feci. Si comprende che il loro numero non può esser grande (come, per esempio, è nel secreto delle mucose ad epitelio pavimentoso stratificato), in quanto che l’epitelio cilindrico semplice dell’intestino non si riproduce molto attivamente, e, quindi, si desquama assai scarsamente. Tuttavia, in alcune gravi malattie l’epitelio si trova in copia nelle scariche alvine; nella dissenteria e nel colera esso è copiosissimo. Ciò si riferisce, però, ai primi periodi, poichè, man mano che la mucosa si va denudando, la eliminazione d’epitelio deve naturalmente diminuire o cessare.

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Data la presenza di elminti nell’intestino, non è a credere che le loro uova abbiano a trovarsi con eguale facilità nelle feci. Si trovano facilmente quelle dell’ascaro, del tricocefalo, del botriocefalo e dell’anchilostoma, meno facilmente quelle degli altri. Quando s’abbia sospetto di tenia, sarà bene esaminare ripetutamente le feci, poichè, venendo le uova eliminate ad intervalli, i risultati negativi non impediscono che alla fine le ricerche vengano coronate dal successo. Si aggiunga che, talora, la natura di una proglottide già deformata per decomposizione, e quindi poco riconoscibile, può esser accertata e determinata dalle uova che eventualmente vi si possono trovare col microscopio. È anche opportuno di notare, che in qualche raro caso si osservarono dei corpi a figura di uova stranamente alterate. La fig. 40 g' g' rappresenta delle uova di tenia (?) con membrana abnorme, che disegnai da un preparato del dott. GRASSI, ch’ebbe occasione di osservarlo ripetutamente, così alterate, nelle feci di una bambina diagnosticata di tumor cerebrale, e nella quale non potè venir constatata l’esistenza di una teniaGRASSI, Gazzetta medica Lombarda, N.o 16, 1877.. L’embrione era presso a poco eguale a quello delle tenie; gli uncini in numero di 5, 6 e più erano assai palesi.

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L’opinione di LEYDEN che questi cristalli ottaedrici abbiano importanza nella diagnosi dell’asma bronchiale ebbe recentemente un nuovo appoggio in un lavoro di E. UNGARUNGAR, Centralblatt für klin. Medicin 1880, N. 4, pag. 49., il quale in 23 ammalati d’asma bronchiale trovò costantemente i cristalli ottaedrici, mentre negli sputi di altre malattie li trovò soltanto due volte. Anche in una, anzi, di queste due volte non è escluso il dubbio che potesse trattarsi di asma bronchiale.

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., ed a questo modo abbiano origine i vari cilindri granulosi, i cilindri contenenti cellule epitaliali, insomma tutte quelle varietà di cilindri che già abbiamo descritto.

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Del più grande interesse si è la determinazione della quantità dei globuli rossi del sangue, poichè è noto quale importante funzione essi abbiano, e in qual misura l’attività funzionale sia dipendente dalla quantità di emoglobina ch’essi contengono. Si è perciò che da molto tempo si cercò di procurarsi questi importanti dati mediante la numerazione dei globuli contenuti in una data quantità (di solito un millimetro cubico) di liquido sanguigno. Incontrarono maggior favore, a questo intento, i metodi antichidi VIERORDT e di WELCKER ed i recenti di MALASSEZ e di HAYEM.

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Col trattamento della potassa i globuli si rivedono ordinariamente così ben conservati che dal loro diametro si potranno dedurre talora importanti criteri diagnostici: non si potranno distinguere gli uni dagli altri i globuli di due animali che li abbiano press’ a poco dello stesso diametro (p. es. dell’uomo e del cane), ma si potranno il più delle volte distinguere i piccoli globuli della pecora o della capra da quelli più grossi dell’uomo; il che può talvolta dar luce in ricerche criminali.

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L’esame dei peli è talvolta indispensabile in medicina legale, potendo essere di gran momento il distinguere i peli di un individuo da quelli di un altro, e i peli di un animale da quelli dell’uomo; ci furono casi in cui ciò decise del giudizio. In questi casi, considerata la somma variabilità dei caratteri fisici dei poli a seconda degli individui e delle regioni del corpo, meglio che appoggiarsi alle descrizioni ed alle misure date dai libri, è confrontare direttamente i peli sottoposti all’esame del perito con quelli con cui si sospetta abbiano rapporto, tenendo specialmente di mira la costituzione, la grossezza ed il colore del pelo. Perciò, come studio preliminare si esamineranno i peli delle diverse regioni del corpo umano, e quelli degli animali domestici, che di solito dagli umani grandemente differiscono nella loro struttura.

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Tecnica delle autopsie per riscontro diagnostico

520874
Giacomo Mottura 1 occorrenze

Come sottoprodotto della presunzione di coloro che con sufficienza affermano che la patologia molecolare può fare a meno dell'autopsia, circola l'affermazione che i moderni mezzi del laboratorio clinico, come col loro incremento hanno in effetti fatto decadere la pratica della classica semeiotica fisica e dell'accurata anamnesi, così abbiano reso superflua la verifica autopsica della diagnosi clinica.

Pagina 9

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