Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Corriere della Sera

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AA. VV. 6 occorrenze

«Ma come non abbiamo mai potuto ammettere che il Senato prenda l'iniziativa delle grandi riforme legislative, così non abbiamo mai potuto riconoscergli il diritto di mutare l'indirizzo della pubblica ammistrazione: questo diritto spetta esclusivamente alla volontà del paese espressa dai rappresentanti.

(1) Abbiamo già reso conto di questo processo. - N . d . R .

«Noi non abbiamo mai messo in dubbio la necessità di una Camera Alta che possa, in certe condizioni, opporsi alle deliberazioni dei deputati e obbligarli a riconsiderarle; che possa togliere le contraddizioni che, talvolta, trattandosi di leggi ampie e complicate, si introducono cogli emendamenti che nell'ultimo momento della discussione un Ministero può essere obbligato ad accettare.

Dal teatro della guerra abbiamo oggi le solite contradittorie notizie. Le riassumiamo e le comentiamo nel Diario, a cui rinviamo i lettori. Insomma, la situazione de' Serbi non è lieta. La notizia data da un giornale cittadino d'una gran vittoria de' Serbi è decisamente smentita. Anzi un altro dispaccio a quello stesso giornale annunzia che il quartier generale dell'esercito serbo sarebbe per trasferirsi a Belgrado, - ossia i Serbi sarebbero in piena ritirata.

Non abbiamo ancora un ambasciatore italiano a Parigi. Ci verrà il generale Cialdini o non ci verrà? Si pretende che gli amici superstiti del Lamoricière si sieno fatti premura di sottomettere al maresciallo Mac-Mahon alcune considerazioni di convenienza e di delicatezza personale che non possono non avere fatto impressione sul nobile cuore del presidente della Repubblica francese. Già la condanna del maresciallo Bazaine gli era stata rimproverata in modo da fargli un vero dispiacere; e oggi gli susurranno all'orecchio che l'aggradimento del Cialdini a inviato del Re d'Italia in Francia potrebbe esser riguardato, per parte sua, come poco riverente alla memoria d'un antico commilitone e di un amico.

. - Sotto questa data abbiamo il primo esempio di espropriazioni per pubblica utilità. Onde incoraggiare i cittadini ad abbellire od ingrandire le proprio case, o sopratutto per dar maggior impulso alla manifattura delle lane, fu pubblicato il 17 luglio 1493 un decreto di Lodovico Sforza in cui dicevasi che: «Se alcuno voglia fabbricare sontuosamente od erigere una manifattura di lana, il vicino sia obbligato a cedergli a prezzo la propria casa.» - Come si vede, si spingevano allora le cose troppo oltre, ed oggidì il rispetto per la proprietà impedirebbe l'espropriazione forzata di una casa quando l'unico scopo fosse l'abbellimento di un'altra o la costruzione di uno stabilimento industriale di qualsiasi natura.

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