Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'uccellino azzurro

212594
Maeterlink, Maurice 11 occorrenze
  • 1926
  • Felice Le Monnier, Editore
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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Ah quante avventure abbiamo avute!... LA MAMMA Come, Mytyl?... Che cosa dici?... TYLTYL Era con me.... E abbiamo riveduto i nonni.... LA MAMMA (sempre più sbalordita) I nonni?... TYLTYL Sì, nel Paese del Ricordo.... Era proprio lì sulla nostra strada.... Sono morti, ma però stanno bene.... La nonnina ci ha preparato una bella torta di susine.... E poi abbiamo anche visto i fratellini, Roberto, Giovanni, la sua trottola, Maddalena e Pierina, Paolina, e poi anche Richetta.... MYTYL Sai, mamma, Richetta cammina sempre carponi!... TYLTYL E Paolina ha sempre quella bolla sul naso.... MYTYL Ti abbiamo vista anche ieri sera.... LA MAMMA Ieri sera? Ma di certo, poichè ti ho messa a letto! TYLTYL No, no, noi qui; nel giardino della Felicità; eri tanto più bella, ma però ti somigliavi.... LA MAMMA Il giardino della Felicità?... Non ne ho mai sentito parlare.... TYLTYL (la guarda a lungo, poi, abbracciandola) Sì, eri più bella; però mi piaci di più così.... MYTYL (abbracciandola anch'essa) Anche a me, anche a me, mi piaci di più così.... LA MAMMA Dio mio! Ma che cosa hanno?... Ah, moriranno anche loro, come sono morti gli altri... (Spaventata chiama): Babbo! Babbo!... Vieni, presto!... I bambini stanno male!... (Entra Babbo Tyl, tranquillo, con in mano la scure). IL BABBO Che cosa c'è?... TYLTYL e MYTYL (correndogli gioiosamente incontro per abbracciarlo) Guarda, il babbo!... È il babbo?... Buongiorno, babbo !... Hai lavorato molto quest'anno?... È stata un'annata buona?... IL BABBO Ebbene, che cosa c'è?... Non hanno davvero l'aria di star poco bene; hanno bonissimo aspetto.... LA MAMMA (con gli occhi pieni di lacrime) Non c'è da fidarsi..... Succederà lo stesso a loro come agli altri.... Anche gli altri, fino all'ultimo, avevano buon aspetto; e poi Dio ce li ha presi.... Non so capire che cosa abbiano.... Li avevo messi a letto ieri sera, quieti quieti; e stamane si svegliano, e non mi raccapezzo più.... Non sanno quel che dicono; parlano di non so che viaggio.... Hanno veduto la Luce, il nonnino, la nonnina; dicono che sono morti ma che stanno bene.... TYLTYL Il nonnino però ha sempre la gamba di legno.... MYTYL E la nonnina, i reumi.... LA MAMMA Li senti?... Corri a chiamare il dottore!... IL BABBO Ma che, ma che!... Non sono mica morti, ancora.... Su, vediamo un po'.... (Bussano alla porta di casa). Avanti!... (Entra la Vicina, una vecchietta che assomiglia alla Fata del primo atto. Cammina appoggiandosi al bastone). LA VICINA Buongiorno, e buone feste a tutti!... TYLTYL La fata Beriluna! LA VICINA Vengo a chiedervi un po' di fuoco per la pentola.... Fa freschino, stamani.... Buongiorno, bambini, come va?... TYLTYL Signora Fata Beriluna, non l'ho mica trovato, sa, l'Uccellino Azzurro.... LA VICINA Che cosa dice?... LA MAMMA Oh, stia zitta, signora Berlingot!... Non sanno più quel che dicono.... Fanno così da quando si sono svegliati.... Devono aver mangiato qualcosa di cattivo.... LA VICINA Come, Tyltyl, non riconosci più la comare Berlingot, la tua vicina di casa?... TYLTYL Sì, signora.... Lei è la Fata Beriluna.... Non è mica in collera con noi, spero?... LA VICINA Beri.... come?... TYLTYL Beriluna.... LA VICINA Berlingot, vuoi dire, Berlingot.... TYLTYL Beriluna, Berlingot, come vuol lei, signora.... Ma Mytyl sa benissimo che.... LA MAMMA Questo è il male, che anche Mytyl.... IL BABBO Via, via!... Passerà. Ora ci penso io, con qualche buon scapaccione.... LA VICINA Lasciate andare, non vale la pena.... Me ne intendo, io: si tratta di un sognaccio.... Avranno dormito sotto un raggio di luna.... Anche la mia bambina, che è tanto malata, spesso è così ... LA MAMMA A proposito, come sta la vostra bambina?... LA VICINA Così così.... Non può alzarsi dal letto.... Il dottore dice che sonò i nervi.... Ma io lo so, che cosa la farebbe guarire.... Me Io chiedeva anche questa mattina, per regalo di Natale; è una sua idea fissa.... LA MAMMA Sì, lo so, vorrebbe l'uccellino di Tyltyl.... Ebbene, Tyltyl, non vuoi proprio deciderti a regalarlo a quella povera piccina?... TYLTYL Che cosa, mamma?... LA MAMMA Il tuo uccellino.... Per quello che te ne fai.... Non lo guardi nemmeno più.... E lei da tanto tempo si strugge dalla voglia di averlo!... TYLTYL Già, è vero, il mio uccellino.... Dov'è?... Ah, ecco la gabbia!... Vedi la gabbia, Mytyl?... È quella che teneva in mano il Pane.... Sì, sì, è proprio quella; ma dentro c'è un uccellino solo.... E l'altro?... Che l'abbia mangiato il Pane?... Guarda, guarda!... È azzurro!.... Ma è proprio la mia tortorella!... Oh, come mai è tanto più azzurra di quello che era prima che partissi?... Ma è l'Uccellino Azzurro, Mytyl! È l'Uccellino Azzurro che abbiamo tanto cercato!... Siamo andati tanto lontani, e invece era qui!... Che cosa strana!... Mytyl, lo vedi, MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 16 l'uccellino? Chi sa che casa direbbe la Luce!... Voglio tirar giù la gabbia.... (Sale su di una sedia, e, staccata la gabbia dal chiodo, la porge alla Vicina). Ecco, prenda, signora, Berlingot.... Non è ancora proprio tutto azzurra; ma diventerà, vedrà.... Lo porti, lo porti subito alla sua bambina.— LA VICINA Come?... Davvero?... Me lo, dài, così a un tratto, e per nulla?... Dio, come sarà felice la mia bambina!... (Baciando Tyltyl). Ecco un bacio.... Scappo!... Scappo subito dalla mia bambina!... TYLTYL Sì, si, vada, presto; non vorrei che nel frattempo mutasse di colore.... LA VICINA Tornerò a raccontarti quel che avrà detto.... (Esce). TYLTYL (dopo essersi guardato lungamente intorno) Babbo, mamma; ma che cosa avete fatto, alla casa?... È la stessa di prima, sì; ma è tanto più bella.... IL BABBO Come, più bella?... TYLTYL Sì.... Avete ridato il colore da per tutto, rimesso tutto a nuovo; non vedete come tutto è pulito, ora, e lucido?... Non era mica così, l'anno passato.... IL BABBO L'anno passato?... TYLTYL (affacciandosi alla finestra) E la forestal... Com'è grande, com'è bella!... Non sembra più la stessa.... Ah, come si sta bene, qui!... (Aprendo la madia). Dov'è il Pane?... Curiosa! come se ne sta quieto quieto, ora, il Pane.... Ah, ecco Tylô!... Buongiorno, Tylô!... Bravo, ti sei battuto bene!... Ti ricordi, Tylô, nella foresta?... MYTYL E Tylette?... Guarda: mi riconosce, vedi? Ma non parla più.... TYLTYL Senta, signor Pane.... (Toccandosi la fronte). Oh bella, e il Diamante?... Non l'ho più... Chi mi ha preso il mio cappellino verde?... Poco male; non ne ho più bisogno.... Ah, ecco il Fuoco!... È buono, il Fuoco!... Crepita e ride per far arrabbiare l'Acqua.... (Correndo verso la fontanella). E l'Acqua?... Buongiorno, Acqua!... Che cosa dice?... Parla ancora, come prima, ma non mi riesce più di capire che cosa dice.... MYTYL E lo Zucchero? Non c'è più.... TYLTYL Dio, Come sono felice, felice, felice!... MYTYL Anch'io! Anch'io.... LA MAMMA Ma perchè vanno intorno a questo modo come due trottole?... IL BABBO Lascia stare, non preoccupartene. Giuocano a essere felici.... TYLTYL Io volevo bene alla Luce più che a tutti.... Dov'è la sua lampada?... Posso accenderla?... (Guardandosi ancora intorno). Dio, come è bella ogni cosa qua dentro, e come sono contento! (Bussano alla porta). IL BABBO Avanti! (Entra la Vicina, tenendo per la mano una bambina maravigliosamente bionda e bella, che stringe fra le braccia la tortorella di Tyltyl). LA VICINA Guardate che miracolo!... LA MAMMA Ma come!... Cammina?... LA VICINA Sì, cammina!... Anzi corre, balla, vola!... Appena ha veduto l'uccello è corsa in un balzo alla finestra per assicurarsi, alla luce, se fosse veramente la tortorella di Tyltyl.... E poi giù come un razzo, nella strada?... Volava che pareva un angelo.... Potevo appena tenerle dietro.... TYLTYL (avvicinandosi, meravigliato) Oh, come somiglia alla Luce!... MYTYL È molto più piccola, però.... TYLTYL È vero!... Ma crescerà.... LA VICINA Che cosa dicono?... Non stanno ancora bene, a quanto pare?... LA MAMMA Stanno meglio, ora passerà.... Quando avranno mangiato, saranno belle guariti.... LA VICINA (spingendo la piccina fra le braccia di Tyltyl) Va', dunque, piccina mia, va' a dire grazie a Tyltyl.... (Tyltyl, improvvisamente intimidito, si ritrae). LA MAMMA Perchè, Tyltyl? Che hai?... Hai paura della bambina?... Via, dalle un bacio.... Un bacio grosso grosso.... Non così.... Sei tanto ardito per solito!.. Ancora un altro, via.... Ma che hai?... Sei lì li per piangere.... (Tyltyl, dopo aver baciato goffamente la piccina, rimane un momento ritto dinanzi a lei, e i due bambini si guardano senza dirsi nulla. Poi Tyltyl, accarezzando l'uccellino): TYLTYL Ti pare che sia abbastanza azzurro?... LA BAMBINA Si, sì, sono tanto contenta.... TYLTYL Io però ne ho veduti di quelli molto più azzurri.... Ma quelli che sono proprio azzurri, sai, per quanto si faccia, non si riesce a prenderli.... LA BAMBINA Non importa; questo qui è molto bello.... TYLTYL Gli hai dato da mangiare?... LA BAMBINA Non ancora.... Che cosa mangia?... TYLTYL Mangiai di tutto: grano, pane, orzo, cicale.... LA BAMBINA E come fa, dimmi, a mangiare?... TYLTYL Mangia col becco. Guarda, ora ti faccio vedere.... (sta per prendere l'uccello dalle mani della bambina; questa si oppone, istintivamente, e la tortorella, approfittando di quel momento, si libera dalla stretta e vola via). LA BAMBINA (gettando un grido disperato) Mamma ! Mamma! È fuggito via!... (Scoppia in singhiozzi). TYLTYL Non è niente.... Non piangere.... Lo riacchiapperò.... (Andando verso la ribalta e indirizzandosi al pubblico). Se qualcuno trovasse per caso l' Uccellino Azzurro, vorrebbe far il piacere di rendercelo?... Ne avremo bisogno un giorno per poter essere felici.... CALA LA TELA. FINE.

Ma da che la vita, brutale e materiale ha assopito in noi la voce della poesia, ha chiuso i nostri occhi agli aspetti della bellezza, ha consumato in una vana ed affannosa lotta terrestre e quotidiana i nostri spiriti e i nostri istinti migliori, noi abbiamo disimparato a riconoscere l'anima delle cose che ci sono più vicine, la poesia del creato che è a portata della nostra mano, ed anche quando siamo pronti a sognare e ad invocare i più lontani paradisi, sembriamo ignorare i profumi del nostro giardino e chiuder l'orecchio all'amore che mormora più presso al nostro cuore. «Come son curiosi gli uomini! - dice Maeterlinck - Da quando le fate son morte essi non ci vedono più affatto e non se ne accorgono nemmeno!» Noi siamo infatti dei ciechi, per il poeta, noi che non sappiamo più vedere l'anima delle cose e riconoscere la bellezza e lo spirito in ogni cosa. Ogni cosa della vita, sembri pure informe o inanimata - egli ci dice invece - ha una voce, ha un' anima ed una bellezza, che bisogna imparare a discernere e ad intendere, che bisogna apprendere a personificare. Ecco qui nell'Oiseau bleu, personificata l'anima della luce, del pane, del fuoco, dell'acqua, degli alberi, degli animali. Tutto parla, tutto si muove, tutto s'appassiona e deve appassionare nel mondo. Non ci sono pietre preziose e pietre non preziose. «Tutte le pietre sono simili, tutte le pietre sono preziose». Dove parla lo spirito dell'uomo, la natura, animale o vegetale, parla intorno a lui, parla a lui. Che l'uomo si volga intorno e interroghi, e il mondo risponderà. Batta a tutte le porte, anche alle più ignote, tenebrose, spaventose e gli sarà aperto. Chieda la luce e, poichè la luce s'è fatta compagna dell'uomo, si è posta dalla parte dell'uomo, la luce sarà. Anche la più tenebrosa e spaventosa porta della Notte s'apre, infine, sul più meraviglioso dei giardini, sul giardino in cui gli uccellini azzurri, a miriadi, formano quasi un velario di luce azzurra, volando di raggio di luna in raggio di luna. Che dite? La morte? Il tenebrore e l'orrore freddo della morte? Ma non ci sono morti, non esiste la morte, tutto è vivo al di là come al di qua. Chi può mai parlare, chi ha mai parlato di morte? Tyltyl e Mytyl s'accorgono presto che i morti sono vivi, sono sempre vivi. Basta che qualcuno pensi a loro, basta che qualcuno li ricordi, perchè essi tornino a vivere felici. - Che cosa vuol mai dire la morte? - chiedono i morti. «Ogni volta che pensate a noi ci risvegliamo e vi rivediamo!» Quando si aprono le tombe nel freddo cimitero del regno di Tyltyl e di Mytyl, i fanciulli vedono uscirne, invece di gelidi e grami spettri, una luminosa e musicale fioritura di esseri vivi. «Dove sono i morti? - si domandano l'un l'altro. - Non ci sono morti!» L'Oiseau bleu è la fiaba della realtà che è poetica quanto il sogno e bella quanto il sogno, è la fiaba dell'ottimismo maeterlinckiano. Eppure questo uccellino azzurro, che è il segreto della felicità e delle cose, Tyltyl e Mytyl non lo trovano in nessun regno, in nessun cielo, in nessuna foresta, in nessun cimitero. L'uccellino azzurro non esiste, non esiste o cambia di colore e muore quando lo si è trovato e imprigionato in una gabbia. L'ideale dunque, la felicità dunque, non sono di questo mondo e neppure dell'altro mondo. Si ha voglia di viaggiare per paradisi ed inferni, anche dietro alle fate più miracolose, anche muniti dei talismani più preziosi; il nostro più bel sogno non si avvera mai, balena per sfuggirci, s'illumina per adeguarsi al nostro più triste e quotidiano orizzonte, per morire tra le nostre mani ghiacce dopo aver aleggiato per un tratto fuori dalla nostra calda fantasia. È vero, ma fino ad un certo punto. Riaccompagnate a casa, nella loro povera casa paterna, nitida e pura, Tyltyl e Mytyl. Come è più bella, ai loro occhi, la loro casa, dopo che essi hanno aperto il cuore al loro gran sogno ed han tanto peregrinato per le vie dell'ideale! Il babbo e la mamma sono più giovani e più buoni, le pareti sono più lucide e accoglienti, i mobili più belli e più lustri. Sono gli stessi, ma sono così diversi! Tutto è lo stesso e tutto è così diverso e l'uccellino azzurro è lì, dentro casa. Sono andati a cercarlo così lontano, in mezzo a tanti miracoli, a tanti prodigi, a tante paure e tante lotte e l'avevano lì in casa, era la tortora di casa, così azzurra, perchè, insomma, la felicità è vicina a noi, è dentro di noi, la felicità è nel contentarci di quello che abbiamo, nel saper vedere il bello e il buono di quello che la provvidenza ci ha dato, nel saper tenere gli occhi e il cuore aperti ad accogliere la bontà e la bellezza di tutte le cose, nel mettere la nostra poesia in tutte le cose. è proprio questa l'ottimismo dell'Oiseau bleu ed è un tale ottimismo, la morale e l'insegnamento, di questa favola così vera.

Abbiamo ben altro e di meglio da fare.... Non manca più che il Pane. Dove sarà?... IL CANE Non la finiva più di far storie nello scegliere il suo costume.... IL Fuoco Vale la pena davvero, con quell'aria idiota, e quel pancione!... IL CANE Finalmente si è deciso per un costume alla turca, guarnito di pietre preziose, con scimitarra e turbante.... LA GATTA Eccolo!... Si è messo il più bel vestito di Barbablu.... (Entra il Pane, nel costume ora descritto. Il vestito di seta si chiude a fatica sul ventre enorme. Tiene la destra sull'impugnatura, della scimitarra infilata nella cintura, e con la sinistra regge la gabbia destinata all'Uccellino Azzurro). IL PANE (pavoneggiandosi) Dunque?... Che ve ne pare?... IL CANE (saltellando intorno al Pane) Com'è bello! Com'è sciocco! Com'è bello! Com'è bello!... LA GATTA (al Pane) I bambini sono vestiti?... IL PANE Sì. Il signorino Tyltyl si è messa la giubba rossa, le calze bianche e i calzoncini celesti di Puccettino. La signorina, Mytil, il vestito di Grethel e le babbucce di Cenerentola.... Ma la cosa più difficile è stata di vestire la Luce !... LA GATTA Perchè?... IL PANE Perchè la Fata diceva che, così bella come era, si sciupava a vestirla!... Allora io ho protestato in nome della nostra dignità di elementi essenziali ed altamente rispettabili; e ho finito per dichiarare che se non si vestiva mi sarei rifiutato di uscir con lei. IL Fuoco Bisognava comprarle un paralume!... LA GATTA E la Fata, che cosa ha risposto?... IL PANE Mi ha dato delle bastonate sulla testa e sul ventre.... LA GATTA E allora?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 4 IL PANE Allora, mi son lasciato subito persuadere. Ma all'ultimo momento la Luce si è decisa per il vestito «color di luna» che era in fondo al cofano che contiene i tesori di Pelle d'Asino.... LA GATTA Via! Abbiamo chiacchierato abbastanza; il tempo stringe.... Si tratta del nostro avvenire.... Avete sentito quel che ha detto la Fata? La fine di questo viaggio segnerà pure la fine della nostra esistenza.... Bisogna dunque prolungarlo il più possibile e con ogni mezzo.... Ma non basta dobbiamo pensare alla sorte della nostra razza e al destino dei nostri figli.... IL PANE Bene! Bene!... La Gatta ha ragione!... LA GATTA Ascoltatemi.... Noi tutti qui presenti, animali, cose ed elementi, possediamo un'anima che l'uomo non conosce ancora. Per questo conserviamo tuttora un resto d'indipendenza; ma se egli riesce a trovare l'Uccellino Azzurro, saprà tutto, vedrà tutto, e saremo completamente in sua balìa.... La mia vecchia amica la Notte, che è al tempo stesso la custode dei misteri della Vita, me lo diceva poco fa.... Dobbiamo dunque impedire in ogni modo che si trovi l'Uccellino Azzurro, a costo anche della vita dei bambini.... IL CANE (indignato) Che cosa dice?... Ripetile, che non ho sentito bene! IL PANE Silenzio!... Non avete la parola!... Presiedo io l'Assemblea.... IL Fuoco Chi vi ha nominato Presidente?... L'ACQUA (al Fuoco) Silenzio!... Di che cosa v'immischiate?... IL Fuoco Io faccio il mio dovere.... Non voglio osservazioni da voi.... Lo ZUCCHERO (in tono conciliante) Permettete.... Non bisticciamoci.... L'ora è grave. Dobbiamo anzitutto metterci d'accordo sulle decisioni da prendere.... IL PANE Sono interamente del parere dello Zucchero e della Gatta.... IL CANE Che sciocchezze!... L'Uomo è l'Uomo, e basta! ... Dobbiamo obbedirgli e fare tutto quello che vuole!... Questa è la sola verità?... Io non conosco che lui!... Viva l'Uomo!.. Per la vita, per la morte, tutto per l'Uomo!... L'Uomo è dio!... IL PANE Sono in tutto d'accordo col Cane. LA GATTA (al Cane) Ma bisogna dare delle buone ragioni.... IL CANE Non ci sono ragioni! Amo l'Uomo, e basta!... E se osate congiurare contro di lui, prima vi strozzerò, e poi gli rivelerò ogni cosa.... Lo ZUCCHERO (con dolcezza) Scusate.... Non inveleniamo la discussione.... Da un certo punto di vista avete ragione tutti e due.... C'è il prò e il contro.... IL PANE Sono interamente d'accordo con lo Zucchero!... LA GATTA Non siamo forse noi tutti, Acqua, Fuoco, e anche voi, Pane e Zucchero, vittime di una tirannia senza, nome?... Ricordate il tempo in cui, prima della venuta del despota, potevamo liberamente vagabondare sulla faccia della, Terra?... L'Acqua e il Fuoco erano i soli padroni del mondo; e ora, guardate come sono ridotti!... In quanto a noi, meschini discendenti dei grandi animali da preda.... Zitti!... Facciamo finta di nulla.... vedo avvicinarsi, la Fata e la Luce... La Luce si è posta dalla parte dell' Uomo: è la nostra peggiore nemica.... Eccole.... (Entrano da destra la Fata e la Luce, seguite da Tyltyl e Mytyl). LA FATA Ebbene?... Che c' è di nuovo?... Che cosa fate lì in quel cantuccio?... Sembrate tanti cospiratori.... È ora di mettersi in cammino.... La Luce sarà la vostra guida.... Voi obbedirete a lei come obbedireste a me; e a lei affido la mia bacchetta.... I bambini andranno stasera a trovare i nonni morti.... Voi, per discretezza, non li accompagnerete.... Passeranno la serata in seno alla loro famiglia defunta.... Nel frattempo preparerete tutto quanto occorre per la tappa di domani, che sarà lunga.... Su, in piedi; andiamo, e ognuno al proprio posto!... LA GATTA (con ipocrisia) Stavo dicendo per l'appunto questo, signora Fata.... Li esortavo a compiere coscienziosamente e coraggiosamente il loro dovere. Ma il Cane purtroppo m'interrompeva sempre.... IL CANE Che cosa dice?... Aspetta, aspetta!... (sta per slanciarsi sulla Gatta, ma Tyltyl, che se n' è accorto, lo ferma con un gesto minaccioso). TYLTYL A cuccia, Tylô!... Bada: se osi un'altra volta sola di.... IL CANE Mio piccolo dio, tu non sai; è lei che.... TYLTYL (minaccioso) Zitto!.. LA FATA Via, finiamola!... Il Pane, stasera, consegnerà la gabbia a Tyltyl.... Potrebb'essere che l'Uccellino Azzurro si nascondesse nel Passato, dai nonni.... In ogni modo conviene cercare anche là... Ebbene, Pane, dov'è la gabbia? IL PANE (con solennità) Un momento, prego, signora Fata.... (Col tono di un oratore che prende la parola). Voi tutti siete testimoni che questa gabbia d'argento, che mi fu affidata da.... LA FATA (interrompendolo) Basta!... Non facciamo frasi.... Usciremo da questa parte, mentre i bambini usciranno da quell'altra.... TYLTYL (con inquietudine) Andremo soli?... MYTYL Ho fame!... TYLTYL Anch'io!... LA FATA (al Pane) Apri un pro' il tuo vestito alla Turca, e dài loro una fetta del tuo buon ventre.... (Il Pane si apre il vestito, sfodera la scimitarra, e taglia dal suo pancione due fette di pane che offre ai, bambini). Lo ZUCCHERO (avvicinandosi ai bambini) Permettetemi di offrirvi un po' di zucchero filato.... (spezza l'una dopo l'altra le cinque dita della sua mano sinistra, e le offre ai bambini). MYTYL Che cosa fa?... Si rompe tutte le dita!... Lo ZUCCHERO (modestamente) Assaggiatele, sono squisite.... Dei veri zuccherini!... MYTYL (succhiando uno dei diti) Dio, com'è buono!... Ne hai molti?... Lo ZUCCHERO (c. s.) Sì, quanti ne voglio.... MYTYL Senti molto male a spezzarti le dita così?... Lo ZUCCHERO No, affatto.... Anzi, è una gran bella cosa; rispuntano subito, é così ho sempre le dita pulite e nuove.... LA FATA Via, bambini, non mangiate troppo zucchero.... Ricordatevi che fra poco cenerete dai nonni.... TYLTYL Son qui, i nonni?... LA FATA Li vedrete or ora.... TYLTYL Come faremo a vederli, se sono morti?... LA FATA Ti par possibile che sieno morti veramente, se vivono così nel vostro ricordo?... Gli uomini non conoscono questo segreto, perchè conoscono ben poche cose!... Tu invece, grazie al Diamante, vedrai fra poco che i morti dei quali serbiamo il ricordo vivono felici come se non fossero morti.... TYLTYL La Luce viene con noi?... LA LUCE No, è meglio che siate in famiglia, senza nessun altro.... Io vi aspetterò qui vicino, per non aver l'aria d'essere indiscreta.... Non sono stata invitata.... TYLTYL Da che parte andiamo?... LA FATA Di qua.... Eccovi sulla soglia del Paese del Ricordo. Appena avrai girato il Diamante, vedrai un cartello attaccato al tronco di un albero molto alto e capirai che sei arrivato.... Ma non dimenticate che dovete esser di ritorno tutti e due alle otto e tre quarti... è una cosa molto importante.... Mi raccomando, siate puntuali.... Andrebbe a monte ogni cosa, se tardaste.... A rivederci presto.... (Chiamando la Gatta, il Cane, la Luce, ecc.). Passate di qua, voi.... E i bambini di là (Esce da destra con la Luce; gli animali, ecc. mentre i bambini escono da sinistra). CALA LA TELA.

Mytyl, abbiamo appena il tempo di andare.... NONNA TYL Via, restate ancora un minuto.... Non brucia mica la casa.... Ci vediamo così di rado.... TYLTYL È impossibile.... La Luce è tanto buona.... E le ho promesso.— Andiamo, Mytyl, andiamo.... NONNO TYL Dio, come sono noiosi i Vivi con tutte le loro faccende e le loro agitazioni!... TYLTYL (prendendo la gabbia e abbracciando tutti in gran fretta) Addio, nonnino.... Addio, nonnina.... Addio fratellini, sorelline, Pierino, Roberto, Paolina, Maddalena, Entrichetta!... E addio anche a te Kikì!... Non possiamo proprio trattenerci di più.... Non piangere, nonnina, torneremo spesso.... NONNA TYL Tornate ogni giorno!... TYLTYL Sì, sì !... Torneremo più spesso che sia possibile.... NONNA TYL È la nostra sola gioia, è una festa per noi quando venite a trovarci col vostro pensiero!... NONNO Tu, Non abbiamo altre distrazioni.... TYLTYL Presto, presto!... Datemi la gabbia! NONNO TYL (porgendogli la gabbia) Eccola!... In quanto all'uccello, però, non garantisco nulla: se il colore non è buono.... TYLTYL Addio! Addio!... I FRATELLINI E LE SORELLINE Addio, Tyltyl!... Addio, Mytyl!... Ricordatevi dello zucchero filato!... Addio!.. Tornate!... Tornate presto!... (Tutti agitano i fazzoletti, mentre Tyltyl e Mytyl si allontanano lentamente. Ma già durante le ultime battute la nebbia si era gradatamente fatta più densa, e il suono delle voci si era affievolito: in modo che alla fine della scena tutto sparisce nel fitto della nebbia. Quando sta per calare il sipario, si scorgono ai piedi della quercia soltanto Tyltyl e Mytyl). TYLTYL Passiamo di qua, Mytyl.... MYTYL Dov'è la Luce?... TYLTYL Non lo so.... (guardando l'uccello dentro la gabbia). Oh bella!... L'uccellino non è più azzurro!... È diventato nero!... MYTYL Dàmmi la mano, fratellino.... Ho tanta paura.... Ho tanto freddo.... CALA LA TELA.

TYLTYL Abbiamo dell'erba, si, ma però non canta.... MYTYL Tyltyl ha un uccellino.... TYLTYL Sì: ma non lo posso dare.... LA FATA Perchè?... TYLTYL Perchè è mio. LA FATA È un'ottima, ragione, di certo. E dov'è quest'uccellino?... TYLTYL (additando la gabbia) Nella gabbia.... LA FATA (inforcando le lenti per osservare l'uccello) Non lo voglio; non è abbastanza azzurro. Bisognerà che andiate a cercarmi voi l'uccellino di cui ho bisogno. TYLTYL Ma io non so dov'è.... LA FATA Neppur io. Appunto per questo bisogna andar a cercarlo. Posso, a rigore, fare a meno dell'erba che canta; ma all'Uccellino Azzurro non posso assolutamente rinunziare. Ne ho bisogno per la mia bambina, che è malata. TYLTYL Che cos'ha?... LA FATA Non si capisce bene: vorrebbe essere felice.... TYLTYL Ah!... LA FATA E voi, sapete chi sono io?... TYLTYL Somigliate un poco alla nostra vicina di casa, la signora Berlingot.... LA FATA (sdegnata) Neppure per idea.... Non c'è nessuna somiglianza fra noi due.... Impertinente! Io sono la Fata Beriluna.... TYLTYL Oh! Davvero?... LA FATA Bisognerà partire subito. TYLTYL Verrai con noi, non è vero?... LA FATA No, non posso. Ho messo stamani la pentola al fuoco, e se sto via più di un'ora dà subito di fuori.... (Additando successivamente il soffitto, il focolare e la finestra). Volete uscire di su, di là, o di costà? TYLTYL (mostrando timidamente la porta) Non potrei uscire di lì?... LA FATA (inquietandosi di nuovo) È impossibile! È una bruttissima abitudine. (Accennando alla finestra). Usciremo di là.... Ebbene?... Che cosa aspettate?... Vestitevi subito.... (I bambini obbediscono e si vestono lesti lesti). Aiuterò io Mytyl.... TYLTYL Non abbiamo scarpe.... LA FATA Non importa. Vi darò io un cappellino meraviglioso. Dove sono i vostri genitori?... TYLTYL (mostrando l'uscio a destra) Sono di là; dormono.... LA FATA E i vostri nonni?... TYLTYL Sono morti.... LA FATA E i vostri fratellini e le vostre sorelline?.. Ne avete?... TYLTYL Sì, sì, abbiamo tre fratellini.... MYTYL E quattro sorelline.... LA FATA Dove sono?... TYLTYL Sono morti anche loro.... LA FATA Vi farebbe piacere di rivederli?... TYLTYL Oh sì!... Subito!... Fammeli vedere subito!... LA FATA È facile a dirsi.... Ma guardate che bella combinazione: potrete vederli passando dal Paese del Ricordo, che si trova appunto sulla strada per andare dall'Uccellino Azzurro. Subito a sinistra, dopo il terzo crocicchio. Che cosa stavate facendo quando ho bussato?... TYLTYL Si giocava a mangiare i pasticcini.... LA FATA Avete dei pasticcini?... Dove sono?... TYLTYL Sono nel palazzo dei bambini ricchi.... Vieni a vedere com'è bello!... (Trascina la Fata verso la finestra). LA FATA (guardando dalla finestra) Ma son quegli altri che li mangiano!... TYLTYL È lo stesso, poichè possiamo stare a guardarli.... LA FATA Non sei stizzito con quei bambini?... T YLTYL Perchè?... LA FATA Perchè mangiano tutto loro.... Dovrebbero vergognarsi di non darne un pochino anche a te.... TYLTYL Ma che! È naturale. Loro sono ricchi.... Com'è bella quella casa, non è vero?... LA FATA Non è mica più bella della tua. TYLTYL Oh! Come puoi fare a dirlo!... La nostra è più buia, più piccola, e poi non ci sono dolci.... LA FATA Eppure è eguale a quella lì, ti assicuro. Ma tu non ci vedi bene... TYLTYL Sì, sì, ci vedo benissimo!... Ho gli occhi buoni, io!... Posso distinguere perfino l'ora all'orologio della chiesa, che il babbo non si sogna neanche di vedere.... LA FATA (inquietandosi) E io ti ripeto che non ci vedi!... Sentiamo: come mi vedi, me?... Come sono fatta?... (Tyltyl tace, imbarazzato). Rispondi dunque! Voglio sapere se ci vedi bene.... Sono bella o brutta?... (Tyltyl continua a tacere, sempre più imbarazzato). Non mi vuoi rispondere?... Sono giovane o vecchia?... Ho la pelle rosea o la pelle gialla?... Ti pare forse ch'io abbia la gobba?... TYLTYL (con tono conciliante) No, no, appena appena.... LA FATA Dalla tua espressione si direbbe che ce l'abbia, e molto grossa, anche!... E il naso? Ho forse il naso a uncino, e un occhio solo?... TYLTYL No, non dico questo.... Ma come hai fatto a perdere l'occhio? LA FATA (sempre più stizzita) Non l' ho perduto niente affatto!.. Insolente! Mascalzone!... È anzi più bello dell'altro; più grande, più luminoso, azzurro come il cielo.... E i miei capelli, li vedi bene? Non sono forse biondi come il grano maturo?... Non sembrano oro puro?... La testa mi pesa da tanti che ne ho.... Scappano fuori da tutte le parti.... Non li vedi qui fra le mie mani?... (Mostra due misere ciocche di capelli grigi). TYLTYL Sì, ne vedo infatti qualcuno.... LA FATA (indignata) Qualcuno!... Vuoi dire una massa, un'onda, un fiume d'oro!... Lo so, c'è chi dice che non ne vede punti; ma tu non sei, spero, uno di quei cattivi.... e ciechi? TYLTYL No, no, vedo benissimo tutti quelli che non sono nascosti.... LA FATA Bisogna saper vedere anche gli altri, con lo stesso coraggio!... Curiosi, gli uomini!... Da quando sono morte le fate non ci vedono più, e non se ne accorgono nemmeno.... Fortuna che mi porto sempre dietro tutto quanto occorre per rianimare gli occhi spenti.... Guarda un po' che cosa tiro fuori dalla borsa!... TYLTYL Oh che bel cappellino verde!... Che c' è sulla coccarda, che brilla tanto? LA FATA È il grande diamante che fa vedere..., TYLTYL Ah!... LA FATA Sì: quando ci si mette il cappello in capo, si gira un poco il diamante, da destra a sinistra, per esempio. Così, vedi?... Il diamante preme allora sopra un bernoccolo della testa che nessuno sa di avere, e che fa aprire gli occhi.... TYLTYL Fa male?... LA FATA Ma che!... È fatato.... Allora si vede subito quello che si nasconde dentro alle cose: l'anima del pane, per esempio; del vino, del pepe.... MYTYL Si vede anche l'anima dello zucchero? LA FATA (inquietandosi) Naturalmente!... Perché fai queste domande inutili?... E poi, come se l'anima dello zucchero fosse più interessante di quella del pepe.... Ecco, vi ho dato tutto quello che avevo per aiutarvi a trovare l'Uccellino Azzurro.... Lo so: forse l'Anello-che-rende-invisibile o il Tappeto- Volante vi sarebbero più utili.... Ma ho perduto la chiave dell' armadio nel quale li avevo riposti.... Ah, dimenticavo.... (mostrando il diamante). Vedi: tenendolo così, e facendolo girare un po' più, si rivede il passato..... Un pochino di più ancora, e si vede l'avvenire.... È una cosa curiosa e pratica e non fa punto rumore.... TYLTYL Il babbo me lo prenderà.... LA FATA No, perchè non lo vedrà. Nessuno lo potrà vedere finchè l'avrai sul capo tu.... Vuoi provare ?... (Mette in testa a Tyltyl il cappellino verde). Ora, gira il diamante.... Un giro, e poi.... (Appena Tyltyl gira il diamante, ogni cosa a un tratto si trasforma come per prodigio. La vecchia fata diventa una bellissima principessa; le pietre con le quali sono costruiti i muri della capanna s'illuminano, brillano di una luce azzurrina, diventano trasparenti, scintillano, abbagliano come se fossero pietre preziose. I mobili poverissimi si animano e luccicano. La rozza tavola di legno bianco assume l'aspetto nobile e grave di una tavola di marmo. Il quadrante dell'orologio occhieggia e sorride allegramente, mentre lo sportello della cassa dentro la quale il pendolo oscilla, si schiude per lasciar scappare fuori le ore, che tenendosi per la mano e ridendo pazzamente si mettono a danzare al suono di una musica deliziosa. Naturale sorpresa, mista a spavento, di Tyltyl, il quale, mostrando le Ore, esclama): TYLTYL Chi sono tutte quelle belle signore? LA FATA Non aver paura: sono le ore della tua vita, felici di esser libere e di lasciarsi vedere un momento.... TYLTYL E perchè le pareti sono così lucenti? Sono forse di zucchero oppure di pietre preziose? LA FATA Tutte le pietre sono eguali, tutte le pietre sono preziose. Ma l'uomo ne vede soltanto alcune.... (Nel frattempo la scena magica si svolge completandosi. Le anime dei Pani tondi da quattro libbre, sotto l'aspetto di omìni in maglia color crosta di pane, sbalorditi e infarinati, sbucano fuori dalla madia e si mettono a saltellare intorno alla tavola. Li raggiunge il Fuoco, il quale, guizzato fuori dal focolare con una maglia gialla e rossa, li rincorre torcendosi dalle risa). TYLTYL Chi sono quei brutti omìni? LA FATA Gente da poco. Sono le anime dei Pani Tondi da quattro libbre che approfittano del Regno della Verità per uscir fuori dalla madia dove stavano un po' ristretti.... TYLTYL E quel diavolone rosso che ha cattivo odore?... LA FATA Ssst!... Non ti far sentire. È il Fuoco.... Ha un caratteraccio!... (Durante questo dialogo la scena magica continua a svolgersi. Il Cane e la Gatta, raggomitolati ai piedi dell'armadio, gettano simultaneamente un grido e spariscono in una botola. In loro vece compaiono due personaggi, l'uno dei quali porta una maschera di can mastino e l'altro una testa di gatta. Subito dopo l'omìno dalla maschera di mastino - che d'ora innanzi chiameremo Cane - si precipita su Tyltyl, lo abbraccia violentemente e lo copre di carezze impetuose; mentre la donnina dalla maschera di gatta - che per semplificare chiameremo Gatta - si avvicina a Mytyl, dopo essersi ravviati i capelli, lavate le mani e lisciati i baffi). IL CANE (urlando, saltando, buttando tutto all'aria, dando noia a tutti) Mio piccolo dio!... Buongiorno, buongiorno, mio piccolo dio!... Finalmente, finalmente posso parlare!... Avevo tante cose da dirti!... Avevo un bell'abbaiare e scodinzolare!... Tu non capivi.... Ma ora!... Buongiorno! buongiorno! ... Come ti voglio bene!... Come ti voglio bene!... Vuoi che faccia qualche cosa di straordinario?... Vuoi che mi metta a camminare sulle mani d che balli sulla corda?... TYLTYL (alla Fata) Chi è questo signore con la testa di cane? LA FATA Non vedi? È l'anima di Tylô, da te liberata or ora.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 3 LA GATTA (avvicinandosi con prudenza a Mytyl e porgendole cerimoniosamente la mano) Buongiorno, signorina,.... Come siete bella stamani!... MYTYL Buongiorno, signora.... (alla Fata) Chi è?... LA FATA Non indovini?... È l'anima di Tylette che ti porge la mano.... Su, via, dàlle un bacio.... IL CANE (dando uno spintone alla Gatta) Anch'io!... Voglio abbracciare il piccolo dio!... Voglio abbracciare la bimba! Voglio abbracciare tutti! Bene!... Come ci divertiremo!... Voglio far paura a Tylette.... Bau! Bau! Bau!... LA GATTA Signore, non ho il piacere di conoscervi. LA FATA (minacciando il Cane con la sua bacchetta) Sta' fermo, tu; se no ti faccio rientrare nel silenzio fino alla fine dei tempi.... (Nel frattempo la scena magica continua a svolgersi. L'Arcolaio in un angolo si è messo a girare vertiginosamente dipanando dei meravigliosi raggi di luce. Dall'altra parte la Fontanella si mette a cantare con voce acutissima, e, trasformandosi in fontana luminosa, inonda l'acquaio di un torrente di perle e di smeraldi dove si getta l'anima dell'acqua, simile a una fanciulla scapigliata, grondante di pioggia, e tutta in lacrime. Essa si azzuffa subito col Fuoco). TYLTYL E quella signora tutta bagnata?... LA FATA Non temere. È l'Acqua, che scappa fuori dalla cannella.... (Il Bricco del latte si rovescia, cade in terra, si spezza. Dal latte sparso s'inalza una figura alta, bianca e pudica, che ha l'aria di aver paura di tutto). TYLTYL E quella signora in camicia, così spaurita?... LA FATA È il Latte che ha rotto il suo bricco.... (Il Pan di zucchero posato ai piedi dell'armadio cresce a poco a poco e rompe l' involucro di carta, dal quale sbuca fuori un essere sdolcinato e mellifluo, vestito con una cappa mezza bianca e mezza celeste, che sorridendo beatamente si avanza verso Mytyl). MYTYL (impaurita) Chi è?... LA FATA Non vedi? È l'anima dello Zucchero!... MYTYL (rassicurata) Chi sa se avrà lo zucchero filato?... LA FATA Sì, certo; in tasca non ha che zucchero filato, e ogni dito della mano è di zucchero filato.... (La Lampada cade a terra, e appena caduta, la sua fiammella si raddrizza e si trasforma in una vergine luminosa d' incomparabile bellezza. È coperta da lunghi veli trasparenti e abbaglianti, e rimane immobile, come in estasi). TYLTYL È la Regina!... MYTYL È la Madonna!... LA FATA No, bambini miei. È la Luce. (Intanto le cazzeruole sulle mensole si mettono a girare come tante trottole. L'armadio della biancheria spalanca i suoi sportelli, e ne escono fuori stoffe magnifiche color di sole e color di luna, alle quali si uniscono dei cenci e degli stracci dall'aspetto non meno sontuoso, che scendono giù dalla scaletta del granaio. Ma a un tratto si odono tre colpi bruschi alla porta a destra). TYLTYL (spaventato) È il babbo! Ha sentito!... LA FATA Gira il diamante!... Da sinistra a destra.... (Tyltyl gira in fretta il diamante). Non così in fretta! Dio mio! È troppo tardi.... L'hai girato troppo presto.... Non faranno più a, tempo a riprendere il loro posto e avremo delle noie, ho paura.... (La Fata riappare di nuovo sotto l'aspetto di una brutta. vecchia; le pareti della capanna perdono il loro splendore, le Ore ritornano dentro all'orologio, l'Arcolaio si ferma, ecc. Ma nella fretta e nella confusione generale, mentre il Fuoco corre pazzamente intorno alla stanza in cerca del focolare, uno dei Pani Tondi da quattro libbre che non è riuscito a trovar posto nella madia, scoppia in singhiozzi urlando dallo spavento). Che cosa c'è?... IL PANE (piangendo) Non c'è più posto nella madia?... LA FATA (guardando dentro alla madia) Ma sì, ma sì.... (spingendo gli altri Pani che hanno ripreso il loro posto). Via, presto, stringetevi un po'.... (Bussano di nuovo alla porta). IL PANE (smarrito, sforzandosi invano di entrare nella madia) Non c'è rimedio.... Mi mangeranno prima degli altri! IL CANE (saltando intorno a Tyltyl) Mio piccolo dio!... Io son sempre qui!... Posso parlare ancora!... Ancora! ancora! ancora... LA FATA Come, anche tu?... Sei sempre qui?... IL CANE Ho avuto fortuna!... Non sono potuto tornare nel silenzio. La botola si è chiusa troppo presto.... LA GATTA E la mia pure.... Che cosa succederà?... Siamo forse in pericolo?... LA FATA Ecco, debbo dirvi la verità: tutti quelli che accompagneranno i due bambini, moriranno alla fine del viaggio.... LA GATTA E quelli che non li accompagneranno?... LA FATA Sopravviveranno pochi minuti.... LA GATTA (al Cane) Vieni, rientriamo nella botola.... IL CANE No, no, non voglio!... Voglio accompagnare il mio piccolo dio!... Voglio parlargli sempre!... LA GATTA Scimunito!... (Bussano di nuovo alla porta). IL PANE (piangendo a calde lacrime) Non voglio morire alla fine del viaggio!... Voglio tornar subito dentro la madia!... IL Fuoco (che nel frattempo non ha smesso un istante di correre vertiginosamente intorno alla stanza, con sibili d'angoscia) Non trovo più il focolare!... L'ACQUA (tentando invano di rientrare nella cannella) Non mi riesce più di rientrare nella, cannella!... Lo ZUCCHERO (affannandosi intorno all'involucro di carta) Ho lacerato la, carta che m'involtava... IL LATTE (linfatico e pudico) Mi hanno rotto il bricco! LA FATA Che stupidi, Dio mio!... Stupidi e vili.... Preferireste dunque di continuare a vivere in quelle brutte scatole, nelle botole o dentro alle cannelle piuttosto che accompagnare i bambini nella ricerca dell'Uccellino Azzurro?... TUTTI (eccettuati il Cane e la Luce) Sì, sì! Lo preferiamo!... Oh, la mia cannella!... La mia madia!... Il mio focolare!... La mia botola!... LA FATA (alla Luce, che contempla pensosa i resti della sua lampada infranta) E tu, Luce, che cosa ne pensi?... LA LUCE Io accompagnerò i bambini.... IL CANE (abbaiando di gioia) Anch'io!... anch'io!... LA FATA Meno male! È troppo tardi, in ogni modo, per tornare indietro. Non sta più in voi di scegliere; perciò verrete tutti con noi.... Ma tu, Fuoco, abbi cura di non avvicinarti a nessuno; e tu, Cane, non punzecchiare la Gatta e tu, Acqua, procura di star bene diritta e di non sgocciolare dappertutto.... (Si odono novamente dei colpi violenti alla porta di destra) TYLTYL (ascoltando) È il babbo, di nuovo.... Questa volta si è alzato davvero, lo sento camminare.... LA FATA Usciamo dalla finestra.... Verrete tutti a casa mia, e cercherò di vestire come si conviene gli animali e le cose.... (Al Pane) Tu, Pane, prendi la gabbia nella quale metteremo l'Uccellino Azzurro.... L'affido a te.... Presto, presto, non perdiamo tempo.... (La finestra si allunga a un tratto e si trasforma in una porta. Escono tutti, dopo di che la finestra riprende la sua forma primitiva, e si richiude come se nulla fosse. La stanza è ritornata buia, e i due lettini sono immersi nell'ombra. L'uscio a destra si schiude, e attraverso lo spiraglio fanno capolino Babbo Tyl e Mamma Tyl). IL BABBO Non era nulla, te lo dicevo.... è il grillo che canta.... LA MAMMA Li vedi?... IL BABBO Sì. Dòrmono quieti quieti.... LA MAMMA Li sento respirare.... (L'uscio si richiude). CALA LA TELA

Abbiamo molta fretta ; stiamo cercando l'Uccellino Azzurro.... Per caso, non sapreste dirci dove si è nascosto? IL GRASSO PIACERE L'Uccellino Azzurro?... Aspettate un momento.... Sì, sì, mi ricordo.... Ne ho sentito parlare molto tempo fa.... Dev'essere un uccello non commestibile.... Certo, non l'ho mai visto sulla, nostra tavola: il che significa che non è tenuto in gran conto.... Ma che ve ne importa? Abbiamo mille altre cose molto migliori.... Parteciperete alla nostra vita, vedrete tutto quello che stiamo facendo. TYLTYL Che cosa fate? IL GRASSO PIACERE Siamo sempre occupatissimi a non far nulla.... Non abbiamo un minuto di riposo.... Dobbiamo bere, dobbiamo mangiare, dobbiamo dormire.... Tutto questo ci porta via tutto il tempo disponibile.... TYLTYL È una cosa divertente ? IL GRASSO PIACERE Sì, certo.... D'altra parte, poichè non c'è altro da fare su questa Terra.... LA LUCE Ne siete, sicuri?... IL GRASSO PIACERE (indicando la Luce, a bassa voce a Tyltyl) Chi è quella giovane così maleducata?... (Durante questo dialogo, una folla di Grassi Piaceri secondari si è fatta intorno al Cane, allo Zucchero e al Pane, e li ha trascinati con sè nell'orgia. Tyltyl li scorge a un tratto fraternamente seduti a tavola con i loro ospiti, intenti a mangiare e a bere dimenandosi pazzamente). TYLTYL Ma guarda un po', Luce!... Si sono seduti a tavola!... LA LUCE Chiamali! Altrimenti andrà a finir male.... TYLTYL Tylô!... Qua, Tylô! Qua subito, hai capito?... E voi laggiù, Zucchero e Pane, chi vi ha dato il permesso di lasciarmi?... Che cosa state facendo costì, senza la mia, autorizzazione? IL PANE (con la bocca piena) Non potresti parlarci con più cortesia?... TYLTYL Come! Il Pane si permette di darmi del tu?... Ma che cosa ti passa per la testa?... E tu, Tylô?... Così si obbedisce? Svelto, qua subito, a cuccia, a cuccial... Subito, hai inteso?... IL CANE (sottovoce, dal capo della tavola) Io, quando mangio, non ci sono per nessuno, non ho orecchi per niente e per nessuno.... Lo ZUCCHERO (con tono mellifluo) Scusatemi, ma come potremmo lasciare a un tratto, senza offenderli, degli ospiti tanto cortesi?... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 11 IL GRASSO PIACERE Vedi?... Ti danno il buon esempio.... Vieni, ti aspettano.... Non ammettiamo scuse.... Ti faremo dolce violenza.... Avanti, voi tutti, Grassi Piaceri, aiutatemi.... Spingiamoli per forza verso la tavola, per obbligarli ad essere felici contro la loro stessa volontà!... (Tutti i Grassi Piaceri, con salti e grida di gioia, trascinano i bambini che tentano di divincolarsi, mentre il Riso-Sciocco afferra arditamente la Luce per la vita). LA LUCE Gira il Diamante, presto. È ora!... (Tyltyl obbedisce all'ordine della Luce, e la scena s'illumina tosto di una luce purissima, divinamente rosea, armoniosa e leggera. Gli ornamenti massicci del primo piano, i pesanti drappeggi rossi cadono e scompaiono. Al loro posto appare un fantastico e dolce giardino di sogno pieno di pace e di serenità. Qualche cosa che somiglia a un palazzo di verzura dalle armoniche prospettive nel quale tutto, dalla magnificenza del fogliame lussureggiante e luminoso, esuberante e nondimeno composto, all'ebrezza virginale dei fiori, alla fresca gaiezza delle acque scorrenti e zampillanti per ogni dove, sembra portare fino agli estremi confini dell'orizzonte l'immagine stessa della felicità. La tavola dell'orgia sprofonda nel terreno senza lasciare traccia. Al soffio luminoso che invade la scena, i velluti, i broccati, le corone dei Grassi Piaceri, nonchè le loro maschere ilari, si lacerano e cadono ai piedi dei convitati stupefatti. I quali rapidamente sgonfiano a guisa di vesciche scoppiate, si guardano l'un l'altro sbattendo gli occhi offesi dai raggi a loro ignoti; finchè, vedendosi quali sono in realtà, cioè nudi, flosci, ributtanti e compassionevoli, si mettono a urlare dallo spavento e dalla vergogna. Tra questi urli si distinguono nettamente quelli del Riso-Sciocco, che dominano tutti gli altri. Solo il Piacere-di-non- capir-nulla rimane perfettamente calmo, mentre i suoi colleghi si agitano disperatamente tentando di fuggire, di nascondersi in qualche angolo oscuro. Ma nel giardino abbagliante di luce non c'è ombra. Perciò, disperati, i più si decidono a oltrepassare il sipario minaccioso che a destra, in un angolo, chiude la caverna delle Sventure. E ogni volta che uno di essi, preso dal panico, solleva un lembo di quella tenda, dal fondo dell'antro si eleva una tempesta d'ingiurie, d'imprecazioni e di maledizioni. Il Pane, il Cane e lo Zucchero, avviliti, raggiungono il gruppo dei bambini cercando, pieni di vergogna, di nascondersi dietro di loro). TYLTYL (guardando i Grassi Piaceri che fuggono) Dio mio! Come son brutti!... Dove vanno?... LA LUCE Hanno perduto la testa, a quanto pare.... Vanno a rifugiarsi presso le Sventure, e vi rimarranno, temo, per sempre.... TYLTYL (guardandosi attorno, estatico) Oh che bel giardino! Che bel giardino!... Dove siamo?... LA LUCE Siamo sempre nello stesso luogo. Ma ora i tuoi occhi vedono oltre la cerchia consueta.... Vediamo ora la verità qual'è; e fra poco scorgeremo le anime dei Piaceri che possono sopportare la luce del Diamante. TYLTYL Com'è bello!... E che bel tempo!.. Par d'essere in estate.... Guarda! Si direbbe che qualcheduno si avvicina a noi per parlarci.... (Infatti i giardini cominciano a popolarsi di forme angeliche che sembrano uscire da un lunghissimo sonno e che scivolano graziosamente tra gli alberi. Portano vesti luminose dalle sfumature dolcissime e soavi: risveglio di rosa, sorriso d'acqua, azzurro di aurora, rugiada d'ambra, ecc.). LA LUCE Vedi? Ecco dei Piaceri amabili e singolari, dai quali potremo sapere tante cose.... TYLTYL Li conosci?... LA LUCE Sì, li conosco tutti; spesso vengo a trovarli senza che sappiano chi io sia.... TYLTYL Quanti!... Quanti!... Sbucano fuori da tutte le parti.... LA LUCE Una volta ce n'erano molti di più. Sono stati assai danneggiati dai Grassi Piaceri. TYLTYL Non importa, ne rimangono sempre abbastanza.... LA LUCE E ne vedrai tanti altri, a mano a mano che si spargerà nei giardini l'influsso del Diamante.... Vi sono sulla Terra molti più Piaceri di quel che non si creda; ma la maggior parte degli Uomini non sa scoprirli.... TYLTYL Eccone alcuni piccolini che vengono verso di noi.... Andiamo loro incontro.... LA LUCE È inutile. Quelli che più c'interessano passeranno di qui. Ci manca, il tempo di conoscere anche tutti gli altri. (Una brigata di Piaceri piccolini, ridendo e saltellando, arriva, di corsa dal fondo verdeggiante e si mette a ballare un girotondo intorno ai due bambini). TYLTYL Come sono bellini!... Chi sono? Di dove vengono?... LA LUCE Sono i Piaceri dei bambini.... TYLTYL Posso parlare con loro?... LA LUCE È inutile. Cantano, ballano, ridono, ma non sanno ancora parlare.... TYLTYL (saltellando) Buongiorno! Buongiorno! Guarda quel grassone lì, come ride!... Che belle gotine che hanno!... E come sono ben vestiti!... Sono forse tutti ricchi qui?... LA LUCE No, no. Qui, come dappertutto, sono molti più i poveri che i ricchi.... TYLTYL E dove sono i poveri?... LA LUCE Non si possono distinguere gli uni dagli altri.... Il Piacere di un bambino è sempre rivestito da ciò che di più bello esiste sulla terra e nei cieli. TYLTYL (eccitato ) Vorrei ballare con loro.... LA LUCE No, caro, non è possibile; ci manca il tempo.... Ho già visito che l'Uccellino Azzurro non e' è neanche qui.... E del resto, vedi, hanno fretta, son già scomparsi.... Non hanno tempo da perdere neanch'essi: l'infanzia è breve..... (Un'altra brigatella di Piaceri, un po' più grandi dei precedenti, si precipita nel giardino cantando a squarciagola: «Eccoli! Eccoli! Ci hanno visto! Ci hanno visto!» e si mettono a ballare intorno ai due bambini un'allegra faràndola. Quando questa è finita, colui che sembra il capo della piccola schiera si avvicina a Tyltyl porgendogli la mano). IL PIACERE Buongiorno, Tyltyl!... TYLTYL E anche lui mi conosce!... (alla Luce) Tutti mi conoscono, un po' per volta—. Chi sei?... IL PIACERE Non mi riconosci? Scommetto che non riconosci nessuno dei miei compagni?... TYLTYL (un po' imbarazzato) No... Non so, non mi ricordo di avervi mai visto.... IL PIACERE Avete sentito?.. Ne ero sicuro?... Non ci ha mai visto!... (Tutti i Piaceri scoppiano in una risata). E io invece ti dico, mio caro Tyltyl, che ci conosci, e molto bene anche!... Siamo sempre intorno a te!.. Con te mangiamo, beviamo, ci destiamo, respiriamo, viviamo!... TYLTYL Si, si, va bene, lo so.... Mi ricordo.... Ma vorrei sapere come vi chiamate. IL PIACERE E io invece capisco benissimo che non sai nulla.... Sono il capo dei Piaceri-della-tua, casa; e questi che vedi, sono tutti gli altri Piaceri che vi abitano con te. TYLTYL Come! Ci sono dunque dei piaceri a casa mia ?. (Tutti i Piaceri scoppiano in una risata). IL PIACERE Avete sentito?... Chiede se ci sono dei Piaceri a casa sua!... Ma, povero scioccherello, la tua casa ne rigurgita!... Noi ridiamo, noi cantiamo, noi sappiamo creare tanta gioia da buttar all'aria i muri, da scoperchiare il tetto. Ma è inutile. Tu non vedi niente, tu non senti niente.... Spero però che d'ora innanzi metterai giudizio.... E intanto, ora saluterai i più autorevoli.... Così, quando sarai tornato a casa, ti sarà più facile riconoscerli e potrai, al chiudersi di una bella giornata, incoraggiarli con un sorriso, ringraziarli con una parola, cortese. Perchè, credilo, fanno il possibile per renderti facile e piacevole la vita.... E io, per il primo, il servitor tuo, il Piacere-di-essere- in-buona-salute—. Non sono il più bello, ma sono il più serio. Saprai riconoscermi? Ed ecco qua il Piacere-dell'aria-pura, che è quasi trasparente.... Ecco il Piacere-di-voler bene-ai-propri-genitori, vestito di grigio e sempre un po' triste perchè nessuno lo guarda mai.... Ecco il Piacere-del-cielo-azzurro, vestito naturalmente di azzurro; e il Piacere-della- foresta, non meno naturalmente vestito di verde, e che rivedrai ogni volta che ti affaccerai alla finestra.... Ed ecco anche il buon Piacere- delle-ore-soleggiate, color di diamante, e il Piacere-della-Primavera color di smeraldo.... TYLTYL E tutti i giorni siete belli così?... IL PIACERE Sì; quando gli occhi si aprono, ogni giorno è giorno di festa, in ogni casa.... E poi, quando vien la sera, ecco il Piacere-dei-Tramonti, più bello di tutti i re della terra, seguìto dal Piacere-di- veder-spuntar-le-stelle, dorato come un dio del tempo antico.... Poi, quando viene la cattiva stagione, ecco che arriva il Piacere- della-pioggia coperto di perle, e il Piacere-del- fuoco-invernale che schiude alle manine gelate il sue bel mantello di porpora.... E non ti parlo del migliore di tutti noi, del più luminoso, del Piacere-dei-pensieri-innocenti, perchè è quasi fratello delle Grandi Gioie limpide che vedrai fra poco.... E poi, ecco, anche.... Ma no, son troppi davvero!... Non si finirebbe più, e devo invece avvertire le Grandi Gioie che sono lassù, in fondo, presso la porta del cielo, e che nulla sanno ancora del vostro arrivo.... Manderò incontro a loro il Piacere-di-correre- a-piedi-nudi-sulla-rugiada, che è il più svelto di tutti.... (Al Piacere or ora nominato, e che si avvicina facendo delle capriole). Va' ! Corri!... (In questo punto una specie di diavoletto in maglia nera, gettando grida inarticolate e dando spinte a destra e a sinistra, si avvicina a Tyltyl e saltellando pazzamente intorno a lui lo carica di calci, di scappellotti e di motteggi). TYLTYL (stupito e indignatissimo) Chi è questo selvaggio?... IL PIACERE Ma guarda un po'!... è il Piacere-d'essere- insopportabile, fuggito un'altra volta, dalla caverna delle Sventure! Non si sa più dove rinchiuderlo. Riesce sempre a svignarsela, tanto che le stesse Sventure non vogliono più saperne di tenerlo con loro. (Il Diavoletto continua a tormentare Tyltyl, che cerca inutilmente di difendersi; poi, a un tratto, con una gran risata, scompare come era venuto, senza che si sappia il perchè). TYLTYL Ma che ha? È pazzo? LA LUCE Non lo so. Dicono che somiglia a te quando sei cattivo.... Ma ora bisognerebbe pensare all'Uccellino Azzurro.... Potrebb'essere che il capo dei Piaceri-della-casa! sapesse dov'è.... TYLTYL (al Capo dei Piaceri) Dov'è?... IL PIACERE Non sa dov'è l'Uccellino Azzurro!... (I Piaceri-della-casa scoppiano tutti in una risata). TYLTYL (seccato) No, non lo so.... Non mi pare che ci sia nulla da ridere. (Nuovi scoppi di risa). IL PIACERE Via.. non te la prendere a male.... E noi, siamo seri.... Se non lo sa, non vuol dire che sia per questo più sciocco e più ridicolo della maggior parte degli Uomini.... Oh ecco le Grandi Gioie che si avvicinano a noi, chiamate dal Piacere-di-correre-a-piedi-nudi-sullar rugiada!... (Infatti alcune alte e belle figure angeliche, coperte di vesti luminose, si avvicinano lentamente). TYLTYL Come sono belle!... Ma perchè non ridono?... Non sono forse felici?... LA LUCE Non è già quando si ride che si è più felici.... TYLTYL Chi sono?... IL PIACERE Sono le Grandi Gioie.... TYLTYL Come si chiamano? Lo sai?... IL PIACERE Certo; giochiamo spesso insieme.... Ecco, innanzi a tutte, la Grande-Gioia-d'esser- giusta, la quale, ogni volta che si ripara a un'ingiustizia sorride. Io son troppo giovane e non l'ho mai vista sorridere.... Dietro di lei, la Gioia-d'esser-buona, che è la più felice, ma anche la più melanconica: e alla quale è difficile impedire di andar a trovare le Sventure, ch'essa vorrebbe. consolare. A destra, ecco la Gioia-del-lavoro-compiuto, e accanto a lei, la Gioia-di-pensare. Poi la Gioia-di-comprendere, che cerca sempre suo fratello, il Piacere-di- non-capir-nulla.... TYLTYL Ma io l'ho veduto, questo suo fratello!... E andato dalle Sventure insieme coi Grassi- Piaceri.... IL PIACERE Lo prevedevo!... Ha preso una cattiva piega, i cattivi compagni l'hanno corrotto.... Ma non parlare di lui con sua sorella. Potrebbe venirle la voglia di andare a cercarlo, e noi perderemmo una delle gioie più belle.... Ecco anche, fra le più grandi, la Gioia-di-veder-ciò- che-è-bello, che ogni giorno aggiunge qualche raggio alla luce che regna in questo luogo.... TYLTYL E quella laggiù, lontano lontano, fra le nuvole d'oro, che riesco appena a vedere rizzandomi sulla, punta dei piedi?... IL PIACERE È la Grande-Gioia-di-amare.... Ma per quanto tu faccia, non la potrai veder tutta. Sei troppo piccola... TYLTYL E quelle laggiù, in fondo, tutte velate e che non si avvicinano a noi?... IL PIACERE Sono le Gioie che gli Uomini non conoscono ancora.... TYLTYL E le altre, che cosa fanno?... Perchè si tirano in disparte?... IL PIACERE Fanno largo alla nuova Gioia che si avanza, forse la più pura fra tutte quelle che si trovano qui.... TYLTYL Chi è? IL PIACERE Non l'hai ancora riconosciuta?... Guarda meglio, apri i tuoi occhi fino al fondo dell'anima!... Ti ha veduto, ti ha veduto!!... E ti corre incontro a braccia aperte!... È la Gioia di tua madre, è la Gioia-incomparabile-dell'amor-materno!... (Le altre Gioie, accorse da ogni parte, dopo averla accolta con acclamazioni, si traggono silenziosamente in disparte). L'AMOR MATERNO Tyltyl!... E c'è anche Mytyl!... Ma come, voi, voi ritrovo quassù!... Non me lo sarei aspettato davvero!... Mi sentivo così sola a casa, ed ecco che tutti e due siete saliti fino al cielo dove l'anima di tutte le madri sfavilla di gioia!... Ma datemi prima tanti baci, tanti tanti.... Venite tutti e due fra le mie braccia; che cosa può dare al mondo maggior felicità?... Tyltyl, non ridi?... E neanche tu, Mytyl?... Non riconoscete dunque l'amore della vostra mamma?... Ma guardatemi bene!... Non sono questi i miei occhi, le mie labbra, le mie braccia?... TYLTYL Sì, sì, riconosco tutto, ma non sapevo.... Somigli, sì, alla mamma, ma sei molto più bella.... L'AMOR MATERNO È naturale! Io non invecchio più.... E ogni giorno che passa mi dà nuova forza, nuova gioventù, nuova felicità.... Ogni tuo sorriso mi toglie un anno.... A casa, tutto questo non si vede. Ma qui shi vede tutto, e la verità è questa.... TYLTYL (meravigliato, guardandola e abbracciandola alternativamente). E codesto bel vestito, di che cosa è fatto?... Di seta, d'argento o di perle?... L'AMOR MATERNO No. È fatto di baci, di sguardi, di carezze.... Ogni bacio aggiunge un raggio di luna oppure un raggio di sole.... TYLTYL Curiosa! Non avrei mai creduto che tu fossi tanto ricca.... Dove la nascondevi, la tua ricchezza?... Forse in quell'armadio che il babbo tiene chiuso a chiave?... L'AMOR MATERNO No no, non la nascondo, ma non si vede perchè nulla si vede quando gli occhi son chiusi.... Tutte le madri sono ricche quando amano i loro figli.... E non esiste al mondo una madre povera, una madre brutta, una madre vecchia.... Il loro amore è sempre la più bella fra tutte le Gioie!... E sei talvolta sembrano tristi, basta un bacio dato o ricevuto perchè tutte le lacrime si trasformino dentro ai loro occhi in stelle.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 12 TYLTYL (guardandola con stupore) Ma già, è vero?... I tuoi occhi son pieni, di stelle. Sono, sì, i tuoi occhi, ma, tanto più belli.... E riconosco anche la tua, mano, con l'anellino al dito.... C'è sempre il segno di quella bruciatura che ti facesti una sera accendendo il lume.... Ma, è più bianca, e la, pelle così trasparente?... Sembra quasi di vederci scorrer dentro la luce.... Questa, mano lavora meno, non è vero, della mano di casa?... L'AMOR MATERNO è sempre la stessa mano. Non t'eri mai accorto che diventa bianca, bianca e si riempie di luce quando ti carezza?... TYLTYL E poi non capisco, mamma.... Riconosco, sì, la tua voce; ma parli tanto meglio che a casa L'AMOR MATERNO A casa c'è troppo da fare e il tempo manca.... Ma dentro al cuore si sente tutto quello, che non si dice.... E ora che mi hai veduta, mi riconoscerai sotto la mia veste logora quando tornerai domani nella nostra capanna?... TYLTYL Non voglio tornarci.... Poichè sei qui anche tu, voglio rimanere qui, finchè ci stai tu.... L'AMOR MATERNO Ma non vedi che è la, stessa cosa abito laggiù, abitiamo tutti laggiù.... Quassù sei venuto soltanto per comprendere e per imparare finalmente a saper vedermi quando siamo laggiù.... Capisici, Tyltyl mio?... Tu credi d'essere in cielo; ma, il cielo è dovunque noi possiamo darci un bacio.... Non si possono avere due madri, e tu hai me sola.... Ogni bambino ne ha una sola, sempre la stessa, e sempre la, più bella di tutte. Ma bisogna conoscerla, e saper guardare bene.... Ma tu come hai fatto ad arrivare fin quassù e a trovare una strada che gli Uomini stanno cercando da quando sono scesi sulla terra?... TYLTYL (additando la Luce che, per discretezza, si è allontanata) Ci ha, condotti lei.... L'AMOR MATERNO Chi è?... TYLTYL La Luce.... L'AMOR MATERNO Non l'ho mai veduta.... Sapevo che vi voleva bene e che era tanto buona.... Ma perchè si nasconde?... Perchè non mostra mai il suo volto?.... TYLTYL Sì.... ma teme che i Piaceri si spaventino se ci vedono troppo chiaro.... L'AMOR MATERNO Ma non sa dunque che l'aspettiamo ansiosamente!... (chiamando le altre Grandi Gioie) Venite, venite, sorelle! Venite, accorrete tutte, la Luce viene finalmente da noi!... (Fremito di commozione fra le Grandi Gioie che si avvicinano gridando: «La Luce è venuta?... La Luce !... La Luce...»). LA GIOIA-DI-COMPRENDERE (scostando le altre Gioie per andare ad abbracciare la Luce). Sei la Luce e noi non lo sapevamo!... Sono anni ed anni che ti aspettiamo. Mi riconosci?... Sono la Gioia-di- comprendere.... Ti cerco da tanto tempo.... Siamo felici, sì, ma non possiamo veder di là dal nostro essere.... LA GIOIA-D'ESSER-GIUSTA (abbracciando alla sua volta la Luce) Mi riconosci?... Sono la Gioia-d'esser-giusta, che ti aveva tanto pregata di venire..... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dalle nostre ombre.... LA GIOIA-DI-VEDERE-CIò-CHE-È-BELLO (abbracciandola anch'essa) E me, mi riconosci?... Sono la Gioia-della- bellezza, che ti ha sempre voluto bene.... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dai nostri sogni.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Via; via, sorella cara, non farci più a lungo aspettare.... Siamo abbastanza forti, abbastanza pure.... Scosta dunque questi veli che ci nascondono ancora le ultime verità e le ultime felicità.... Guarda, le mie sorelle s'inginocchiano tutte ai tuoi piedi.... Sei la nostra regina e la nostra ricompensa.... LA LUCE (avvolgendosi più, ancora nei suoi veli). Sorelle, sorelle mie belle, io obbedisco al mio Signore... L'ora non è ancora venuta, ma forse scoccherà presto: e allora, tornerò senza timori e senza ombre.— Addio, rialzatevi, abbracciamoci ancora come sorelle che si ritrovano, in attesa del giorno che spunterà ben presto.... L'AMOR MATERNO (abbracciando la Luce). Siete stata così buona verso i miei poveri piccini.... LA LUCE Sarò sempre buona verso coloro che si amano.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Che il tuo ultimo bacio si posi sulla mia fronte.... (Si baciano lungamente: quando si staccano l'una dall'altra, i loro occhi sono pieni di lacrime). TYLTYL (sorpreso) Perchè piangete?... (guardando le altre Gioie) Oh bella! Anche voi piangete.... Ma perchè tutti gli occhi sono pieni di lacrime?... LA LUCE Zitto, bambino mio.... CALA LA TELA

LA LUCE Abbiamo fatto tutto quello ch'era in noi.... Bisogna dunque concludere che l'Uccellino Azzurro non esiste; oppure che muta colore quando si mette in gabbia.... TYLTYL E la gabbia, dov'è?... IL PANE È qui, padroncino.... Essa fu affidata alle mie cure durante questo lungo e pericoloso viaggio; oggi che la mia missione è compiuta, ve la restituisco, intatta e ben chiusa, tale e quale la ebbi in consegna.... (Col tono di un oratore che sta per incominciare un discorso): E ora, in nome di tutti, mi sia con cesso di aggiungere poche parole.... IL Fuoco Non ha la parola!... L'ACQUA Silenzio!... IL PANE Le malevoli interruzioni di un nemico disprezzabile, di un rivale invidioso.... (Alzando la voce) non m'impediranno di compiere fino alla fine il mio dovere.... In nome di tutti dunque.... IL Fuoco Non in nome mio!... Ho la lingua, se mai, per parlare!... IL PANE .... In nome di tutti dunque, e con una commozione contenuta, ma sincera e profonda, io mi congedo da questi due predestinati bambini, la cui alta missione è oggi compiuta. E nel dare loro l'addio con tutta la tristezza e tutta la tenerezza che la vicendevole stima.... TYLTYL Come?... Ci dici addio? Ci lasci dunque anche tu?... IL PANE Ahimè, è così.... Vi lascio, sì, ma la separazione sarà soltanto apparente: voi non udrete più la mia voce, è vero, ma.... IL Fuoco Non sarà un gran male!... L'ACQUA Silenzio!.. IL PANE (con molta dignità) Questi volgari insulti non mi toccano.... Io dunque dicevo: non udrete più la mia voce, non mi vedrete più sotto questa mia forma animata.... I vostri occhi stanno per chiudersi alla vita invisibile delle cose; ma questo non v'impedirà di trovarmi, come prima, dentro alla madia, sull'asse, sulla tavola, accanto alla minestra: io che sono, posso dirlo, il più fedele commensale e il più vecchio amico dell'Uomo, non vi abbandonerò mai.... IL Fuoco E io dunque?... LA LUCE Su, via, il tempo passa, sta per scoccare l'ora nella quale dovremo rientrare nel silenzio.... Presto, abbracciate i bambini.... IL Fuoco (precipitandosi innanzi) Prima io, prima io.... (Abbraccia con violenza i bambini). Addio, Tyltyl, addio, Mytyl!... Addio, cari bambini.... Ricordatevi di me se per caso avete bisogno di qualcuno per appiccare il fuoco in qualche luogo.... MYTYL Ahi! Ahi!....Mi brucia!... TYLTYL Ahi! Ahi!... Mi brucia il naso!... LA LUCE Via, Fuoco, modera un po' la tua foga.... Non hai mica che fare col tuo focolare.... L' ACQUA Che sciocco!... IL PANE Si può essere più maleducato di così?... L'ACQUA (avvicinandosi ai bambini) Io vi abbraccerò teneramente, bambini miei, senza farvi male.... IL Fuoco Attenti, vi bagna!.. L'ACQUA Sono tenera e dolce: sono buona con gli Uomini.... IL FUOCO Anche con gli annegati?... L' ACQUA Vogliate bene alle Fontane, bambini; ascoltate i Ruscelli.... perchè io abito là.... IL Fuoco Ha inondato ogni cosa!... L'ACQUA Quando vi riposerete, la sera, vicino alle sorgenti, - ce ne sono tante, qui, nella foresta - sforzatevi di comprendere quello ch'esse cercheranno di dire.... Io non posso più.... le lacrime mi soffocano.... m'impediscono di parlare.... IL Fuoco Non si direbbe!... L'ACQUA Quando vedrete la boccia dell'acqua ricordatevi di me.... Mi troverete anche nella brocca, nell'annaffiatoio, nella cisterna e nella fontanella.... Lo ZUCCHERO (ipocrita e dolciastro) Se c'è ancora un posticino vuoto nella vostra memoria, ricordate qualche volta che la mia presenza fu Alce un giorno per voi.... Non posso aggiungere altro.... Le lacrime non si confanno al mio carattere, e quando mi cadono sui piedi mi fanno un gran male.... IL PANE Gesuita!... IL Fuoco (mugolando) Zucchero d'orzo!... Caramella!... TYLTYL Ma dove sone andati Tylette e Tylô?... Che cosa fanno?... (Si odono intanto le grida acute della Gatta). MYTYL (allarmata) È Tylette che piange!... Qualcuno certo le ha fatto male!... (La Gatta entra correndo con i peli irti, spettinata, con la veste strappata, premendosi il fazzoletto sulla guancia, come se avesse mal di denti, e gemendo rabbiosamente; mentre il Cane la rincorre dandole pugni, calci e testate). IL CANE (picchiando forte la Gatta) Tieni!... Ne hai abbastanza?... Ne vuoi ancora?... To', to'!... LA LUCE, TYLTYL e MYTYL (precipitandosi per separarli) Tylô!... Sei impazzito?... Che diavolo fai?... Giù, a cuccia!... Finiscila!... S'è mai vista una cosa simile?... Aspetta!... Aspetta!... (Separano con energia i due contendenti). LA LUCE Che c'è? Che succede?... LA GATTA (piagnucolando e asciugandosi gli occhi) La colpa è del Cane, signora Luce.... Mi ha ingiuriata, mi ha messo dei chiodi nella minestra, m'ha tirato la coda, m'ha picchiata, mentre io non avevo fatto nulla, proprio nulla, ecco!... IL CANE (rifacendole il verso) Proprio nulla, proprio nulla? (A bassa voce, facendole una sberleffa). Non importa; ne hai toccate, ne hai toccate, e di quelle buone e ne avrai dell'altre!... MYTYL (stringendo la Gatta fra le braccia) Dove ti ha fatto male, mia povera Tylette? Ora mi metto a piangere anch'io.... LA LUCE (al Cane, con accento severo) La tua condotta è tanto più riprovevole in quanto che hai scelto, per darci questo triste spettacolo, il momento, già, tanto penoso per se stesso, in cui stiamo per separarci da questi poveri bimbi.... IL CANE (la cui ira svanisce a un tratto) Stiamo per separarci da, questi poveri bimbi?... LA LUCE Sì, sta, per scoccare quella tale ora che già, sapete.... Fra poco rientreremo nel regno del Silenzio.... Non potremo più rivolgere loro la parola.... IL CANE (urlando a un tratto disperatamente e gettandosi sui Bambini, che copre di carezze violente e tumultuose) No, no!... Non voglio!... Non voglio!... Io parlerò sempre!... D'ora innanzi mi comprenderai, non è vero mio piccolo dio?... Sì, sì, sì!... E ci diremo sempre tutto, tutto, tutto!... Sarò buono, vedrai.... Imparerò a leggere, a scrivere e a giocare a domino!... E mi terrò sempre pulito.... E non andrò più a rubare in cucina.... Vuoi che faccia qualche cosa di eccezionale?... Vuoi che abbracci la Gatta?... MYTYL (alla Gatta) E tu, Tylette?... Non ci dici nulla?... LA GATTA (fredda, enigmatica) Io vi voglio bene a tutti e due, secondo i vostri meriti.... LA LUCE E ora, bambini miei, tocca a ma di darvi l'ultimo bacio.... TYLTYL e MYTYL (aggrappandosi alle vesti della Luce) No, no, no, non andartene, cara Luce!... Rimani qui con noi!... Il babbo non dirà nulla, vedrai.... Diremo alla mamma che sei stata tanto buona con noi.... LA LUCE Non è possibile, purtroppo.... A noi non è concesso di oltrepassare quella porta, e debbo TYLTYL E dove andrai, così sola sola?... LA LUCE Non andrò molto lontano, cari bambini: vado laggiù, nel paese del Silenzio delle cose. TYLTYL No, no, non voglio!.... Veniamo con te.... Dirò alla mamma.... LA LUCE Non piangete, cari piccini.... Io non ho la voce, come l'Acqua; ho soltanto il mio splendore, che l'Uomo non sa vedere.... Ma veglierò lo stesso su di lui fino alla fine del mondo.... E a voi parlerò da ogni raggio di luna che si diffonde all'intorno; sarò in ogni stella che vi sorriderà, in ogni aurora che si alzerà nel cielo, in ogni lampada che si accenderà, in ogni pensiero buono e luminoso che sboccerà nella vostra anima.... (Suonano le otto, dietro il muro). Sentite!.. Scocca l'ora.... Addio! La porta si apre!... Entrate, entrate, entrate!... (Spinge i bambini nel vano della porticina che si è aperta, e che ora si richiude dietro di loro. Il Pane si asciuga una lacrima furtiva: lo Zucchero, l'Acqua, tutta in lacrime, e gli altri fuggono a precipizio e spariscono a destra e a sinistra, fra le quinte. Urla del Cane, da un angolo. La scena rimane per un istante vuota; poi il fondo, che rappresenta il muro entro il quale si trova la porticina, si apre nel mezzi. e scopre l'ultimo quadro).

Il giorno in cui gli Uomini sapranno che abbiamo messo in atto quanto decideremo or ora di fare, si vendicheranno ferocemente... Bisogna dunque esser tutti d'accordo nell'azione, ora; e dopo, nel mantenere su di essa, il silenzio più assoluto.... L'ABETE (guardando al disopra degli altri alberi) Ecco, vengono gli animali!... Il Coniglio è alla testa.... Ecco l'anima del Cavallo, del Toro, del Bove, della Vacca, del Lupo, del Montone, del Porco, del Gallo, della Capra, dell'Asino e dell'Orso.... (Le anime degli animali, via via che l'Abete le nomina, si avanzano e si mettono a sedere fra gli alberi, meno l'anima della Capra che continua a vagabondare qua e là, e quella del Porco, che si mette a grufolare fra le radici). LA QUERCIA Ci sono tutti?... IL CONIGLIO La Gallina non ha potuto lasciare le sue uova; la Lepre sta facendo alle corse; il Cervo ha male alle corna; la Volpe è indisposta qua c'è il certificato medico --; l'Oca non ha capito di dover venire, e il Tacchino è andato in collera.... LA QUERCIA Queste assenze sono deplorevoli.... Però siamo in numero sufficiente.... Voi sapete già fratelli miei, di che si tratta.... Questo bambino, grazie a un talismano carpito alle potenze della Terra, ha il potere d' impadronirsi del nostro Uccellino Azzurro, e strapparci così il segreto che custodiamo fino dall'origine della Vita.... Ora, conosciamo abbastanza l'Uomo; per non dubitare della sorte che ci sarà riservata quand'egli sarà in possesso del nostro segreto.... Ogni esitazione da parte nostra sarebbe dunque, oltre che stupida, delittuosa. Il momento è grave; bisogna far sparire il bambino, prima che sia troppo tardi.... Che cosa dice?... IL CANE (gironzolando intorno alla Quercia e mostrando i denti) Li vedi i miei denti, brutta vecchiaccia?... IL FAGGIO (con indignazione) Osa insultare la Quercia!... LA QUERCIA È il Cane?... Cacciatelo via!... Non dobbiamo tollerare la presenza fra noi di un traditore!... LA GATTA (piano a Tyltyl) Mandate via il Cane.... C'è un malinteso.... Lasciate fare a me, accomoderò io la faccenda.... Ma intanto mandatelo via subito.... TYLTYL (al Cane) Vattene: hai capito?... IL CANE Permettimi prima di strapparle le pantofole di muschio, a quella vecchia gottosa!... Voglio ridere un po'!... TYLTYL Zitto!... Via di qua!... Ma vattene dunque una buona volta, brutta bestiaccia!... IL CANE Va bene, va bene, me ne andrò, sì.... Tornerò quando avrai bisogno di me.... LA GATTA (a bassa voce, a Tyltyl) Sarebbe più prudente metterlo a catena, altrimenti farà qualche sciocchezza.... Gli Alberi andranno in collera e chi sa che cosa, succederà. TYLTYL Non so come fare, ho perduto il guinzaglio.... LA GATTA Ecco l'Edera che si avvicina: porta con se dei solidi lacci.... IL CANE (brontolando) Ma tornerò, tornerò, non dubitiate!.. Gottosa!... Vecchia catarrosa!... Siete una massa di rammolliti, di radici decrepite.... È la Gatta che mena la faccendal... Ma, me la pagherà?... Cosa' vai borbottando, tu, Giuda! Tigre! Traditrice!... Bau! Bau! Bau!... LA GATTA Sentite, e insulta tutti quanti.... TYLTYL È vero, è insopportabile, non si può più Signora Edera, vorrebbe avere la cortesia di legarlo ?... L' EDERA (avvicinandosi timorosa al Cane) Ma non morderà?.... IL CANE (ringhioso) Anzi, anzi!... Ti abbraccerà!... Aspetta, aspetta, ora vedrai... Vieni, vieni avanti, ammasso di vecchie cordacce!... TYLTYL (minacciandolo col bastone) Bada, Tylô!... IL CANE (strisciando ai piedi di Tyltyl e agitando la coda) Che cosa devo fare, mio piccolo dio?... TYLTYL A cuccia!... Obbedisci all'Edera. Lasciati legare: se no.... IL CANE (borbottando fra i denti, mentre l'Edera lo lega strettamente) Corda da impiccati!... Laccio da vitelli!... Catena da porci!... Guarda, guarda che cosa mi fa, mio piccolo dio.... Mi taglia le gambe.... Mi strozza!... TYLTYL Peggio per te!... L' hai voluta: ben ti sta. Zitto lì, quieto!... Sei insopportabile!.. IL CANE Va, bene: però t'inganni, sai, sul loro conto.... Hanno delle cattive intenzioni.... Guàrdati, mio piccolo dio!... Ah, mi chiude la bocca.... Non posso più parlare!... L'EDERA (dopo aver legato solidamente il Cane) Dove devo portarlo?... L' ho imbavagliato ben bene.... Non può più muoversi.... LA QUERCIA Legalo stretto qua sotto, dietro al mio tronco, alle mie radici.... Vedremo poi che cosa converrà di fare.... (L'Edera, aiutata dal Pioppo, porta il Cane dietro al tronco della Quercia). L'avete legato?... Ebbene, ora che ci siamo liberati da questo testimonio fastidioso, da questo rinnegato, deliberiamo secondo la nostra giustizia e la nostra verità..... Non ve lo nascondo: sono profondamente, penosamente commossa.... Per la prima volta ci è dato di giudicare l'Uomo e di fargli sentire la, nostra, potenza. Dopo tutto il male che ci ha fatto, dopo le mostruose ingiustizie patite, non rimane il minimo dubbio, credo, sulla, sentenza che sarà pronunziata... (Tutti gli Alberi e tutti gli Animali, in coro) No, no, no!... Nessun dubbio!... L'impiccagione!... La morte!... C'è troppa ingiustizia! L'Uomo ha abusato troppo di noi!... E da troppo tempo ormai!... Schiacciarlo, bisogna! Divorarlo!... Subito!... Subito!... TYLTYL (alla Gatta) Perchè gridano così?... Che cosa vogliono?... LA GATTA Non ci badare.... Sono un po' arrabbiati perchè la Primavera è in ritardo.... Lascia fare a me, accomoderò tutto io.... LA QUERCIA Questa unanimità era prevedibile.... Ora si tratta di sapere, per evitare ogni rappresaglia, quale sarà, il supplizio più pratico, più facile, più spiccio e sicuro; che lascerà, dietro di sè minori tracce accusatrici, quando gli Uomini ritroveranno il piccolo cadavere nella foresta TYLTYL Che cosa significa tutto questo? A che cosa mirano?... Comincio ad essere seccato. La Quercia deve darmi l'Uccellino Azzurro, poichè ce l' ha: e basta.. IL TORO (avanzandosi) Il sistema più pratico e più sicuro è una buona cornata nello stomaco. Volete che mi butti addosso a lui?... LA QUERCIA Chi parla?... LA GATTA Il Toro. LA VACCA Farebbe meglio a starsene tranquillo.... Io, Per esempio, mi guardo bene dall'immischiarmi in questa faccenda.... Devo mangiare tutta l'erba di quel prato che si vede laggiù, illuminato dalla, luna.... Ho abbastanza da fare.... IL BOVE Anch'io. In ogni modo, approvo tutto fino da ora.... IL FAGGIO In quanto a me, offro il mio più alto ramo per impiccarli.... L'EDERA E io il nodo scorsoio.... L'ABETE E io le quattro assi per la piccola bara.... IL CIPRESSO E io la concessione perpetua.... IL SALICE Il mezzo più semplice sarebbe di affogarli in uno dei miei fiumi.... Me ne incarico io.... IL TIGLIO (in tono conciliante) Via, via, è proprio necessario giungere a questi estremi?... Sono così giovani ancora!... Basterebbe semplicemente impedir loro di nuocere, imprigionandoli in un recinto chiuso che m'incaricherei di costruire io stesso piantandomi tutt'intorno.... LA QUERCIA Chi parla così?... Mi par di riconoscere la voce melata del Tiglio.... L'ABETE Infatti.... LA QUERCIA C'è dunque un rinnegato fra noi, come fra gli Animali?... Non avevamo da deplorare finora se non la defezione degli Alberi fruttiferi ; ma essi non sono veri Alberi.... IL PORCO (girando intorno gli occhi ingordi) Io dico che bisogna prima di tutto mangiare la bambina.... Dev'essere così tenera?... TYLTYL Che dice quello là?... Aspetta, aspetta, canaglia!.... LA GATTA Non capisco con chi ce l'abbiano, ma mi pare che la faccenda prenda una cattiva piega.... LA QUERCIA Silenzio! Bisogna sapere chi di noi infliggerà il primo colpo; chi distoglierà dalle nostre cime il più grande pericolo che abbiamo mai corso dopo la nascita dell'Uomo.... L'ABETE Quest'onore tocca a voi, regina nostra e signora.... LA QUERCIA È l'Abete che parla?... Ahimè, sono troppo vecchia!... Sono cieca, inferma, e le mie braccia intorpidite non mi obbediscono più.... La gloria di compiere il nobile gesto della nostra liberazione spetta a voi, fratello mio, sempre verde, sempre dritto: a voi che vedeste nascere la maggior parte di questi alberi.... L'ABETE Vi ringrazio, madre mia venerata.... Ma siccome avrò già l'onore di seppellire le due vittime, temerei, accettando, di destare la giusta gelosia dei miei colleghi... Credo che, dopo di noi due, il Faggio sia il più antico e il più degno, quello che possiede la clava più potente..., IL FAGGIO Sono tutto imporrito, lo sapete, e la mia clava, non è punto sicura.... L'Olmo e il Cipresso, piuttosto, hanno delle armi potenti.... L' OLMO Non chiederei di meglio: ma posso appena reggermi in piedi.... Una talpa, questa notte, mi ha storto il pollice del piede.... IL CIPRESSO In quanto a me, son pronto a tutto.... Ma anch' io, come il mio buon fratello Abete, avrò, se non il privilegio di seppellirli, quello almeno di piangere sulla loro tomba.... Accumulerei illegittimamente troppi onori.... Domandate piuttosto al Pioppo.... IL PIOPPO A me? Dite sul serio?... Ma se il mio legno è più tenero delle carni di un bambino!... poi, non so che cosa io abbia, oggi.... Tremo dalla febbre.... Guardate le mie foglie.... Forse ho preso freddo stamani, al levar del sole. LA QUERCIA (con uno scoppio d' indignazione) Avete paura dell' Uomo, questa è la verità!... Perfino questi due bambini, soli e senza armi, v'incutono il terrore misterioso che fece sempre di noi gli schiavi che siamo!... Ebbene, no!... Basta!... Poichè è così, e d'altra parte l' occasione è unica, andrò io, sola, vecchia, rattrappita, tremante, cieca come sono, contro il nemico ereditario!... Dov'è?... (Si avanza a tastoni, appoggiandosi al bastone, incontro a Tyltyl). TYLTYL (estraendo di tasca il coltello) Ce l' ha con me quella vecchiaccia, col bastone?... (Alla vista del coltello tutti gli Alberi, con un urlo di terrore s'intromettono fra i due trattenendo la Quercia). GLI ALBERI Ha il coltello!... Badate!... Ha il coltello!.., LA QUERCIA (dibattendosi) Lasciatemi!... Che m' importa del coltello o dell'ascia!... Chi mi trattiene?... Come!... 128 Siete qui tutti?... Come, voi tutti volete.... (Gettando via il bastone). Ebbene, sia!.... Vergogna!... Lasciamo dunque agli animali il còmpito di liberarci!... IL TORO SI!... Me ne incarico io!... E con una sola cornata!... IL BOVE e la VACCA (trattenendolo per la coda) Di che cosa t' immischi, tu?... Non fare sciocchezze!... È un affare sballato!... Andrà a finir male.... Riderà bene chi riderà l'ultimo!... Lascia andare.... Tocca agli Animali selvatici.... IL TORO No, no!... Tocca a me!... Aspettate!... Ma tenetemi, fermo, dunque, se no succede qualche guaio!... TYLTYL (a Mytyl, che getta acute grida) Non temere!... Mettiti qua, dietro a me... Ho il coltello.... IL GALLO Èspavaldo il piccino!... TYLTYL Dunque, è proprio vero, ce l'hanno con me?... L'ASINO Ma certo, piccino mio. Ce n'è voluto, perchè tu capissi!... IL PORCO Puoi dire le tue preghiere; è giunta la tua ultima ora.... Ma non cercare di nascondere la piccina.... Voglio godermela intanto con gli occhi.... La mangerò per la prima.... TYLTYL Che cosa vi ho fatto dunque?... IL MONTONE Nulla, piccino mio.... Hai soltanto mangiato il mio fratellino, le mie due sorelle, i miei tre zii, mia zia, il nonno, la nonna.... Aspetta, aspetta che ti buttino in terra, e ti accorgerai se ho denti anch'io.... L'ASINO E io buoni zoccoli!... IL CAVALLO (scalpitando con fierezza) Vedrete.... quello che vedrete!... Preferite che lo dilanii coi denti o che l'abbatta a forza di calci?... (Si avanza fieramente verso Tyltyl, che si difende mostrando il coltello. Ma a un tratto, preso da panico, il Cavallo volta il dorso MAURICE MAETERLINK. L'Uccellino Azzurro. 9 e fugge a gambe levate). Ah, cosi no!... Non è giusto!... Non è buon giuoco!... Si difende.... IL GALLO (che non può nascondere la sua ammirazione) È coraggioso, però, il piccino!... IL PORCO (all'Orso e al Lupo) Precipitiamoci su di loro tutti insieme.... Io vi sosterrò per di dietro.... Li getteremo a terra, e allora ci divideremo fra tutti la piccina.... IL LUPO Attirateli da quella parte.... Io, intanto faccio una manovra avvolgente.... (Gira dietro a Tyltyl, lo investe e lo getta quasi lungo disteso per terra). TYLTYL Giuda!... (Si rialza a mezzo, sorreggendosi su un ginocchio; indi, brandendo il coltello, copre, come può, col proprio corpo la sorellina la quale, atterrita, urla disperatamente. Vedendolo quasi a terra, tutti gli Animali e gli Alberi si precipitano su di lui tentando di colpirlo. Tyltyl invoca aiuto, gridando). A me!... A me!... Tylô! Tylô!... Dov'è la Gatta?... Tylô!... Tylette! Tylette!... Venite! Venite qua!... LA GATTA (in disparte, ipocritamente) Non posso.... M'hanno schiacciata una zampa.... TYLTYL (parando i colpi e difendendosi come può) A me!... Tylô! Tylô!... Non ne posso più!... Sono troppi!.. C'è l'Orso! Il Porco! Il Lupo! L'Asino! L'Abete! Il Faggio!... Tylô! Tylô! Tylô!... (Il Cane, trascinando con sè i lacci spezzati, balza, fuori di dietro al tronco della Quercia, e sgominando Alberi e Animali si getta davanti a Tyltyl, e lo difende rabbiosamente). IL CANE (dando morsi a destra e a sinistra) Eccomi, eccomi, mio piccolo dio!... Non aver paura! Forza!... Ho buoni denti, io!... Tieni, questo è per te, Orso, nel tuo grosso deretano!... Su, chi ne vuole ancora?... Questo è per te, Porco, e. questo per te, Cavallo, e questo per la tua coda, Toro! Ecco! Ho dilaniato i calzoni del Faggio e la sottana della Quercia!... L'Abete se la dà a gambe.... Che fatica, però .. TYLTYL (accasciato) Non ne posso più!... Il Cipresso m'ha dato un gran colpo sulla testa.... IL CANE Ahi!... Questo è un colpo del Salice.... Mi ha, rotto una gamba!... TYLTYL Tornano alla carica, tutti quanti!... Questa volta, li guida il Lupo.... IL CANE Aspetta, aspetta che lo stritolo! IL LUPO Imbecille !... Sei nostro fratello!... I suoi genitori hanno affogato i tuoi cuccioli!... IL CANE Hanno fatto bene!.... Tanto meglio!... Perchè somigliavano a te ! TUTTI GLI ALBERI E TUTTI GLI ANIMALI Rinnegato!... Sciocco!... Traditore! Fellone! Balordo!... Giuda!... Lascialo! A morte! A noi! IL CANE (ebro di ardore e di abnegazione) No, no!... Solo contro tutti!... No, no!... Fedele al mio piccolo dio! al migliore! al più grande!... (A Tyltyl) Attento, ecco l'Orso!... Diffida del Toro.... ora gli salto al collo.... Ahi!... Che calcio!... L'Asino m' ha spezzato due denti.... TYLTYL Non ne posso più, Tylô.... Ahi!... Il Pioppo mi ha colpito.... Guarda, mi sanguina la mano... È stato il Lupo, o il Porco.... IL CANE Aspetta, mio piccolo dio.... Lascia che ti baci.... Qua, una buona leccata.... Ti guarirà.... Sta' qui dietro di me.... Non osano più avvicinarsi.... Sì! Eccoli, tornano!... Ora la faccenda si fa seria!... Teniamo duro!... TYLTYL (lasciandosi cadere a terra) No, non ne posso più.... IL CANE Vien qualcuno!... Lo sento all'odore.... TYLTYL Di dove?... Chi?... IL CANE Di laggiù!... Ah, è la Luce!... Ci ha ritrovati!... Siamo salvi, mio piccolo re!... Abbracciami!... Salvi!... Guarda!... Si mettono in guardia.... Si scostano.... Hanno paura!... TYLTYL La Luce!... La Luce!... Vieni dunque!... Presto!... Si sono ribellati!... Tutti contro di noi!... (Entra la Luce; via via che s'inoltra, l'Aurora si alza sulla foresta, che ne è tutta illuminata). LA LUCE Che cosa succede? Che cos'è? Ma, disgraziato, non lo sapevi?... Gira il Diamante! Rientreranno così nel Silenzio; e nell'Oscurità: e tu non vedrai più i loro sentimenti.... (Tyltyl gira il Diamante. Ed ecco, tutte le anime degli Alberi si precipitano nei rispettivi tronchi, che tosto si richiudono. Anche le anime degli Animali spariscono; e si vedono, lontano, una Vacca e un Montone pascolare tranquillamente. La foresta riprende il suo aspetto innocente. Stupito, Tyltyl guarda intorno a sè). TYLTYL Dove sono andati?... Che cosa avevano?... Erano forse pazzi?... LA LUCE No, no, Sono sempre così: ma noi non lo sappiamo perchè non possiamo vedere dentro di loro.... Te l'avevo detto: è pericoloso destarli nella mia assenza.... TYLTYL (asciugando il coltello) Non c'è che dire: se non ci fosse stato il Cane, e se io non avessi avuto il coltello.... Ah, non avrei mai creduto che fossero così cattivi!... LA LUCE Come vedi, l'Uomo è solo contro tutti, nel mondo.... IL CANE Non ti sei fatto mica troppo male, mio piccolo dio?... TYLTYL Niente di grave.... In quanto a Mytyl, non l' hanno nè anche toccata.... Ma tu, piuttosto, mio povero Tylô!... Hai la bocca insanguinata, la zampa rotta.... IL CANE Non vale la pena di parlarne.... Domani non si vedrà più nulla.... Ma è stato un affar serio!... LA GATTA (sbucando fuori zoppicando, dal fitto di un cespuglio) Altro che serio!... Il Bove m'ha dato una cornata nel ventre.... Non si vede il segno, ma mi fa tanto male.... E la Quercia m'ha rotto una zampa.... IL CANE Quale? Mi piacerebbe di saperlo!... MYTYL (accarezzando la Gatta) Povera la mia Tylette!... Davvero?... Ma dov'eri?... Non ti ho vista.... LA GATTA (con ipocrisia) Sono rimasta ferita subito, mammina cara, mentre assalivo il Porco che voleva mangiarti.... La Quercia mi assestò allora quel colpo tremendo che m' ha stordita.... IL CANE (alla Gatta, fra i denti) In quanto a te, sai, ho da dirti due paroline.... Mai non perdi niente ad aspettare!... LA GATTA (con accento lamentoso a Mytyl) Mammina, lo senti? M'insulta.... Vuol farmi male.... MYTYL (al Cane) Vuoi o non vuoi lasciarla stare, bestiaccia?.... (Escono tutti). CALA LA TELA.

Sii prudente; e noi, teniamoci pronti a richiuderla presto, come abbiamo fatto per le Guerre.... TYLTYL (schiudendo la porta con infinita precauzione, e inoltrando timidamente il capo attraverso lo spiraglio) Oh!... Che freddo?... Mi frizzano gli occhi!.... Presto, chiudete!... Spingete forte!... Fanno forza dal di dentro contro la porta... (La, Notte, il Cane, la Gatta e lo Zucchero chiudono a forza la porta). Oh che cosa ho visto!... LA NOTTE Che cosa? TYLTYL (sconvolto) Non so, ma metteva spavento!... Stavano lì seduti come tanti mostri senza occhi.... Chi era il gigante che voleva acciuffarmi?... LA NOTTE Probabilmente era, il Silenzio; ce l' ha lui in custodia questa porta.... Ma era dunque tanto spaventoso a vedersi?... Sei ancora pallido e tremi tutto.... TYLTYL Sì. Non avrei mai creduto.... Ho le mani gelate.... LA NOTTE Vedrai qualcosa di ancora più terribile se ti ostini a voler andare avanti.... TYLTYL (andando alla porta accanto) E dietro a questa?... Ci sarà qualcosa altrettanto orribile?... LA NOTTE No.... Qui c'è un po' di tutto.... Ci metto le Stelle disoccupate, i miei profumi personali, alcune Luci di mia particolare proprietà, come i Fuochi fatui, le Lucciole.... Ci rinchiudo dentro anche la Rugiada e il Canto degli Usignoli.... TYLTYL Ah, le Stelle, il Canto degli Usignoli!... Dev'essere proprio questa.... LA NOTTE Apri, apri pure, se vuoi.... Tutte cose innocue.... (Tyltyl spalanca la porta. Le Stelle, sotto l'aspetto di belle giovinette velate da luci multicolori, fuggono subito fuori dalla loro prigione; corrono qua e là per la sala e formano sui gradini e intorno alle colonne dei graziosi girotondi rischiarati da una specie di penombra luminosa. I Profumi della Notte, quasi invisibili, i Fuochi fatui, le Lucciole, la Rugiada trasparente si uniscono ad esse, mentre il Canto degli Usignoli, uscendo a fiotti dalla caverna, inonda il palazzo della Notte). MYTYL (entusiasmata, battendo le mani) Oh! Che belle signore!... TYLTYL E come ballano bene!... MYTYL E come sono profumate!... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 7 TYLTYL E come cantano bene!... MYTYL Chi sono quelli laggiù che si vedono appena?... LA NOTTE Sono i Profumi della mia ombra.... TYLTYL E quegli altri che sembrano fatti di vetro filato?... LA NOTTE Sono le Rugiade delle foreste e delle pianure.... Ma ora basta. Non la smetterebbero più!... Se sapeste che fatica ai farli rientrare là dentro, se fanno tanto di cominciare a ballare!... (Battendo insieme le mani). Via, presto, voialtre Stelle!... Non è il momento, ora, di ballare.... Il cielo è coperto, grossi nuvoloni appaiono qua e là.... Via, sbrigatevi, rientrate tutte, altrimenti chiamo un raggio di sole.... (Le Stelle, i Profumi, ecc. fuggono via spaventati e si precipitano nella caverna la cui porta si richiude dietro di loro. Intanto cessa anche il Canto degli Usignoli). TYLTYL (andando verso la porta di fondo) Eccoci al grande portone centrale.... LA NOTTE (con accento solenne) Non aprirlo!... TYLTYL Perchè?... LA NOTTE Perchè è proibito. TYLTYL Allora è segno che là dentro c'è l'Uccellino Azzurro.... La Luce me l'aveva detto.... LA NOTTE (maternamente) Ascoltami, bambino mio.... Sono stata finora buona e compiacente.... Ho fatto per te quello che non avevo mai fatto per nessuno.... Ti ho rivelato tutti i miei segreti.... Ti voglio bene, sento pietà per la tua giovinezza, per la tua innocenza, e ti parlo come ti parlerebbe una madre.... Ascoltami, dàmmi retta, bambino mio; rinunziaci, non andare più oltre, non tentare il Destino, non aprire quella porta!... TYLTYL (un poco scosso) Ma perchè?... LA NOTTE Perchè voglio salvarti.... Perchè nessuno, intendi, nessuno di coloro che hanno osato di socchiuderla, appena appena, foss'anche per lo spessore di un capello, è ritornato vivo alla luce del giorno.... Perchè tutto quello che si può imaginare di più spaventoso, tutte le peggiori angoscie, tutti gli orrori di cui si parla nel mondo, sono un nulla in paragone a ciò che di meno terribile assale l'uomo non appena il suo sguardo si affissa sull'orlo di quell'abisso al quale nessuno osa dare un nome.... Tanto che io stessa, vedi, se tu nonostante tutto ti ostinassi a voler aprire quella porta, io stessa dovrei pregarti di aspettare finchè io fossi al riparo dentro alla mia torre senza finestre.... E ora rifletti, decidi tu.... (Mytyl, tutta in lacrime, getta urli di terrore cercando di trascinare via con sè Tyltyl). IL PANE (battendo i denti dalla paura) Non aprite, non aprite, padroncino caro! (Gettandosi in ginocchio). Abbiate pietà di noi!... Ve lo chiedo in ginocchio.... La Notte ha ragione.... LA GATTA State per sacrificare la vita di noi tutti.... TYLTYL È inutile.... Debbo aprire quella porta!... MYTYL (singhiozzando e pestando i piedi) Non voglio!... Non voglio!... TYLTYL Voi, Zucchero e Pane, prendete Mytyl per la mano e scappate con lei.... Ora apro LA NOTTE Si salvi chi può!... Presto!... Presto!... (Fugge). IL PANE (fuggendo smarrito) Aspettate almeno finchè siamo arrivati in fondo alla sala.... LA GATTA (fuggendo anch'essa) Aspettate! Aspettate!... (Si nascondono entrambi dietro alle colonne, dalla parte opposta della sala. Tyltyl resta solo col Cane, presso la porta monumentale). IL CANE (affannosamente, pieno di terrore contenuto) Io rimango.... rimango con te.... Non ho paura, io.... Io rimango!... Rimango vicino al mio piccolo dio.... Io rimango! Io rimango!... TYLTYL (accarezzando il Cane) Bravo, Tylô, bravo.... Qua, un bacio.... Siamo in due.... E ora, in guardia!... (Introduce la chiave nella serratura. Un urlo di terrore parte dal punto opposto della sala, dove si sono rifugiati quelli che sono fuggiti. Non appena la chiave ha toccato la porta, i grandi battenti si aprono nel mezzo, scorrono lateralmente e spariscono a destra e a sinistra, nella grossezza del muro, scoprendo a un tratto, immerso nella luce notturna, un maraviglioso, irreale, sconfinato giardino di sogno nel quale, fra le stelle e i pianeti, dei fantastici uccellini azzurri, illuminando tutto ciò che toccano, volando senza posa di pietra in pietra, da un raggio di luna all'altro, fanno perpetue armoniose evoluzioni fino agli estremi confini dell'orizzonte. Sono innumerevoli, e paiono essi il soffio, l'azzurra atmosfera, l'essenza stessa del giardino maraviglioso. Tyltyl, abbagliato, sperduto, immerso nella luce che emana dal giardino). Oh!... il cielo!... (volgendosi agli altri che erano fuggiti). Venite!... Venite!... Eccoli!... Son loro! Son loro! Son loro!... Finalmente!... Migliaia di uccellini azzurri!... Milioni!... Miliardi!... Troppi!... Vieni, Mytyl!... Vieni, Tylô! Venite tutti!... Aiutatemi! (Gettandosi fra gli uccellini). Si possono prendere con le mani!... Non sono selvatici, no.... Non hanno paura di noi!... Venite qua! Venite qua!... (Mytyl e gli altri accorrono. Entrano tutti, meno la Notte e la Gatta, nel giardino maraviglioso). Guardateli!.... Son troppi.... Vengono sulle mani!... Guardate, si nutrono di raggi di luna?... Dove sei, Mytyl?... Ci sono tante ali azzurre, tante piume in giro, che non ci si vede più.... Non morderli, Tylô!... Non far loro male!... Prendili piano piano.... MYTYL (tutta circondata da uccellini azzurri) Ne ho già presi sette!... Oh, come sbattono le ali!... Non posso, teneteli.... TYLTYL Nè anch'io!... Ne ho troppi!... Volano via!.. Tornano!... Anche Tylô ne ha presi!... Ci portano in alto con loro.... Ci portano in cielo!... Vieni, usciamo da questa parte!... La Luce ci aspetta.... Come sarà contentai... Venite di qua, di qua.... (Fuggono via dal giardino, le mani piene d'uccellini che si dibattono, e attraversando la sala in una confusione di ali azzurre escono a destra, da dov'erano prima entrati, seguìti dal Pane e dallo Zucchero i quali, soli fra tutti, non hanno preso neanche un uccellino. La Notte e la Gatta, rimaste sole, risalgono verso il fondo, guardando ansiosamente verso il giardino). LA NOTTE Non l'hanno mica preso, spero?... LA GATTA No, lo vedo lassù, su quel raggio di luna.... Non hanno potuto raggiungere, era troppo in alto.... (Cala la tela. Subito dopo, davanti al sipario calato, entrano simultaneamente, da destra la Luce, e da sinistra Tyltyl, Mytyl e il Cane, tutti quasi nascosti sotto gli uccellini che hanno preso. Ma questi appaiono giù inanimati, e, il capo penzoloni e le ali spezzate, non sono più nelle loro mani se non delle spoglie inerti). LA LUCE Dunque, lo avete preso?... TYLTYL Sì, Sì ! E non uno solo!... Ce n'erano a migliaia!... Eccoli!... Guarda!... (Guarda gli uccellini, nell'atto di porgerli alla Luce, e si accorge che sono morti). O Dio! Sono morti.... Come mai?... Anche i tuoi, Mytyl?... Anche quelli che ha, preso Tylô!... (Gettando con collera in terra i cadaveri degli uccellini). Ah no, è una cosa terribile!... Chi li hai uccisi?... Oh, come sono infelice!... (Si nasconde la testa col braccio, e scoppia in singhiozzi). LA LUCE (stringendolo maternamente fra le braccia) Non piangere, bambino mio.... Tu, non avevi preso l'uccellino che può vivere alla luce del giorno.... Quello era volato via, chi sa dove.... Ma lo ritroveremo!... IL CANE (guardando gli uccellini morti) Mi permetti di mangiarli?... (Escono tutti da sinistra).

Non si ammettono reclami: non abbiamo tempio da perdere.... IL PICCINO (sospinto dagli altri) No, no!... Non Voglio andar via!... Piuttosto preferisco non nascere!... Preferisco restar qui!... IL TEMPO Non si tratta di volere o non volere.... Quando l'ora è sonata bisogna Obbedire!... Su, via, avanti!... UN BAMBINO (facendosi avanti) Oh lasciatemi passare!... Prenderò io il sino posto!... Dicono che i miei genitori sono vecchi e mi aspettano da tanto tempo!... IL TEMPO Niente affatto.... L'ora è l'ora e il tempo è il tempo. A dar retta a voi, non si finirebbe più.... L'uno vuole, l'altro non vuole, è troppo presto, è troppo tardi.... (Scostando alcuni bambini che avevano invasa la soglia). Fatevi più in là, piccini.... Indietro i curiosi.... Quelli che non partono non devono guardar fuori.... Ora avete fretta di andarvene; ma giunto che sia il vostro turno, avrete paura e vi trarrete indietro.... Guardate, eccone qui quattro che tremano come foglie.... (A un bambino che sul punto di varcare la soglia torna bruscamente indietro). Ebbene, che fai? Che cosa c'è?... IL BAMBINO Ho dimenticato la scatola che contiene i due delitti che dovrò commettere.... UN ALTRO BAMBINO E io, il pentolino con dentro l'idea per illuminare le folle.... TERZO BAMBINO E io ho dimenticato l'innesto della mia pera più bella!... IL TEMPO Presto, correte a prenderli.... Non avete che seicento dodici secondi a vostra disposizione.... La galera, dell'Aurora agitai già le vele per far capire che è pronta ed aspetta.... Arriverete in ritardo e non potrete più nascere.... Su, presto, imbarcatevi!... (Afferrando un bambino che tenta di sgusciargli fra le gambe per raggiungere la riva). Ah, tu, no davvero!... È la terza volta che tenti di nascere prima che sia la tua ora.... Se ti colgo un'altra volta, bada, dovrai aspettare in eterno presso mia sorella l'Eternità: e non è una cosa divertente, lo sai.... Dunque, siamo pronti?... Siete tutti a posto?... (Passando in rivista con lo sguardo i Bambini riuniti sulla riva, o già seduti nella galera). Ne manca ancora uno.... Ha un bel nascondersi, lo scorgo tra la, folla.... Me non mi s'inganna.... Su via, tu, piccino che ti chiami l'Amante: di' addio alla tua bella.... (I due piccini che gli altri chiamano «gli Amanti», teneramente avvinti, pallidi in volto per la disperazione si avanzano verso il Tempo e s'inginocchiano ai suoi piedi). IL PRIMO BAMBINO Signor Tempo, mi lasci partire con lui!... IL SECONDO BAMBINO Signor Tempo, mi lasci restare qui con lei!... IL TEMPO impossibile!... Non ci restano più che trecentonovantaquattro secondi..... IL PRIMO BAMBINO Preferisco non nascere affatto!... IL TEMPO La scelta non sta in voi.... IL SECONDO BAMBINO (con accento supplichevole) Signor Tempo, arriverò troppo tardi!... IL PRIMO BAMBINO Quando essa scenderà sulla Terra, io non ci sarò più!... IL SECONDO BAMBINO Non lo vedrò più!... IL PRIMO BAMBINO Saremo soli, nel mondo!... IL TEMPO Questo non mi riguarda.... Andate a reclamare presso la Vita.... In quanto a me, io unisco, io divido, secondo le istruzioni che mi vengono impartite.... (Afferrando uno dei bambini). Vieni!.... IL PRIMO BAMBINO (dibattendosi) No, no, no!... Deve venire anche lei!... IL SECONDO BAMBINO (aggrappandosi alle vesti del primo) Lasciatelo qui!... Lasciatelo qui!... IL TEMPO Ma che cos'è questa storia?... Si tratta di andare a vivere, insomma: non mica a morire.... o dunque? (Trascinando con sè il primo bambino). Vieni, ti dica! IL SECONDO BAMBINO (tendendo disperatamente le braccia verso l'altro bambino) Un segno!... Dàmmi un segno!... Un segno per ritrovarti!... IL PRIMO BAMBINO Ti amerò sempre!.... IL SECONDO BAMBINO Io sarò la più triste di tutte!... Mi riconoscerai a questo segno!... (Cade a terra e rimane stesa al suolo, immobile). IL TEMPO Perchè non sperare che un giorno...? E ora, siamo pronti finalmente.... (Consultando la clessidra). Non ci restano che sessantatrè secondi.... (Ultima violenta agitazione fra i bambini che partono e quelli che rimangono. Scambio di addii precipitosi: «Addio, Pietro!... Addio, Giovanni.... - Hai preso tutto quel che ti occorre?... Annunzia laggiù il mio pensiero!... - Hai preso il nuovo carburatore ?... - Parla dei miei poponi!... - Non hai dimenticato nulla?... - Cerca di riconoscermi!... - Ti ritroverò!... - Non perder le tue idee!... - Non sporgerti troppo sullo Spazio!... Dàmmi notizie!... - Dicono che non è permesso!... Sì, sì!... In ogni modo, tenta!... - Procura di farci sapere se è bello, il Mondo! Ti verrò incontro - Io nascerò sopra un Trono!... ecc., ecc.» ). IL TEMPO (agitando le chiavi e la falce) Basta! Bastal... L'àncora è levata!... (Passano le vele della galera, e spariscono. Le grida dei bambini dentro alla galera si fanno sempre più lontane: «Terra!.. Terra!... Io la vedo!... Com'è bella!... Com'è grande!... Com'è luminosa!...». Poi, come se uscisse dal fondo dell'abisso, si ode, lontano lontano, un canto di allegrezza e di attesa). TYLTYL (alla Luce) Che cos'è?... Non son loro che cantano così.... Si direbbero altre voci.... LA LUCE Sì, è il canto delle Madri che vanno loro incontro.... (Il Tempo frattanto chiude le porte opaline. Poi si volta, getta un ultimo sguardo nella sala, e scorge a un tratto Tyltyl, Mytyl e la Luce). IL TEMPO (stupefatto e furibondo) Che cosa fate qui?... Chi siete?... Perchè non siete azzurri come gli altri?... Di dove siete entrati?... (Si avanza verso di loro minacciandoli con la falce). LA LUCE (a Tyltyl) Non rispondere!... Ho preso l'Uccellino Azzurro.... Lo tengo nascosto sotto il mio mantello.... Scappiamo.... Gira il Diamante, così perderà le nostre tracce.... (Sgusciano via da sinistra, fra le colonna del primo piano). CALA LA TELA.

Oggi come non mai abbiamo bisogno non solo di consolarci con moralità leggendarie, ma di raccoglierci in noi stessi, di dimenticare le lotte incomposte e cruente in cui gli odi, le invidie, gli appetiti degli umani hanno gettato il mondo e di evadere dal crudo ricordo e dalla tremenda eredità della guerra per risalire, su dall'abisso, alla contemplazione dell'eterno e al culto delle idee. Non ci farà dunque male oggi, percorrere con Maeterlinck gli ardui e nascosti «sentieri della montagna» e magari, se non vogliamo dimenticare la guerra, ripensarla, sulle orme del poeta confortatore. Egli, almeno, ci persuaderà a riflettere che anche dal flagello che abbiamo attraversato ci può venire un qualche bene spirituale. Ci persuaderà a credere che i nostri morti, invece di risvegliare in noi pensieri di vendetta, vivranno ancora, nelle nostre case e che ogni morto di guerra spanderà sul cerchio memore dei superstiti familiari la luce del suo sacrificio e del suo esempio. Se le nostre forze sono ancora dissipate, turbate, sconvolte e tumultuanti, se la crisi terribile per la quale siamo passati ha posto lo scompiglio nei nostri pensieri e nelle nostre tendenze e ci ha fatto dubitare dei beni più sacri che credevamo nostri e acquisiti per sempre, della giustizia, della carità, della bontà, dietro le orme del poeta belga noi possiamo ricoltivare e raccogliere i fiori che la tempesta non ha definitivamente distrutti ed avulsi dalla terra. Questo poeta non ci insegna la debolezza, lo smarrimento, l'annientamento, come alcuno talvolta ha voluto far credere. L'uomo capace di meditare è un forte, l'uomo capace di sostare su i suoi pensieri e su i suoi sentieri non è detto che sosti sempre vinto dal dubbio, dalla stanchezza e dallo scoraggiamento; può sostare, come Maeterlinck, per riprendere e rinvigorire le forze. L'uomo che si curva sul fiore leva il capo a studiare e a cantare il volo nuziale delle api non è intento all'effimero della vita; ma a quello che nella vita è più essenziale e più eterno. La meditazione, maeterlinekiana non è quella del vinto, dell'inetto dell'ozioso; ma del sitibondo di conoscenza e di poesia ed oggi più che mai noi abbiamo necessità di conoscenza e di poesia, di metterci in contatto coi valori dello spirito, di ricuperare il senso del mistero, di utilizzare la nostra intelligenza incitandola a ridonare al mondo la sua purità e la sua bellezza. Non ci crediamo, troppo piccoli e troppo poveri per riuscire ad imitar l'esempio del poeta. Maeterlinck stesso ha cantato i tesori degli umili, Maeterlinck stesso ha detto una volta che «nessuna idea s'illumina sulle cime senza che vi contribuiscano le innumerevoli ed uniformi piccole idee delle pianure». Ognuno di noi, quale che sia la sua condizione, la sua cultura, il suo carattere, il suo passato, può lavorare all'avvento del regno della poesia e aiutare i grandi che compiono i più alti destini. «Che intorno a costoro le abitudini siano un po' meno basse, le speranze più disinteressate; che le inquietudini, le passioni, i piaceri, gli amori si rischiarino d'un raggio di grazia, di spensieratezza, di fervore immateriale, ecco ch'essi respirano liberamente, si sentono sostenuti, non han più da lottare contro il loro istinto, e le loro forze si alleviano e si concentrano. Il contadino che, la domenica, invece di ubbriacarsi all'osteria, resta pacificamente a leggere sotto gli alberi del suo orto; il piccolo borghese che sacrifica ad un nobile spettacolo, o semplicemente ad un pomeriggio silenzioso, le emozioni e le vociferazioni d'un campo di corse; operaio che, piuttosto di riempir la strada di canti osceni o idioti, va a fare una passeggiata in campagna o a contemplare un tramonto di sole su i bastioni, si può dire che portino un aiuto anonimo e incosciente, ma considerevole, al trionfo della grande fiamma umana». Cosi ha detto Maeterlinck. Non si spaventino le giovani lettrici dell'Oiseau bleu. Appunto dalla lettura dell'Oiseau bleu, esse si accorgeranno che il moralismo di Maurizio Maeterlinck non ha nulla di pesante, di scolastico, di retorico. Nell'Oiseau bleu la morale ha mille luci diverse, è piena di sorprese e di trovate, e procede per brillanti incantesimi scenici; ma anche nei volumi di meditazioni e di introspezioni maeterlinckiane - ch' io m'auguro questa fiaba invogli a cercare - la morale del poeta è una morale di poeta e se la vena della poesia talvolta sembra scorrere troppo lene e placida, troppo lenta e monotona, pure s' insinua in una così vasta distesa di argomenti e di ragionamenti, per così fiorite aiuole d'immagini e di sogni, che il loro animo ne sarà pervaso di compiacimento e di riconoscenza. E del resto al «trionfo della grande fiamma umana» non dovrebbero, specialmente oggi, contribuire anche le donne? Chi meglio di loro dovrebbe e potrebbe diffondere il senso della poesia e del raccoglimento? Chi meglio di loro potrebbe e dovrebbe restituire al mondo la sua ghirlanda di dolcezza e di grazia? Non è forse indiscreto, a questo proposito, ricordare alle lettrici dell'Oiseau bleu che Maeterlinck stesso, il poeta della piccola Mytyl e di Melisenda, di Joyzelle e di Monna Vanna, di Ariana e di Maria Maddalena, ha subito il fascino dell'eterno femminino e ha riconosciuto di dovere ad una donna, che fu sua interprete e inspiratrice, molti dei pensieri e molte delle certezze e delle speranze che gli rasserenarono l'animo e gli aprirono il cuore alla chiarezza della vita. È Aglavaine che porta al poeta - com'egli stesso confessa - «una atmosfera nuova, una volontà di felicità, una forza di speranza». Nella donna, amica virile e piena d'amore, la cui ragione è illuminata dalla grazia, la cui coscienza è naturale e pronta, nella donna che ricerca la sofferenza, non per espiare e purificarsi, ma per risparmiarla a coloro che ama, nella donna che sa nascondere le più giuste lacrime sotto il sorriso ed è di coloro che credono sempre di aver torto quando si è ingiusti verso di loro, Maeterlinck ha tracciato, nel Double jardin, il ritratto della sua eroina, della sua musa, della consolatrice e dell'ausiliatrice perfetta per lui. Certo Amelia Rosselli che oggi dona alle giovani italiane L'Oiseau bleu s'augura che molte di loro sappiano procurare di riconoscersi un giorno in questo ritratto. Sarebbe questo il più bel premio alla sua fatica e l'omaggio più squisito, prezioso e durevole all'opera luminosa del poeta di Gand. ALDO SORANI.

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I mariti

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Torelli, Achille 6 occorrenze
  • 1926
  • Francesco Giannini e Figli
  • Napoli
  • teatro - commedia
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Che cosa non abbiamo fatto, tu ed io, tu per sposare il tuo Marchese, ed io il mio Barone?

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- Colpa di noi altri genitori, che abbiamo conservato e accresciuto il patrimonio ai nostri figliuoli: novanta su cento riescono asini e villani.

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L'abbiamo ammogliato sperando che mettesse giudizio, ed abbiamo fatto l'ultima corbelleria!

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- Tanto, che abbiamo fatto questo bel fuoco.

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Abbiamo detto azioni appositamente. I Mariti non camminano sulla falsariga delle altre commedie con un'azione principale intorno a cui si aggruppino le poche secondarie; invece ne menano quattro tutte di fronte con ammirabile arditezza, e non slegate, e non disordinate, ma strette insieme da una catenella d'oro che fa le veci dell'antica unità. II giovane autore aveva cominciato ad abituarci a certe uscite particolari di lui che facevano già presentire con sicurezza la maschia potenza del suo ingegno; ma nulla di quanto egli ha scritto presagiva il magnifico tessuto della tela comica dei Mariti. Dalla Missione della Donna in poi, che ha due o tre personaggi disegnati e dipinti con straordinaria sicurezza di mano (ma che pure ha durezze ed angolosità nella condotta dell'azione e stride alquanto nel colorito) Achille Torelli è andato sempre innanzi, non lo neghiamo, acquistando il valore ora nella forza del disegno, ora nella vigoria della espressione, ora nel modo di distribuire i suoi gruppi, ora nel modo di lumeggiarli con più verità e con maggior effetto. Però allorchè negli Onesti tentò un'azione più vasta e più complicata di quelle di prima, egli parve subito esitante, incerto, quasi impacciato della moltiplicità delle fila volute mettere in opera per tessere la sua tela. E malgrado quella larghezza di fare che si notò nell'insieme, malgrado certi tocchi nuovi e delicati che diedero nell'occhio in alcune scene, nè il concetto d'essi sembrò felicemente trovato, nè l'esecuzione efficacemente raggiunta, come dicono i pittori, Si temette anzi un possibile traviamento per troppo studio di originalità; una tal quale ammanieratezza ed eccessiva eccezionalità cercata ne' personaggi; e tra i pregi soliti di lui che li mancarono quelli che per la prima volta vi facevan capolino, la bilancia non stette in bilico, ma traboccò in favore dei primi; cosa che a molti dispiacque. Oggi che possiamo volgere sugli Onesti uno sguardo in distanza, noi vi scorgiamo facilmente quell'inquieto ricercare della fantasia dell'artista, quell'incerto intravvedere d'una forma o affatto nuova, o più precisa ed adatta alla rivelazione del concetto, che soglion precedere sempre l'apparizione d'un'opera fuor del comune. Ma nemmeno queste postume riflessioni valgono a darci la chiave della nuova commedia del giovane napolitano. I Mariti mostrano la maturità di pensiero e la tranquillità d'esecuzione propri soltanto d'un ingegno provetto e già molto addentro nei più riposti misteri dell'arte. Quelle figure hanno un'espressione cosi profonda di verità; quegli avvenimenti scorrono e s'intrecciano con tanta naturalezza e con semplicità sì stupenda, che tu sperimenti subito il più grande effetto dell'arte, quello di dimenticare perfettamente l'artista. Noi non ci proveremo a dare nemmeno un disegno a profilo di questo lavoro grandioso come un poema e gentile come un idillio. Ci contenteremo d'accennare i tratti più eccellenti, di fermarci con lieta compiacenza dinanzi ad uno o due dei gruppi principali che si staccano con più vivace rilievo dal resto delle figure; ed augureremo a' lettori che non hanno visto la commedia il piacere di trovar meschine queste nostre parole d'elogio.

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É una finzione dell'arte; ma noi ne abbiamo parlato senza accorgercene come di caso verissimo! La signorina Campi si è mostrata inarrivabile nella bellissima parte d'Emma. Non solo ha potuto farvi sfoggio di tutte le sue eccellenti qualità che noi già conoscevamo, ma è stata nel caso di rivelarcene delle altre che eravamo certi si sarebbero sviluppate in lei con una più lunga pratica dell'arte. Noi infatti credevamo che ancora le mancasse quella perfetta sicurezza di tocco nella rivelazione d'un carattere che è propria soltanto degli artisti provetti. Invece la Campi ci ha dimostrato il contrario, interpretando il carattere d'Emma con una squisitezza di colorito e di sfumature incantevole davvero. Questa figura così vaga, così gentile, intorno alla quale il poeta ha speso un largo tesoro di grazia e di bellezza, è stata incarnata da lei senza mende, senza incertezze e con una ispirazione felicissima, dalla prima all'ultima scena. Fanciulla bizzarra e alquanto leggiera nell'atto primo; donna esitante, ignara di ciò che realmente prova nel suo petto, e sbalordita della mutazione che intravveda dover fra poco accadere nella sua esistenza all'atto secondo; nel quinto la gioia di sapersi madre la fa quasi ritornare alla ingenuità fanciullesca! E lì la Campi ha indovinato cose che la nostra parola non può rendere affatto, giacchè l'eloquenza de' sorrisi, delle vereconde reticenze e delle riflessioni amorose son lampi di bellezza artistica che solo il ricordo di chi li ha visti può richiamare alla vita. La signora Ciotti (Giulia) sostenne anch'essa la sua parte con molta perizia. Quella povera marchesa di Riva, perseguitata, oppressa, ridotta alla disperazione dalle gelosie del marito, ci fu resa da lei con la comica vigoria possibile e senza esagerazioni di sorta. Biliosa, isterilita negli affetti, recisa ne' gesti, come nelle risoluzioni; tale immaginò il poeta la sua marchesa di Riva, e tale fu la signora Ciotti da cima in fondo. Dopo aver strepitato ed urlato per quasi tutti i cinque atti, che sospirone essa non manda fuor del petto nel momento in cui apprende la prossima rottura della sua funesta catena! Non vanno dimenticate la signora Scarpellini (Sofia) che si è mostrata così piena di rassegnazione e di affetto nelle poche scene dove ha una parte un po' estesa; nè la Sollazzi che disse con molto brio quella bravissima d'Amelia; nè la Bergonzio che, da cameriera della baronessa, comparve una sola volta e non istuonò. Con loro abbiam già saldato il nostro debito verso le attrici. Venendo agli attori, cominceremo da Cesase Rossi (il Duca d'Herrera). Non occorrerebbe nemmen dire ch'egli rappresenti a perfezione questo tipo aristocratico, se non vi avesse spiegato alcune particolari finezze. II Duca è uno di que' caratteri che cominciano a sparire nella nostra società. Possiede tutta la dignità del suo titolo, ma vi unisce una benevolenza ed un'affabilità proprio all'antica. Il suo spirito è afflitto o dall'esser vissuto troppo per provare de' disinganni o dall'averli provati quando non era più in tempo a correggere. La sua casa aveva delle tradizioni. Egli le ha rispettate senza badare che il mondo era affatto mutato; ed ora ne piange, ma invano. Educazione vuol essere, e non sangue! egli esclama con profonda amarezza, vedendo il duchino suo figlio caduto così basso; e coteste parole escono dalle labbra come una verità confessata a malincuore da chi l'ha appresa troppo tardi, e con assai dura esperienza. Rossi ha accentuata questa scena con arte squisita. Era indignato, era commosso, e parlava con una calma che lasciando intravvedere, più che vedere, lo stato dell'animo del duca, accresceva al personaggio simpatia ed interesse. Nell'atto quinto quando il duca, vecchio e gottoso, è risoluto di rivendicare cavallerescamente l'onore della sua famiglia creduto offeso dal Riverbella; quando si lascia trasportare dallo sdegno a rispondere colla voce un po' alterata alla duchessa che rientra nelle sue stanze singhiozzando, il Rossi fu dignitoso, fu agitato, fu affettuosissimo. Non diede nè un tocco di più, nè uno di meno; e fece apparire la figura del Duca tra le più belle del quadro, benchè si mostri due sole volte, nel primo e nell'ultimo atto. Il Ciotti (Fabio Regoli) non rappresentava un personaggio a forti risalti, tale da dargli campo d'adoperare una grande varietà di colorito. Però recitò con giustezza e con diligenza inappuntabili. Sotto quella sua dolce serenità si vedevano la risolutezza, la fermezza e la nobiltà dello stupendo carattere dell'avvocato; e la sua voce seppe trovare inflessioni piene d'affetto gentile, di dignità profondamente sentita ma senza albagia, che improntarono al personaggio una vita dove l'arte pareva affatto estranea, e dove intanto fors'era più grande. II Lavaggi (Di Riverbella) che non potè avere una parte primaria, perchè la commedia non gliene forniva; il Belli-Blanes (barone d'Isola); il Bozzo (duchino Alfredo); il Pagani (Felice, servo del Duca); fin lo Scarpellini (dottore) e il Lavagnino (servo del barone d'Isola) che dissero due parole, tutti, recitarono, secondo le diversi parti, con accuratezza e con amore, e contribuirono a darci lo spettacolo d'una rappresentazione dove non ci fu nulla che potesse dare appiglio alla critica più schizzinosa e più incontentabile. Ci siamo riserbati di parlare all'ultimo del signor Bellotti-Bon, perchè, oltre le lodi che merita per la sua parte assai scabrosa del marchese de Riva, dobbiamo dargliene più larghe come capocomico direttore per la diligenza e la maestria della messa in scena. Egli non ha trascurato niente sia nel concerto dell'insieme, sia nella decorazione della nuova commedia. Ogni cosa anzi è stata da lui ordinata con gusto, con intelligenza, con vero rispetto per l'Arte. Al poeta ed a lui, i quali ci hanno mostrato tutte queste meraviglie assai rare per la nostra Arte rappresentativa, non possiamo quindi far altro che ripetere il motto da noi posto in capo di questa rassegna, con cui vien riassunto mirabilmente il sentimento di tutti:

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