Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbiamo

Numero di risultati: 10 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Galateo per tutte le occasioni

187861
Sabrina Carollo 8 occorrenze
  • 2012
  • Giunti Editore
  • Firenze-Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Agli assetati di shopping prenatale consigliamo comunque sempre di aspettare: sia perché molte mamme, superstiziose o meno che siano, preferiscono attendere dopo il parto a ricevere regali per la creatura, sia perché rischiano di creare triploni - ormai al doppione ci abbiamo fatto il callo - inutili. Quando il bebè è nato, il babbo comunica a parenti e amici la bella notizia. Poche le domande consentite, perché sono indubbiamente molte le persone da contattare: nome, peso, tipo di parto, rassicurazioni che tutto sia filato liscio. Le degenze in ospedale sono - fortunatamente nella maggior parte dei casi - piuttosto brevi. Dunque accertatevi del periodo in cui la neomamma rimarrà in ospedale e chiedete se le visite sono gradite. Se la risposta - salvo particolari spossatezze - è positiva, potrete andare in pellegrinaggio a vedere la neonata creatura, portando subito un regalino o un bel mazzo di fiori per la mamma, rigorosamente poco profumati. Se il regalo per il piccino non è un giochino ma un capo d'abbigliamento, è forse più utile acquistare vestitini di misure superiori. Per i primi tempi infatti le neomamme sono sempre ben fornite - e chi resiste alla tentazione di comprare quei deliziosi completini da gnomo? - mentre dopo i sei mesi è meno probabile ricevere ancora dei doni. Eppure è proprio quella l'età in cui i bambini, complici le pappe e i tentativi di gattonamento, cominciano a sporcarsi di più. Calcolate naturalmente il cambio di stagione. Accompagnate sempre il regalo con un biglietto d'auguri. Una regola che non andrebbe mai dimenticata, ma tanto più in una simile occasione. È piacevole ricordare le emozioni di una nascita a distanza di anni attraverso le parole benaugurali delle persone care. Infine il papà: la tradizione vuole che il suo regalo per la mamma sia un gioiello. Le più moderne giovani donne sono già soddisfatte nel ricevere un sostanzioso contributo di presenza e condivisione delle fatiche genitoriali. Anche se un dono, di qualunque genere, non guasta mai. I primi giorni in casa sono molto delicati: non solo per via degli orari con il nuovo microcomponente che ancora si devono ben assestare, ma anche per via della stanchezza fisica ed emotiva dei genitori. Inoltre il primo momento in cui mamma, papà ed eventuali fratellini si stringono attorno al nuovo nato in casa è sempre qualcosa di molto privato che non andrebbe turbato con l'invasione di persone in visita ad addebitare somiglianze e regalare facce buffe. Abbiatene rispetto e aspettate qualche giorno prima di farvi sentire e vedere. I bimbi appena nati non hanno numerosi strumenti per esprimere le loro opinioni (se si tralascia lo strillo perforante): dunque non sappiamo bene se è loro gradito passare di braccio in braccio per regalare a tutti l'ebbrezza di un cucciolo da coccolare. Per questo siate discreti nel chiedere di prendere il piccino: non è un bambolotto creato per vostra personale soddisfazione. Ricordatevi di prestare attenzione anche al neopapà: se si tratta del primo figlio, per gli uomini comincia la vera, dura resa dei conti con la realtà di adulti. Scherzi a parte, ormai quasi tutti i babbi assistono la moglie durante il parto, e spesso e volentieri il loro livello di stress supera quello della compagna (stress, non dolore). Dunque complimentatevi e concedetegli almeno l'onore di qualche somiglianza con il nuovo nato. Se ci sono dei fratellini, non vanno assolutamente dimenticati: complimenti e regali anche per loro sono necessari per mantenere una buona armonia ed evitare imbarazzanti scene di tentato fratricidio. Alcuni manuali di buona educazione sconsigliano di adeguarsi all'usanza di appendere un bel fiocco, rosa o celeste, fuori dalla porta o dal portone di casa, in occasione della nascita: ma si tratta di un evento talmente allegro che non si vede il motivo di negare la gioia di un sorriso per la vita che si rinnova anche a un qualunque passante. Per partecipare tutti della nascita, alcuni usano ancora stampare biglietti augurali da inviare, anche se con l'avvento della tecnologia è ormai più vorticosamente probabile ricevere una foto digitale della creatura appena uscita dal grembo. Anche per gli inviti al battesimo non è più molto in uso stampare biglietti. I confetti invece sono sempre graditi, così come un piccolo rinfresco dopo la cerimonia. Padrino e madrina vanno avvisati almeno con qualche giorno d'anticipo: tradizionalmente, i loro doni sono piccoli preziosi con incisi nome e data di nascita del neonato. Altro regalo che ricorre frequentemente ai battesimi è il braccialetto d'oro e corallo benaugurale. Infine, una nota a proposito del nome del pargolo. Bisogna ricordare che il nome è una specie di passaporto, una presentazione che ognuno di noi porta con sé per tutta la vita. Chiamare un figlio in un modo stravagante significa renderlo infelice per tutta la vita. Se Fruttero e Lucentini definiscono una catastrofe onomatologica la progressiva riduzione della variazione dei nomi di battesimo - quanti Andrea, Valentina, Marco e Chiara? - è anche vero che andare a pescare nel torbido non aiuta a risolvere la questione. Fate attenzione al cognome del piccolo (come dice la saggia Claudia Porta, è un bene che i suoi genitori non si siano lasciati tentare dal chiamarla Bianca o Vittoria), evitate le mode - diabolicamente incisive quelle dettate da calciatori, veline o personaggi televisivi di successo del momento - né ostinatevi a trovare qualcosa di originale a tutti i costi. E non rischiate troppo: Adone e Angelica potrebbero essere eredità troppo difficili da affrontare per degli adolescenti brufolosi.

Pagina 133

Questo significa che esiste chi riesce ad avere rapporti idilliaci con i propri familiari, ma anche che spesso ci troviamo a dover sopportare legami - a volte stretti - con persone con cui non abbiamo una vera sintonia. Eppure il legame di sangue è qualcosa di forte, che non si può dimenticare alla stregua di un ragno in soffitta, pena gravi scompensi, come insegna Freud. Dunque è forse più saggio imparare a farci i conti, aiutandosi con un po' di buona educazione (ma non di ipocrisia). Non si tratta (solo o sempre) di egoismo: a volte si preferirebbe trascorrere pomeriggi interi a fare volontariato con estranei piuttosto che dedicare un'ora a quei due brontoloni che ci hanno messi al mondo. Non c'è niente di più complesso della gestione di un rapporto familiare. Tuttavia, riuscirci regala un bonus di serenità enorme.

Pagina 145

Ma anche noi abbiamo naturalmente obblighi di rispetto e cura nei loro confronti. ✓ Innanzitutto il contratto: mettere in regola i collaboratori è obbligatorio per legge. Per le persone non italiane, inoltre, si tratta di una dimostrazione utile per ottenere la residenza. Dunque non siate timorosi, informatevi e rispettate i loro diritti. ✓ Meglio stabilire con precisione i compiti e gli orari della persona che vi aiuta. Può capitare però un fastidio di salute occasionale, che impedisce alla persona di servizio di svolgere un determinato lavoro, magari perché particolarmente faticoso. In questi casi, abbiatene ovviamente rispetto e siate inoltre comprensivi. ✓ Allo stesso modo può succedere un accidentale, comprensibile ritardo. Siamo sempre molto severi nel giudicare il lavoro altrui, ma quante volte capita a noi di ritardare? ricordatevene prima di arrabbiarvi. ✓ Capita a tutti di rompere qualcosa. Non innervositevi. ✓ Informatevi sui detersivi e sull'attrezzatura con cui si trova meglio. Se siete ecologisti convinti, cercate una mediazione tra l'obbligarla a usare aceto con tanto olio di gomito e il più inquinante tra i prodotti per le pulizie. ✓ La fiducia è fondamentale. Vietati quindi i patetici tranelli organizzati per verificare la correttezza della propria colf, tipo abbandonare distrattamente dei soldi in bella vista. Sono umilianti per chi li pensa prima ancora che per chi li subisce. ✓ Ricordate che esisterà sempre una differenza tra il vostro modo di intendere le pulizie e quello di altre persone. Spiegatevi con cura invece di lamentarvi e comunque siate comprensivi. Meglio ricevere istruzioni precise che lamentele dopo, così come è meglio ricevere un appunto che respirare dei sottintesi sgradevoli. ✓ Se la domestica è fissa, deve avere la possibilità di accedere al frigorifero tutte le volte che desidera. Se si tratta di una persona che presta servizio a ore, è carino da parte vostra offrirle un caffè se siete in casa, oppure farle trovare la caffettiera pronta e il necessario per servirsi. ✓ Si dice sempre grazie e per favore. ✓ Eventuali problemi o appunti si discutono in privato, mai davanti a terzi. ✓ Le persone di servizio sono tenute alla discrezione riguardo alle abitudini personali dei padroni di casa, ma sta anche a questi ultimi evitare di mostrarsi in situazioni imbarazzanti o abbandonare oggetti stravaganti e/o personali in giro per la casa. ✓ Se si vuole assumere domestici fissi, è indispensabile che abbiano una loro stanza personale, possibilmente con il televisore e il bagno, e la massima libertà possibile (ovviamente nel rispetto dei termini contrattuali). ✓ Se volete far indossare una divisa, meglio che la scegliate con la persona che dovrà usarla, in modo che non si senta costretta ma a proprio agio. ✓ Insegnate ai bambini il rispetto per chi vi aiuta in casa e seguite personalmente gli animali domestici, che non devono necessariamente piacere a tutti. ✓ Assolutamente doveroso pagare con puntualità e precisione quanto dovuto. ✓ A Natale, oltre alla tredicesima, è cosa carina far trovare un pensierino, che non sia ovviamente un grembiule nuovo o un piumino per spolverare.

Pagina 165

Se il matrimonio può essere una fatica, figuriamoci la convivenza coatta con persone che nemmeno abbiamo scelto volontariamente. Dunque è necessario che tutti mantengano almeno un contegno educato per rendere meno impossibile la fatica di sopportare una giornata di lavoro e di contiguità con gli altri. Inoltre esistono dei comportamenti scorretti che non vanno assolutamente alimentati. Un po' di senso di responsabilità e di giustizia consentiranno di comportarsi al meglio. Ricordiamoci comunque che esasperare i conflitti, spesso per sciocchezze, non è mai utile, dunque optiamo sempre per una mediazione, per il compromesso costruttivo. Innanzitutto non si approfitta dei dispositivi e dei materiali messi a disposizione (fotocopiatrici, cancelleria, telefono!), e poi non si "ruba" tempo arrivando tardi, leggendo il giornale o attardandosi al caffè o perdendosi in chiacchiere. Inoltre: ✓ le telefonate personali anche se ricevute o fatte al cellulare, vanno limitate; ✓ non si ingombra la scrivania di fotografie, soprammobili, piante da giungla tropicale; ✓ in caso di divergenze sulle condizioni ambientali, prevale il diritto di chi vuole tenere chiusa la finestra e la luce accesa. Per l'aria condizionata istituzionale, è necessario essere molto tolleranti. Chi soffre molto il caldo non può infatti presentarsi in canottiera, e dunque sta a chi patisce maggiormente il condizionamento coprirsi; ✓ la cortesia e la buona educazione non sono applicazioni da tempo libero come l'uncinetto o il golf. Si usano indistintamente con superiori e inferiori. Anche quando c'è fretta perché le scadenze incombono.

Pagina 210

Lobotomizzati dalle linee anoressiche delle supermodelle, e soprattutto dall'irraggiungibile mito della razionalità ossessiva dell'occidente che ci vuole tutti cervello e poco - anche niente - cuore, in molti abbiamo affrontato lo sport come tortura estrema, come sublime momento di sofferenza forgiante che, coniugato a diete devastanti, ha fatto di noi superfisici muscolosi ma comunque sempre imperfetti e insoddisfatti, e soprattutto sofferenti e malati di spirito. Per ritornare a una concezione equilibrata dello sport, basterebbe rimuginare un po' sulla antica saggezza latina, e ricordare che il movimento non deve essere un'ossessione ma un piacere. Forse sulla base di questo principio sarebbe finalmente possibile assistere al fausto tramonto di tanti rompiscatole fanatici dell'esercizio a tutti i costi, inguainati in lustri e firmatissimi completi ideali per qualunque agonista di primo piano, ma assolutamente ridicoli se indossati da hobbisti, per quanto in forma. Tali maniaci del muscolo guizzante, che inorridiscono di fronte al minimo accenno di adipe, hanno il serio e soprattutto antipatico problema di essere più invasivi di certi adepti a sette religiose che suonano il campanello per convertire il prossimo la domenica mattina presto. Difficile immedesimarsi in tali persone, eppure potreste essere proprio voi, anche se vi pare che la vostra passione sia assolutamente contenuta entro livelli di tolleranza del tutto accettabili. Cercate dunque di evitare di imporre il vostro stile di vita a tutti: agli amici che preferiscono starsene in panciolle o al massimo girare in bicicletta le domeniche ecologiche, alla moglie o al marito che non vi vedono più perché inghiottiti dal buco nero del lavoro e del jogging, ai figli che preferiscono darsi alla musica. Evitate soprattutto di esporre in ogni occasione possibile (dunque soprattutto in quelle impossibili) il vostro fisico scolpito, indossando magliettine sempre più corte, sempre più aderenti, sempre più essenziali, anche in pieno inverno. O peggio, sollevando gli indumenti per mostrare i vostri addominali "de fero". Non angosciate il prossimo illustrandogli per composizione chimica gli elementi presenti in quel bel piatto di melanzane alla bolognese che sta per mangiare (e che sicuramente gli andrà per traverso), magnificando invece le doti del vostro nuovo integratore. E soprattutto non regalate a tutti quel fantastico step che vi ha rivoluzionato l'esistenza, o quell'aggeggio per sviluppare i pettorali-glutei-quadricipitispalle, o ancora la panca per il sollevamento pesi. Se amate davvero lo sport, godetevelo senza imporlo agli altri. Altrimenti a costoro verrà il dubbio che vogliate semplicemente cercare di condividere la sofferenza inconfessata e la miseria delle vostre privazioni con qualcuno, per trovare conforto nel consolarvi di un male comune. Infine: • rispettate le norme della palestra o del club cui vi siete iscritti; • lavatevi appena finito di muovervi; • evitate patetiche esibizioni di potenza e di sudore; • disfate la borsa appena arrivati a casa.

Pagina 223

Anche se non abbiamo l'assoluta certezza del primato, possia mo almeno ipotizzare di essere uno dei rari esempi di galateo che si è spinto così lontano. Tentare di proporre indicazioni di buona educazione ai curiosi personaggi che popolano non semplicemente lo stadio, ma nello specifico le cosiddette "curve", ci pare azione assai ardita. Eppure ci proviamo, nello stravagante caso in cui qualcuno di loro si trovasse mai per le mani questo manuale. ✓ Innanzitutto bisognerebbe ricordare che il senso del sesto o dodicesimo uomo sta nel sostenere la propria squadra, non nello svilire gli avversari. ✓ Va auspicata dunque una certa proprietà di linguaggio. È noto che il tifo per la propria squadra porta a eccessi verbali nei confronti degli avversari assolutamente reciproci. Eppure sperare in una maggiore educazione e in un uso più meditato del turpiloquio ci pare ancora sensato. ✓ I gestacci poi andrebbero davvero eliminati. ✓ Le coreografie, i cori e gli striscioni sono spesso la cosa più fantasiosa che si vede allo stadio, onore al merito: però dovrebbero cercare di non essere di insulto per gli avversari. ✓ La violenza è sempre e comunque da stigmatizzare. I violenti non sono divertenti o coraggiosi, sono anzi il loro esatto contrario. Dei codardi travestiti da lupi.

Pagina 227

In realtà ciò che potrebbe passare per una gentilezza estrema si trasforma in questo modo in uno svilimento del gesto, in una perdita di coscienza del valore di ciò che abbiamo. Il regalo dovrebbe essere dispensato con prodigalità in quanto a consistenza, ma con elegante sobrietà in fatto di frequenza. L'attesa, il desiderio, la curiosità, sono piccoli piaceri che vanno coltivati con dedizione, per sé e per gli altri. Certo, può capitare - ed è molto apprezzabile - di scovare per caso un'idea perfetta per una persona cara, e decidere di regalarla anche in mancanza di un'occasione specifica, ma non deve essere la norma. Tanto meno un obbligo: il regalo dovrebbe essere un piacere per entrambi, chi lo pensa e chi lo riceve. Se dunque in occasione di inviti e visite fiori e dolci sono maggiormente indicati, quando si presentano gli appuntamenti "capitali", in cui il dono è necessario, tenere presente alcuni principi-base. Il regalo deve far piacere soprattutto a chi lo riceve, piuttosto che a chi lo fa. E vero che attraverso il nostro presente trasmettiamo un po' di ciò che siamo, ma facciamo almeno in modo che sia una mediazione con ciò che è l'altro. Dunque va bene non piegarsi al videogioco per il proprio figlio adolescente - se lo comprerà con i suoi risparmi se proprio ci tiene - se non condividiamo la sua fissazione, ma in cambio non si può certo proporgli l'Ulisse di Joyce. Se proprio vogliamo condividere con lui il piacere della lettura, viriamo su un più divertente Herriot, sulla mitica Rowling o sul sempreverde Tolkien, oppure facciamoci consigliare da un libraio competente. Allo stesso modo, non diamo nulla per scontato: non è detto che la nonna apprezzi inevitabilmente foulard di seta e spille, né che l'amica casalinga sia una buona massaia che non attende altro che di cimentarsi nelle sfide lanciate dalla versione aggiornata del Cucchiaio d'argento. Comunque ogni errore è perdonato se il tentativo è sincero. E la sincerità di un gesto si sente, questo è certo. Non fatevi tentare dalla facile soluzione di regalare soldi. Il regalo è una dimostrazione di attenzione, e come tale va studiato e preparato con cura e con tutto l'impegno necessario. O almeno, se proprio preferite non rischiare, aggiungete alla busta (mai consegnare il denaro nudo e bruco, e aggiungere sempre e comunque un biglietto di auguri) una bazzecola che però conservi la caratteristica di sorpresa e personalità del regalo. Attenzione alla confezione. È vero che il pensiero è importante: non nel senso che basta pensarci senza fare nulla, come a volte alcuni sembrano voler interpretare, ma per il fatto che il vero valore di un dono sta nell'atteggiamento con cui lo si regala. La cura con cui si impacchetta il dono, l'aggiunta di un bigliettino con due parole di augurio, anche stenterelle, sono sicuramente fattori importanti nell'indice di gradimento del gesto. Se avete un'amante, a cui siete soliti dispensare doni imperiali, sono fatti vostri e della vostra coscienza: ma diamanti e rose rosse sono solo per la propria moglie. Qualunque altra scelta è davvero di pessimo gusto. Non disdegnate la possibilità di unirvi ad altri per un regalo: è un modo per utilizzare al meglio le risorse comuni. Soprattutto nel caso in cui non si conosca molto a fondo la persona da omaggiare (come per esempio un amico acquisito o un collega di lavoro), il regalo comune rappresenta una soluzione utile sia a chi lo fa che a chi lo riceve per evitare inutili sprechi di energie e denaro. L'unione fa la forza. Se in occasione di un matrimonio vi viene proposta, come sempre più frequentemente accade, una lista nozze, attenetevici, anche se non siete degli amanti del genere. A meno di una particolare confidenza con gli sposi, rispettare i loro desideri è un gesto di massima disponibilità nei loro confronti che vale molto di più del (decimo) servizio per caffè in porcellana finissima di Sévres. Se volete farvi ricordare in modo speciale dalla coppia, esistono mille altre attenzioni che non necessariamente un regalo "fuoriserie". Anche se siete voi a ricevere il dono esiste, ovviamente, un codice di comportamento adeguato. Il migliore ringraziamento, dopo quelli verbali di rito, è nell'utilizzo di ciò che si è ricevuto: senza arrivare a indossare ogni volta che si programma una cena insieme lo stesso maglione che vi ha regalato a Natale la zia, è comunque piacevole mostrare con i fatti il proprio apprezzamento. Se siete sportivissime e vi sono state donate un paio di decolletée dal tacco sottilissimo, oppure avete ricevuto un'inquietante stampa di Picasso quando voi da sempre siete degli amanti di Poussin, cercate di far buon viso a cattivo gioco, e non sentitevi in obbligo di cambiare guardaroba e portamento per adattarlo al dono, né di appendere il quadro al centro del salotto. Se poi addirittura vi trovate a scartare uno spremiagrumi di design ma siete allergici alle arance - cosa di cui non era al corrente la persona che vi ha fatto il regalo, ovviamente - potete tentare con molta delicatezza di dirlo immediatamente, esprimendo tutto il vostro apprezzamento per il bellissimo oggetto e il vostro dispiacere nel non poterlo utilizzare. Anche chi vi ha omaggiato incolpevolmente preferirà cambiare il regalo. Diverso è il caso in cui la persona fosse al corrente del vostro disagio: una simile deplorevole noncuranza merita che il dono finisca nel dimenticatoio. Se pensate di cambiare il dono ricevuto, fate sempre attenzione a che non ci siano ricamate le vostre iniziali in qualche angolo, onde evitare spiacevoli imbarazzi al momento di riportarlo al negozio. Ultima possibilità, piuttosto diffusa ormai, è il riciclo del dono. Si tratta in realtà di un'abitudine piuttosto villana, che se scoperta vi espone a una situazione decisamente imbarazzante. Meglio allora giocare scoperto e proporre agli amici un Natale insolito in cui, accompagnato da una allegra festa, lo scambio dei regali prevederà solo oggetti riciclati. Inaspettatamente potreste ritrovarvi a scartare un fantastico paio di scarpe da trekking ricevute in dono e mai usate dal vostro pigerrimo amico bibliotecario, potendo allo stesso tempo offrire le vostre famose decolletée da dieci centimetri di tacco alla sciantosa del gruppo.

Pagina 76

Dunque è sempre buona educazione, se non siamo insoddisfatti del trattamento che abbiamo ricevuto, lasciare una gratificazione monetaria, un ringraziamento e magari anche un sorriso a chi ci ha prestato aiuto. In quali occasioni si dovrebbe lasciare la mancia? ✓ alla maschera che accompagna al posto, a teatro; ✓ al facchino che trasporta i nostri bagagli; ✓ al cameriere del ristorante; ✓ al personale di servizio dell'albergo o della casa in cui siamo stati ospiti; ✓ al tassista; ✓ al portinaio; ✓ al parrucchiere per gli aiutanti; ✓ al proprio personale di servizio saltuario. Inutile dire che, come ogni passaggio di denaro, la mancia andrebbe lasciata con discrezione e rapidità. E soprattutto consistente. Ricordate che il personale di servizio di cui praticamente non vi accorgete (non perché non ripulisce la stanza) è quello più attento e preparato. Un'ultima considerazione: ai collaboratori di casa che si prendono cura del vostro disordine è bene lasciare la mancia? In realtà, in questo caso, sarebbe buona abitudine corrispondere a fine anno una doverosa "tredicesima", oltre naturalmente a un piccolo regalo in occasione delle feste natalizie. Per questo, valgono le solite regole: inutile donare collane indonesiane alla signora che non ne fa uso o coloratissimi foulard di seta alla ragazza che si presenta sempre in jeans. Cercate, per quanto vi è possibile, di capire cosa potrebbe piacere. Di sicuro è estremamente meschino prima ancora che scortese impacchettare qualcosa di utile al lavoro (un grembiule, la divisa). Il discorso varia se ci si trova in vacanza all'estero. In alcuni paesi, infatti, la mancia non è un'aggiunta da parte vostra, bensì un obbligo, in quanto il servizio non è compreso nel prezzo. La persona che lavora, nonostante sia assunta, in realtà è pagata direttamente da voi, a parte un piccolo salario sindacale corrisposto dal principale. Tenetelo sempre presente. Generalmente si suole aggiungere almeno il 10-15% di quanto stabilito sulla ricevuta, ma si tratta del minimo indispensabile. Senza contare che nei ristoranti spesso gli aiuto-camerieri vengono pagati con una parte delle mance degli stessi. Dunque siate sempre generosi. Eccezioni doverose: Giappone e Polinesia, dove camerieri e facchini potrebbero offendersi per il gesto.

Pagina 91

Saper vivere. Norme di buona creanza

192955
Matilde Serao 2 occorrenze
  • 2012
  • Mursis
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Non solo i bimbi sono felici di aver de'doni, ma tutti, più o meno, abbiamo un delicato piacere nel ricevere, un delicatissimo piacere nel dare. È vero, che i bimbi hanno studiato, si son condotti bene tutto l'anno, hanno sopportato, con pazienza, le loro piccole indisposizioni, hanno prese le medicine, hanno rinunziato, senza morrnorare, a ficcarsi le dita nel naso; ed è anche vero che il bambino Gesù viene per essi, e che il Capo d'Anno è, soprattutto per essi, una data gioconda, perché i loro anni sono pochi; ma, Dio mio, anche i grandi, durante l'anno, si sono seccati, ed hanno sofferto, hanno ingoiato pillole amare, hanno usato un'interminabile pazienza, nei disgusti dell'esistenza, e un certo premio anche lo meritano. Il bimbo Gesù viene pure pei grandi, ed è apportatore di consolazione, di amore e di benessere; e se il Capo d'Anno è una data un po' triste, pei grandi, perché non rallegrarla, con qualche dono gentile? Il valore; poco importa, ma l'uso delle strenne da Natale a Capo d'Anno, dovrebbe diventare più popolare, più largo fra noi: procurare una gioia, anche fugace, alle persone, che noi amiamo, non è, infine, fare un dono anche a noi stessi? Sorridere di un sorriso, quale cosa ineffabile!

Pagina 135

È da tempo che nelle cronache mondane di Francia, noi vediamo, spesso, spessissimo, una zia, una cugina, una cognata o magari semplicemente un'amica, fare da testimone, in chiesa, alla sua parente, alla sua amica: e abbiamo notato ciò in matrimoni non semplicemente del ceto borghese, ma piuttosto in quello aristocratico. Pare, adunque, che possa avere un carattere di eleganza, questo uso moderno o, forse, rinnovato dall'antico? Pare! Fatta qualche indagine, abbiamo appreso che la Chiesa ammette, ha sempre ammesso che una signora, parente o amica o semplice conoscente, possa fare da testimone, al rito religioso, a una giovane sposa: e che se non si è profittato prima, o non si profitta molto, ancora, di questo permesso, è, talvolta per completa ignoranza di tale facoltà o per non mutare nulla all'uso di aver testimoni uomini. Altre indagini, ci hanno certificato partecipante alle nozze religiose, la madrina, nientemeno, della sposa, che, in questo modo, viene a prendere il posto del padrino o compare di anello: questo noi abbiamo notato in molti matrimoni dell'Alta Italia, specialmente a Milano. E, diciamolo; questa sostituzione è molto chic. Giacché questo affare dei quattro testimoni alle nozze civili - la legge si contenterebbe di due, ma, allora, il canto non tornerebbe - e di quattro testimoni alla Chiesa, otto uomini, da dover cercare, da dover trovare, con grandi difficoltà, con grandi contrasti e con grandi noie, è, sempre, più o meno, il portato di una banale vanità, o, peggio, di una segreta avidità. Si vogliono dei nomi eminenti, impressionanti: e debbono essere otto, più il compare di anello, nove. Si desiderano nove doni, uno più bello dell'altro... E così, vi sono personaggi in vista, personaggi doviziosi, che sono testimoni, sempre, che debbono gittare il loro tempo e il loro denaro, così, fatalmente, data la loro condizione. Non insistiamo! Il testimone - donna, vale tanto meglio, sentimentalmente, poiché si tratta, quasi sempre, di una persona a cui si è molto affezionati, da cui si è avuto delle prove lunghe di affetto: il testimone - donna vale tanto meglio, poiché il suo dono sarà meno ricco, ma più carino, più gentile, più utile: il testimone - donna si sentirà più legato alla novella coppia e vigilerà, come può, sulla sua felicità, il testimone - donna rappresenta qualche cosa di più intimo, di più affettuoso. Esso ci piace. Esso ha un grande avvenire nelle nozze future.

Pagina 35

Cerca

Modifica ricerca