Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Scritti giovanili 1912-1922

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Longhi, Roberto 6 occorrenze

Eppure - ed è per noi un pentimento che val poco - eccolo assai presto lamentarsi che i Carracci abbian dovuto adempiere il proprio compito più con la ragione che col cuore. Non vale dunque la pena di discutere né pure la chiacchierata a frasi fatte su questi bolognesi (Lodovico pensatore, Annibale vero artista ecc. ecc. ecc.) che vengono ancora prospettati come i fondatori in generale del seicento italiano e straniero mentre la loro funzione fecondativa è circa di sest'ordine! Basta, basta!

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Ma, per esempio, perché non porre attenzione ai fasci ultrapotenti di luce che cadono perfettamente verticali su quella composizione, e non pensare che anch'essi vi abbian qualche influenza deformatrice?

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Sta il fatto che tutti i tarchiani d'Italia han dimenticato Preti per commemorare quell'idiota di Cigoli; e quando anche il « Marzocco » arrancando disperatamente al nostro fischio di richiamo riescisse a imbastire un numero unico dove non mancassero neppure le Marginalia Pretiane noi non dubitiamo di restare i soli che abbian diritto di parlare, con coscienza critica almeno tranquilla, di Mattia Preti.

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C'è tempo a tutto questo purché la Direzione della Guida non badi a spese, scelga con mano felice i collaboratori, recluti persone intelligenti e persino robuste, che non abbian la noia del viaggio, della revisione e del sopraluogo: noia che trapela non di rado dalle parti già compiute di questa Guida.

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Non v'è dubbio, e il Porter non l'ha mai negato, anzi ha aggiunto molti elementi alla dimostrazione, che durante gran parte del XII secolo gli scultori lombardi subirono l'influenza delle grandi scuole francesi; ma questo non implica affatto ch'essi abbian mancato di caratteri propri e debbano venir tacciati di servilismo imitativo. Il Porter anzi, con la sua teoria degli influssi reciproci, ha concluso che nei primi decenni del XII secolo la scultura lombarda, specialmente per opera di Guglielmo, anticipò effettivamente parecchi degli svolgimenti più tardi in Francia, e anche verso la fine del XII secolo l'Italia influenzò nuovamente l'arte francese.

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Altri, men lepido, ma di penna venustissima scrisse che «purtroppo vi saranno alcuni superficiali eruditi di gallerie che all'udirsi nominar Iacopo da Ponte si crearanno nulla più che l'idea d'un bravo pittor di capretti, e di agnelli, di buoi e di cani, di conigli e di colombini, e di ogni maniera di bestie e di uccelli, insomma d'un'Arca di Noè»; asserendo poco di poi «che le gallerie ancor solenni, le quali si vantano aver quadri di Giacomo non di rado abbian delle copie. Quindi è che i cauti son restii al definire, ed affer-mano in generalità; questi son Bassani; e non più oltre».

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