Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Angiola Maria

207281
Carcano, Giulio 1 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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A mezza sera, le donne si ritiravano, e il padrone rimaneva ancora un buon pezzo a succiare del suo boccale; e allargando le gambe a cavalcioni del fuoco, rintascato il libro nero, lasciava le briglie a' pensieri, si deliziava ne' più bei castelli in aria che abbian mai ballonzato nel cervello d'un vecchio. Una sera fra le altre, egli era solo, e forse qualche pit strano ghiribizzo gli stuzzicava la fantasia, perchè grattandosi ora le orecchie, ora sfregandosi le mani o facendosi scricchiolare le dita, borbottava strane e scucite parole, lasciava sfuggire certe mute risa, da disgradarne il don Bartolo della commedia; al quale somigliava, imbacuccato com'era in una grossa berretta di cotone e nell'emerita vestaccia da camera, che aveva tutti i colori dell' iride. Tant' è! bisogna finirla, o non sono io!... È oramai tempo! - così borbottava il maligno vecchiardo. - Non mi riconosco più!... mi par quasi di non aver più testa, tutto mi balla in giro. Ecco! di tante belle cose pensate da dirle non ne so più un'acca: e sì, che quando mi ci metto, so parlare in punta di forchetta!... Maledette le parole! Basta, sarà quel ch' ha da essere. Quando la vedo, mi sento rimescolar tutto.... ma lei? se bastasse il promettere, le prometterei Roma e Toma.... - E qui pensava. - A ogni buon conto, se la tristarella ha il cattivo uso di serrarsi in camera la notte.... non sono padrone di casa per niente.... Una volta ch'io ci sia.... Vorrei vederla, che quel musetto avesse ad arricciare il naso alla vista di questo bel rotolo di ruspi nuovi!... - E si toglieva di tasca un cartoccio, e lo contemplava con occhi di ramarro. - Veramente, penso che dodici son troppi, e mi piange il cuore..., perché, se la fosse come tant' altre, qualche cencio e un par d' orecchini... e saltar tant' alto!... Eh! una volta, che tempi! Gli è vero che allora io era io, e quell'altre non tenevano soltanto a' miei soldi.... - E si ringalluzziva, poi guardandosi nell' antico specchiaccio ch' era sopra il camino, scoteva il capo, e rannuvolavasi in volto. - Ma questa piagnolona non so come pigliarla. Se non fosse che la mi ha stregato... Eh via; chè il mio grimal- dello apre qualunque uscio.... - E riponeva il rotoletto. - - E poi? vada todos! la sarà l'ultima questa, non ci casco più da vero, mi costa troppo caro tant' e tanto, di questi dodici bei zecchinetti, mi ricatterò su quel piccolo prestito d' jeri.... Ma basta, non voglio arrischiar troppo, chè potrei fare qualche marrone, e perder la testa. Dunque.... zitto, zitto! Parmi che a quest'ora tutti devano dormire... - E il vecchio rimbarbogito s' avviò verso l'uscio del salotto. Ma n'andava di male gambe, chè tra il mòlto vino bevuto, e una cotal segreta paura, adombravasi, sostava a ogni: passo, quasichè alcuno lo spiasse; e si guardava le calcagna, come il lupo che sente le peste del villano. Nel mentre che il vecchio sciagurato così andava mulinando l'infame suo tentativo, Michele, il dabben servitore, insospettito del perché il padrone, a quell'ora così tarda, non si fosse coricato, si cacciava all'oscuro per il corritojo che conduceva alla camera di Maria; poi, cautamente avvicinatosi all'uscio, batteva un tocco leggiero, dicendo sottovoce: a Maria, aprite: son io, sono Michele; aprite per carità! » L'uscio s'apri, e la fanciulla comparve ansiosa, atterrita, tenendo il lume in una mano, e con l'altra raccogliendosi sul seno il giubboncino, del quale già stava, per díspogliarsi. Maria, » disse Michele con accento rapido e sommesso, a ho una cosa a dirvi, e in tutt' oggi non ho potuto mai trovar momento... » « Cosa e' è mai? per amor del cielo, parlate! » e la giovine si fece pallida pallida per il terrore. « È perché siete così buona, che non mi dà l'animo di vedervi rovinata: ah! se potessi dir tutto quel che so.... Ma no, vi basti, che non ci state bene voi in questa casa; il padrone v' ha messo gli occhi addosso; voi non sapete che uomo sia, massime quando si lascia prender dal vino.... Ah, per carità, pensateci, tremate! non siete sicura, vi dico; e il Signore abbia compassione di voi.... » « Oh mio Dio, mio Dio! ma cosa ho a fare? » « Fuggire, fuggir di qui più presto ch'è possibile. Se sapeste, Maria, che lagrime ha fatto versare quell' uomo!... se vi dicessi la storia d'un' altra poveretta.... Domandate la vostra licenza, andate via, credete a me che vi voglio bene, come foste mia figliuola. Voi non potete dormir in pace nel vostro letto! » Maria ascoltava, come istupidita, queste parole, e cogli occhi immobili, e con le labbra gelide e semiaperte, muta e quasi senza senso guardava Michele, aspettando da lui una parola, un' ispirazione. Poi, vinta dal dolore: - « Oh! perchè mai » disse « non m'avete parlato prima? Ora abbiate voi compassione di me, salvatemi voi, fate ch' io fugga subito da questa casa! » « È impossibile! come volete ch' io faccia? è impossibile adesso! dove vorreste andare? Pensateci; e domani, o posdomani, qualche pretesto non vi mancherà. » « No, domani no! adesso, vi dico, adesso.... sono nelle vostre mani, salvatemi, salvatemi! » E piena di raccapriccio e di spavento guatava per il bujo del corridore, come già temesse l'avvicinarsi dell'odioso padrone. « Non sapete » ripigliava Michele « quel ch' arrischio solo per avervi avvisata? il mio pane per tutto il resto della vita; sarei cacciato di qui; e dove trovare chi voglia di me, vecchio e gramo come sono?... » « Anche voi m'abbandonate, buon Michele? Ebbene, Dio mi darà forza; dovessi anche gettarmi dalla finestra, domani non sarò più in questa casa! » « Oh! siete voi che parlate così, Maria? No, no, farò tutto, farò quel che volete. Sentite dunque.... » « Che il cielo vi benedica! ma ch' io fugga sul momento.... Domani, questa notte.... qui sarei già morta! » « Sentite bene! raccogliete quale le cosa del vostro; poi, senza strepito, zitta e lenta, andate a basso, ch' io sarò giù ad aspettarvi appiè della scala.... Per una fortuna del cielo, ho qui una vecchia chiave dello sportello; vi metterò fuori, e se v' accontentate d' un povero cantuccio per questa notte bussate a una porticina qui poco lontano, la seconda, votato il canto: vi stanno una mia sorella e Brigida la mia figliuola, dite che vi mando io; v'apriranno, e sarete la ben venuta: domani poi, all'alba,verrò anch' io; intanto il Signore v' inspirerà che cosa fare. » « Ch' Egli vi dia del bene! non sarà mai che il mio cuore dimentichi un benefizio così grande.... » E stringeva con affetto all'onesto famiglio le mani, su cui cadeva una sua lagrima, una lagrima di riconoscenza. Questo colloquio agitato, sommesso, fu cosa d'un momento. Un momento dopo, Michele era scomparso; e a tentane attraversando la stanza vicina e l'antisala, con gran cautela disserrò I' uscio che rispondeva sul pianerottolo della scala; lasciatolo socchiuso, discese, ponendosi, con animo inquieto, ad aspettare presso la porta di strada. Maria intanto, tutta smarrita e tremante, era rientrata nella sua camera, nè potendo sopportar l'angoscia che le toglieva quasi il respiro, abbandonavasi su d'una seggiola, benchè sentisse bisogno più che mai di riacquistare tutto il suo coraggio. Poi, riscossa da quel breve letargo, al destarsi di nuovo spavento, si racconciò in fretta nella sua semplice vesta, e s'era mossa per uscire, quando le sovvenne di portar con sè il rosario benedetto che sua madre le aveva dato al punto di morte. Tornò indietro, lo cercò fra le cose sue, colà lasciate; e trovatolo, con santo pensiero infantile, nè sapendo quasi più che facesse, se lo pose al collo. In quella, apparve su l'entrata della camera la stupida, esosa figura del signor Cipriano. Egli aveva trovato schiuso l'uscio; nè volle di meglio; chè, vinto il primo passo, si teneva sicuro. S'avanzava pian piano, con un andar rotto, incerto; sul volto acceso gli si leggeva il sinistro ghigno, d'una compiacenza che aveva qualcosa di bestiale. Volendo parlare, balbettò; ma, al primo vederlo, la fanciulla mise un disperato grido, un grido soffogato dal terrore, e corse a nascondersi nel più lontano angolo della stanza. Il vecchio continuava ad avvicinarsi tentennando, sogghignando, e te. neva sovr' essa gli occhi intenti e bramosi. Giunto presso alla debole sbigottita creatura, la quale, rannicchiata sul pavimento, tentava farsi scudo delle braccia, nè osava respirare, come se un respiro avesse potuto perderla, il vile vecchio distese la destra per sollevarla dal terreno, e chinossi lentamente sopra di lei. Allora, inspirata da verginale coraggio, la giovinetta alzò la testa, e con uno sguardo innocente, sublime, ardente di disprezzo e di vergogna, fissò la delirante faccia del vecchio, il quale, colto da involontaria tema, ristette scompigliato, e diede addietro. Essa continuava a guardarlo senza dir parola: quell'aspetto laido, abbominevole, le suscitò tal fremito nell'anima, ch'ella, per salvarsi dall'orrore che sentiva, come dall' apparizione d' un demone, strinse fra le mani la sacra medaglietta del rosario che le pendeva sul seno, e la baciò. Quel bacio fu una preghiera, un voto. Il vecchiardo, il quale, non aspettando quel contrasto, temeva vedersi fuggire di mano la preda, fece i due passi che lo dividevano da lei, e chiamandola a nome, e ringhiando, allungò di nuovo le braccia per afferrarla; ma la fanciulla con un rapido balzo distaccossi da lui, e corse verso l'uscio. Allora, fatto più audace dall'impensata resistenza, il vecchio le attraversò la via, brancicando qua e là, e dando pugni all' aria per trattenerla nella sua fuga: sentendo la poveretta invocar misericordia e soccorso, ruppe in maledizioni, e nell' inseguirla giunse un momento ad afferrarla per le mani; ma, all'impuro tocco, poco mancò che Maria non cadesse svenuta. Egli mischiava intanto preghiere e bestemmie con rauca voce, ripeteva parole insensate, atroci; e co' denti serrati per l' ira, quasi schizzando fuoco dagli occhi grifagni, minacciava, minacciava d'ammazzarla se non tacesse. In quel punto terribile, la fanciulla, raccolta la poca lena che le rimaneva, e sostenuta da virtù sovrumana, superando l'orrore, fece sembiante di cedere alla brutale forza che la trascinava.... Poi, con un' improvvisa stratta, si sciolse dal feroce abbracciamento del vecchio, e sorta di lancio, con impeto, dallo spavento fatto più grande, lo respinse lontano, gridando: - « Lasciatemi, infame! il Signore vi punisca!... lasciatemi! » Il vecchio demente, mezzo ebbro e arrancato com' era, rinculò barcollando, vacillò, e cadde rovescioni sur una tavola; e traendo seco a ridosso la tavola, il lume e ogni altra cosa, stramazzò con un tonfo sul terreno, nè potè rialzarsi: ammaccato e malconcio, andava lamentandosi con un rantolo affogato, interrotto; finchè giacque immobile, riverso nel lurido sfinimento dell' ebbrezza. Maria era fuggita.

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