Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

388195
Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Ma in tal caso ci sentiamo vieppiù confortati a mantenere nella seconda edizione del presente volume quella suprema concezione, razionale e positiva insieme, alla quale abbiamo informato l'intero trattato: essere cioè l'economia, senza rinnegare la propria costituzione autonoma, un aspetto della «scienza generale della società e dell'incivilimento».

Pagina 1.13

Non è esatto che in Grecia e Roma fin dalla antichità la morale fosse distaccata dalla religione e quindi puramente umano-razionale; e ciò con profitto della elevazione della individualità greca e della potenza romana, riflettendosi poi sulla loro economia. Vero è, invece, che di idee religiose congiunte ad una morale severa erano imbevuti gli arii occidentali (europei), i celati, i germani, gli slavi e le loro istituzioni fino a' tempi della conquista romana, come abbiamo in Tacito; e prima di loro le genti elleniche e latine, come attestano Esiodo, Omero, Ennio (Fustel de Coulanges). Solamente può dirsi che il discredito e il pervertimento di una morale religiosa furono, presso queste ultime, più anticipati e diffusi.

Pagina 1.300

Se infatti, crescendo da 1 a 4 i pani, il benessere fisico-psichico o l'appagamento si quadruplica, il valore totale dei quattro pani non cresce di rispondenza, perocché, mentre il benessere (o la ricchezza) si conguaglia alla quantità dei beni posseduti ed usati, i quali apportano utilità ossia soddisfazioni (in parte gratuite, in parte onerose), — invece la stima che si fa di que' beni o il valore di essi (come più sopra abbiamo fermato) normalmente si pareggia soltanto alle utilità onerose, vale a dire a quella porzione di utile e di appagamento che è risultato dei nostri sacrifizi produttivi di lavoro e di capitale, per rendere effettive le virtù potenziali (utili) della natura; giusta l'esempio del viandante assetato, che stima (apprezza) l'acqua che lo salva da morte, non già l'infinito, ma quanto a lui costa di fatica per ricercarla e attingerla alla fonte dell'oasi lontana. E perciò, data una certa massa complessiva di beni a cui è salito e da cui è misurato il benessere di un individuo o di una famiglia, di una tribù chiusa in un dato momento, — se il valore unitario si deprime proporzionalmente ad ogni unità di beni utili, il valore totale si deprime più che proporzionalmente,rispetto al complesso di quelle unità medesime. Sicché, dietro l'esempio suddetto, se il valore unitario di quelle quattro porzioni di pane discende da 8 a 6 a 4 a 2, e se ulteriormente quest'ultimo valore marginale (di 2) degrada alla propria misura infima tutta intera la serie dei pani componenti la massa, il valore di essa invece di 20 diventa 8.

Pagina 1.366

., se il fine e quindi il bene supremo dell'umanità è la libertà,abbiamo una economia liberale individualistica; se è la potenza politica, si avrà una economia panteistica autoritaria (di Stato); se fosse l'eguaglianza materiale si avrebbe una economia socialistica (collettivistica). E così si sperimentò nella storia.

Pagina 1.77

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Di questo grande fatto sociale abbiamo due saggi caratteristici nella storia; — la invasione degli Hyksos o re pastori in Egitto, dall'anno 2.000 a 1.700 circa a. C.; — e la conquista della Palestina e insediamento degli ebrei in quella «terra promessa» circa 1605 a. C., condotti da Mosè e Giosuè, un pastore ed un guerriero.

Pagina 247

Ciò malgrado possiamo affermare che mercé l'industria mineraria e in virtù dei suoi ardimenti e sacrifici titanici noi abbiamo fecondato il mondo perennemente d'ogni luce privo,come quello rallegrato in ogni plaga dal sole.I figli non hanno invero lasciato infruttifero il talento ossia il tesoro, che il Padre provvido avea lungo le sterminate età geologiche nascosto nelle viscere del globo, per tutte le generazioni operose dell'avvenire. E sia gloria a questi ciclopi della civiltà di ogni tempo.

Pagina 268

Costituzione, finalità e funzionamento del Partito Popolare Italiano

398475
Sturzo, Luigi 9 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 74-87.
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Fin dall'inizio abbiamo escluso che la nostra insegna politica fosse la religione, ed abbiamo voluto chiaramente metterci sul terreno specifico di un partito, che ha per oggetto diretto la vita pubblica della nazione.

Pagina 76

Sarebbe illogico da ciò dedurre che noi cadiamo nell'errore del liberalismo, che reputa la religione un semplice affare di coscienza, e cerca quindi nello stato laico un principio etico informatore della morale pubblica; anzi è questo che noi combattiamo, quando cerchiamo nella religione lo spirito vivificatore di tutta la vita individuale e collettiva; ma non possiamo trasformarci da partito politico in ordinamento di chiesa, né abbiamo diritto di parlare in nome della chiesa, né possiamo essere emanazione e dipendenza di organismi ecclesiastici, né possiamo avvalorare della forza della chiesa la nostra azione politica, sia in parlamento che fuori del parlamento, nella organizzazione e nella tattica del partito, nelle diverse attività e nelle forti battaglie, che solo in nome nostro dobbiamo e possiamo combattere, sul medesimo terreno degli altri partiti con noi in contrasto.

Pagina 76

Il nostro programma concepito così come ragione dinamica di un intero organismo, sarà oggi il punto di partenza delle nostre discussioni sui temi specifici posti all'o.d.g. del congresso, come di fatto è stato il punto di partenza dell'azione pratica che abbiamo iniziato nei pochi mesi della nostra attività.

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A completare la nostra organizzazione di partito abbiamo costituito il gruppo parlamentare del partito popolare con diciannove aderenti e con speciale regolamento, che ne fissa la disciplina e i criteri d'azione e di responsabilità, sì da potere così formare un organismo distinto, ma soggetto alla medesima disciplina sostanziale e formale.

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Non possiamo dire, né del resto sarebbe opportuno, in quanti collegi si potrà oggi affrontare la battaglia con candidati nostri; non abbiamo nemmeno la valutazione del modo in cubi la battaglia sarà combattuta; solo possiamo affermare che un partito nuovo e giovane come il nostro che ha un avvenire davanti a sé, ha una vita popolare che freme, e non deve sciupare le sue forze in sterili tentativi, quando la sua è una responsabilità civica di primissimo ordine, e quando ad esso sono volte tante aspettative nell'ansia di un momento così duro per la patria nostra.

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Consci di questa nostra posizione e responsabilità, fin dal primo sorgere abbiamo iniziato la più viva battaglia che si sia fin oggi combattuta per le nostre riforme costituzionali a favore del collegio plurinominale con sistema proporzionale. Le affermazioni teoriche che facevano capo all'associazione proporzionalista di Milano furono col nostro passo portate su terreno politico, per una attuazione immediata; e alla nostra affermazione seguirono quelle degli altri partiti. Però taluni di questi, e più che i partiti talune coalizioni e consorterie ben note in Italia, mentre a voce mostravano e mostrano di volere la riforma, all'ombra discreta del governo le cospirano contro. L'urgenza delle elezioni, ieri a giugno oggi a ottobre, è l'argomento principale di questi anonimi oppositori che per il temuto ritardo delle elezioni affacciano non si sa quali conseguenze dannose per la nazione.

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A completare il nostro lavoro, segnato a rapidi tocchi in questa relazione e a rispondere alla necessità della formazione politica delle nostre masse abbiamo fatto appello alla stampa, e in diverse riunioni tenute con i direttori dei giornali quotidiani aderenti al partito si è visto quale forza da utilizzare abbiamo con noi. Però era necessario non solo sviluppare la propaganda con opuscoli e stampe già diffuse a migliaia, ma avere un organo di partito. Ed è già venuto alla luce il primo numero del Popolo Nuovo,accolto da generale favore come una voce continua e forte che indirizzi e guidi nell'aspra e difficile lotta.

Pagina 85

A questa elaborazione abbiamo chiamato anche la donna, costituendo i gruppi femminili nelle nostre sezioni e studiandone i problemi che la riguardano, perché anche la donna deve oggi contribuire con le sue forze sane e con la sua indole animatrice al formarsi della nuova società che sorge.

Pagina 85

Per questo abbiamo redatto un regolamento molto preciso, in cui traspira un senso di alta disciplina ed abbiamo fissato pochi temi sintetici, che diano il tono e la caratteristica del partito, e valgano a far prendere posizione netta e chiara nel dibattito sugli interessi nazionali e sulle tendenze politiche nel paese. Certo nessuno potrà presumere di aver fatto un lavoro privo di mende e di imperfezioni; e il rilievo sarà facile a quanti, e dal punto di vista generale e da quello locale, troveranno che si poteva fare in modo diverso e con risultati migliori. Quel che preme si è che il lavoro fatto fin oggi, con tanta attività e con sì vive speranze in ogni parte, non sia svalutato da un congresso che deve esserne la più alta ed insieme sincera espressione e deve poterlo sintetizzare sì da poter destare energie sopite, vincere diffidenze ingiustificate, superare difficoltà non dome, accendere entusiasmi profondi.

Pagina 86

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